domenica 28 agosto 2016

Sulle orme di Beato Antonio Franco


Si è svolto oggi alle prime luci dell'alba il pellegrinaggio dalla Cattedrale fino alla contrada San Giuseppe, dove sorgeva la chiesa dedicata alla Madonna della neve. 
Nel 1529, infatti, quando la statua venne commissionata allo scultore palermitano Antonello Gagini venne posta nella chiesa di "Santa Maria ad Nives" in contrada San Giuseppe, a poca distanza dalla centro luciese.
Il vescovo Antonio Franco spesso si recava in pellegrinaggio penitenziale per pregare davanti la Vergine, come documentato dal testo di Mons. Cambria:

A circa un chilometro dal centro, in contrada S. Giuseppe, 
c’era una chiesetta dedicata a Santa Maria de Cellis che già nel 1403 figurava di regio patronato. Il servo di Dio amava recarvisi spesso per alimentare la sua pietà mariana; 
estatico, contemplava a lungo la statua marmorea della Madonna della neve 
e con schietto entusiasmo esclamava: 
“Se è così bella al nostro occhio, che sarà vederne l’originale in Paradiso? 
Se è così vaga la figura, quanto più bello sarà il figurato?”


Disegno a china di Matteo Lipari (1965)
raffigurante il vescovo Antonio Franco che prega all'altare della Madonna della neve

Nel 1675 la statua venne spostata nell'attuale santuario e con il passare degli anni l'edificio venne abbandonato e purtroppo oggi è rimasto ben poco. 
A memoria di questa devozione recentemente è stato organizzando un pellegrinaggio penitenziale che alle prime luci dell'alba parte dalla cattedrale per giungere nel luogo ove sorgeva la chiesa, dove nel 2007 è stato costruito un altare commemorativo con l'immagine del Beato Antonio Franco davanti al quale stamattina è stata celebrata una messa.

La strada che porta alla Contrada

 Altare devozionale 

Dettaglio targa commemorativa 

Celebrazione della S. Messa in c/da San Giuseppe



FONTI BIBLIOGRAFICHE: 
"Messaggero di bene" il Servo di Dio Mons. Antonio Franco di Salvatore Cambria
"Il servo di Dio Mons. Antonio Franco" di P. Giovanni Parisi T.O.R.

Campo Scuola di Studi sulle Mummie, photogallery





















La Cripta dei Cappuccini luciese sede di una scuola estiva internazionale
Si è concluso il primo campo scuola internazionale di studi sulle mummie, presentato a fine luglio nel corso di una cerimonia inaugurale nella Basilica Concattedrale luciese, alla presenza degli studenti americani che, per due settimane, hanno studiato i reperti conservati nella Cripta del convento dei Cappuccini e partecipato alla vita culturale luciese. Un corso di alta formazione fondato su un approccio interdisciplinare, come ha spiegato il suo ideatore, il paleoantropologo messinese Dario Piombino Mascali, che ha consentito di coniugare i saperi scientifici e quelli umanistici, proponendo una modalità inedita di studio e indagine su questi preziosi restiIl ruolo lungimirante della Sicilia nella tutela dell’ingente patrimonio mummiologico regionale, per il quale è stato creato uno specifico Ispettorato, è stato più volte ribadito dallo studioso, che, insieme allo scienziato forense Karl Reinhard, docente dell’Università del Nebraska, si è soffermato sulle caratteristiche della scuola: a tenere le lezioni è stata un’equipe internazionale, che ha studiato le interazioni tra uomo, ambiente e malattie a partire dall’analisi dei corpi mummificati, attraverso i quali è possibile risalire alle arcaiche pratiche funerarie connesse al culto dei morti. Le lezioni si sono tenute nella Cripta, che costituisce un vero e proprio scrigno di beni storici e biologici: i resti umani, visibili in teche, nicchie e casse, appartengono a laici ed ecclesiastici di ogni età e di ambo i sessi, e spesso indossano ancora abiti e artefatti dell’epoca, utili ad attestarne l’uso sino all’Ottocento. 

I beni culturali, un tesoro in cerca di valorizzazione
Sull’importanza di valorizzare cultura, scienza e turismo in una prospettiva integrata di sistema, secondo il modello che la scuola propone, si è concentrato durante la cerimonia di apertura l’assessore regionale ai Beni Culturali Carlo Vermiglio, che, dopo i saluti istituzionali del sindaco Antonino Campo e dell’assessore Rosario Torre, ha lanciato l’invito a creare sinergie tra pubblico e privato, considerando anche l’entità dei tagli agli investimenti destinati al settore: «In Sicilia abbiamo un patrimonio culturale senza pari in nessuna parte del mondo, sia per bellezza che per concentrazione, che siamo bravi a tutelare - ha esordito Vermiglio -, ma per valorizzarlo bisogna rimboccarsi le maniche e interpellare tutti i soggetti che hanno interesse ad investire nei beni culturali, anche per rilanciare l’economia»Ma se a Santa Lucia del Mela i beni culturali non godono di buona salute, attorno a noi ci sono molti esempi virtuosi di gestione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico: l'ultimo caso è quello di Novara di Sicilia, dove Comune e Arcipretura, con il sostegno dei cittadini, hanno lanciato una raccolta fondi per salvare le mummie della Cripta della chiesa madre, restaurata alcuni anni fa, del deperimento.  

Le mummie siciliane 
Sebbene siano le più note, anche per le suggestioni letterarie e il richiamo turistico che le accompagna, le Catacombe di Palermo, con un tesoro monumentalizzato di oltre 1.800 mummie, rappresentano un caso eccezionale nel patrimonio culturale siciliano. Più diversificati i siti della nostra provincia, dove emergono Savoca, con la sua cripta restaurata recentemente grazie all’intervento dell’antropologo messinese Sergio Todesco, in seguito alla vandalizzazione subita dalle mummie negli anni ’80; Piraino, che custodisce un patrimonio bio-archeologico prezioso dal punto di vista scientifico per il tipo di ricerche condotte sino ad oggi; la Cripta dei Cappuccini a Santa Lucia del Mela, rilevante per il numero di mummie presenti in essa, sede  quest’anno del primo Campo Scuola di Studi sulle Mummie; Novara, nota anche per la preminenza architettonica della Cripta della chiesa madre, con le nicchie in pietra scolpita. Si segnalano infine anche i siti di Pettineo e Militello Rosmarino, che versano purtroppo in condizioni precarie.

Foto: Franco Trifirò
Testo: Katia Trifirò

sabato 27 agosto 2016

Beato Antonio Franco, la festa il 2 settembre

Il ritorno del corpo incorrotto di mons. Antonio Franco a Santa Lucia del Mela
dopo la cerimonia di Beatificazione di Messina del 2013
Beato Antonio Franco, a tre anni dall’onore degli altari è stato presentato dal sacerdote Paolo Impalà e dal comitato organizzativo il programma dei festeggiamenti che ne commemorano la figura e l’opera, a cura dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela, del Vicariato del territorio luciese e della parrocchia di Santa Maria Assunta. Le celebrazioni, in attesa della grande festa del 2 settembre, alla presenza del delegato ad omnia mons. Gaetano Tripodo, si terranno nella Basilica Concattedrale, dove il corpo incorrotto del Beato è custodito e venerato da quattro secoli dalla comunità che, già prima del riconoscimento ufficiale da parte della chiesa, lo ha eletto suo protettore. Da qui domani alle 6 del mattino partirà il viaggio mariano verso contrada San Giuseppe, dove sarà celebrata una messa in ricordo dei pellegrinaggi e delle opere di servizio, carità e penitenza che l’abate e prelato Franco compiva, facendosi ultimo tra gli ultimi nonostante le nobili origini e il ruolo rivestito nelle alte gerarchie ecclesiastiche. 
Tra le novità, l’inaugurazione lunedì 29 dell’esposizione delle reliquie del Beato in una sala del palazzo prelatizio, a cura dell’antropologo Dario Piombino Mascali, autore nel 2013 della ricognizione canonica del corpo di Antonio Franco preliminare alla chiusura del processo di Beatificazione. In programma nel giorno clou della festa il pellegrinaggio per le vie del paese con il busto reliquiario in argento, oro e pietre preziose realizzato lo scorso anno con le offerte dei fedeli, ricordando il 2 settembre 1626 quando, in odore di santità, si spegneva la breve vita del “San Francesco di Sicilia”, come è stato ribattezzato il Servo di Dio mons. Franco. 
Cinque le giornate di festa inserite nel programma ricreativo, che comprende il “Mankarru Folk Fest” mercoledì 31 e l’appuntamento doppio con le bande musicali luciese e filippese venerdì 2. Disponibili inoltre le pubblicazioni di storici, archivisti e studiosi che hanno ricostruito l’intensa attività pastorale e di intervento sociale di mons. Franco, rivolta alla povera gente sfruttata e oppressa dal potere politico e dagli usurai, dai vizi e dai soprusi di nobili ed ecclesiastici. L'obiettivo è quello di incoraggiare e promuovere la conoscenza della figura del Beato, espandendo oltre i confini della comunità luciese e dei gruppi di fedeli dei centri limitrofi l'eco della sua figura di pastore illuminato, di straordinaria modernità anche per i non credenti proprio per le caratteristiche del suo impegno a favore degli ultimi, che ieri come oggi rimangono troppo spesso ai margini dell'operato delle istituzioni ufficiali. 

Domani l'atteso ritorno di Tacconi allo Juventus Club Doc "Gaetano Scirea"

Stefano Tacconi con il presidente dello JCD luciese Benedetto Merulla
Conto alla rovescia per il ritorno a Santa Lucia del Mela del campione Stefano Tacconi, ospite domani dello Juventus Club Doc “Gaetano Scirea” presieduto da Benedetto Merulla. Durante l’incontro, in programma alle 18.30 nella nuova sede del Club, l’ex portiere juventino incontrerà i tifosi e presenterà il suo libro “Junic”, dedicato a tutte le vittorie conquistate con la maglia bianconera. 
Rimasto nel cuore di tutti i fans della Vecchia Signora, Tacconi ha difeso la porta bianconera per quasi un decennio (1983-1992), vincendo con i colori della squadra tutte le maggiori competizioni UEFA e guadagnandosi un primato inarrivabile, onorato dall'inserimento nella classifica dei migliori portieri del mondo. 
A dialogare con Tacconi ci saranno, oltre ai soci dello “Scirea”, l’avvocato Angelo Siracusa, tra i fondatori del sodalizio luciese, e il giornalista Mauro Sarrica. A seguire, cena con il campione nella terrazza del ristorante "La forchetta del Castello". 
Simbolo della storia juventina, Tacconi è già nell’albo degli ospiti di Merulla e compagni, insieme a Birindelli, Storari, Causio, Padovano, Brio, Anastasi e molti altri. Intanto, si scaldano i motori per i prossimi appuntamenti in agenda per lo "Scirea", con altre glorie della storia bianconera presente e passata. 
Ma oltre alla passione sportiva, ad unire in questi giorni i soci dello “Scirea” c’è la solidarietà, con l’appello lanciato dai tifosi luciesi, che hanno attivato presso la sede un punto di raccolta di beni di prima necessità per le comunità terremotate e fatto rete con altre associazioni del territorio, come il Blog del Mela, per l’invio di aiuti. (kt)

mercoledì 24 agosto 2016

Terremoto Lazio-Marche e l’Italia intera che si mobilita: le iniziative locali

Sono trascorse solo poche ore dal violentissimo terremoto che stanotte ha raso al suolo interi paesi del Centro Italia. Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto sono tra i centri più colpiti dal sisma di magnitudo 6.0 che alle 3:36 del mattino ha distrutto abitazioni, sogni ma soprattutto vite umane. 
L’Italia intera, al suo risveglio, si è stretta attorno alla drammatica situazione delle località colpite, attivandosi per l’invio di aiuti umanitari, di uomini e mezzi di soccorso per fronteggiare la disperata emergenza. 
A tal proposito anche a livello locale non mancano alcune iniziative. 
Il Club Juventus Doc “G. Scirea” di Santa Lucia del Mela ha attivato una rete di contatti con i responsabili dei Club vicini al luogo dell’epicentro al fine di promuovere una raccolta di beni da inviare sul luogo del disastro una volta completata la raccolta. Entro le ore 20:00 di Venerdì 26 Agosto 2016 è possibile consegnare nella sede del Club luciese, sita in via Stefano Cattafi, le seguenti cose: acqua, bustine di thé, coperte, salviettine umidificate, piatti, posate, bicchieri e tovaglioli di carta. 
L’Associazione “Blog del Mela” invece, ha attivato una raccolta fondi mettendo a disposizione un canale proprio. È possibile infatti effettuare versamenti con bonifico sul CONTO CORRENTE N. 000104118590, aperto presso Banca Unicredit (ag. 21847 di S. Lucia del Mela). Il bonifico dovrà essere intestato a “ASSOCIAZIONE TURISTICO CULTURALE BLOG DEL MELA”, CODICE IBAN IT26S0200882500000104118590 con causale “TERREMOTO CENTRO ITALIA”. Sarà cura dell’Associazione “Blog del Mela” stessa versare la somma finale su uno dei canali ufficiali della raccolta. 
L’appello è rivolto a chiunque: un piccolo gesto in questo momento tragico corrisponde ad un grandissimo senso di umanità e civiltà. Grazie anticipatamente per la sensibilità dimostrata.



Fonte foto www.cri.it

giovedì 4 agosto 2016

Un libro del fratello di Padre Giovanni Parisi spiega le origini di Diana Facellina

di Franco Biviano - Ritengo di non esagerare se affermo che quasi tutti i cittadini residenti nella Valle del Mela conoscono, direttamente  o  per sentito dire, almeno uno dei tre volumi che il noto studioso Padre Giovanni Parisi ha dedicato, fra il 1973 e il 1982, alla storia dei comuni di Santa Lucia, San Filippo e Pace.
 La tesi di fondo della trilogia, come si sa, è che il nostro comprensorio era la sede, nell’antichità, di tre importantissime strutture: il tempio di Artemide (o Diana Facellina), l’Artemisio, che ne costituiva una dipendenza, e il Nauloco che ne era lo sbocco commerciale. Sì, commerciale, perché il «tempio» dedicato alla «dea della caccia» non era solo un luogo di pratiche religiose, ma un centro direzionale delle attività metallurgiche che si svolgevano nel territorio. Attività metallurgiche? Proprio così. È risaputo, infatti, che i monti Peloritani erano famosi in passato per lo sfruttamento intenso del loro sottosuolo, dal quale venivano estratti minerali di vario genere
Quello che pochi sanno è che la trilogia sulla Valle del Mela (soprattutto la parte relativa a Santa Lucia) Padre Giovanni la scrisse con la collaborazione del fratello Giuseppe, che risiedeva a Roma. Oggi, a distanza di tredici anni dalla morte, avvenuta nel 2003, vedono la luce gli appunti manoscritti in cui Giuseppe Parisi ha spiegato dettagliatamente la metodologia storica e la ricerca filologica che, attraverso una realistica reinterpretazione dei miti classici (dalla guerra di Troia, alla fuga di Enea, alla vicenda di Oreste) lo hanno portato a localizzare proprio nel nostro territorio la produzione delle «vacche splendenti» del dio Sole, le quali – come sostiene lo studioso con idonea documentazione - non erano altro che colate metalliche aventi la forma di pelle bovina distesa. 
La pubblicazione, edita dall’Associazione “Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis” e curata in maniera encomiabile da Alessandro Barilà, funzionario a riposo del Ministero della Pubblica Istruzione, non prende in esame soltanto il ristretto ambito del nostro territorio, ma  allarga lo sguardo all’intera area del Mediterraneo, assumendo la portata di un testo esaustivo e fondamentale per la conoscenza delle «migrazioni» da un popolo all’altro delle tecniche industriali e, al tempo stesso, dei valori morali del mondo antico. 
Il nucleo centrale del libro è costituito dalla riflessione sui valori spirituali dell’antica Roma, talmente precorritori sotto molti aspetti dei principi del Cristianesimo, che Parisi non ha dubbi a vedere in tutto ciò un preciso disegno divino  che da sempre ha assegnato a quella città sulle rive del Tevere il compito di essere centro e fulcro della nuova religione, base per la sua diffusione nel mondo intero.
Giovedì 4 agosto il volume sarà presentato al pubblico dal dott. Barilà e dal sottoscritto nei locali del Centro Ganime (ex scuole elementari) di Giammoro, in via Saini.

martedì 2 agosto 2016

Alla corte di Federico



Mancano pochi giorni all'evento che trasformerà una parte del centro storico luciese in un suggestivo borgo medievale, sabato 6 agosto ci sarà il corteo storico medievale giunto ormai all'ottava edizione.
La manifestazione si svolgerà nella parte alta del paese. La partenza è prevista alle ore 18.00 dal convento dei cappuccini, si salirà quindi al castello dove attorno alle ore 19.00 verrà rievocato l'arresto del giovane Enrico VII re di Germania, figlio ribelle di Federico II e di Costanza d'Aragona, accusato di alto tradimento nei confronti del padre. A seguire il corteo si sposterà attraverso le tipiche viuzze del centro storico per giungere in piazza Beato Antonio Franco, dove alle ore 20.30 ci sarà l'ingresso trionfale di re Federico e della sua corte.
Qui ci saranno le esibizioni dei suggestivi tamburi di Rometta, dei musici di Piazza Armerina, dei valorosi guerrieri della Militia Fretensis e, per la prima volta a Santa Lucia, l'artista della manipolazione del fuoco Carlo Terzo della Compagnia dei Fuocolieri in collaborazione con Ombra e Luce.
I visitatori potranno inoltre degustare i maccheroncini federiciani ed ammirare la mostra dell'artista luciese Santina "DèSanti" Alleruzzo raffigurante alcuni volti del corteo storico luciese, assistere ad investiture, danze medievali e udir sonetti declamati da nobili cavalieri alle loro dame.