Sembra essere giunto ad una svolta decisiva il processo di beatificazione e canonizzazione del “Servo di Dio” mons. Antonio Franco, il Pastore della Prelatura Nullius di Santa Lucia del Mela morto il 2 settembre 1626 “in odore di santità”.
Il suo corpo incorrotto è venerato da quasi quattro secoli nella Basilica Cattedrale, meta continua di tanti fedeli che già lo chiamano “beato”, nonostante la Causa di beatificazione, tentata per ben sette volte in passato, sia ancora in corso. L’ultima novità, che segna una tappa fondamentale nei lunghi anni del processo, è il parere positivo espresso da parte della Commissione Storica sulla cosiddetta “Positio”. Si tratta di un corposo documento di 348 pagine sulla vita e le virtù eroiche di Antonio Franco e rappresenta una ricostruzione, condotta su basi storiche e documentali, di tutta la vicenda personale del Prelato, considerato una sorta di protettore dai luciesi per le testimonianze di miracoli di guarigione, protezione, aiuti di ogni genere praticati anche in vita.
“L’approvazione data dalla Commissione Storica, insediata dal Vaticano per valutare ed esprimere il parere di ammissibilità sotto l’aspetto storico, avvicina di molto la prospettiva della tanto attesa beatificazione” commenta il parroco della Cattedrale luciese, mons. Raffaele Insana. “Il prossimo passo è la nomina di una Commissione di Teologi cui spetterà un’altra imprescindibile valutazione”. Infine, per la beatificazione è necessario il riconoscimento di un miracolo: sarà vagliato il caso di guarigione di una luciese.
La “Positio Historica” è stata predisposta dal Postulatore della Causa, mons. Avv. Luigi Porsi, a dimostrazione delle virtù eroiche di Antonio Franco, ed è stata autorizzata dal Relatore Vaticano per la Causa, mons. Daniel Ols. Mons. Il documento è stato presentato formalmente alla comunità nel corso del convegno organizzato giorno 25 aprile alle 17.30 presso la Basilica Cattedrale di Santa Lucia del Mela. Al convegno, dedicato alla Vita e le Opere di mons. Antonio Franco e alla Causa per la sua beatificazione, ha relazionato il Postulatore, mons. Luigi Porsi, ed è stato presente l’arcivescovo di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela Calogero La Piana.
Porsi ha accennato alle difficoltà nella raccolta dei dati biografici e a tutti i documenti consultati per ricostruire le virtù eroiche del suo mistero prelatizio, tra cui lettere, atti dei sinodi organizzati annualmente, annotazioni sulle visite effettuate e sulle consulte ricevute. "Antonio Franco si era promesso di imitare San Carlo Borromeo come modello di pastore" ha detto Porsi. "L'impegno nel vivere il servizio pastorale, lo spirito di penitenza, il legame speciale con la comunità luciese, ne fanno una figura vicinissima a noi".
Le fonti documentali-storiche e le biografie descivono mons. Franco con tutti i crismi di una “santità eccellente”, che nonostante non abbia ancora ricevuto il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa, ne fa uno dei protettori della comunità luciese. Gli stessi luciesi si impegnano da anni per contribuire, anche tramite donazioni finanziarie, alle lunghe e difficili fasi della causa di beatificazione.
"Un grazie particolare va all'ambasciatore di origini luciesi Francesco Paolo Fulci", ha detto il Postulatore, "questa comunità deve essere orgogliosa di avere avuto un pastore come mons. Franco, che non solo ha esercitato sui fedeli l'influsso del proprio spirito schiettamente religioso ma è stato anche una guida, grazie alle funzioni amministrative e penali svolte".
La Piana ha sottolineato che la Positio rappresenta "un passo importante per il riconoscimento della testimonianza di santità di Antonio Franco". Mons. Insana ha concluso il convegno ringraziando i fedeli per il sostegno alla causa e invitandoli ad andare avanti, "con forza, coraggio, certezza".
La figura di mons. Antonio Franco, nato da una nobile famiglia napoletana ma vissuto nella più completa povertà e dedizione al prossimo, è venerata in tutto il comprensorio e anche dalle comunità luciesi residenti all’estero. Il processo di beatificazione, oltre alla Prelatura di Santa Lucia del Mela, coinvolge l’Arcidiocesi di Napoli, che gli diede i natali, la Diocesi di Aversa, nella quale fu beneficiato, l’Arcidiocesi di Madrid, dove fu Cappellano reale, e infine la Diocesi di Roma, dove visse per un anno da chierico e da Prelato eletto.
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