domenica 17 settembre 2017

Migranti al Castello di Santa Lucia

30 PERSONE

È arrivato in due riprese, nella tarda sera e nella notte di giovedì, l’ultimo gruppo di migranti accolto nella comunità luciese che, dopo gli arrivi di metà agosto nei locali della casa di riposo “Calderonio”, apre di nuovo le porte a uomini, donne e bambini provenienti dal continente africano. La struttura che li ospita è il Seminario Vescovile situato dentro le mura del Castello arabo-svevo-aragonese, destinato a questo scopo direttamente dall’Arcivescovo di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela, mons. Giovanni Accolla. Si tratta di 30 persone, composte da 4 nuclei familiari, 22 uomini, 4 donne, un bambino. Ma già sabato sono partite 3 donne, inviate dalla Prefettura a Giardini Naxos, e, data la fluidità della situazione, da qui ai prossimi mesi la densità del gruppo potrebbe variare ancora sino ad attestarsi sulle 25 presenze. Il gruppo più numeroso viene dalla Nigeria, altri arrivano dalla Costa d’Avorio, dal Camerun, dal Mali. Tra di loro ci sono sia cristiani che musulmani. 14 uomini sono stati indirizzati a Santa Lucia del Mela dalla caserma “Gasparro” di Messina, la restante metà del gruppo da uno sbarco avvenuto giovedì a Siracusa. Sulla permanenza al Seminario, sono arrivate le rassicurazioni relative al rispetto della sacralità del luogo e alle condizioni di salute degli ospiti, che sono stati sottoposti ai controlli medici. 

LA SCELTA DEL SEMINARIO

«La scelta di ospitare qui i migranti, per un periodo limitato di pochi mesi, è l’esito di un percorso che parte da lontano – spiega padre Dario Mostaccio, economo del Seminario retto da mons. Cesare Di Pietro e incaricato da mons. Accolla all’accoglienza in questa struttura. – Abbiamo messo a disposizione della Prefettura il Seminario per rispondere ad una emergenza, nell’attesa che siano pronte le altre strutture individuate dall’Arcidiocesi per l’accoglienza, secondo un principio umanitario ribadito anche da Papa Francesco». All’Arcidiocesi resterà, in forma di rimborso, una parte dei fondi stanziati per ciascun migrante, che saranno utilizzati per le spese manutentive. Tutti gli appuntamenti religiosi programmati settimanalmente nel Santuario della Madonna della Neve, adiacente al Seminario, tra cui le funzioni liturgiche, saranno garantiti.

LA GESTIONE

Ad occuparsi del gruppo di extracomunitari è la società “Lighthouse s.r.l.” di Messina, presieduta dall’ing. Damiano Catania, che a Santa Lucia del Mela gestisce in parte anche i migranti ospitati all’istituto “Calderonio”. In quest’ultimo caso, la gestione si limita alla fornitura di tre figure professionali (avvocato, mediatore culturale, assistente sociale) e al supporto logistico – il resto del servizio è espletato dal personale dell’ex Ipab con l’ausilio del Comune, –  mentre per il gruppo arrivato al Seminario gli operatori della società sono a lavoro 24 ore su 24, come garantisce il presidente Catania. I migranti hanno a disposizione un intero piano della struttura, che arriva a contenere 50 posti letto, oltre che gli spazi comuni; l’ultimo piano resta libero per le altre esigenze del Seminario, che abitualmente, soprattutto nei mesi estivi, viene utilizzato per raduni spirituali e per la permanenza di sacerdoti o gruppi di preghiera. I pasti vengono forniti tramite un servizio catering affidato ad una attività di San Filippo del Mela con l’obiettivo, spiega Catania, di favorire una ricaduta occupazionale sul territorio della Valle del Mela. Non mancano poi gli appelli alle risorse del volontariato. «Abbiamo previsto la programmazione di attività utili all’integrazione, come il corso di lingua italiana – aggiunge il presidente di “Lighthouse”. – Inoltre, i ragazzi si occuperanno di curare il verde pubblico che circonda la struttura, anche per offrire un servizio in forma di supporto alla comunità». 


LE POLEMICHE

Per quanto riguarda le prese di posizione politiche, il sindaco Antonino Campo è fortemente polemico sulla scelta del luogo simbolo di Santa Lucia del Mela come sede di accoglienza dei 30 richiedenti asilo. Inevitabili, come nel caso degli arrivi di metà agosto al "Calderonio", anche le critiche piovute - soprattutto sui social - da parte dei comuni cittadini, che non sono stati messi al corrente degli arrivi e che contestano l’opportunità di aprire ai migranti le porte di un bene culturale, giacché il Seminario si trova dentro le mura del Castello federiciano, adiacente al Santuario della Madonna della Neve. «Non è il posto idoneo, sia perché il Castello è una delle principali attrazioni turistiche luciesi sia perché rappresenta il legame tra la comunità e il culto mariano», dichiara Campo prendendo le distanze da una scelta che non sarebbe stata concertata con l’amministrazione comunale. «Sono stato informato dalla Prefettura dell’arrivo dei migranti solo nei giorni scorsi, dopo che la decisione era stata presa, e ho manifestato sin dall’inizio la mia contrarietà, anche perché abbiamo già accolto un gruppo di famiglie e bambini nei locali dell’istituto “Calderonio”. La posizione dell’amministrazione comunale è chiara: siamo per l’accoglienza e lo abbiamo dimostrato con i primi 16 migranti ospitati, ma arrivare a quasi 50 presenze significa rendere più difficile la gestione, anche dal punto di vista dell’ordine pubblico». Sulla mancata informazione da parte dell'amministrazione comunale interviene intanto il capogruppo dei consiglieri comunali di minoranza Pietro Cannuni, che scrive stamattina: «Per la cronaca, ad oggi, noi (parlo del gruppo di minoranza) sappiamo di questa vicenda solo ed esclusivamente quanto riportato dagli organi di stampa e riteniamo che non sia la giusta prassi».


L'ASSEMBLEA PUBBLICA

Martedì prossimo il sindaco è stato convocato dal Prefetto a Messina in una riunione di coordinamento con le forze di polizia mentre il giorno dopo, alle 19, in aula consiliare, incontrerà i cittadini per una assemblea pubblica, destinata ad informare sulle modalità degli arrivi al "Calderonio" e al Seminario. Prima della riunione in Prefettura, il sindaco parteciperà ad un incontro con i consiglieri comunali, sollecitato da Cannuni, per assumere una posizione univoca sulla questione. L’esito, nelle intenzioni del presidente del civico consesso Emanuele Impalà, sarà un documento condiviso, con un successivo passaggio in aula. «Gli ultimi arrivi al Seminario sono frutto di una decisione unidirezionale, rispetto alla quale abbiamo manifestato completa contrarietà sin da quando la Prefettura ci ha avvisato – ribadisce il sindaco. – Come Comune non abbiamo mai partecipato ai bandi Sprar e chiediamo che, se si presenteranno altre emergenze, i richiedenti asilo vengano destinati alle città che non li hanno ancora accolti, al contrario di quanto avvenuto a Santa Lucia».

(Katia Trifirò)


Il cortile del Castello, sui cui si affacciano Seminario e Santuario