lunedì 27 ottobre 2008

Tante domande e nessuna certezza

Se ne parla da ieri: dando per scontato che episodi di cronaca nera fanno sicuramente più effetto delle realtà che funzionano e che si sforzano di trovare un posto, una dimensione, la forza di esistere, rimanendo meno visibili e suscitando meno curiosità, se ne parla anche perchè episodi come quello che sabato notte è stato subito da un esercizio commerciale colpiscono per la gravità e lasciano aperti interrogativi per i quali, come si dice in questi casi, non si esclude nessuna ipotesi. I fatti: quattro colpi d’arma da fuoco vengono esplosi nella notte contro la finestra di un’autocarrozzeria. Succede tra sabato e domenica, quando qualcuno, presumibilmente a bordo di un’auto, rallenta di fronte al negozio chiuso e spara i quattro colpi. Il gesto intimidatorio, compiuto contro Giuseppe Panasiti, titolare dell’autocarrozzeria “Life Motor”, avviene intorno alle 22.30. Ora in cui il tratto di strada di via Pattina, dove ha sede l’autocarrozzeria, è attraversato dal traffico delle automobili dei tanti giovani che lasciano il paese per trascorrere la serata fuori. Ma anche dalle automobili che dalla nazionale raggiungono i ristoranti luciesi solitamente affollati durante il fine settimana. Eppure, non ci sono testimoni che abbiano visto o sentito esplodere i colpi. Il primo ad accorgersi dell’accaduto, la mattina di domenica, è un abitante di via Pattina, che immediatamente avvisa il titolare. Sul luogo intervengono i carabinieri della stazione di Santa Lucia ed il nucleo operativo di Barcellona. I bozzoli hanno perforato i vetri anti-sfondamento della finestra e causato danni di lieve entità all’interno dell’edificio, dove si trovano le auto da riparare. Ma più degli effetti materiali, pesa la gravità morale del fatto, sul quale spetta adesso alle indagini fare chiarezza. Nessun episodio analogo ha infatti interessato fino a questo momento l’autocarrozzeria “Life Motor”, che Panasiti gestisce da dieci anni – prima con un socio, da tre anni a questa parte in proprio –, e che conta tre dipendenti. Una piccola impresa, insomma, inserita in un tessuto economico cittadino di medie dimensioni, che si è svegliato domenica scosso da un gesto al quale non è stata data ancora nessuna spiegazione. Solidarietà è stata espressa al titolare dal sindaco Campo e dall’amministrazione, ma anche dai comuni cittadini, che auspicano un’azione investigativa in grado di far luce efficacemente sulle ragioni dell’episodio intimidatorio. E che si chiedono come interpretarlo. Per dirla giornalisticamente, non si esclude nessuna pista.

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