venerdì 7 agosto 2015

L'iconografia della Madonna della Neve di Santa Lucia del Mela

Un altro tassello è stato messo a favore di un risveglio culturale per un paese a vocazione turistica come Santa Lucia del Mela. Un opera che sinceramente mancava nella bibliografia ufficiale che parla del paese e dei tesori che custodisce. A realizzarla è stato l'assessore ai beni culturali dott. Rosario Torre che realizza a questa proposito una pubblicazione sulla Madonna della Neve, uno dei capolavori della scultura rinascimentale italiana che nel 1529 fu realizzata da Antonello Gagini. 
Questo libro altro non è che una raccolta di santini, cartoline, disegni, foto e tele che, nel corso degli anni hanno diversamente raffigurato la tanto venerata Madonna della Neve.
A queste si accompagna anche un breve testo che ripercorre la storia di questa opera d'arte, dalla commissione del simulacro in marmo bianco di Carrara avvenuto nel giugno del 1526 dai luciesi Pietro D'amico e Leonardo d'Alberto all’arrivo della statua a Santa Lucia del Mela che con solenne processione fu accompagnata nella chiesetta sita in contrada S. Giuseppe dove fu custodita per diverso tempo, e da lì fino ad arrivare ai giorni nostri.
Importante ricordare che nonostante i due Santi protettori del nostro paese siano i martiri Santa Lucia vergine siracusana e San Biagio vescovo di Sebaste la devozione alla Madonna della Neve è stata da sempre molto radicata. 
Anche per questo che molti luciesi emigrati, che lasciando il paese natio hanno portato nei loro cuori questa devozione e ancora oggi tornano in paese ai primi di agosto per poter partecipare ai festeggiamenti in suo onore.
Nel corso dei secoli oltre ai luciesi che hanno conservato questo culto con grande venerazione ci fu anche un importante vescovo che era molto devoto alla Madonna della Neve: Mons. Antonio Franco (1517-1626), oggi Beato. 
Questo viene documentato da alcuni testi dello scorso secolo, di cui riportiamo uno stralcio:
"A circa un chilometro dal centro, in contrada S. Giuseppe, 
c’era una chiesetta dedicata a S. Maria de Cellis, 
che già nel 1403 figurava di un regio patronato. 
Il servo di Dio amava recarvisi spesso per alimentare la sua pietà mariana; 
estatico, contemplava a lungo la statua marmorea della Madonna della Neve 
e con schietto entusiasmo esclamava: 
se è così bella al nostro occhio, che sarà vedere l’originale in Paradiso? 
Se è così vaga la figura, quanto più bello sarà il figurato?"



FONTI BIBLIOGRAFICHE CITAZIONE: “Messagero di bene” di Salvatore Cambria (1977)