Le origini del culto
Quando
negli anni '70 dalla chiesa SS. Annunziata venne trafugata la tavola bizantina
della Madonna delle Grazie, quest’opera venne immediatamente rimossa dalla
chiesetta che la custodiva e trasportata al Palazzo Vescovile, per poi essere
sostituita (un trentennio dopo) da una copia che attualmente permette ai
visitatori di ammirare il capolavoro. Questo tempestivo trasferimento salvò
l’opera poiché pochi giorni dopo i ladri forzarono l’ingresso della chiesa e non
trovando la preziosa opera rubarono uno dei due simulacri in cera della Madonna
Bambina, quello leggermente più grande che veniva portato in processione. Dopo
questo fatto sacrilego venne acquistato un simulacro di Maria fanciulla, che sostituisse
quello trafugato, anche se recentemente è stata creata una teca che consente di
portare in processione il più antico simulacro in cera (XVII
secolo).
Fino
a qualche decennio fa era tradizione la vigilia della festa fare l’albero della
cuccagna, conosciuto col nome “ a 'ntinna ”, cioè un lungo palo di
legno, spalmato di sostanze scivolose per rendere più difficile la salita, sulla cui cima veniva
messo un cerchio di botte con “i premi” appesi, che per di più consistevano
in beni alimentari. Il gioco consisteva nell’arrampicarsi a mani nude fino alla
cima per raccogliere il maggior numero
di premi.
Caratteristiche architettoniche
Santo Arizzi - L'edificio di culto ha una pianta a navata unica con altare
centrale nella parete absidale di epoca barocca; la tipologia architettonica,
dalle caratteristiche sopraccitate, ci riconduce alle altre chiese presenti
nella cittadina, come ad esempio il Santuario della Madonna della Neve, dove
anche in questo caso troviamo un altare in stucco con colonne tortili e con chiari
riferimenti barocchi inserito in un edificio con pianta a navata unica; le
caratteristiche colonne barocche dell’altare di Santa Maria, sono ancora più
somiglianti delle precedenti, nell’altare del Sacramento posto nell’abside
sinistra della Chiesa dell’Annunziata, dove in questo caso le troviamo
scanalate come in quelle dell’altare in esame. altri riferimenti li troviamo
nell’atrio con portale d’ingresso arricchito dal campanile a tre cuspidi
dell’ex chiesa di San Michele, la quali caratteristiche ci ricordano molto alla
soluzione architettonica riscontrata nella porta d’accesso all’atrio della
chiesa.
Santo Arizzi - Nonostante il periodo di decadenza degli anni passati, oggi
l’edificio appare agli occhi di colui che si presta a visitarlo, sotto una
nuova veste che apparentemente dà un’idea artefatta di edificio riqualificato.
In realtà, a parte l’ottima riuscita della copertura in legno a capriate di
recente realizzazione, la superficie delle pareti risulta totalmente
rimaneggiate e ricoperta da molteplici interventi di tinteggiatura, che
purtroppo non hanno risparmiato neanche le superfici in stucco riscontrate
sull’altare maggiore con le caratteristiche colonne tortili in stile corinzio e
nelle 4 cornici poste al suo fianco. È
probabile che proprio in quest’ultime cornici e forse anche in altre aree delle
pareti si trovassero anticamente delle decorazioni ad affresco probabilmente
anch’essi risalenti al XVII secolo. Anche l’altare ovviamente oggi non ci
appare con i suoi colori originali, in quanto completamente ricoperto da un
massiccio strato di ridipinture.
Fra gli ultimi interventi, va sicuramente annoverata la
riuscita riqualificazione dell’atrio antistante la chiesa, luogo completamente
ricoperto da un nuovo pavimento a
“Giacato” (antica tecnica di pavimentazione del manto stradale ottenuta tramite
l’ausilio e l’accostamento di ciottoli di fiume di varia policromia), provvedendo
puntualmente alla realizzazione della rampe d’accesso per i disabili, in sostituzione
dei vecchi gradini. Interessante anche la soluzione dell’area dell’altare all’aperto, la
valorizzazione del pozzo e la suggestiva
illuminazione della facciata della chiesa e di tutto lo spazio antistante.
Anche la facciata appare notevolmente rimaneggiata: l’ultimo
e recentissimo intervento di “restauro” l’ha resa orfana del suo antico portale
d’accesso e del campanile a due cuspidi situato sopra la finestra, provvedendo
alla sostituzione delle parti con nuove soluzioni architettoniche. Il semplice
portale è stato infatti sostituito da un
altro con arco a sesto acuto di stile medievale, mentre Il campanile, che si trovava originariamente
in cima alla facciata, è stato abbattuto per dare spazio ad una croce in ferro.
Unico elemento superstite per fortuna a recenti manomissioni
è la tavola della Natività, tra l’altro uno dei dipinti più antichi presenti a
Santa Lucia del Mela. L’opera, non è l’unica nel comune ad essere attribuita
alla scuola di Polidoro da Caravaggio; ne troviamo un altro esempio nella
tavola della “Presentazione al Tempio” posta nell’altare destro del transetto
della chiesa della Vergine Annunziata.