Vorrei segnalare una bella iniziativa, che ha coinvolto quest'estate un gruppo di giovani luciesi e che potrebbe diventare un progetto da realizzarsi annualmente.
Si tratta di una missione di solidarietà, che ha avuto come destinazione il Messico.Tre settimane gomito a gomito con gli abitanti dei villaggi messicani. Respirando la stessa precarietà di condizioni, ma imparando anche una grande lezione di vita.
Una sfida, che quattro ragazzi hanno affrontato, rinunciando alle vacanze per portare un aiuto nella vita di una popolazione sfortunata, adattandosi a vivere in situazioni difficili.
L’iniziativa è partita dai tre padri missionari arrivati dal Messico a S. Lucia per animare la vita religiosa del Santuario della Madonna della Neve. Jesus, Lino e Miguel, questi i loro nomi, hanno preparato a lungo i ragazzi coinvolti nel progetto, con un corso di spagnolo e giornate di formazione. “Ci siamo confrontati con tradizioni e abitudini diverse dalle nostre, donando il nostro contributo e vievndo un’importante esperienza che ci ha insegnato molto” racconta Giusy Nicuro, che ha partecipato alla missione insieme a Maria Catena Mirabile, Elisa Siracusa e Adriano Bombara.
I ragazzi sono stati accolti da una comunità cristiana di Matehuala, città a sette ore di autobus da Città del Messico. Qui hanno ricevuto ospitalità nei villaggi della zona, condividendo con gli abitanti la scarsità dell’acqua, la povertà del cibo, il clima desertico. Hanno dormito nelle loro case, pranzato alla loro mensa, con quella cucina che generosamente è stata offerta loro: fagioli, tortillas, riso, pollo, che qualche famiglia riesce a permettersi.
“Abbiamo scoperto anche un grande senso di ospitalità e tanto bisogno d’affetto, soprattutto da parte dei bambini, che in molti casi sono abbandonati a loro stessi” dice Giusy. Il progetto, che ha coinvolto anche una ventina di ragazzi provenienti da Milano, prevedeva la divisione di tutti i partecipanti in gruppi di lavoro, in base alle competenze da mettere al servizio della popolazione locale. La giornata tipo iniziava la mattina presto, con lavori manuali e momenti di animazione per i bambini e per i più grandi. Lo scopo della missione era quello di aiutare la gente del posto nelle attività di ogni giorno e realizzare progetti più ambiziosi, come il completamento di una clinica e di una cappella.
Il gruppo di giovani luciesi è stato accompagnato da Padre Lino, tornato in Messico per la prima volta dopo tanti anni trascorsi in Italia: “il mio compito – dice – era quello di mediare tra due culture diverse. La cosa più bella è stata scoprire che il linguaggio della solidarietà supera tutte le differenze”. Il progetto prevede anche altri impegni, come spiega padre Lino: “continueremo a seguire da qui la popolazione. Ma soprattutto coinvolgeremo i giovani luciesi per organizzare altre missioni, non solo in Messico”.
Sognare è possibile. Queso il messaggio che padre Lino vuole lanciare alla comunità luciese, ai giovani in particolare: "quando ho proposto questa esperienza - dice - pensavamo che sarebbe stato impossibile realizzarla. Troppe difficoltà, quasi non ci credevamo". E invece...è stata una scommessa vinta, e vinta alla grande.
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