Filippo Alibrando - Un input per crescere, un ulteriore tassello di memoria, una storia che non si perderà col trascorrere inesorabile del tempo: la Borsa di Studio col nome di Lorena Mangano passa da promessa a pura realtà.
La lodevole iniziativa origina dalla proposta effettuata dall’associazione “Donare è vita - Corrado Lazzara Onlus” che ha trovato, come concreti interlocutori, l’Università degli Studi di Messina e l’Ente Regionale per lo Studio Universitario (E.R.S.U. Messina), organismi uniti dalla voglia di lasciare un segno tangibile che richiami la triste vicenda di Lorena. La cerimonia di ufficializzazione, alla presenza dell’ex Rettore Unime prof. Pietro Navarra e del presidente di Ersu Messina dott. Fabio D’Amore, avrà luogo Lunedì 26 Febbraio 2018 presso la sede ERSU di Via Ghibellina - Messina, alle ore 20:30. Durante l’incontro verranno illustrati i dettagli riguardanti la partecipazione al concorso per poter vincere la suddetta borsa.
Come si ricorderà, la storia in questione fu al centro del dibattito sociale e mediatico per molto tempo, considerata la gravità dell’accaduto. Un episodio che contempla elementi quali l’alta velocità, la guida in stato di ebbrezza, persino l’omissione di soccorso: fattori che distrussero la vita di Lorena in un’anormale notte d’estate.
Era la notte del 26 Giugno 2016 quando, sulla centralissima Via Garibaldi di Messina, Lorena fu vittima incolpevole di una tanto assurda quanto incosciente competizione stradale ad opera di due giovani messinesi. Dopo due giorni di agonia su un letto di Rianimazione del Policlinico di Messina, Lorena non ce l’ha fatta, lasciando familiari ed amici a soli 23 anni. Alla luce dell’allora recente introduzione del reato di “Omicidio Stradale”, questa storia arrivò presto alle cronache nazionali considerate le pene inflitte in primo grado ai responsabili dell’omicidio: undici anni di reclusione per Gaetano Forestieri e sette per Giovanni Gugliandolo, le più alte in Italia prendendo in esame casi simili. Si attende per il 15 Marzo prossimo, invece, la sentenza d’appello.
Dopo l’iniziale sentimento di pubblica condanna espresso dalla società peloritana, si diede subito seguito ad una serie di importanti iniziative di sensibilizzazione, incentrate sul tema della sicurezza stradale e sull’importanza della donazione degli organi, ultimo gesto di encomiabile altruismo compiuto da Lorena.
Lorena amava Messina, frequentava con passione il corso di laurea in “Scienze Motorie, Sport e Salute” dell’ateneo messinese, ed era un vulcano di idee e progetti per un futuro roseo e ricco di soddisfazioni. Amava, a detta di tutti, vivere nel rispetto delle regole, sempre attenta alla guida e con una grande propensione nell’aiutare il prossimo: da qui il nobile gesto di donare gli organi. Un amaro destino il suo, quello di rimanere vittima di chi non ha rispettato, recidivamente, le basilari regole di convivenza civile, sulle strade così come altrove, mettendo in serio pericolo la propria vita e quella altrui.
A ben vedere, dunque, l’intitolazione della borsa di studio si inserisce nel corposo elenco di iniziative organizzate per commemorare la prematura scomparsa della studentessa orlandina, coinvolgendo anche la comunità accademica nel ricordo e nella consapevolezza collettiva. L’Università, casa di cultura e di formazione per il futuro, è frequentata da migliaia di giovani che, statisticamente, risultano estremamente vulnerabili di fronte al massacro che giornalmente si consuma sulle strade italiane.
È promosso da tutto ciò l’impegno profuso dai familiari di Lorena – i genitori Carla e Vincenzo, la sorella Marilena ed il fratello Stefano – e delle persone che collaborano con la famiglia: accendere i riflettori sull’accaduto al fine di non permettere che accadano in futuro simili eventi tragici che, come in questo caso, presentano troppi elementi in disaccordo con il buon costume stradale e di vita.