Culminano oggi i festeggiamenti in onore di mons. Antonio Franco, morto in odore di santità il 2 settembre 1626, il cui corpo giace incorrotto nella Basilica Cattedrale dove, da quattro secoli, è continua meta di devoti. Napoletano d’origine, cappellano reale presso la corte di re Filippo III a Madrid, fu designato nel 1616 Cappellano Maggiore del Regno di Sicilia, al cui ufficio era connesso anche quello di Abate e Prelato ordinario della Prelatura Nullius di Santa Lucia del Mela. Fece qui il suo ingresso un anno dopo, confermato dalla Santa Sede cui la Prelatura Nullius era soggetta sin dalla sua istituzione da parte di Federico II, nel 1206.
L’intensa attività pastorale, lo spirito di penitenza e profonda umiltà, le opere di carità a favore dei poveri sono alcune delle “virtù eroiche” in attesa di essere ufficialmente riconosciute dalla Chiesa. È stata infatti tentata, sin dalla morte del “Servo di Dio”, la causa di beatificazione e canonizzazione che oggi, dopo ben sette interruzioni e riaperture nel corso del tempo, sembra giunta all’epilogo positivo.
In seguito alla ventennale Inchiesta Diocesana di Messina, alla pubblicazione della cosiddetta “Positio” – un documento sulla vita, le virtù, la fama di santità – e al parere favorevole della Commissione dei Teologi, si attende solo il voto del Collegio Cardinalizio e, quindi, l’emissione della Bolla Papale che darà i crismi dell’ufficialità al titolo di “Beato” che mons. Franco ha acquisito presso il popolo. L’ultimo atto propedeutico è il pronunciamento della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi su una guarigione miracolosa già riconosciuta dalla Chiesa a livello diocesano.
In onore di mons. Franco, è stato percorso dai fedeli per il quarto anno consecutivo il pellegrinaggio penitenziale con destinazione Contrada San Giuseppe dove, come rivelano resti archeologici e fonti documentali, esistevano un convento e una chiesa visitata con frequenza dal Prelato per chiedere grazie in favore del popolo luciese.
In onore di mons. Franco, è stato percorso dai fedeli per il quarto anno consecutivo il pellegrinaggio penitenziale con destinazione Contrada San Giuseppe dove, come rivelano resti archeologici e fonti documentali, esistevano un convento e una chiesa visitata con frequenza dal Prelato per chiedere grazie in favore del popolo luciese.
Si è tenuto stamattina il tradizionale giro votivo offerto dalla Banda musicale “Michele Randisi” in ricordo della grazia ricevuta dai suoi componenti all’inizio del secolo scorso, mentre nel pomeriggio è in programma la processione penitenziale e, in serata, l’offerta simbolica del basilico benedetto con i fuochi artificiali. Giornate di preghiere e commemorazioni sono state organizzate dal parroco, mons. Raffaele Insana, e dal comitato festeggiamenti presieduto dal rag. Pasquale Calderone.
A conferma della devozione diffusa in tutti i comuni limitrofi, tra le novità di quest’anno il primo giro ciclistico nel territorio dell’antica Prelatura Nullius con tappa a San Filippo del Mela dove è stata intitolata a mons. Franco una via e posta un’icona nel punto che ricorda il “miracolo della sorgente”.
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