mercoledì 24 febbraio 2016

Mirabile, verso l'uscita dalla maggioranza?

La consigliera comunale Maria Catena Mirabile,
che ha rifiutato la nomina ad assessore

Quello che era vero ieri, potrebbe non esserlo domani. Nella vita, certo, che ci sorprende con svolte impreviste; in amore, poiché il cuore ha più stanze di un casino, come dice Garcia Marquez; in politica - con molta meno poesia -, dove gli accordi, le promesse, le decisioni seguono il vento dell’opportunità, inseguono le sirene del consenso e durano il tempo di un applauso.
Tutto questo, è evidente, vale nella politica nazionale – rissosa, scadente, volgare –, piena di voltafaccia, inganni e bugie sulla pelle del cittadino, manovrata da una classe di uomini e donne spesso senza qualità, improvvisati, privi di cultura e competenze specifiche ma con le amicizie giuste, il cognome giusto, il pacchetto di voti giusto (quelli che sono stati votati, quantomeno; altri non sono neppure stati eletti eppure ci governano). Scendendo man mano ai piani inferiori di questa pesante macchina burocratico-amministrativa, arriviamo ai Comuni, da quelli di grandi estensioni e altrettanto grandi giri d’affari a quelli più piccoli, dove tanta buona volontà consente di fronteggiare i soldi che non bastano nelle casse pubbliche, i disagi quotidiani, i muri che si alzano.
I muri, tuttavia, possono diventare barricate e spaccare dall’interno gli stessi gruppi che arrivano ad amministrare, ma anche quelli antagonisti, dividere e interrompere i progetti condivisi. Sì, perché quello che era vero ieri, potrebbe non esserlo domani. E così è accaduto, sotto i nostri occhi di cittadini, al gruppo “Liberi e Protagonisti”, attraversato da crepe destinate a minare la solidità di un gruppo premiato nel 2013 da una pioggia di preferenze. E così, accade che la Giunta comunale perde un pezzo, e chi era vicesindaco ieri adesso è fuori dai giochi. Ma accade anche, come già avvenuto nella prima amministrazione, che la maggioranza consiliare si spacchi, e che si alzi la protesta di chi pretende il rispetto dei patti.
A stimolare queste riflessioni, il fatto che, confermando tutti i pronostici, alla fine è arrivato il rifiuto di Maria Catena Mirabile, attualmente consigliera comunale prima degli eletti nella lista “Liberi e Protagonisti”, di entrare in Giunta al posto di Angelo Letizia. Come forse si aspettavano i suoi stessi compagni di viaggio, proprio stamattina, con una nota inviata al sindaco Nino Campo, Mirabile ha formalmente rinunciato alla nomina di assessore, decidendo quindi di restare in Consiglio e rifiutando le deleghe dell’ex assessore Angelo Letizia, estromesso dalla Giunta contestualmente alla nomina della consigliera (entrambi gli atti, che spettano al sindaco e a lui solo, datano 19 febbraio). Mirabile dunque resta in Consiglio, sì, ma a quali condizioni?
A motivare il rifiuto della nomina assessoriale da parte di Mirabile, il fatto che la chiamata in Giunta «appare inequivocabilmente una sorta di “contentino” per mantenere gli equilibri politici», come lei stessa scrive, e conferma «la volontà di venir meno agli impegni assunti pubblicamente» subito dopo le elezioni del 2013, durante l’insediamento del Consiglio comunale. In quella occasione, come vi abbiamo raccontato, alla consigliera era stata promessa la presidenza del Consiglio, andata ad Emanuele Impalà, che dopo due anni e mezzo avrebbe dovuto dimettersi per cederle la poltrona. L’accordo, finora disatteso, rischia adesso di causare una frattura nel gruppo “Liberi e Protagonisti”, che non si è ancora espresso con una dichiarazione ufficiale.
Durante la prossima seduta di Consiglio, infatti, Mirabile ha intenzione di chiedere espressamente le dimissioni di Impalà dal ruolo di presidente e, se questo non avverrà, non esclude un’uscita dalla maggioranza. D’altra parte, Emanuele Impalà si mantiene cauto sulle scelte future, affermando di dover rispondere non solo all’impegno assunto con Mirabile ma anche alla volontà dell’intero gruppo, che potrebbe compattarsi per isolare Mirabile oppure spaccarsi, com’è più probabile. Tanto più che la poltrona di assessore fa gola anche a molti degli attuali consiglieri, sia ai più giovani, sia a quelli di lungo corso, sebbene nessuno, in questa prima parte del secondo mandato Campo, si sia distinto più di altri per particolari meriti politici, tanto da poter dire «Tocca a me!», come forse i più “navigati”, per “diritto di anzianità” (ma ha senso?) avrebbero voglia di fare.

Ma la ricerca del quarto assessore, sia che avvenga all’interno del gruppo sia che avvenga all’esterno, non è imminente, secondo quanto dichiara Nino Campo, che a questo punto avrà al suo fianco solo Elisabetta Lombardo, Rosario Torre e Santino Pandolfo. Una richiesta di chiarezza, intanto, arriva dal gruppo antagonista, “La Città che Vorrei”, che aspetta il prossimo Consiglio comunale per pronunciarsi sulle vicende di questi giorni con un comunicato ufficiale. Tutto questo, mentre vecchie conoscenze della politica luciese scalpitano e tentano di cercare un nuovo posto al sole, forse dimenticando i continui cambi di casacca, sotto le bandiere del partito che tira di più. (KT)