lunedì 29 agosto 2011

Speciale Tacconi, guest star a Santa Lucia del Mela

Benedetto Merulla e Stefano Tacconi (foto Antonino Composto)



IL CAMPIONE IN VISITA AL CLUB JUVENTUS DOC "GAETANO SCIREA"
Numeri e titoli da record lo hanno proiettato nell’olimpo dei campioni di tutti i tempi, mentre carisma e personalità continuano a decretarne il successo: dal rettangolo verde ai reality, Stefano Tacconi – entrato nella rosa ristrettissima dei cinque calciatori vincitori di tutte le competizioni internazionali – è uno di quei personaggi noti anche al pubblico del piccolo schermo che non segue il calcio. Grazie a intraprendenza e capacità di rimettersi in gioco in altri ambiti dopo aver appeso le scarpette al chiodo, l’ex calciatore calca le scene televisive con la stessa naturalezza con cui difendeva la porta dagli attacchi avversari. A suo agio in ogni ruolo, lottando, conquistando e affrontando a testa alta anche le cadute. Perché campioni si nasce, non si diventa, e poi è la vita che rivela la statura dell’uomo: questo sembra suggerire Tacconi tra le righe, solido nei valori dello sport come in quelli della famiglia, gigante venuto dalla provincia a lottare per un posto tra i grandi. E proprio i bianconeri ne ricordarno con orgoglio il passato nella Juve delle vittorie, erede di Zoff nella stagione ’83- ’92. Di quegli anni, e di molto altro ancora, Tacconi ha parlato ai tifosi accorsi a Santa Lucia del Mela per un incontro organizzato dal Club Juventus Doc “Gaetano Scirea”, presieduto da Benedetto Merulla, al tavolo dei relatori insieme a Mauro Sarrica nelle vesti di moderatore.
Gli applausi e i flash, non appena l’idolo bianconero arriva in paese, sono tutti per lui, che ringrazia, stringe molte mani, non si sottrae agli autografi e agli scatti con i fans. E ad attenderlo ci sono proprio tutti, piccoli tifosi con la maglia e il sogno della propria squadra del cuore e i tanti, tantissimi, che lo ricordano in campo, a siglare partite importanti regalando emozioni. Ospite per un giorno dei soci luciesi, recentemente visitati da un altro big del passato, Michele Padovano, Tacconi dialoga con fans e giornalisti su vari aspetti del calcio di ieri e di oggi, azzardando qualche previsione sul prossimo campionato. Con l’ausilio di un video preparato dallo staff del Club “Scirea”, racconta i momenti salienti della propria carriera, coronata dai successi in Supercoppa Europea nel 1984 ed in Coppa Intercontinentale nel 1985.
Parole di commozione quando il flusso di memoria e passione, coraggio e destino, scorre sino a Gaetano Scirea, sfogliando l’album dei ricordi che comprende tante pagine felici e, insieme ai trionfi, le sconfitte e i dolori, il ritratto ancora vivido di grandi uomini fuori e dentro il campo di calcio, calciatori e dirigenti che mettevano cuore e anima («Difficile trovare qualcuno come l’Avvocato», sussurra Tacconi). E poi ancora, dopo aver ripercorso le tappe di una lunga gavetta, sino all’arrivo nella Vecchia Signora, il campione analizza l’attuale situazione in casa Juve e, più in generale, i cambiamenti nel mondo del pallone degli ultimi anni. Il pubblico interviene, si diverte, applaude entusiasta. E saluta la sua stella con una foto di rito di fronte alla sede del Club luciese.


Tacconi in mezzo al pubblico mentre guarda il video preparato dallo staff



(foto Antonino Composto)



PAROLA DI TACCONI...
Aneddoti, ricordi personali, grandi incontri – quelli che ti segnano la vita, maestri che oggi faticheresti ad incontrare: Tacconi è un fiume in piena e, incrociando la propria esperienza con la storia del club torinese, non risparmia critiche e frecciatine a qualcuno che, dei valori sportivi e dell’attaccamento alla maglia, sembra essersi dimenticato…Gli strali dell’ex portiere, che lucidamente spazia dai commenti tecnici a Calciopoli, non risparmiano così la generazione di calciatori “viziati” nell’occhio del ciclone mediatico: «Questo sciopero sarebbe stato inammissibile ai miei tempi, il presidente della Lega calcio non dovrebbe fermarsi qui» dichiara Tacconi, nel suo consueto stile schietto, riferendosi alle ultimissime vicende di campionato. Investire sul settore giovanile in Italia, come avviene in altri paesi europei, è, secondo il campione, uno dei segreti per rivitalizzare il calcio di oggi: «Quanto alla Juventus, che continua a pagare le conseguenze della retrocessione in B, dovrebbe tornare a puntare sui grossi campioni, su nomi importanti». Calciopoli è una ferita dura a rimarginarsi: «Tutti sapevano quello che stava accadendo, poi c’è chi ha pagato per tutti, più degli altri». E dove potrebbe piazzarsi la Juventus alla fine di questo campionato, giocando con le ipotesi del caso? Previsioni poco rosee per i bianconeri («Diciamo dopo Milan e Inter») e un grosso carico di responsabilità da affrontare per Conte, insieme alla vecchia guardia che «tira la carretta» (leggi alla voce Del Piero). Ma quello che manca al pallone, forse, è quel carisma che ha fatto la storia di personaggi come Platini, un talento e una forza d’animo difficili da emulare per chi non li possieda. E poi, i grandi maestri: il primo, per Tacconi, è stato proprio Zoff: «Un grosso peso per me, che dovevo dimostrare più degli altri, ma anche l’occasione di apprendere alcuni trucchi del mestiere da un portiere dalle grandi doti».








Tacconi chiacchiera con Benedetto Merulla, Mauro Sarrica, Katia Trifirò



(foto Antonino Composto)



INTERVISTA A BENEDETTO MERULLA, PRESIDENTE JUVE CLUB "SCIREA"
Il Club "Doc" Juventus di Santa Lucia del Mela è attivo da quasi un trentennio e, pur nascendo in una piccola realtà, nella sua lunga storia è riuscito a scrivere pagine importanti nell'ambito dell'associazionismo sportivo, raccogliendo numerose adesioni in tutta la provincia e organizzando grandi eventi: tu che lo presiedi dal ’97, ci sveli qual è il segreto?


Direi la passione e l'amore per la nostra Vecchia Signora, che ci ha portati ad essere sempre presenti nelle grandi occasioni, comprese tutte le 7 finali di Champions. Ci saremo anche a Torino per l'inaugurazione della nostra nuova casa, sperando che sia di buon auspicio per un nuovo ritorno alle vittorie, dopo “Farsopoli”.



Il Club è dedicato a Gaetano Scirea e recentemente lo stadio comunale, grazie ad una vostra iniziativa, è stato intitolato alla sua memoria - in quell'occasione è stata presente anche Mariella. Ci racconti il tuo ricordo personale di questo indimenticato protagonista della storia bianconera?


Che emozione quel giorno! Scirea è un uomo da seguire per i nostri giovani calciatori, perché oltre ad essere stato un grande campione ci ha lasciato una grande lezione di vita. Mai espulso, educato e rispettoso verso tutti e prima di tutto verso gli avversari: un modello da imitare.



Il Club ha portato qui tanti campioni di ieri e di oggi, ma tra tutti qual è stato il momento più emozionante per te e i tuoi soci?


È stata importantissima per noi la visita di Luciano Moggi, vittima ai nostri occhi di una grave ingisutizia, che ha raccontato la sua verità insieme a Gigi Moncalvo e Salvatore Cozzolino.


E adesso, ci anticipi quali sono i progetti in cantiere?


Continuare a crescere ed essere presenti agli appuntamenti con la nostra squadra. Ci saranno anche molte sorprese: dopo Anastasi, Padovano, Tacconi preparatevi all’arrivo di altri grandi campioni!






Foto di gruppo con i tifosi davanti alla sede del Club




E IN SERATA, PRESIDENTE DI GIURIA
port, bellezza e spettacolo protagonisti di "Tentazioni sotto le stelle", evento organizzato dal bar "Valerie" con la collaborazione del Club Doc Juventus "Gaetano Scirea", l'associazione sportiva "Pro Mende Calcio" e numerosi sponsor. Nel corso della serata, condotta da Francesco Anania, hanno sfilato numerose aspiranti al titolo di reginetta, giunte da diversi centri del comprensorio. L'evento ha rappresentato inoltre una vetrina esclusiva per il nuovo organico della squadra luciese "Pro Mende", che ha presentato i propri calciatori, l'allenatore Benedetto Granata e la dirigenza, presieduta da Fortunato Ragusa. Ospite d'eccezione Stefano Tacconi, stella del passato bianconero e volto noto del piccolo schermo. A Tacconi, nelle vesti di presidente di giuria, è toccato premiare la più bella: Serena Accetta, insignita del titolo "Miss Valerie". Le altre fasce, offerte da Cauldron Holding, Eredi Ragusa Angelo, Edilmanna, Panificio Donato sono andate ad altrettante concorrenti: Alessandra Passaniti, Anna Calabrò, Lorena Lanza e Angelica Italiano. Ospiti musicali, il giovane cantante Gaetano Triscari e il piccolo Giuseppe Pagano con la sua fisarmonica; presente anche Matilde Mendolia, miss "Ragazza dell'anno" 2010.



Tacconi e Serena Accetta (foto Francesco Burrascano)


mercoledì 10 agosto 2011

Festa di gruppo per i cinquantenni luciesi



Foto di Gaetano De Mariano - Clicca sulla foto per ingrandire




Una torta di compleanno lunga cinquant'anni e, per una sera, tutti insieme a dire "mi ricordo...". E' stato festeggiato così, simbolicamente, il primo mezzo secolo dei luciesi nati nel 1961, che si sono ritrovati a cena tra aneddoti divertenti legati al passato, rievocazione delle giornate scolastiche, vecchie amicizie. La serata "amarcord" è stata ospitata presso il ristorante "La Forchetta del Castello" e ha avuto come sottofondo musicale il pianobar di Franco Amante.



L'idea di riunire tutti per un grande, unico compleanno, compreso qualcuno che è emigrato da S. Lucia, è stata di Pina Calderone: "Sono felicissima della riuscita della serata. La gioia più grande è stata vedere i volti radiosi, gli abbracci di tutti, felici per aver incontrato il compagno di scuola o di giochi perso di vista".



Più di 100 le persone contattate, delle quali circa la metà ha risposto all'appello: "Unico rammarico gli assenti, alcuni giustificati, altri che per futili motivi non hanno goduto di questi momenti magici. Ma grazie ai presenti, nonostante realtà, lavoro e luoghi di residenza diversi (qualcuno è venuto da Udine e dalla Svizzera), l’idea pazzesca di riunire tutti i cinquantenni che sono nati o che vivono qui si è realizzata".


Un sogno che Pina coltivava da un anno e che, con impegno e buona volontà, riuscendo a rintracciare i rappresentanti della classe 1961, non è sfumato. "Unanime la voglia di stare nuovamente insieme, in un’altra serata magica, anche con un pensiero a qualcuno che non c'è più".



sabato 6 agosto 2011

La festa e la comunità



Occhi puntati al cielo nella notte per ammirare lo spettacolo del monte Mankarru ricoperto di luci, tra le finestre illuminate a festa del Castello e acrobazie pirotecniche che accendono il buio di mille colori. Come un simbolo del bisogno di “riscoprirsi” che anima il paese, tutta la comunità luciese ha vissuto l’ultimo lungo giorno dedicato alla solennità della Madonna della Neve nei luoghi reali e metaforici dell’arte e delle tradizioni, all’insegna della devozione mariana e della condivisione. Ribadendo la voglia di recuperare un senso di appartenenza negato, a volte, dalle difficoltà di un presente che sembra trascurare memoria storica e patrimonio artistico, tra abbandono e sfiducia.

Al culmine dei festeggiamenti, una partecipata processione si è snodata per le vie, addobbate da tappeti di fiori ispirati ai temi della natura e delle feste popolari, per concludersi nella piazza Duomo gremita di fedeli. Qui Mons. Calogero La Piana ha dedicato una toccante riflessione al mistero della “maternità” di Maria, dai testi evangelici alla pratica quotidiana della fede, citando Dante e invitando al coraggio di affidarsi ad essa, come individui e come comunità. Un messaggio ribadito dal vicario foraneo, don Paolo Impalà, e meditato nelle sere della Novena da centinaia di luciesi, guidati dai Missionari dello Spirito Santo presso il Santuario della Madonna della Neve.

Con la caduta di fiocchi di neve artificiali e una musica soffusa, l’ingresso nella Basilica Cattedrale del simulacro mariano ha concluso, tra gli applausi, la festa religiosa a cui il popolo luciese, da tempi remoti, è più intimamente legato.

venerdì 5 agosto 2011

Fenomeno Carta, dalla tv alla piazza

Marco Carta in concerto a S. Lucia del Mela - Foto Ercole Campanella



Il suo nome circolava già da tempo ma la certezza dell'arrivo di Marco Carta nell'estate luciese è giunta appena due giorni prima del concerto di mercoledì, confermando il gossip sull'annuale toto-cantante. E mentre su facebook impazzano i commenti di favorevoli e contrari, delusi e soddisfatti, il partito che ha avuto la meglio è stato quello delle giovanissime fans, esponenti involontarie della generazione De Filippi cresciuta a pane e reality. Incuranti di politica e cachet, le "cartine", come sono state definite, sono state le autentiche protagoniste di una serata all'insegna del pop televisivo che ha fatto, comunque, il tutto esaurito in quanto a presenze. La curiosità, infatti, certo era tanta, anche di chi avrebbe voluto un altro spettacolo, non senza qualche disappunto per le basi e l'entrata in playback. Un sociologo famoso ha parlato di passione liquida, per indicare la fragilità dei sentimenti in un'era precaria, e, forse, anche la fama è destinata a rimodellare durata e potenza, se ciò che fa delirare un certo gruppo anagrafico finisce per rimanere ignoto ad altri o indifferente ai più. Mode e tendenze si bruciano in una stagione, l'anonimato si scioglie in poche ore di show, la gavetta si fa nei salotti televisivi. Dove piccoli divi crescono, aspettando, come noi comuni mortali, di scoprire quanto durerà la celebrità. Quella di Marco Carta, reduce dalla grande palestra di mediaset e subito vincitore di Sanremo, è stata improvvisa e dirompente, esplodendo sin dove arrivano le antenne tv. Al punto che le prime fans lo hanno atteso sin dalla mattina, attrezzate di striscioni, palloncini e festoni dedicati al loro idolo: è stata così una coreografia spettacolare di luci e colori a fare da sfondo al concerto di Carta, che si è esibito di fronte ad una piazza gremita. Arrivato intorno alle 23, dopo un the caldo e vari gorgheggi, ha iniziato a prendere confidenza con l'ambiente, decidendo di concedersi ai flash delle ammiratrici e agli autografi. Quindi, quaranta minuti di musica, un rapido saluto, e via di corsa, scortato tra ali di fans scatenate.

Chiacchierando con Marco carta...

Intervista a Marco Carta - Foto Ercole Campanella




Dietro le quinte, intervista di rito:



Quando hai vinto “Amici di Maria De Filippi” avevi appena 23 anni ed eri già un personaggio televisivo amato dal pubblico; come cambia la vita di un ragazzo così giovane travolto improvvisamente dal successo?


Bisogna imparare a gestire il successo e a rimanere con i piedi per terra. Credo che ciascuno reagisca in modo diverso, dipende molto da come sei e da chi hai intorno, dalla vita che fai. Ma soprattutto dagli amici e dalla famiglia, che nel mio caso è stata fondamentale.

A proposito di amici, dentro e fuori dal piccolo schermo, come sono i rapporti con i tuoi ex compagni ed insegnanti della scuola di canale cinque?


Sono rimasto in buoni rapporti con tutti loro, insegnanti e compagni. Non lo dico per rispettare una forma ma perché è davvero così: ogni volta che torno in trasmissione mi sento a casa, anzi, sono a casa!

Se dovessi scegliere uno di loro per un duetto, chi sceglieresti?


Nessuno. Non è una questione di stima verso i miei compagni, anzi, ma penso che “Amici” non sia funzionale ad “Amici”, nel senso che poi ciascuno sceglie la propria strada, fa le proprie esperienze, si confronta con altre realtà.

E fuori dalla scuola?


È una bella domanda…direi Mario Biondi, mi piacerebbe molto duettare con lui.

La tv ti ha lanciato nel mondo della canzone e i tuoi pezzi hanno scalato le classifiche, ma se i talent show sono un trampolino e l’occasione per una grande vetrina, non credi che rischiano di condizionare troppo l’immagine di chi vi partecipa?

Il mio prezzo l’ho pagato tutto, senza sconti. Anzi, mi è toccato per primo sdoganare l’immagine del cantante che si è formato ed è diventato famoso in tv. È vero che devi affrontare e superare tutti i pregiudizi non appena esci fuori dal programma, però alla fine è il pubblico che decide e ti premia.

Oggi Marco Carta è l’idolo delle teen-agers. Ma se non avessi fatto il cantante, che cos’altro ti sarebbe piaciuto fare?

Fare il cantante è sempre stato il mio sogno…non mi sarei arreso!

E ad un giovane che tenta di intraprendere questa carriera cosa consiglieresti?

Di non arrendersi!

Progetti per il futuro?

Sto lavorando al mio nuovo disco, non c’è ancora una data di uscita ma posso dire che sono molto soddisfatto dei risultati che stanno venendo fuori.

Lavoro a parte, come passerai l’estate?


In tournè, niente vacanze quest’anno!