martedì 27 dicembre 2016

Storia culturale, religione, antropologia: il Beato Franco le mummie siciliane

Il Beato Antonio Franco, canonizzato nel 2013. Oggi verrà svelato il suo vero volto

Verrà svelato oggi per la prima volta il vero volto del Beato Antonio Franco, ricostruito in 3D da specialisti dell’Università “John Moores” di Liverpool. Il corpo incorrotto dell’abate e prelato, morto in odore di santità il 2 settembre 1626, riposa nella Basilica Concattedrale luciese, dove oggi alle 16 il paleoantropologo Dario Piombino Mascali mostrerà in anteprima gli esiti del lavoro scientifico curato dal team inglese. Lo studioso interverrà nel corso del convegno “Il Purgatorio in Sicilia. Mummificazione e trattamento dei corpi in età moderna”, organizzato dalla Fidapa sez. Merì-Valle del Mela in collaborazione con l’Associazione turistico culturale “Blog del Mela”, l’Amministrazione comunale, la Parrocchia Santa Maria Assunta, il Progetto Mummie Siciliane e il Campo Scuola internazionale di Studi sulle Mummie fondato quest’anno a Santa Lucia del Mela. L’iniziativa si inserisce nel più ampio processo di riscoperta e valorizzazione di una importante risorsa del patrimonio culturale luciese, la Cripta del secentesco convento dei Cappuccini, dove sono custoditi i preziosi reperti mummiologici che, dall’estate scorsa, sono oggetto di studio da parte di docenti e allievi provenienti dall’università del Nebraska. La rinnovata attenzione verso questo aspetto meno conosciuto della storia e della cultura locale si deve al Progetto Mummie Siciliane, fondato nel 2007 da Piombino Mascali, ispettore onorario dei Beni Culturali per la Regione Sicilia, che oggi pomeriggio parlerà delle pratiche di mummificazione e conservazione dei corpi connesse ai riti, agli usi e alle credenze dei laici e degli ecclesiastici siciliani in età moderna. Ad aprire i lavori sarà la presidente della Fidapa sez. Merì-Valle del Mela, Nadia Maio; interverranno il sindaco Antonino Campo, l’assessore ai Beni culturali Rosario Torre, il parroco Don Paolo Impalà. Al termine del convegno, traccerà il bilancio dell’iniziativa la presidente del distretto Sicilia della Fidapa, Rosa Maria La Scola. (KT)


Il Blog del Mela a sostegno delle popolazioni terremotate

Natale di solidarietà per l'Associazione turistico culturale Blog del Mela, che ha lanciato nei mesi scorsi una campagna di raccolta fondi a sostegno delle popolazioni del centro Italia colpite da un terremoto di magnitudo 6 il 24 agosto e funestate da nuove scosse il 26 e il 30 ottobre. I fondi destinati ai cittadini delle aree interessate dal sisma sono confluiti nel progetto #UNAIUTOSUBITO, promosso da TIM, Il Corriere della Sera, TgLa7 e Starteed, con l'obiettivo di fornire aiuti concreti agli abitanti di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto e a quelli di Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita e Preci. 
I fondi, utilizzati esclusivamente per attività di soccorso e di recupero, serviranno anche per finanziare iniziative di ricostruzione, come già avvenuto in occasione di altri eventi analoghi che in passato hanno colpito il nostro Paese. Tra queste, il progetto di una mensa scolastica e di un villaggio del cibo ad ad Amatrice, mentre ad Arquata del Tronto è stata realizzata e consegnata alla cittadinanza il 29 Novembre 2016 una scuola.
Un aiuto subito è un’iniziativa nata nel 1997, grazie al Corriere della Sera e al TgLa7, subito dopo il terremoto dell’Umbria e delle Marche e da allora è costantemente attiva in occasione di gravi vicende che colpiscono persone e territori e che sollecitano la solidarietà della popolazione. TIM, tramite la sua piattaforma di crowdfunding WithYouWeDo, si è unita all’iniziativa in occasione del terremoto di Amatrice, per fornire uno strumento nuovo, semplice, veloce e sicuro.









sabato 17 dicembre 2016

Milazzo, 17 e 18 Dicembre, al Paladiana di Milazzo appuntamento con la solidarietà a favore dell’UNICEF.

COMUNICATO STAMPA 


Sabato 17 e Domenica 18 Dicembre al Paladiana di Milazzo con orario 10,00 – 13,00  e 18,00 – 20,00 ritornano le Pigotte dell’UNICEF . 

Con un offerta minima di 20 euro si può adottare una delle tante Pigotte realizzate dagli amici dell’Associazione Roberta Smedili per consentire all’UNICEF per ogni Pigotta venduta, di fornire a un bambino di un paese africano un kit salvavita ed essere assistito e curato nel corso della sua crescita.
Ogni giorno nel mondo muoiono 16.000 bambini, perché privi della corretta protezione vaccinale. 


Le vaccinazioni sono uno dei più efficaci strumenti di tutela della salute dei bambini, e hanno contribuito negli ultimi 20 anni a dimezzare il tasso globale di mortalità infantile. 



Ma ancora oggi, un bambino su cinque ne è escluso perché vive in regioni remote o appartiene a fasce sociali particolarmente povere o marginali. 

Questi bambini muoiono per complicazioni neonatali, polmonite, diarrea, malaria, morbillo, Aids, malnutrizione. 
Una Pigotta rappresenta un bambino in attesa di un aiuto che può salvargli la vita. 
In particolare, i fondi raccolti finanzieranno gli interventi salva-vita per i bambini in tutti i paesi dell’Africa centrale e occidentale.
In questi paesi verrà promossa la “Strategia accelerata per la sopravvivenza e lo sviluppo della prima infanzia”, che prevede un pacchetto integrato di interventi, con alimenti, vaccinazioni, vitamina A, zanzariere e altri strumenti essenziali per la sopravvivenza dei bambini. 
Appuntamento dunque il 17 e 18 Dicembre al Paladiana di Milazzo per salvare la vita di un bambino


lunedì 5 dicembre 2016

Mostra "La Macchia Mediterranea in Sicilia"



Sarà inaugurata oggi lunedì 5 dicembre 2016 alle ore 18,30 presso i locali del palazzo ex-carcere di Piazza Milite Ignoto a Santa Lucia del Mela, la mostra itinerante "La Macchia Mediterranea in Sicilia", già ospitata dai Comuni di Messina, Sinagra, Floresta e Librizzi. La mostra che si protrarrà fino all'8 gennaio 2017, è composta da 24 foto dell’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani (AFNI) - Sicilia, da 10 dipinti del Prof. Ignazio Camilleri e da 3 pannelli espositivi dell’Orto Botanico di Messina, oltre ad una postazione Multimediale e l’installazione “il Cartolaio del Bosco” a cura dell’arch. Antonia Teatino, che costituisce - di fatto - un laboratorio didattico riservato soprattutto ai più piccoli che avranno la possibilità di frequentarlo. Il laboratorio sarà proposto ai bambini della scuola materna di Santa Lucia del Mela, così come fatto nelle altre sedi, per imparare a conoscere e ad utilizzare - attraverso il gioco - i materiali del bosco.
La mostra gode dei patrocini gratuiti del Comune di Santa Lucia del Mela (nonché degli altri Comuni ove è stata ospitata), dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), dell’Arpa Sicilia, della Fondazione Unesco Sicilia, dell’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani (AFNI) – Sicilia, dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Messina, dell’Orto Botanico “Pietro Castelli” di Messina, dell’Associazione “O2 Italia”, dell’Associazione “Ambiente è Vita”, dell’Associazione “Fare Verde”, dell’Associazione “Mare Vivo”, dell’Associazione “Il Ramarro Sicilia”, dell’Associazione “Camminare i Peloritani”, ed è organizzata grazie all’Associazione “Centro Educazione Ambientale (CEA)” Messina onlus e al suo Presidente, l’Ing. Francesco Cancellieri.
L'iniziativa si inserisce nell'ambito delle iniziative che nascono dall’adozione della “Carta dei Comuni custodi della Macchia Mediterranea”, che la Giunta Comunale, su proposta dell’Assessore Rosario Torre, ha approvato con delibera n°301 del 17/11/2016, impegnandosi così a promuovere la conoscenza, la conservazione e la tutela nel territorio comunale della Macchia Mediterranea. Questa carta, redatta da un gruppo di studiosi delle Università di Messina, Catania e Palermo come il Professor Francesco Maria Raimondo, docente presso l’Ateneo di Palermo e già Presidente dell’Associazione Botanica Italiana, da Associazioni come la CEA e "Ramarro Sicilia", vuole porre all’attenzione, attraverso un programma di educazione ambientale rivolto a cittadini e istituzioni, l’importanza della salvaguardia della Macchia Mediterranea. 
Tale necessità nasce dall’eccesiva pressione a cui essa è sottoposta, dovuta al pascolo, ai frequenti incendi nel periodo estivo, alla forte cementificazione delle coste e alla diminuzione della fauna selvatica, tutti fattori che ne riducono l'estensione e ne impoveriscono la composizione. La Macchia Mediterranea, tipica delle coste del Mediterraneo (da cui prende il nome), è composta da specie arbustive e arboree sempreverdi, adattate a resistere ai lunghi periodi si siccità estiva. Una formazione vegetale simile la ritroviamo anche in altre parti del mondo, come California, Cile, Sud Africa e Australia. Questa complessa vegetazione risulta essere molto importante per la sua varietà floristica, in quanto nonostante copra solo il 2% della superficie del globo, presenta circa il 20% delle specie conosciute; ne ricordiamo alcune, tra quelle principali e più comunemente conosciute come l’Olivo selvatico (Olea europea L. var. sylvestris (Mill)), (u ghiastraru), il Carrubbo (Ceratonia siliqua L.), il Pero selvatico (Pirus peraster L.), ma anche specie aromatiche e non, molto comuni nella nostra cucina come il rosmarino, il timo e varie specie di asparago. 
Custodire un bene significa conoscerne il valore per meritarne la Tutela, è su questo concetto che i firmatari della Carta diventano custodi di un bene comune, in questo caso rappresentato dalla Macchia Mediterranea, impegnandosi ad elaborare programmi condivisi ed azioni finalizzate al perseguimento di questo fine.
 Franco Trifirò 



Referendum Costituzionale: sonora vittoria del “NO” a Santa Lucia del Mela

Filippo Alibrando - Si sono concluse poco dopo l’una le operazioni di scrutinio nelle cinque sezioni elettorali previste nel Comune di Santa Lucia del Mela (ME).
Il dato che emerge sottolinea una forte prevalenza del "NO" alla Riforma Costituzionale proposta dal Governo Renzi, in linea con le proiezioni provvisorie su scala regionale e nazionale. 

Di seguito sono elencati i dati definitivi, suddivisi per ogni sezione elettorale.

Totale Votanti: 2.421 su un totale di 3.806 aventi diritto al voto. 

  • Totale "SI" = 758 (31,88%)
  • Totale "NO" = 1620 (68,12%)
  • Totale "Bianche/Nulle" = 43

AFFLUENZA FINALE: 63,61%


PRIMA SEZIONE: 296 votanti su 507 aventi diritto (58,38%)

  • SI = 81 
  • NO = 208
  • Bianche/Nulle = 7
SECONDA SEZIONE: 192 votanti su 395 aventi diritto (48,60%)

  • SI = 44
  • NO = 142 
  • Bianche/Nulle = 6
TERZA SEZIONE: 752 votanti su 1.082 aventi diritto (69,37%)

  • SI = 226
  • NO = 513 
  • Bianche/Nulle = 13
QUARTA SEZIONE: 634 votanti su 991 aventi diritto (63,97%)

  • SI = 217
  • NO = 410 
  • Bianche/Nulle = 7
QUINTA SEZIONE: 547 votanti su 831 aventi diritto (65,82%)

  • SI = 190
  • NO = 347
  • Bianche/Nulle = 10


martedì 29 novembre 2016

Consiglio comunale, domani la seduta

I NODI DEL CENTRO STORICO
Approderà domani per la prima volta nell'attuale civico consesso il Piano Urbanistico del Centro Storico, approvato sei anni fa dal vecchio Consiglio comunale e rimasto a lungo in "freezer". L'occasione è data dalle osservazioni presentate dai proprietari delle case individuate dai tecnici nel piano degli espropri, di cui il Consiglio comunale, nella seduta di domani, si troverà a prendere atto. Il Piano rappresenta il primo passo compiuto verso la riqualificazione del cuore storico del paese, dove non mancano i problemi segnalati dai stessi cittadini, che si sentono in molti casi abbandonati e rassegnati a convivere con la condizione di sporcizia e precarietà di strade e fabbricati. L’ultimo episodio si è registrato nella via Maisano (nella foto), una delle tante che attraversano l’intricata struttura del centro storico, dove si verifica puntualmente il cedimento di vecchie case abbandonate, con crolli di elementi architettonici che precipitano sull’asfalto o si accumulano tra le pareti degli edifici fatiscenti, mettendo a rischio l’incolumità di chi passa, insieme alla vergognosa trasformazione di ruderi in vere e proprie discariche a cielo aperto. E se il Comune punta sull’accesso ai bandi regionali e ai fondi europei, si fa sempre più urgente l’esigenza di un progetto di ampio respiro che migliori le condizioni di vivibilità dei residenti e investa sulla valorizzazione dei tanti punti di interesse artistico e paesaggistico dell’antico borgo, caratterizzato da scorci panoramici suggestivi e da monumenti e palazzi di pregio da salvare dall’incuria. 

COPPOLINO E LIPARI ENTRANO IN CONSIGLIO
Tra le novità che riguardano il civico consesso, c'è l'ingresso di due nuovi consiglieri: Tonino Coppolino, subentrato alla dimissionaria Francesca Giunta nel corso dell’ultima seduta, e Roberto Lipari, che da domani siederà in aula consiliare al posto di Mariella Ispoto, alla quale è andata a settembre la poltrona di assessore. Con la surroga, che verrà trattata come primo punto all’ordine del giorno, si ridisegna ulteriormente il gruppo di maggioranza “Liberi e Protagonisti”, rimpolpato dai due nuovi consiglieri dopo l’uscita di Giunta, che si è trasferita all’estero per motivi di lavoro, e dell’ex vicesindaco, il geom. Angelo Letizia. Le deleghe assessoriali del tecnico, dimissionato a febbraio, sono passate alla fisioterapista Ispoto, scelta da Campo tra i consiglieri utilizzando un mero criterio quantitativo, ovvero il pacchetto di voti conquistato alle ultime elezioni, che con la doppia preferenza di genere ha favorito l’exploit delle donne. Tonino Coppolino, alla seconda esperienza politica, ha già ricoperto il ruolo di consigliere comunale nel primo mandato Campo; Roberto Lipari entra invece per la prima volta in Consiglio.

Roberto Lipari
Tonino Coppolino

CAMBIO DI VICEPRESIDENZA
Nella nuova mappa consiliare, dove cala a questo punto la rappresentanza femminile (5 donne su 15), il prossimo passo sarà l’elezione del vice presidente, ruolo ricoperto sinora da Ispoto, che domani lascerà definitivamente la carica. «Con l’ingresso in Consiglio comunale di Coppolino e Lipari, tutta la compagine che si è presentata alle scorse elezioni con “Liberi e Protagonisti” ha adesso un ruolo attivo», commenta il capogruppo di maggioranza Carmelina Genovese. Durante la seduta, convocata alle 18 dal presidente Emanuele Impalà, verrà discusso anche il nuovo regolamento del servizio idrico, con le proposte di aggiornamento. 
(Katia Trifirò)

Quando un cane perde il suo padrone. La storia di Billy, fedele sino alla fine

Billy, il cane di Leone Salvatore:
il suo cuore non ha retto alla morte del padrone
Sembra la trama di un film, ma è la storia vera di Billy, un cane che si è lasciato morire dopo la morte del padrone, dal quale non si era mai separato per tredici lunghi anni. Se, come recita un vecchio adagio, il cane è il migliore amico dell’uomo, per Leone Salvatore, l’anziano scomparso in seguito ad una malattia che ormai da tempo gli impediva di uscire, Billy è stato un compagno insostituibile, fedele sino all’ultimo respiro: al punto da smettere di vivere quando il suo padrone non ce l’ha fatta. 
Il cane, un chihuahua bianco entrato in casa di Leone Salvatore appena nato, era destinato alla figlia Mariella; ma da subito si era affezionato alla persona più debole della famiglia, senza volersene più staccare. «Billy è stato per tredici anni ai piedi di mio padre, fermo sulla sua poltrona – racconta Mariella –, non lo lasciava neppure per un attimo, quasi a volerlo proteggere, anche quando in casa entravano i medici e i terapisti che si prendevano cura di lui». 
Una dedizione così totale da “sentire” la sofferenza del padrone: Billy ha iniziato a manifestare i primi segni di malessere contemporaneamente all’aggravarsi delle condizioni di salute di Leone Salvatore, tanto da smettere di giocare e persino di mangiare. Infine, quando l’anziano è morto, il cane non si è più mosso dall’angolo della cucina dove il suo padrone, seduto in poltrona, trascorreva il tempo. «Billy se ne è andato a pochi giorni di distanza da mio padre – racconta commossa Mariella –. La veterinaria ha detto che è morto di crepacuore, troppo addolorato per la scomparsa del suo padrone per continuare a vivere». 
"Hachiko - Il tuo migliore amico"
Una storia, quella di Leone Salvatore e Billy, che rivela l’esistenza  di legami speciali e indissolubili tra uomini e animali; una storia di amicizia e di fedeltà, simile a quelle che la narrativa e il cinema ci hanno descritto più volte, ad esempio nel celebre film “Hachiko - Il tuo migliore amico”, con Richard Gere: ispirato, non a caso, ad una vicenda realmente accaduta. (Katia Trifirò)

domenica 20 novembre 2016

107 candeline per nonna Rosa!

ALIBRANDO ANTONELLA: Pelle di pesca, sguardo vispo e mente attiva, ecco come si presenta Alibrando Rosa che oggi compie 107 anni.
Nata a Santa Lucia del Mela il 20 novembre 1909 (il certificato porta la data del 21/11 perché, com'era abitudine ai tempi, non si veniva registrati nel giorno della nascita) da Alibrando Salvatore e Salvadore Domenica, quinta di sei figli ed unica femmina.


Certificato di nascita

A differenza dei fratelli venne educata ai lavori domestici e col passare degli anni divenne una brava sarta. Poco più che ventenne sposò l'unico amore della sua vita: Paolo Antonelli con il quale ha avuto tre figli.
A causa della crisi economica del secondo dopoguerra il marito fu costretto ad  emigrare in Lombardia dove da poco era esploso il boom industriale, dove qualche anno dopo il resto della famiglia lo raggiunse e rimase a vivere a Cusano Milano, un piccolo comune a nord di Milano.



La sig. Rosa che esce di casa in piena autonomia
Nonostante da oltre mezzo secolo non viva più in Sicilia è sempre rimasta legata alla sua terra natia nella quale è tornata ogni anno fino a circa 10 anni fa, e,  come quasi tutti i luciesi emigrati in lei è viva la devozione a Beato Antonio Franco ed alla Madonna della neve.
Nonostante qualche piccolo acciacco dovuto all'età, trascorre le sue giornate curando amorevolmente il suo giardino e la sua casa di Cusano, dove oggi festeggerà i suoi 107 anni circondata dall'amore della sua famiglia.

La sig. Rosa mentre cura il suo giardino


FOTO: Antonelli Innocenzo

venerdì 11 novembre 2016

L'AMORE NON HA ETA'. Intervista a Tava Daetz in Avarna, Duchessa di Gualtieri Sicaminò

TIZIANA PARISI: Due occhi cangianti, tra il verde e il celeste, capelli raccolti, un sorriso dolcissimo e due gambe lunghissime.
Incontro per la prima volta Tava Daetz, seconda moglie del Duca Giuseppe Avarna (scomparso in tragiche circostanze nel 1999), in un bar della piazza centrale di Gualtieri Sicaminò.
Ci presenta un amico comune e si mostra subito disponibile a concedermi un'intervista.
Ci sediamo sul bordo di una fontana, baciate da un sole autunnale. E' l'11 novembre. Esattamente 100 anni fa, nel 1916, nasceva il Duca. Ed è proprio per l'occasione del centenario che Tava torna in Sicilia, sui luoghi che la videro protagonista di un'intensa e altrettanto chiacchierata storia d'amore.
Ella è infatti tra gli organizzatori della commemorazione svoltasi nello stesso giorno a Messina, nella sala mostre dell'Archivio di Stato. Nuovi documenti sono stati appunto acquisiti dall'Archivio, diretto dalla Dott.ssa Eleonora Della Valle, i quali saranno oggetto di studio al fine di acquisire nuove informazioni di natura storica, letteraria e biografica relative a questo illustre personaggio, che fu uno degli ultimi esponenti della nobiltà locale, nonché scrittore, poeta e storico.  
Quando Tava parla di suo marito le si illuminano gli occhi, le si emoziona la voce, e, col suo forte accento americano (è nativa dell'Oregon, USA), ripercorre le tappe di una vicenda che presenta le caratteristiche di un amore romanzesco ma reale, le cui tracce si possono “toccare con mano” visitando l'antico borgo sulle colline di Sicaminò, dove sorge il Castello, l'adiacente chiesetta e la contigua “Casa del Parroco”. Proprio in quest' ultima, trasformata nel loro nido d'amore, trascorsero i loro 23 anni insieme.
Il Duca, infatti, era già caduto in povertà, dopo che la riforma agraria del '55 gli sottrasse 900 dei suoi 1400 ettari di proprietà, che si estendeva inizialmente fino a Castanea e Nizza di Sicilia. La separazione dalla prima moglie, inoltre, lo privò anche della residenza ducale e di molti dei suoi beni. Cercò più volte di risollevarsi, ma le tasse e il difficile rapporto con i figli gli impedirono di raggiungere nuovamente la stabilità economica precedente alla seconda guerra mondiale, alla quale prese parte come ufficiale di cavalleria.




D. In quale occasione conobbe il Duca e come andò il vostro primo incontro?

R. Avvenne nel 1976. Lui aveva 59 anni, io 26. Io ero un'assistente di volo, lavoravo per la Pan Am, ma a causa della crisi petrolifera fui licenziata. Avevo tuttavia a disposizione un viaggio gratuito e decisi di visitare alcune città europee e africane, prima di ritirarmi a vivere da mia madre a Nairobi. Avevo già visitato Parigi e arrivai a Roma. Mentre passeggiavo per via Veneto, mi accorsi che era frequentata dai cosiddetti “pappagalli”, cioè da ragazzi che importunavano le turiste, specie se straniere. Decisi allora di allontanarmi, procedendo a grandi passi per una discesa, ma sentivo di essere seguita. Avvertivo dei passi dietro di me, quindi mi ero già preparata la frase da dire in Italiano:” Io non parlo con i soliti pappagalli!”. Ma nulla di tutto ciò avvenne, poiché, quando mi voltai, non vidi il solito ragazzo, ma un uomo distinto, di una certa età; allora scoppiai a ridere, lui mi prese per il braccio e mi propose:”Prendiamo un bicchiere di champagne?”. Da quel momento non ci siamo più lasciati. E' stato proprio love at first sight (colpo di fulmine); si sprigionò fin da subito un'enorme attrazione fisica e mentale. Venni a vivere in Sicilia con lui e restaurammo insieme quella che era stata la casa del parroco, accanto al palazzo ducale, dove continuavano a vivere sua moglie e i suoi figli.

Questa sorta di “convivenza” forzata, data dall'eccessiva vicinanza tra le 2 famiglie, fu difficile?

Si. Ci furono alcune situazioni imbarazzanti, dovute a gelosie e rancori, ma noi affrontavamo tutto con grande forza ed ironia. Il buonumore del Duca ci salvava anche dai disagi dati dalle difficoltà economiche. Ero io soprattutto, grazie al mio lavoro di hostess, che sostenevo le spese, dandogli la possibilità, in qualità di mio marito, di viaggiare gratuitamente su voli internazionali e visitare il mondo. Ci sposammo, infatti, nel 1988 a Milazzo, con rito civile, dopo 11 anni di attesa del divorzio dalla moglie.



Il Duca aveva la fama di essere un donnaiolo. Le risulta?

Si, era vero, ma prima di conoscere me. Lui ebbe numerose avventure, gli piacevano le belle donne e sosteneva che le ragazze più belle fossero a S.Lucia del Mela. Ma, incontrandoci, abbiamo raggiunto un tale stato di complementarietà, che non potevamo vivere più l'una senza l'altro. Lui era un uomo fantastico e aveva uno stile e un'eleganza che non si scalfirono mai, nemmeno quando si autodefiniva “holed duke” (duca bucato), a causa dei buchi nei suoi pantaloni.
E neanche quando, da macchine di lusso, passò a guidare una vecchia FIAT 500 e una 126, con le quali ci spostavamo quotidianamente. Restava se stesso, sebbene cambiasse l'involucro.


Qual era il suo rapporto con i dipendenti e i concittadini?

Non mancavano le invidie. Durante il nostro primo incontro mi disse ironicamente: ”Mi odiano tutti perché sono troppo intelligente!”. Ma fece del bene a parecchie persone e per liquidare i suoi operai vendette il Palazzo di famiglia a Palermo. Quando poi viaggiava in aereo, spesso aiutava noi assistenti di volo ed era così gentile e puntuale con i passeggeri, che essi lo scambiavano per uno di noi. Veniva spesso a trovare i miei nonni in America; specialmente con mio nonno, che era non vedente, aveva un bellissimo rapporto; amava infatti leggere per lui e mio nonno lo adorava!
Il Duca faceva tutto con l'entusiasmo di un bambino. Era capace di zappare la terra e di bere champagne con i nobili con la stessa dignità. Amava inoltre fare dei comizi in piazza, a differenza mia, che invece sono timida e ho qualche difficoltà a parlare in pubblico.

La scuola del borgo di Sicaminò

E' vero che tutti gli alberi che si innalzano sulla strada per Sicaminò e quelli intorno al borgo li ha piantati lui?

Il Duca amava la natura e gli animali. Piantava alberi, coltivava la terra con le sue mani. Insieme raccoglievamo le olive, l'uva e gli altri frutti, pulivamo il terreno dalle erbacce, insomma vivevamo in stretto contatto con la natura, insieme ai nostri 7 cani e ai cavalli.

Chiesetta attigua al Castello del Duca (Gualtieri Sicaminò)


Mi parla della famosa storia della campana, che si dice venisse da lui suonata dopo le vostre unioni amorose?

Oh si! (ride). In realtà non è vera. Una notte in cui stavamo festeggiando il mio compleanno con alcuni amici, sua moglie e i suoi figli si lamentarono degli schiamazzi notturni e ci denunciarono, sostenendo che avevamo suonato le campane “a morte”, una presunta offesa per la sua ex moglie.
Qualche giornalista, poi, tolse la “t” e fu così che “ a morte” divenne “a more” e poi “amore”. Dunque nacque questa leggenda, cioè che il Duca, dopo aver fatto l'amore con me, correva a suonare la campana per farlo sapere alla moglie.

Tava Daetz toglie le erbacce dalla scritta realizzata per lei dal Duca sul muro che costeggia la strada per Sicaminò


Quella sera del tragico evento lei dove si trovava?

Lavoravo. Era il 21 febbraio del 1999. Ero sbarcata a Roma ed ero pronta per ripartire per New York, ma qualcuno mi fece scendere dall'areo e mi diede la brutta notizia. Tornai in Sicilia. Tutto era bruciato. Il tetto della nostra casa crollato, in fumo ogni oggetto e ogni ricordo. In bagno giaceva il suo corpo, in gran parte arso dal fuoco. Morì cercando di spegnere l'incendio, ma la malasorte ebbe la meglio (si commuove).
Si salvarono solo i 7 cani, che in seguito portai con me in America.
Ma da questa tragedia, in realtà, qualcos'altro fu risparmiato dal fuoco. Il Duca, infatti, in un ultimo estremo tentativo di strapparle alle fiamme, gettò dalla finestra le sue poesie. Nel 2009 le raccolsi in un libro, aiutata da mia madre e da alcuni amici. E fu così che pubblicai “Il Silenzio delle Pietre”, esaudendo uno dei suoi due desideri. Due cose, infatti, mi fece promettere mentre era in vita. Che avrei pubblicato le sue poesie e che un giorno, quando sarò morta anch'io, le nostre ceneri vengano mescolate.



Il Duca dove si trova adesso?

Il suo corpo fu cremato e le sue ceneri riposano a Palermo, nel Cimitero dei Gesuiti, all'interno del mausoleo della famiglia Avarna. Ma una parte di esse le porto sempre con me, racchiuse in questo cuore che tengo sempre al collo. Si parlò di infarto, si parlò di intossicazione da fumo, di una trave infuocata che gli sarebbe caduta addosso...Io non conosco le reali cause della sua morte né so perché si sprigionò l'incendio.


Lei adesso dove vive?

Vivo a Bologna da un'amica. Il mio sostentamento consiste in una pensione di 110 dollari al mese.
Ma non mi lamento, perché, a differenza di tanti altri, io ho vissuto. E vive ancora insieme a me colui che mi regalò gli anni più incredibili e l'amore più grande. Ma il mio sogno è quello di tornare a vivere in Sicilia. L'America non mi è mai piaciuta.





Della vasta produzione letteraria del Duca Giuseppe Avarna di Gualtieri ricordiamo:

-Autonomia e problemi agrari siciliani (Messina, 1945)
-Les scandales (Messina, 1949)
-Nevermore (Messina, 1949)
-Promenade au soleil (Messina, 1949)
-Poème d'un soldat mort à la guerre (dramma in 3 episodi, Messina 1950)
-Poème d'une douce saison (Messina, 1950-51)
-Jeanne d'Arc (dramma teatrale, Messina 1951)
-La mia stagione in Europa (liriche in lingua francese, Guanda, 1953)
-Il cavaliere gotico (poesie, Guanda, 1954)
-Ovunque confine (poesie, Guanda 1956)
-Macerie (liriche, Guanda 1959)
-Il Silenzio delle Pietre (poesie, pubblicato postumo, 2009)


giovedì 10 novembre 2016

Il club doc incontra Nicola Legrottaglie: quando i sani principi precedono gli aspetti sportivi

Filippo Alibrando - Fama, successo, denaro, divertimento, piaceri vari, visibilità mediatica. Sono solo questi gli elementi che compongono la vita di un calciatore dell’era moderna?
La risposta a questa domanda potrebbe sembrare quantomeno lapalissiana, scontata. La società odierna ci abitua a degli standard, stereotipi, riduce l’esistenza di un noto personaggio (quale potrebbe essere un calciatore) ad un fermo immagine che lo rende più “popolare” possibile. 
Ed è quindi che, tra una partita e l’altra, un calciatore della massima serie si ritrova sulle prime pagine di tutti i giornali, sugli schermi nazionali, bombardato dal vortice mediatico che vuole a tutti i costi far emergere una nuova “icona” da sfruttare per un determinato periodo. E che fine fanno la personalità, il carattere, i valori ed i sani principi che molti sportivi (non tutti, purtroppo) possiedono?
Beh questi ultimi valgono poco per alcuni o, per lo meno, si limita il senso della “correttezza morale” alla palla messa fuori durante un infortunio o ad un gesto di fair-play. Giusto, ma tremendamente riduttivo. 

È stato questo il tema di fondo trattato oggi pomeriggio presso il Palazzo ex-carcere di Santa Lucia del Mela, in occasione dell’incontro dei tifosi locali con Nicola Legrottaglie. L’evento, organizzato dallo Juventus Club Doc “G. Scirea” di Santa Lucia del Mela presieduto dall’instancabile Benedetto Merulla, ha visto protagonista l’ex calciatore della Juventus che ha vestito la maglia bianconera tra il 2003-2005 ed il 2006-2011, concludendo poi la sua carriera nel 2014 al Catania. 
Introdotto dall’Avv. Angelo Siracusa, membro fondatore del club luciese nel 1984, Nicola Legrottaglie ha parlato apertamente della sua esperienza, calcistica ma soprattutto di vita. Ha descritto a grandi linee la sua carriera, correttamente definita “parabola ascendente” dal moderatore, mettendo in evidenza quali grandi sacrifici siano necessari per poter coronare i propri sogni nel migliore dei modi. Non ha omesso le parti meno gloriose della sua carriera, ovvero il primo approdo alla Juventus o l’anno della Serie B, anzi. Ha definito questi momenti certamente critici, ma allo stesso tempo portatori di opportunità di crescita: un’introduzione al suo ritrovato modo di vivere. 
Già. Un modo di vivere radicalmente modificato in corso d’opera, dopo tanti spropositi ed eccessi, quasi una sorta di conversione sulla via di Damasco, che lo ha portato anche ad aderire al movimento sportivo "Atleti di Cristo".  
Questo un breve passaggio del suo intervento: <<Ho messo il passato alle spalle, dopo una presa di coscienza che mi ha portato a rivalutare i giusti valori della vita. Il mio esempio di vita, notoriamente, è Gesù. Mi sono specchiato in lui e ho capito che agendo come lui qualcosa dentro di me è cambiata. Ho iniziato ad amare me stesso, il mio corpo e soprattutto ho imparato un nuovo modo di relazionarmi con tutti, evitando anche di ferire i sentimenti. Ho tolto in pratica la “maschera” che indossavo, quella del personaggio mediaticamente forte ed emblematico, per assumere una personalità quanto più vera ed autentica possibile>>. 
Ha messo insomma a nudo se stesso, cercando di esprimere i cambiamenti positivi che hanno contraddistinto la sua esistenza successivamente all’incontro con la Fede. Una fede che, sottolinea, non deve necessariamente corrispondere con Religione: <<fede significa cambiare gli atteggiamenti, le convinzioni, i cattivi esempi, gli obiettivi rendendoli più corretti possibili avvicinandoli all’insegnamento di Gesù>>. 

Spronato da un pubblico numeroso e visibilmente attento, Legrottaglie ha anche parlato del ruolo sociale e pedagogico che ha lo sport in generale, dando qualche consiglio anche alle giovani generazioni che si avvicinano al mondo dello sport. In particolare dice: <<Credo che in Italia siamo strutturati maluccio perché per poter arrivare ad avere dei leader, nel senso buono del termine, abbiamo bisogno di formarli. Si formano nelle strutture, che andrebbero potenziate mettendo a capo istruttori che abbiano determinati requisiti morali, etici e soprattutto un’educazione da trasmettere ai bambini. In Italia abbiamo istruttori capaci a parlare di tecnicismi e tattiche, ma il modello generale purtroppo cura poco la crescita individuale del bambino. È un problema culturale non attenzionato ma che purtroppo sta andando avanti, senza alcun freno. L’altra componente è quella familiare, un tassello imprescindibile che fonda la base solida su cui un bambino fonderà la propria vita. Partiamo dalla cultura. Il calcio è lo sport più diseducativo tra tutti gli sport. Non nel regolamento, ma nella pratica comune dei cosiddetti “esempi”, che in realtà non lo sono per niente. La scelta dell’idolo a volte non avviene sulla base dell’integrità morale, bensì sull’esteriorità o la semplice stranezza del calciatore. Ma è una scelta: si decide di ammirare un elemento la cui storia non è certamente migliore di altre. La stampa in tal senso dovrebbe enfatizzare di più i buoni propositi, i buoni esempi, lasciando al margine l’esempio deplorevole per un determinato contesto. La stampa porta le persone a pensarla in un modo che non è esattamente quello corretto. Quindi ci vuole tanto equilibrio e restare attenti>>.

E poi continua: <<La stampa becera è un’altra grave problematica culturale. Oggi alcuni giornalisti vengono ammaestrati per creare scompiglio. Quella domanda è studiata, premeditata per punzecchiare un allenatore o un giocatore per far la notizia e vendere le copie di giornale. Alla base non c’è passione, bensì troppo interesse. Metterei a fare i giornalisti gente appassionata, che non significa non essere obiettivi, ma almeno non crea quel clima di disagio all’interno del gruppo. Tutti questi interessi, unitamente agli spropositi dei social, risultano deleteri per lo sport>>.

Dalle origini fino ad oggi, dal vecchio Legrottaglie alla personalità ritrovata, dalle esperienze sportive ai nuovi progetti da allenatore: è stato un incontro a trecentosessanta gradi, da molti definito come “il più educativo per tutti”. L’ex difensore ha tenuto una spontanea lezione di vita di chi ha saputo riprendere in mano la propria vita dopo periodi di decadenza morale. L’integrità morale di un “Uomo”, inteso come complesso di corpo ed anima che sa comprendere i propri sbagli per rimettersi in carreggiata.
In una società che gareggia a chi ha più ragione rispetto ad un altro, la riflessione odierna è forse una “mosca bianca”: <<sono consapevole di non poter cambiare il mondo, ma come dico sempre, io almeno ci provo>>

Nelle nostre vite da studenti, genitori, figli, capi ma soprattutto come cittadini intercalati in un tessuto sociale sin troppo deviato, dovremmo provarci tutti. Quantomeno per essere in pace con la propria persona, con quelle a noi vicine e con una morale che, in troppi ambiti, spesso è stata dimenticata. 

Per la fotogallery dell'evento, clicca il link sottostante. (photo Antonio Giunta)

https://www.facebook.com/pg/Photo-Antonio-Giunta-163998117132267/photos/?tab=album&album_id=540411806157561

mercoledì 26 ottobre 2016

Parte a Montalbano Elicona il Borgo Mistico Fest. Da venerdì 28 a sabato 30 ottobre, tutte le declinazioni del sacro

   COMUNICATO STAMPA                  

Parte a Montalbano Elicona il Borgo Mistico Fest                      
Da venerdì 28 a sabato 30 ottobre, tutte le declinazioni del sacro
A ruba i biglietti di Spirituality, il concerto-evento di Camisasca e Di Bella




   Partirà proprio da questa prima edizione di Borgo Mistico Fest - dal 28 al 30 ottobre a Montalbano Elicona (uno dei borghi più belli d’Italia) -  Spirituality, l’attesissimo concerto-evento di Juri Camisasca e Rosario Di Bella.
I biglietti sono letteralmente andati a ruba, ma in generale c’è molto interesse per un festival – come quello nato dall’idea di Fabio Bagnasco, Francesca Lucisano, Pierfabio Randazzo e Valeria Monti – che intende esplorare il sacro nelle sue più interessanti, spesso inaspettate, declinazioni. 
   Un programma densissimo e articolato – nato dall’incontro creativo fra Palermo, città natale degli ideatori, e Montalbano Elicona - che si muove sui binari di storia, natura, musica, arti performative, paesaggio e narrazione e che ha già conquistato l’entusiasmo di artisti come il compositore Franco Battiato e il direttore d’orchestra Ennio Nicotra.



VENERDì 28 OTTOBRE

    Il Borgo Mistico Fest si aprirà alle 21, al Castello Svevo Aragonese (sala Arnaldo da Villanova) con Geografia commossa dell’Italia interna: un incontro con Franco Arminio, scrittore, regista e poeta o, come ama autodefinirsi, “paesologo” (di grande suggestione i suoi racconti sul terremoto e sui suoi effetti). 
Con la partecipazione di Livio e Manfredi Arminio e la musica di Podolika Tour.


  
SABATO 29 OTTOBRE

   Il giorno dopo, sabato 29 ottobre, ancora alla Sala Arnaldo da Villanova del Castello Svevo Aragonese, ma alle 18, avrà luogo una inedita conferenza che attraversa tre grandi figure di mistiche: Santa Eustochia Smeralda Calafato, Suor Chiara Lucia ed Ernestina Ballarino Mobilia. 
In particolare, Nino Principato  interverrà su “Santa Eustochia Smeralda Calafato e Antonello da Messina”, Padre Alessio Mandanikiotis  su “Suor Chiara Lucia, mistiche di oggi” e  Carmelo Mobilia su “Ernestina Ballarino Mobilia, un modello di carità”.
 Alle 21, il salone centrale del Castello ospiterà l’attesissimo concerto-evento Spirituality, di Juri Camisasca e Rosario Di Bella che proprio con il Borgo Mistico Fest aprirà il tour 2016-2017. 
In giorni segnati dallo spirare di venti portatori di ennesimi conflitti tra le nazioni, le voci di Juri Camisasca e Rosario Di Bella attraversano l’etere e si rivolgono alla gente, alle persone, usando la parola e il suono come dono divino.

E in concerto, quando Juri e Rosario intonano “pace”, sul pubblico si riversa il flusso di energia positiva contenuto in Spirituality, l’album che dà il titolo al tour di cui si era dato un intenso saggio già il 31 luglio scorso, nel teatro greco, dove i due musicisti sono stati chiamati ad aprire magistralmente il concerto di Battiato e Alice.


DOMENICA 30 OTTOBRE

   Domenica 30 ottobre alle 10 ci si sposterà verso i megaliti di Argimusco, tra i più suggestivi luoghi naturali del mondo per la visita guidata, a cura dell’archeoastronomo Andrea OrlandoItinerari del cielo (pietre e stelle)

   Alle 16.30, la chiesa di San Michele ospiterà ancora Juri Camisasca e il suo incontro spirituale Dalle icone ai suoni mantrici, con una introduzione di Fabio Bagnasco.
   Due ore dopo, alle 18.30, il Castello Svevo Aragonese (Sala Arnaldo da Villanova) ospiterà la conferenza di Maurizio Baiata, I guardiani del cielo, dal libro di Michael Wolf. Introduce Giuseppe Pisciuneri.

I contatti diretti con esseri diversi dall’Uomo, accertati sin dai primi anni ’60 e mai ammessi dalla scienza ufficiale, sono noti come “Incontri ravvicinati del quarto tipo”, o “rapimenti alieni”. Quali ragioni esistono dietro tutto questo? Chi sono le creature che ci visitano? Qual è il loro fine? Forse, l'approccio graduale al nostro processo di crescita di coscienza, sul piano individuale, collettivo e cosmico.
 La prima edizione del Borgo Mistico Fest si chiuderà al Castello Svevo Aragonese (Sala centrale) alle 20.30 con il concerto Endo e il suono esoterico dei Nuclearte. Il loro nuovo progetto  attinge al Rock, al Progressive, a ritmi tribali e al Reggae, fondendoli in un inedito mix lirico ed elettronico.
Nato alla fine degli anni Novanta sotto l’egida della world music di Peter Gabriel, il gruppo palermitano è formato da Ramya (voce), Maurizio Cucuzza (basso), Luca Rinaudo (programming, electronic drums, backing vocals), Sergio Schifano (chitarra elettrica) e Danilo Romancino (fonico). 


“Borgo Mistico Fest è un evento tematico, selettivo ma aperto, sperimentale ma non elitario, che  percorre le tracce legate alla sacralità dei luoghi. Siamo convinti – dicono gli ideatori - che Montalbano Elicona è un perimetro sacro vero e proprio, dal borgo medievale all’Argimusco: ogni pietra, ogni angolo naturale, ogni squarcio visivo. Abbiamo pensato  di non dare una precisa collocazione temporale a questo festival. Non sarà annuale, non sarà ciclica, ma risponderà solo all’esigenza di presentare progetti, idee che in quel momento riteniamo giuste.”

“È un salto di qualità nell’offerta culturale dei nostri territori. Borgo Mistico Fest è una rassegna – dice il sindaco di Montalbano Elicona, Filippo Taranto - che promuove un nuovo modo di fare e proporre cultura. In sintonia con tutte le programmazioni più avanzate d’Europa che, grazie ai festival e alle kermesse tematiche, portano avanti un modello di turismo lontano dall’idea di mordi e fuggi. È una proposta culturale all’avanguardia – prosegue Taranto – che sollecita una conoscenza profonda del territorio, facendone scoprire le peculiarità più segrete. Vogliamo essere i primi a proporre questa formula, nella speranza che altri territori in futuro la facciano propria”.


                                                                       
Facebook – Borgo mistico fest - Twitter @borgomisticofest – Instagram borgo_mistico_fest
Infoline: Ufficio Turismo e Cultura 338 1007771

mercoledì 12 ottobre 2016

“Io non rischio”: Campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civile

COMUNICATO



15 e 16 ottobre i volontari della Protezione Civile di Santa Lucia del Mela nelle due piazze principali

Per il sesto anno consecutivo il volontariato di Protezione Civile, le istituzioni e il mondo della ricerca scientifica si impegnano insieme nella campagna di comunicazione nazionale sui rischi naturali che interessano il nostro Paese. Il weekend del 15 e 16 ottobre 7.000 volontari e volontarie di protezione civile allestiranno punti informativi “Io non rischio” in circa 700 piazze distribuite su tutto il territorio nazionale per diffondere la cultura della prevenzione e sensibilizzare i propri concittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto. A poco meno di due mesi dal sisma che ha colpito il centro Italia il mondo del volontariato, che insieme al Servizio Nazionale della Protezione Civile è in prima linea nella gestione dell’emergenza, si farà portavoce delle buone pratiche di prevenzione dei rischi.

Sabato 15 e domenica 16 ottobre, in contemporanea con altre piazze in tutta Italia, il Gruppo dei volontari comunali della Protezione Civile di Santa Lucia del Mela partecipano alla campagna con un punto informativo “Io non rischio” allestito a Santa Lucia del Mela in Piazza Duomo il 15 ottobre e in Piazza Milite Ignoto il 16 Ottobre, per incontrare la cittadinanza, consegnare materiale informativo e rispondere alle domande su cosa ciascuno di noi può fare per ridurre il rischio terremoto.

“Io non rischio” – campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica. L’inserimento del rischio maremoto e del rischio alluvione ha visto il coinvolgimento di Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima e Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica. L’edizione 2016 coinvolge volontari e volontarie appartenenti alle sezioni locali di 27 organizzazioni nazionali di volontariato di protezione civile, nonché a gruppi comunali e associazioni locali.

L’elenco dei comuni interessati dalla campagna il prossimo 15 e 16 ottobre è online sul sito ufficiale della campagna, www.iononrischio.it, dove è inoltre possibile consultare i materiali informativi su cosa sapere e cosa fare prima, durante e dopo un terremoto o un maremoto.
  

Per informazioni:
Coordinatore Protezione Civile TONINO VILLA 347 3125632

Responsabile di Piazza NICOLA COCO 320 4515883

mercoledì 5 ottobre 2016

"Zero Waste Sicilia" sull'ennesimo progetto di inceneritore nella Valle del Mela



Sull’ennesimo progetto di inceneritore 
nella Valle del Mela


   COMUNICATO di ZERO WASTE SICILIA                             

Come da notizie di stampa, una società del gruppo Franza, la ESI spa, ha presentato un progetto per “un impianto di ricerca e sperimentazione per la gestione di rifiuti pericolosi e NON”, da realizzarsi a Giammoro (Pace del Mela). A parte il NON, la vicenda, a nostro avviso, è la punta dell’iceberg di un una cultura industriale retriva e basata sulla aggressione all’ambiente. Li listiamo per punti:.

1) La valle del Mela è un sito SIN, e pur essendo stati stanziati dei soldini per studiarne i livelli di inquinamento, questi non sono mai stati spesi e si perderanno il prossimo febbraio. A pensar male, sembrerebbe che non si sia voluto dire ai cittadini quanto sia inquinato il territorio sul quale vivono. Evidentemente si pensa che se l’inquinamento è già così elevato, non sarà poi un dramma se gli ammalati dovessero crescere di pochi percento, a causa di un nuovo impianto. Salvo che per gli ammalati.

2) Dopo l’inceneritore dell’A2A, contro il quale i cittadini di Pace e non solo hanno espresso un dissenso plebiscitario, si propone un altro impianto, certamente più piccolo, che aumenterà le emissioni nella zona, forse di poco, ma le aumenterà. È difficile pensare che questo progetto possa trovare il consenso popolare, del quale, evidentemente non importa granché, tanto le decisioni vengono prese nel rarefatto ambiente di una conferenza dei servizi, dove si discute di questioni molto tecniche e burocratiche e di rispetto di legislazioni vigenti, ma dove i cittadini possono al più essere accettati come auditori, non come decisori.

3) Sembra che nel progetto manchi una stima proprio delle emissioni macroinquinanti e microinquinanti. Ma davvero può succedere nel 2016 che si presenti un progetto comunque impattante e non si fornisca pubblicamente una stima dell’impatto?

4) Il presidente Vincenzo Franza non ha remore nel sostenere che la vera motivazione del progetto non è, come recita il titolo, la ricerca e la sperimentazione bensì la tutela dell’occupazione, stante la crisi economica. Torna il ricatto occupazionale: la famiglie dei lavoratori devono mangiare, non importa se mangiano cibi avvelenati, prodotti dall’inquinamento, e magari si ammalano o muoiono.

Notiamo che i sindaci del SIN e dei comuni limitrofi non sono mai riusciti a coalizzarsi per resistere tutti insieme allo strapotere di gruppi industriali come A2A ed ora anche il gruppo Franza. Quando capiranno che una loro azione unitaria e coesa, scevra da vincoli partitici e campanilismi, è indispensabile per difendere il loro territorio? Quando si capirà che se affonda Pace del Mela, affonderanno pure Milazzo, Barcellona e perfino Messina, mentre ci si salva solo tutti insieme?

Ora, tutti gli impianti esistenti ed anche i nuovi rispettano e rispetteranno tutte le leggi esistenti. Purtroppo le leggi si applicano al singolo impianto, non al loro complesso. Pertanto se la situazione sanitaria nella valla del Mela è grave, vuol dire che magari ci si ammalerà ai sensi di legge.

Beniamino Ginatempo, Presidente Zero Waste Sicilia