lunedì 10 dicembre 2007

Il Dalai Lama in Italia: le lezioni di non violenza e i timori dei politici italiani

Il leader spirituale e politico del Tibet dopo il Canada e il Giappone visita il nostro paese, tenendo conferenze sulla pace interiore e la non violenza in varie città italiane (Milano, Udine, Roma e Torino). Il Dalai Lama gira il mondo dal 1959, quando fu costretto all'esilio dopo una rivolta fallita contro l'occupazione cinese che sta cercando di cancellare l'identità tibetana. Si è stabilito a Dharamsala, in India, dando vita ad un governo provvisorio, mentre i cinesi, che hanno occupato il Tibet nel 1950, lavorano per far sparire dalla terra il popolo tibetano.

L'ambasciatore cinese in Italia, prima del suo arrivo, ha detto: "Nessuno incontri il Dalai Lama". Il sindaco di Milano Moratti lo incontrerà insieme ad altre persone, come per caso (c'è in gioco tra l'altro il voto cinese per l'assegnazione a Milano dell'Expo 2015). L'incontro con Veltroni non è previsto. La Regione Piemonte ha votato all'unanimità per incontrarlo, ma si teme quanto accaduto alla cancelliera tedesca Merkel, che ha sfidato Pechino ricevendolo in pompa magna e si è vista cancellare per rappresaglia qualche miliardo di euro di commesse. A Bush è successo lo stesso. Prodi ha fatto sapere che non sono previsti incontri, idem il Papa.



"E' la mancanza di informazione la fonte del fondamentalismo: chi segue una religione non sa nulla delle altre. Per questo occorre il dialogo tra le fedi" Dalai Lama

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