martedì 24 febbraio 2009

In memoria di Sergio Burrascano



Solo un pensiero, abbassando la voce, per chi da sabato notte non c'è più. Una notizia giunta come fulmine a ciel sereno per la tragica fatalità che ha spezzato la vita di Sergio Burrascano, l'amico di tutti, 56 anni e tre figli, morto in seguito ad un incidente sulla provinciale che collega San Filippo del Mela al centro luciese, mentre viaggiava sul suo maxiscooter tornando verso casa, nello stesso tratto di strada in cui, appena un anno fa, aveva subito un altro gravissimo incidente, dal quale si era salvato per miracolo e dal quale si era faticosamente ripreso, quasi del tutto.


Per uno strano e beffardo gioco delle coincidenze, il destino lo attendeva proprio in quella curva, nel buio della notte tra sabato e domenica. Stavolta non ce l’ha fatta, perdendo la vita nello stesso giorno in cui, nove anni fa, moriva il padre. Inspiegabili intrecci del fato che gli amici, stretti attorno al dolore dei familiari, stentano ancora ad accettare.


L'impatto, per cause ancora da accertare, avvenuto tra la Suzuky "Burgman" condotta da Sergio Burrascano e la Toyota "Yaris" condotta da F.A., 20 anni, di Milazzo, è stato fatale. Il giovane a bordo dell'auto, rimasto illeso, ha riportato un forte stato di choc. E' stato ascoltato domenica mattina dai militari dell'arma per cercare ulteriori elementi utili per ricostruire l'incidente. L'automobile è stata sottoposta a sequestro. Per Sergio Burrascano a nulla sono valse le cure dei sanitari prestate al pronto soccorso dell'ospedale di Milazzo, dove è morto qualche ora dopo l'arrivo. E' stato lo stesso conducente della "Yaris" a far scattare l'allarme e a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine e del 118.


Per tutta la domenica, sotto una pioggia incessante, i tanti amici di Sergio hanno circondato con il loro affetto la moglie Pina e i figli Alessandra, Tino e Michele, storditi dal dolore per la perdita di un padre che ricordano come esemplare, che dedicava tutta la vita alla famiglia. Il dolore, la commozione e lo sconcerto per l'assurdo intreccio del fato che ha condotto alla tragedia sono anche sui volti degli amici. Come Giuseppe Mandanici, che ha trascorso con Sergio, amico di una vita, le ultime ore prima del tragico incidente. Una sera tranquilla, serena, a Palermo, dove si erano recati per veder giocare la Juventus e dove avevano cenato, passeggiato e chiacchierato per le vie del centro, prima di riprendere l'auto per tornare verso casa: “Sergio era un grande esperto di calcio e un grandissimo tifoso della Juve, che seguiva ovunque in trasferta, partecipando a tutte le finali di Coppa dei Campioni. Sabato sera eravamo insieme a Palermo proprio per assistere alla partita della sua squadra del cuore. Rientrando l’ho pregato di lasciarsi riaccompagnare a casa, perché stava iniziando a piovere e non volevo che percorresse l’ultimo tratto di strada con lo scooter. Quando sono arrivato a casa e mi è arrivata la terribile notizia, non riuscivo a crederci”. La passione per il calcio lo aveva portato a fondare in paese, con un gruppo di amici, il club bianconero “Gaetano Scirea” e ad occuparsi della squadra locale, la “Pro Mende”, ai tempi in cui militava in “eccellenza”. “Era un uomo pieno di interessi, amava leggere e amava la musica” ricorda commosso Franco Mendolia. “Gli piaceva parlare con la gente, aveva un carattere esuberante e aperto". Un altro dei suoi amici più stretti, Angelo Siracusa, parla di quanto amasse il suo lavoro di capotreno, che nell’ultimo anno, dopo l’incidente, aveva lasciato, a malincuore, per ricoprire un altro incarico in ufficio. Una vita condivisa con la moglie Pina e i tre figli, di cui era orgoglioso. Ai familiari, anche da questo blog, un pensiero carico d'affetto.

mercoledì 18 febbraio 2009

Consiglio comunale, domani la seduta

Nove i punti all’ordine del giorno che il consiglio comunale, presieduto da Francesco Rizzo, affronterà domani, alle 18.00, nella prima seduta del nuovo anno. Tra le tante questioni all’attenzione dei consiglieri il piano delle alienazioni di beni immobili di proprietà comunale per il triennio 2009-2011, in base all’ex art. 58 L. 133/2008, e l’approvazione del regolamento definizione agevolata per le unità immobiliari non dichiarate in catasto, per le quali esistono situazioni non più coerenti con i classamenti catastali. Tra i punti da trattare anche l’integrazione del regolamento del gruppo comunale di protezione civile, l’abrogazione di norme precedenti del regolamento comunale per l’erogazione di contributi per la pratica sportiva e, su proposta dell’assessore al turismo Franco Interisano, l’adesione all’associazione “Borghi autentici d’Italia”. Il civico consesso si confronterà inoltre sul riconoscimento di un debito fuori bilancio, in merito alla sentenza n.495/2006 del Tribunale di Barcellona P.G., e sull’approvazione della programmazione annuale 2009 delle collaborazioni esterne delle consulenze e degli incarichi di studio e di ricerca. L’ultimo punto all’ordine del giorno prevede la risposta ad interpellanze.

lunedì 9 febbraio 2009

Inchiesta "Pozzo", le reazioni del sindaco Campo e del PD cittadino

"Non siamo terra di mafia". E' questo il messaggio che l'amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco, geom. Antonino Campo, affida ad un comunicato stampa in seguito ai fatti di cronaca relativi all’“Operazione Pozzo”, che, lo ricordiamo, denuncia la pesante ipotesi di una connivenza fra politica luciese e mafia. Un capitolo particolare dell’inchiesta antimafia che ha decapitato il braccio operativo della malavita organizzata della Cosca dei Barcellonesi, con le sue articolazioni territoriali, riguarda infatti gli intrecci tra politica e mafia che vedono indagati, con l’ipotesi di concorso in associazione mafiosa, l’ex sindaco di Santa Lucia del Mela Santo Pandolfo insieme a funzionari comunali. Un caso che ha scosso il paese, provocando immediatamente la spaccatura nell'opinione pubblica tra colpevolisti e innocentisti, sul quale è arrivata la reazione del sindaco Campo, che ha espresso, anche a nome dell’amministrazione da lui rappresentata, indignazione “per i commenti riportati dagli organi di stampa che coinvolgono, su fatti ancora da provare, un amministratore di indubbia moralità, una intera amministrazione ed il relativo elettorato composto da persone oneste, delegittimando una intera comunità che non è terra di mafia né tanto meno di mafiosi”. A tal proposito, il sindaco Campo precisa che “l’indagine è in corso ed è, pertanto, arbitrario, in questo momento, fare delle affermazioni sull’ esistenza di rapporti fra mafia e politica a Santa Lucia del Mela”. “A nessuno è consentito presumere responsabilità che l’autorità giudiziaria, del cui operato l’amministrazione comunale è assolutamente rispettosa e fiduciosa, non ha ancora accertato nè provato. Come Sindaco ritengo, però, doveroso difendere la legittimità degli atti posti in essere sia dalla precedente amministrazione rappresentata dal Sindaco dott. Santo Pandolfo della quale il sottoscritto faceva parte sia dall’attuale amministrazione rappresentata dal sottoscritto”. Sugli stessi toni il documento diffuso dalla sede cittadina del Partito Democratico, del quale l’ex sindaco Pandolfo fa parte:“Non è questo il paese dei patti scellerati con la mafia – si legge nella dichiarazione firmata, tra gli altri, dai deputati regionali Panarello e Rinaldi –, all’unanimità abbiamo ricusato quanto potrebbe apparire dalle cronache e dagli accostamenti apparsi sulla stampa di questi ultimi giorni. Noi abbiamo sostenuto Pandolfo perché convinti, come lui asseriva, che il cittadino deve ottenere ciò che gli spetta come diritto e non come favore personale di chi lo amministra. Per questo e per quanto lo conosciamo ci è impossibile credere che lui abbia potuto dar corso ed accettato qualsiasi “voto di scambio” e tanto meno lo vediamo accostabile ai boss di cosa nostra”. Il documento prosegue con una dichiarazione di fiducia nei confronti della magistratura:“Primi fra tutti plaudiamo al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura e riteniamo che, prima del relativo verdetto, nessuno possa indicare Santa Lucia del Mela come luogo ove avvengono intrecci politico mafiosi e quant’altro”.

venerdì 6 febbraio 2009

Politica e giustizia, dibattito aperto

Dopo una prolungata assenza da questo blog, dovuta agli impegni della vita reale che mio malgrado mi hanno sottratta all'impegno virtuale con i visitatori di queste pagine - pagine che sono dei cittadini, ribadisco, in quanto io mi limito ad offrire la piattaforma per un serivizio -, sono stata colpita dall'alto numero di commenti sulle sorti del nostro paese nei giorni cruciali che ci hanno visti, notizia dopo notizia, protagonisti involontari di un'attenzione mediatica di cui avremmo volentieri fatto a meno. Non passa giorno, da sabato scorso, che non si parli della cosiddetta operazione "pozzo" e delle indagini - i fatti sono noti - che riguardano l'ex sindaco Pandolfo e altri luciesi componenti della commissione edilizia nel periodo in cui misfatti e nefandezze in odor di mafia sarebbero avvenuti. Premetto che non ho seguito la vicenda dal punto di vista giornalistico perchè non mi occupo di cronaca giudiziaria, come del resto non mi occupo di cronaca nera - e anzi approfitto di questa precisazione per ricordare che il mio lavoro di giornalista che svolgo nelle vesti di corrispondente si associa a quello di ricercatrice universitaria, che mi impegna quasi quotidianamente alla facoltà di Lettere e Filosofia di Messina, motivo per il quale non posso essere sempre fisicamente presente su questo blog; d'altronde, la vitalità del blog si rileva dall'alto numero dei commenti e dei visitatori, confermando la funzione che esso doveva avere nelle mie intenzioni quando è stato creato: stimolare il dibattito e il confronto tra le idee. Una comunità di cittadini che dialogano sui problemi e fanno proposte, osservano la realtà con occhio critico e si pongono costruttivamente in un atteggiamento positivo verso la crescita civile è il presupposto perchè si possa parlare di cittadinanza attiva e non di sudditanza informe, il presupposto per essere partecipi, con le proprie idee e il ruolo che si è scelto, alla vita di una città: quando ciò non avviene, è un'opportunità che si perde, ecco perchè mi amareggia leggere commenti pieni di insulti quando questo spazio - che è di tutti, dei cittadini - non viene utilizzato in modo proficuo. Premesso che quindi, il mio intervento in questa sede, più volte sollecitato, non può essere di carattere giornalistico perchè non sarebbe deontologico riportare fatti che non ho seguito copiandoli dai giornali giacchè non sono in possesso dei materiali originali dell'inchiesta, e perchè non voglio entrare come giornalista in merito ad una vicenda giudiziaria che è all'attenzione delle sedi competenti, intervengo come privata e libera cittadina per dire che mi sento profondamente ferita dal constatare che questa vicenda sta facendo emergere l'assoluta assenza del senso di comunità: penso infatti che non stiamo assistendo alla sconfitta di un politico, o di una classe politica, ma di un intero paese. E questo non solo perchè accusati di infiltrazioni mafiose nella politica luciese, ma anche, e soprattutto, perchè mi sembra inamissibile che qualcuno, oggi, per come stanno andando le cose, possa gioire della sorte che ci ha colpiti. Qui non si tratta di dividerci in pro-Pandolfo o contro-Pandolfo, ma di assistere con l'anima a lutto alla veglia funebre di un paese, sbattuto violentemente sotto i riflettori che ci illuminano non d'immenso ma di vergogna. Non sappiamo quale sarà il corso della giustizia in merito alla vicenda, ma sappiamo di essere additati, e di poter essere, il paese in cui la mafia controlla la politica: e vi sembra poco? Come può qualcuno gioire della mala sorte che ci tocca, come possiamo non sentirci tutti, indipendentemente dal colore politico o dal voto espresso alle elezioni, intimamente scossi e addolorati? In un momento in cui il dibattito sulla giustizia in Italia mette a confronto colpevolisti e innocentisti, giustizialisti e garantisti, il commento che mi sento di fare sulla situazione che S. Lucia del Mela, noi, cittadini, stiamo vivendo è di natura sociologica e mediologica:

- Assenza del senso di Comunità;

- Gogna mediatica.

Scavando più a fondo, mi sorprendono e mi amareggiano, ma soprattutto mi inorridiscono, mi sconvolgono e mi fanno paura le reazioni di chi in queste ore esulta. Che crediamo o no nella giustizia, le indagini faranno il loro corso, dureranno forse anni, porteranno o meno alla verità, ma resta la pesantissima eredità di questi giorni durante i quali assistiamo a notizie spesso trapelate o distorte, ai gossip, ai pettegolezzi pruriginosi e alla curiosità morbosa di chi sfoglia il giornale per scoprire chi è stavolta il mostro.