giovedì 30 ottobre 2014

ECOPUNTO INFORMA

F. Trifirò - Ricevo e pubblico integralmente una email dell'Ecopunto di Barcellona, struttura che a quanto si evince sarà chiusa al pubblico dopo circa quattro anni di attività. Quella dell'Ecopunto è stata sicuramente una esperienza positiva che ha portato una ventata di novità nel settore della raccolta dei rifiuti, educando innumerevoli famiglie alla prospettiva della raccolta differenziata e permettendo di smaltire adeguatamente diversi tipi di materiali. Iniziativa lodevole, poiché a tutt'oggi in molti casi i rifiuti rappresentano ancora un problema e non una risorsa, in quanto uno smaltimento idoneo oltre a salvaguardare l'ambiente in cui viviamo comporta inevitabilmente la creazione di nuovi posti di lavoro.

Carissimo Utente,
mi duole comunicarti che a far data da lunedì 27/10/2014 siamo costretti, nostro malgrado, a interrompere il servizio.
Con determina  n° 477 del 19/09/2014 Reg. Gen. 2513 a firma dell’ingegnere tecnico responsabile del settore  del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto si è  deciso che il nostro lavoro, il tuo differenziare, il tuo conferire direttamente in  Ecopunto, il tuo  impegno per la salvaguardia dell’AMBIENTE (più differenzi meno inquini) non va bene, non è un servizio che deve continuare.
Permettimi di ricordarti i traguardi che abbiamo raggiunto insieme:
Ecopunto è nato a Gennaio 2011, partorito da un Avviso Pubblico di manifestazione di interesse emesso dall’ATO ME 02.
Nel 2011 Ecopunto ha impedito che  650 tonnellate di materiale differenziato finissero in discarica;
Nel 2012 le tonnellate  diventano 880 (+ 25% rispetto al primo anno);
Nel 2013, anno in cui avviene il subentro del Comune di Barcellona nella gestione ATO, dichiarato fallito (ahimè lasciandoci con  26 mesi di arretrato!), arriviamo a 1050 tonnellate (+28%rispetto al secondo anno);
Nel 2014 le proiezioni presumono ancora un trend positivo (+ 15% rispetto al terzo anno) si potrebbe arrivare alla soglia delle 1250 tonnellate di materiale differenziato!!!
PERCHE’ CHIUDE   ECOPUNTO A BARCELLONA ??
Da una attenta analisi, caro utente, sinceramente Ti confesso che ad oggi ancora non l’ho capito, infatti considerando che:
1)      I risultati in termini di raccolta sono eccellenti, la percentuale elevata di rifiuti differenziati ha permesso di far contraddistinguere il Comune di Barcellona quale esempio di comune virtuoso e tra quelli che negli ultimi anni hanno ottenuto le maggiori percentuali di incremento della raccolta differenziata;
2)      È stata svolta una non sottovalutabile funzione di “educazione ambientale” alla raccolta differenziata verso la cittadinanza, invitandola a recarsi presso l’Ecopunto  a conferire direttamente; ciò è stato fatto sempre e comunque attraverso una certosina campagna informativa svolta anche  all’interno delle scuole cittadine, partecipando a progetti, conferenze e tavole rotonde ed investendo notevoli risorse proprie, anche economiche; sempre e comunque facendo attribuire il merito dell’iniziativa al Comune, infatti il  materiale pubblicitario utilizzato recava ben evidente  il logo del Comune di Barcellona P.G.
3)      In termini economici, non vi sono stati  costi  di  raccolta dei materiali differenziati perché è stato il cittadino stesso a conferirli, inoltre  il mancato conferimento in discarica ha permesso  di risparmiare 100 € per ogni tonnellata, quindi ad esempio solo nel 2013 il Comune di Barcellona P.G., grazie ad Ecopunto che ha intercettato 1050 tonnellate di materiale differenziato, ha risparmiato 105.000 € !!!
4)      Rispetto per l’ambiente in 4 anni circa 4000 tonnellate  di rifiuti non sono finite in discarica quindi non hanno sviluppato inquinamento ed in più, poiché riciclate hanno permesso un notevole risparmio energetico
5)      Da un punto di vista occupazionale,  in un momento in cui la disoccupazione è in crescita,  sono stati creati  ben 4 posti di lavoro, che con i benefici della ZFU  si potrebbero più che raddoppiare.
6)      Abbiamo preso in gestione il locale del CCR che si trovava in uno stato di  totale abbandono dal punto di vista  igienico sanitario: ricettacolo di serpenti, colonie di ratti, cumuli di spazzatura maleodoranti accumulati ed abbandonati da anni, ebbene  lo abbiamo bonificato ed oggi  lo condividiamo egregiamente con la Dusty!!
E allora..
… perché si vuole interrompere un’attività che è apprezzata da ben 4500 utenti Barcellonesi (leggi 25.000 abitanti) che sono ben contenti di questo servizio?
… perché il tecnico comunale va contro le indicazioni del Sindaco (proposta di deliberazione n°219/2014) che riconoscendo i risultati conseguiti, l’importanza del servizio svolto invita alla non interruzione del servizio ?
… perché si vuole andare contro le direttive impartite dall’Assessorato Regionale  all’Ambiente che perfino nell’approvazione del piano comunale dei rifiuti ha  evidenziato l’importanza di mantenere il servizio da noi svolto accanto al servizio “porta a porta” ed al “sistema igenio”, riconoscendo i prezioso risultati  ottenuti da Ecopunto?
…  perché si vuole interrompere un servizio che ha elargito premi ( tutto acquistati a km zero) per un valore di 100.000 € nel corso dei 4 anni?
      … perché staccare la spina proprio adesso e non direttamente quando sarà espletata la gara definitiva per la gestione del C.C.R.  e sarà assegnata la gestione al nuovo vincitore ?

In conclusione, salvo ripensamenti da parte dell’amministrazione comunale, ribadisco che SIAMO COSTRETTI A SOSPENDERE l’attività dell’Ecopunto

Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che, come noi,  ci hanno creduto, incoraggiato e sostenuto con entusiasmo.
                                                             Sempre e comunque difendiamo l’ambiente!
                                                                                          Maurizio Alfano


N.B. saremo  nei locali fino al 31 ottobre 2014 per chi deve  ancora ritirare dei premi.

       
ECOPUNTO



domenica 26 ottobre 2014

Per non dimenticare: fiaccolata ad Archi un mese dopo l'incendio alla Ram


La lotta della Valle del Mela


Io non dimentico. E' questa la parola d'ordine che, a un mese dall'incidente alla raffineria, condurrà ancora una volta cittadini e associazioni ambientaliste per le vie di Archi, raccogliendo l'invito lanciato dall'instancabile padre Peppe Trifirò, uomo coraggioso in lotta da sempre contro i fumi velenosi che continuano a uccidere il popolo della Valle del Mela e di Milazzo. La fiaccolata, organizzata per domani alle 18 dalle parrocchie di Archi e Pace del Mela e dalle associazioni del territorio, si dirigerà da via Di Vittorio a Piazza Chiesa, dove sarà collocata una lapide per non dimenticare il dramma vissuto la notte del 27 settembre. 

Un gesto fortemente simbolico che lancia una richiesta ben precisa al governo nazionale e siciliano: il risanamento e la massima sicurezza per la vita, la salute, il lavoro e l'ambiente. "A nessuno deve sfuggire che un dossier del ministero della salute ha individuato i 44 siti più inquinati d'Italia ed a vincere il triste primato nella nostra Sicilia è proprio Milazzo", si legge nel volantino diffuso nei giorni scorsi da padre Trifirò per invitare la popolazione a far sentire la propria voce. Al termine, sarà inaugurato il Comitato ambientale intercomunale, formato dalle diverse anime del vasto movimento civile che lotta per la difesa della salute umana e dell'ambiente, sorto per volontà dei cittadini che, nelle diverse comunità colpite dall'inquinamento causato dal polo industriale, stanno facendo massa critica contro un'emergenza ambientale ogni giorno più allarmante.
Il coordinamento intercomunale sarà un organo collegiale di controllo, informazione e monitoraggio in materia ambientale e industriale, con un ruolo attivo promozione di iniziative utili a garantire l'effettiva tutela dei cittadini che vivono dell'Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale. Ne farà parte anche il Comitato Luciese Salute e Ambiente, che è intervenuto nel corso del consiglio comunale aperto organizzato lo scorso 15 ottobre dall'amministrazione Campo, presentando un documento sottoscritto da 250 cittadini per esprimere il proprio dissenso contro l'ipotesi del Css nella centrale termoelettrica di Archi.

I cittadini luciesi contro il CSS


“Nel comprensorio della Valle del Mela il CSS andrebbe ad aggravare una situazione ambientale già abbondantemente compromessa da inquinamento industriale che meriterebbe maggiore attenzione e monitoraggio, soprattutto dopo l’ultimo incidente verificatosi il 27 settembre all’interno della Raffineria di Milazzo”, si legge nel documento. Dopo aver riportato gli allarmanti dati scientifici che certificano nel territorio “livelli di mortalità (specie tumorale) e di morbosità straordinaria”, si richiede “un’altra seduta di consiglio comunale per deliberare tramite votazione, che ci auspichiamo sia all’unanimità, sul netto rifiuto all’utilizzo del CSS”, sulla scia dei sette Comuni che si sono già espressi in tal senso. 

Il consiglio comunale aperto si è protratto per oltre 4 ore, durante le quali sono intervenuti diversi consiglieri e assessori, oltre al sindaco Nino Campo. Filo conduttore, la necessità di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini dagli effetti del polo industriale nell’area ad alto rischio e, ancora una volta, le responsabilità istituzionali e le falle del sistema di informazione e intervento seguite all’incendio alla Ram
Solo a metà della seduta sono stati ascoltati i cittadini e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste del territorio. A fare fronte comune, a difesa del territorio dall’inquinamento e contro l’ipotesi CSS, sono intervenuti, tra gli altri, padre Peppe Trifirò, Peppe Maimone (Adasc) ed Egidio Maio (Zero waste). 
Tranne qualche caso, la seduta è stata disertata dai rappresentanti della politica regionale e nazionale invitati. Presenti nel pubblico alcuni amministratori dei Comuni vicini e il dott. Eugenio Cottone (Ordine dei Chimici), che è intervenuto sulla necessità di non transigere sui controlli reali e sulla sicurezza, ma anche sulla debolezza del sistema di monitoraggio.


L'inquinamento sul tavolo dei consiglieri

"Riconversione centrale Edipower/A2A San filippo del Mela - Contrarietà all'utilizzo del Css - Combustibile Solido Secondario". E' questo uno dei punti all'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale convocato per mercoledì 29, durante il quale si prenderà atto della linea espressa con fermezza dai cittadini  sulla necessità di contrastare qualunque ipotesi di nuove fonti di inquinamento sul nostro territorio. Tra gli altri argomenti, la richiesta al governatore Crocetta di proporre al presidente del Consiglio Renzi la revisione delle norme contenute nel decreto "Sblocca-Italia" relativamente all'articolo 38, che "prevarica ogni pianificazione locale e viola la sovranità amministrativa regionale e comunale". All'attenzione dei consiglieri, anche un punto sulla necessità di tutelare maggiormente i cittadini dell'Area ad Elevato Rischio di crisi Ambientale del comprensorio del Mela, chiedendone l'equiparazione alle aree previste nella legge 06/02/2014 n. 6 e intervenendo sul decreto che riguarda le "Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate".


venerdì 24 ottobre 2014

Via San Michele, rischi e disagi

Degrado urbano. Criticità in via San Michele
Balconi pericolanti. Rischi e disagi per chi vi abita e per i passanti





































Tiziana Parisi: Lavori iniziati e subito interrotti. C'è preoccupazione tra gli abitanti della palazzina oggetto dell'intervento,  sita in via San Michele e appartenente allo IACP (Istituto Autonomo Case Popolari). 
Si tratta del rifacimento dell’intera facciata, che presenta balconi pericolanti e intonaco oramai corroso dal tempo, i cui lavori, sollecitati più volte al suddetto ente da parte di tutti i condomini, avevano preso il via  prima della stagione estiva 2014; ma che, in realtà, hanno visto soltanto un giorno di lavoro, durante il quale sono stati scrostati i balconi e parte del terrazzo, fino a evidenziarne la sottostante struttura in ferro. Dopodiché, nessun altro intervento e un’assenza totale di comunicazioni da parte della sede di Messina.
La costruzione dell’immobile, che presenta anche altre problematiche a carico della struttura, come crepe interne e un sotterraneo spesso allagato, risale a più di quarant’anni fa, durante i quali nessun lavoro a carico della facciata era stato mai effettuato.
Con l’arrivo delle piogge, però, la situazione si complica parecchio, a causa delle inevitabili infiltrazioni d’acqua, che vanno ad aggravare la già critica situazione di umidità e pericolo, sia per chi si affaccia o usa il balcone per le necessità quotidiane come stendere i panni, sia per chi passa o sosta nel raggio del cortile che circonda l’edificio.
I residenti auspicano un urgente intervento da parte dell’ente preposto per risolvere questo problema, non certo soltanto estetico, ma soprattutto di pubblica sicurezza. 

domenica 19 ottobre 2014

Lute, al via il nuovo anno



Dopo la pausa estiva, sono ripresi gli appuntamenti della “Libera Università per la Terza Età”, costituita sul territorio luciese come sezione staccata di quella di Milazzo. Il programma dei corsi è stato presentato in occasione della festa inaugurale del nuovo anno accademico, alla presenza del presidente Claudio Graziano, del comitato direttivo luciese e di alcuni rappresentanti di quello mamertino, insieme alla delegazione polacca ospite della Lute in questi giorni.
A coordinare la sezione locale sarà Gelsomina Zullo, che prende il posto di Giuseppe Sergi. Tra le novità di quest’anno, c’è l’arricchimento dei percorsi didattici con seminari a cura di professionisti di diverse discipline, dalla medicina alla musica. Ma anche nuovi spazi, dedicati alle molteplici attività teoriche e laboratoriali proposte.   
«Il successo di questa iniziativa, che ha fatto registrare una crescita costante degli iscritti e dell’offerta didattica, conferma la sua importante valenza sociale e culturale», dichiara la neo-coordinatrice Zullo. «Ad essere valorizzato è il ruolo del volontariato, che coinvolge tantissimi cittadini, impegnati sia come insegnanti che come organizzatori, tra cui non mancano i più giovani».
Quasi trenta i corsi in programma, dalle materie più canoniche come lingue straniere, informatica, architettura, storia della lingua italiana, ad attività che investono sulla condivisione di saperi ed esperienze, mettendo in risalto la pratica artigianale e gli antichi mestieri: dallo sfilato creativo alla lavorazione della creta e della ceramica, dal laboratorio teatrale alla pittura, dalla cucina all’arte di intrecciare. Focus anche sulla storia e l’arte luciese, al centro di un corso dedicato alla riscoperta dell’immenso patrimonio cittadino.

Evita Fabio, una famiglia da record

Giuseppe Fabio, Paola Giunta e la piccola Evita. Una famiglia da record

Tutti insieme per festeggiare la nuova arrivata

Cinque generazioni di donne:
Evita con la mamma Paola Giunta, la nonna Maria Cimata, la bisnonna Franca Impalà, la trisavola Maria Manna 


Sembra una storia d'altri tempi, quando una famiglia numerosa era la norma e non l'eccezione. E invece, a Santa Lucia del Mela, la nascita della piccola Evita segna un vero e proprio record, che non si registra tutti i giorni. A cullare l'ultima arrivata di casa Fabio, si sono ritrovate infatti non solo la mamma Paola Giunta e la nonna Maria Cimata, ma anche la bisnonna Franca Impalà e persino la trisavola Maria Manna, che ha spento quest’anno 85 candeline. 
Cinque generazioni di donne e una catena d’affetto eccezionalmente longeva e numerosa per Evita, che può contare su quattro nonni, tre bisnonni e due trisavoli. Un caso più unico che raro, guardando all’albero genealogico delle famiglie italiane, specialmente oggi che il trend più in voga abbassa il numero delle nascite e alza l’età delle coppie al momento dell’arrivo del primo figlio.
 Per festeggiare un evento che non capita tutti i giorni, papà Giuseppe ha fatto ritorno da Venezia, dove vive con la moglie e la bimba, consegnando all’album di famiglia uno scatto che racchiude cinque generazioni e una memoria storica di tutto rispetto. 
(foto di Gianmarco Amico)

mercoledì 15 ottobre 2014

Inquinamento ambientale, oggi consiglio comunale aperto



Inquinamento ambientale ancora sotto i riflettori. Non si spegne l’attenzione della società civile sull’incendio alla Ram dello scorso 27 settembre, che ha scatenato anche nel centro luciese un fronte di protesta per reclamare il diritto alla salute contro gli effetti del polo industriale. Un tema controverso, già affrontato pubblicamente dall’amministrazione comunale nel corso di un incontro informativo con i cittadini, che torna ad essere discusso oggi con un consiglio comunale aperto, convocato per le 19.30 dal presidente Emanuele Impalà.
Sebbene il punto all’ordine del giorno sia l’ipotesi dell’utilizzo del Css nella centrale termoelettrica di Archi, la seduta fornirà l’occasione per un confronto sul presente e sul futuro dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale, che comprende anche il Comune luciese. Tra gli invitati, i rappresentati locali delle maggiori forze politiche, da cui la comunità si aspetta impegni concreti e non solo slogan. Ma anche gli esperti dell’ordine dei chimici, per fare chiarezza sulla messe di notizie contrastanti diffuse in seguito ai fatti di quel drammatico venerdì notte.
All’incontro presenzieranno i membri dell’associazione luciese che, dopo l’adesione massiccia al corteo di Archi, si sta costituendo per proseguire la lotta a difesa della salute e in nome della tutela dell’ambiente. Una battaglia che ha trovato eco nel messaggio lanciato ai fedeli dai parroci della Valle del Mela e diffuso anche tra la comunità luciese, in cui si rivendica la necessità di “educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”. 
Intanto, è arrivata un’interrogazione da parte dei consiglieri di minoranza Pietro Cannuni, Pier Paolo Calderone e Donatella Manna, nella quale si chiede al sindaco Nino Campo di riferire prontamente in consiglio comunale in merito alla centralina di rilevamento degli agenti inquinanti sita in contrada Serri. I tre della minoranza chiedono, in particolare, di rendere noto per quanto tempo la centralina ha funzionato correttamente e quando e perché ha smesso di funzionare; l’anno in cui è stata installata e se i dati rilevati negli anni sono stati comunicati alla cittadinanza; perché non è stata ripristinata e se si ritiene che possa tornare ad essere efficiente.

Randagismo, la parola ai volontari

Se ne parla sempre troppo poco, nonostante le campagne di sensibilizzazione portate avanti dagli amici degli animali sui temi della sterilizzazione e dell'adozione. Il randagismo resta un argomento da non sottovalutare, anche per informare i cittadini, che si limitano talvolta a chiamare un accalappiacani anche di fronte a esemplari non pericolosi o, nei peggiori dei casi, ad agire senza scrupoli, come avvenuto nel caso dei bocconi avvelenati in località San Cono
Sulla questione interviene Tiziana Parisi, che, oltre ad aver fondato l'associazione "Codamici", è da sempre in prima linea: c'era anche quando non si parlava di adozioni e nessuno era informato circa il modo di affrontare il randagismo. E ha seguito da vicino la storia delle quattro cagnette che si trovano attualmente in una struttura convenzionata con il Comune luciese: "Inizialmente, erano state portate in un canile lager, poiché il nostro paese aveva stipulato una convenzione proprio con questo vero e proprio "campo di concentramento" per cani, dove venivano lasciati morti di fame e senza cure. Purtroppo, infatti, all'inizio erano in 8, ma 4 non ce l'hanno fatta e sono morti di stenti! Ma questo canile non ha comunicato la loro morte al nostro Comune, il quale continuava a pagare il mantenimento anche per quei 4 morti". 
Per chi non lo sapesse, dice Tiziana, oltre a dover pagare l'accalappiacani (300 euro a chiamata) al Comune spetta pagare una retta giornaliera per ogni cane, per tutta la durata della sua vita. Dunque è logico che i canili non hanno interesse a dare in adozione i cani, ma fanno sì che rimangano rinchiusi per sempre. Ma nel caso del canile calabrese, denuncia Tiziana, "i soldi recepiti, invece che essere usati per i cani, finivano nelle tasche dei gestori, e quindi i cani morivano di fame. S.Lucia del Mela pagava 13 mila euro all'anno per cani sia vivi che già morti! Finché un bel giorno questo canile è stato indagato per mafia e si sono scoperti questi misfatti! Allora, venendolo a sapere, ho cercato di sensibilizzare il Comune di S.Lucia, e ho trovato dei validi e sensibili interlocutori nell'Assessore Rosario Torre e nel Sindaco Nino Campo, i quali hanno inoltre compreso che, oltre che fare il bene dei cani, affrontare il randagismo in maniera razionale e giusta fa anche risparmiare moltissimi soldi al Comune!". 
Infatti, se il cane viene adottato, il Comune non deve pagare più il suo mantenimento. "E quindi, prosegue Tiziana, "ho proposto loro di trasferire subito i cani in un canile più vicino e di ottima fama, quello di Portella Castanea, dove poter andare a controllare facilmente il loro benessere e poterli mettere in adozione. Nel vecchio canile, infatti, non si poteva neanche andare, non era aperto alle associazioni. L'unico modo per salvarli e poterli fotografare e metterli in adozione era trasferirli altrove". E così è stato fatto.
"Dopo il trasferimento, effettuato da una ditta di Messina, la Direttrice del nuovo canile ci ha riferito che erano arrivati molto magri e malmessi. Alla fine del mese di agosto io, l'Assessore Torre e il vigile urbano Stefano Barbera siamo andati al Canile Millemusi a trovare i nostri cani! Sono trattati molto bene adesso, ma si tratta pur sempre di un canile, dunque meritano di uscire da lì e trovare una famiglia che li ami e li ripaghi di tutte le ingiustizie subite!".
Le cagnette sono state controllate e sono pronte  lasciare il canile. E, finalmente hanno anche un nome: Iris, Venere, Emily e Lucia. "Abbiamo scelto per loro dei bei nomi, poiché erano registrate all'anagrafe addirittura solo con delle sigle alfanumeriche!", conclude Tiziana. La campagna adozioni è aperta. 
Tiziana Parisi gioca con Iris

martedì 14 ottobre 2014

Bocconi avvelenati, la denuncia dei cittadini

Allarme tra i possessori di cani per la presenza di bocconi avvelenati in località San Cono. Il secondo caso sospetto, il decesso immediato di un cane di piccola taglia a spasso con il proprietario, è stato segnalato ai vigili urbani e denunciato ai carabinieri della locale stazione. Ma già precedentemente, nella zona, era stata recuperata la carcassa di un altro esemplare, vittima verosimilmente della stessa trappola. 
L’episodio si collega al problema annoso del randagismo, che grava anche economicamente sul Comune luciese. Per l’applicazione delle leggi vigenti in materia di sterilizzazione, microchip e adozione, ci sono in prima fila le associazioni animaliste, come i “Codamici”. Ma nonostante l’impegno volontario di molti cittadini, che cercano di fare “rete” con le istituzioni, sono decine le  segnalazioni che arrivano regolarmente agli uffici della polizia municipale.
Dopo l’accalappiamento dei randagi, non sempre si trovano famiglie disposte ad offrire cura e ospitalità agli animali. In questi casi, l’iter è quello del trasferimento in canile, dopo l’identificazione e, nel caso delle femmine, la sterilizzazione. Attualmente sono 4 i cani che si trovano nella struttura convenzionata con il Comune luciese, che, per ciascuno di essi, versa quasi cinque euro al giorno. Una spesa che, negli anni passati, ha raggiunto anche somme elevate, variando in proporzione al numero dei randagi e ai costi del canile ospitante.  
Per trovare una soluzione alternativa e favorire l’adozione da parte delle famiglie, si sta lavorando ad un progetto comunale che prevede incentivi per chi si fa carico di accogliere in casa propria un animale. Ancora lontana, invece, l’idea di un canile consortile, ventilata in passato. Molti, inoltre, ignorano di avere diritto ad un risarcimento nel caso di danni subiti da parte di un randagio, ma sono pochi, per fortuna, quelli che se ne liberano barbaramente, anche avvelenandoli. 

venerdì 10 ottobre 2014

Consiglio comunale, bilancio e polemiche

Passa con i voti della sola maggioranza il bilancio previsionale per l’anno in corso e il bilancio pluriennale 2014/2016, uno dei dodici punti all’ordine del giorno dell’ultima seduta consiliare, convocata dal presidente Emanuele Impalà. Il documento contabile è stato approvato con un emendamento tecnico, giunto a seguito degli ulteriori tagli ai trasferimenti alle casse comunali. Respinto, invece, l’emendamento presentato dai consiglieri di minoranza Pietro Cannuni, Pier Paolo Calderone e Donatella Manna, sul quale si è espresso negativamente l’ufficio ragioneria. 
Sul bilancio, al centro di battibecchi tra le due fazioni consiliari, è intervenuto il sindaco Campo, che ha difeso il lavoro di riduzione delle spese necessario a rispettare il patto di stabilità, con un fondo di solidarietà “dimagrito”, anno dopo anno, sino agli attuali 766 mila euro. Il pesante giro di vite da parte di Stato e Regione, che sottrae quasi 250 mila euro ai conti dell’ente, ha comportato infatti il ritocco al ribasso di capitoli importanti, come l’assistenza domiciliare agli anziani, da integrare, ha affermato Campo, con l’attività dei volontari di servizio civile e i progetti distrettuali.
Sulla diminuzione delle somme per queste voci, inclusa la manutenzione degli edifici comunali, sono arrivate le critiche di Cannuni, secondo la linea espressa dall’emendamento di cui è firmatario, sebbene i colleghi di maggioranza, sostenuti da Campo, abbiano assicurato il mantenimento dei servizi minimi. Cannuni è poi tornato all’attacco sulla Tari, criticando le tariffe già approvate nella seduta precedente, in quanto, nei suoi calcoli, penalizzeranno le attività commerciali con un sostanzioso aumento delle bollette alla voce rifiuti. 
A proposito di rifiuti, il consiglio ha approvato il protocollo d’intesa tra i Comuni definitivamente associati nell’Aro Valle del Mela, per la gestione del servizio di raccolta, spazzamento e trasporto. All’unanimità, sono stati inoltre approvati cinque debiti fuori bilancio, quantificabili sui 500 mila euro in totale. 
Tra i punti collegati al bilancio, è stato votato anche il piano triennale delle opere pubbliche, che include interventi manutentivi esterni all’edificio scolastico “XXV Aprile” e il cofinanziamento per la ristrutturazione dell’asilo nido, che dovrebbe essere fruibile per il prossimo anno scolastico. Tra i progetti esecutivi, la realizzazione della rete fognaria in contrada Timpanara, la realizzazione della strada di accesso alla scuola materna di contrada Bruca, i lavori per la riduzione del carico inquinante di polveri sottili con misure di intervento al manto stradale. 
L'ultima seduta del consiglio comunale

martedì 7 ottobre 2014

Incendio Ram, incontro con il sindaco e la protesta dei cittadini

Uno degli striscioni affissi in aula consiliare durante l'incontro con il sindaco Campo
Hanno riaperto i battenti ieri mattina le scuole luciesi, dopo la chiusura di tre giorni disposta da un’ordinanza sindacale, mentre, nonostante l’apparente ritorno alla normalità, non si ferma la protesta dei cittadini per la difesa della salute umana e dell’ambiente. Domenica sera, striscioni e slogan su questi temi hanno tappezzato l’aula consiliare, nel corso dell’incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale per fare il punto sulle azioni intraprese in seguito ai fatti di venerdì notte alla Ram. 
Ai cittadini sono state elencate tutte le richieste a favore della tutela e del risanamento inoltrate al ministero dell’ambiente e rimaste carta straccia. L’ultimo caso eclatante risale all’anno scorso, quando il sindaco Nino Campo ha scritto a Roma, chiedendo la revisione dell’autorizzazione integrata ambientale della Raffineria di Milazzo, e si è sentito rispondere di non essere titolato ad intervenire sulle vicende dei colossi industriali del territorio, perché non ricadenti nel suo Comune. 
Oltre a paradossi come questo, considerando che Santa Lucia del Mela rientra nell’area ad alto rischio di crisi ambientale, al centro dell’intervento di Campo anche la grave assenza di un piano comprensoriale di Protezione civile, lo scetticismo sui dati Arpa e le strumentazioni usate per i rilevamenti, la mancata tempestività nelle comunicazioni ufficiali trasmesse al Comune. Il primo cittadino ha poi rilanciato l’ipotesi di un esperto di chimica ambientale ed epidemiologia, in nome della chiarezza sulla qualità dell’aria che respiriamo, e sollecitato l’avvio di un registro tumori, ricordando i valori allarmanti risultati da uno studio dell’università di Messina sulla presenza di metalli nelle urine dei bambini di Milazzo e Valle del Mela.  
Dare più voce all’area dichiarata ad alto rischio, a fronte di un livello bassissimo di informazioni ai cittadini e di gravi inadempienze istituzionali, è stata la richiesta dell’assessore all’ambiente Rosario Torre. A chiudere gli interventi, l’assessore alla Protezione civile Angelo Letizia, che ha ringraziato i volontari del gruppo comunale per l’azione tempestiva di sostegno offerta la notte del rogo anche a tanti nuclei familiari provenienti dai centri vicini.
«Il 27 settembre ha risvegliato le coscienze», ha ribadito Campo, «ma l’inquinamento esiste già da prima ed è dovuto all’intero polo industriale, non solo alla raffineria». Temi questi, che saranno affrontati nel consiglio comunale aperto del prossimo 15 ottobre, chiamato ad esprimersi sull’ipotesi del Css nella centrale termoelettrica di Archi, il progetto di conversione dell’Edipower già fortemente contestato dagli ambientalisti.