domenica 28 agosto 2016

Campo Scuola di Studi sulle Mummie, photogallery





















La Cripta dei Cappuccini luciese sede di una scuola estiva internazionale
Si è concluso il primo campo scuola internazionale di studi sulle mummie, presentato a fine luglio nel corso di una cerimonia inaugurale nella Basilica Concattedrale luciese, alla presenza degli studenti americani che, per due settimane, hanno studiato i reperti conservati nella Cripta del convento dei Cappuccini e partecipato alla vita culturale luciese. Un corso di alta formazione fondato su un approccio interdisciplinare, come ha spiegato il suo ideatore, il paleoantropologo messinese Dario Piombino Mascali, che ha consentito di coniugare i saperi scientifici e quelli umanistici, proponendo una modalità inedita di studio e indagine su questi preziosi restiIl ruolo lungimirante della Sicilia nella tutela dell’ingente patrimonio mummiologico regionale, per il quale è stato creato uno specifico Ispettorato, è stato più volte ribadito dallo studioso, che, insieme allo scienziato forense Karl Reinhard, docente dell’Università del Nebraska, si è soffermato sulle caratteristiche della scuola: a tenere le lezioni è stata un’equipe internazionale, che ha studiato le interazioni tra uomo, ambiente e malattie a partire dall’analisi dei corpi mummificati, attraverso i quali è possibile risalire alle arcaiche pratiche funerarie connesse al culto dei morti. Le lezioni si sono tenute nella Cripta, che costituisce un vero e proprio scrigno di beni storici e biologici: i resti umani, visibili in teche, nicchie e casse, appartengono a laici ed ecclesiastici di ogni età e di ambo i sessi, e spesso indossano ancora abiti e artefatti dell’epoca, utili ad attestarne l’uso sino all’Ottocento. 

I beni culturali, un tesoro in cerca di valorizzazione
Sull’importanza di valorizzare cultura, scienza e turismo in una prospettiva integrata di sistema, secondo il modello che la scuola propone, si è concentrato durante la cerimonia di apertura l’assessore regionale ai Beni Culturali Carlo Vermiglio, che, dopo i saluti istituzionali del sindaco Antonino Campo e dell’assessore Rosario Torre, ha lanciato l’invito a creare sinergie tra pubblico e privato, considerando anche l’entità dei tagli agli investimenti destinati al settore: «In Sicilia abbiamo un patrimonio culturale senza pari in nessuna parte del mondo, sia per bellezza che per concentrazione, che siamo bravi a tutelare - ha esordito Vermiglio -, ma per valorizzarlo bisogna rimboccarsi le maniche e interpellare tutti i soggetti che hanno interesse ad investire nei beni culturali, anche per rilanciare l’economia»Ma se a Santa Lucia del Mela i beni culturali non godono di buona salute, attorno a noi ci sono molti esempi virtuosi di gestione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico: l'ultimo caso è quello di Novara di Sicilia, dove Comune e Arcipretura, con il sostegno dei cittadini, hanno lanciato una raccolta fondi per salvare le mummie della Cripta della chiesa madre, restaurata alcuni anni fa, del deperimento.  

Le mummie siciliane 
Sebbene siano le più note, anche per le suggestioni letterarie e il richiamo turistico che le accompagna, le Catacombe di Palermo, con un tesoro monumentalizzato di oltre 1.800 mummie, rappresentano un caso eccezionale nel patrimonio culturale siciliano. Più diversificati i siti della nostra provincia, dove emergono Savoca, con la sua cripta restaurata recentemente grazie all’intervento dell’antropologo messinese Sergio Todesco, in seguito alla vandalizzazione subita dalle mummie negli anni ’80; Piraino, che custodisce un patrimonio bio-archeologico prezioso dal punto di vista scientifico per il tipo di ricerche condotte sino ad oggi; la Cripta dei Cappuccini a Santa Lucia del Mela, rilevante per il numero di mummie presenti in essa, sede  quest’anno del primo Campo Scuola di Studi sulle Mummie; Novara, nota anche per la preminenza architettonica della Cripta della chiesa madre, con le nicchie in pietra scolpita. Si segnalano infine anche i siti di Pettineo e Militello Rosmarino, che versano purtroppo in condizioni precarie.

Foto: Franco Trifirò
Testo: Katia Trifirò