giovedì 28 giugno 2012

L'arte di Antonio Giunta. Quando "volere è potere"

"Dedico le mie opere a tutti coloro che per un motivo o per l'altro hanno dovuto emigrare e lasciare la loro terra natia, con la speranza che questi possano a loro volta trasmettere il fascino di questa terra e sentirsi fieri di essere siciliani."
(A. Giunta)

ANTONELLA ALIBRANDO - Antonio Giunta, un giovane luciese che da sempre avverte dentro di sé la passione nell’esprimere emozioni su tela, a mescolare armonie di colori passando dalla realtà degli scorci luciesi all’immaginazione per rappresentare eventi storici, richiamando sempre reali “passaggi” siciliani che riesce a cogliere passando per l’appunto da uno scorcio naturalistico ad un dettaglio.

I suoi quadri sono sostanzialmente fatti di materiali inariditi quali tele, colori e pennelli ma Antonio riesce a dar loro un’anima attraverso l’accurata precisione che usa nelle raffigurazioni dei particolari del soggetto, la vivacità dei colori che riflettono la realtà rappresentata ed evidenziano l’animo sensibile dell’artista. Esegue i suoi lavori usando varie tecniche e passando dalla china all’olio su tela, dall’acquerello alle tegole, dal compensato al legno. Nonostante i suoi soggetti preferiti siano i paesaggi, spesso fra le sue opere troviamo composizioni floreali, frutta, animali, ed anche scenari storici, come nel caso di un quadro dedicato alla rivoluzione francese.
I suoi primi passi nel mondo dell’arte partono nella prima infanzia e, pur essendo autodidatta, il suo talento e la sua sensibilità l’hanno portato a viaggiare attraverso l'arte stessa riscoprendo luoghi della sua terra, particolari scorci luciesi che poi con il suo entusiasmo e la sua passione ha trasferito amorevolmente sulla tela.

Negli anni ha continuato a dipingere di getto, e da circa cinque anni espone le sue opere in mostre nel comprensorio luciese, riscuotendo consensi e suscitando forti emozioni in chi le ammira.
Nel 2011 i suoi lavori hanno oltrepassato le frontiere sicule, e infatti Antonio Giunta ha esposto le sue tele alla Fiera internazionale del turismo di Rimini, e, l’anno successivo, ad una mostra dell’Accademia Italiana Militare della Marina di Livorno.
Al momento sta preparando alcuni lavori per la sua nuova mostra, ma al momento non ci è concesso sapere quando si terrà.
Ecco, a seguire, alcuni commenti tra quelli che hanno lasciato i visitatori delle sue mostre:

“Il gioco delle luci e delle ombre, la profondità degli oggetti e la scelta dei colori ci fanno toccare con mano i soggetti rappresentati, testimoni dell’amore dell’autore per la propria terra di apparenza, che fanno sorgere ricordi assopiti col passare degli anni.”

“Resto incantata dalla luce che i tuoi quadri emanano. I colori freschi sono mescolati armonicamente tra di loro, in simbiosi con il tuo animo sensibile. Il tratto è sicuro e dimostra grande capacità di osservazione. Bellissima la proiezione delle tue emozioni nei dipinti floreali. Grazie per avermi regalato momenti magici pieni di sentimenti preziosi.”
“Mostra bellissima, non conosco molto questa terra, ma i tuoi quadri me la mostrano in tutto il suo splendore.”
“La creatività è vivere due volte, e l’artista vive in sé e nelle sue opere.”
La sua carriera artistica è stata interrotta da lunghi periodi di vuoto, dovuti a eventi negativi che con enorme sofferenza l’hanno allontanato dalla sua grande passione. Ma. nonostante le difficoltà fisiche causetegli dalla distrofia muscolare, ha sempre continuato a coltivare l'arte, che gli procura grandi soddisfazioni.
Una delle opere che ricorda con più affetto è il quadro del servo di Dio Mons. Antonio Franco (Prelato luciese particolarmente venerato dai luciesi), da lui donato alla Parrocchia SS. Annunziata, attualmente custodito nella chiesetta rupestre di S.Maria Bambina.
Nella sua collezione spiccano due capezzali raffiguranti due diverse fasi della crocifissione: “Cristo agonizzante” e “Cristo spirato”, ovviamente raffigurati secondo il suo punto di vista, che esalta la sofferenza di Gesù. La scelta di raffigurare queste due immagini nasce dalla necessità di rappresentare il passaggio dalla vita alla morte, e diversamente dalle altre raffigurazioni sacre in queste viene esaltato il dolore umano di Cristo nel momento del trapasso passando dal volto sofferente al volto sereno della morte.
"Cristo agonizzante" (A. Giunta, 2011)
"Cristo spirato" (A. Giunta, 2011)