venerdì 16 marzo 2018

RAM, comunicato di Comitati e Associazioni contro gli inceneritori e per la difesa della Valle del Mela


PRETESTUOSI GLI ARGOMENTI RAM PER EVITARE INVESTIMENTI A TUTELA SALUTE E TERRITORIO

COMUNICATO STAMPA

Il principale timore della RAM continua ad essere quello di dover abbassare “troppo” le emissioni. Le emissioni di sostanze pericolose per la salute non sono mai “troppo” basse: è ragionevole pretendere che siano il più basse possibile per salvaguardare la salute di lavoratori e cittadini. Come evidenziamo da mesi, esistono le tecnologie per ridurre drasticamente le attuali emissioni della Raffineria, come si evince nelle “BAT Conclusions” pubblicate dalla Comunità Europea. 

L’idea che il Ministero dell’Ambiente possa imporre, recependo le indicazioni dei Comuni, prescrizioni “inapplicabili” non sta né in cielo, né in terra: è competenza del Ministero dell’Ambiente e di ISPRA (che è il suo braccio tecnico) stabilire quali prescrizioni sono applicabili o meno, non del Ministero dello Sviluppo Economico. Se il Ministero dell’Ambiente e ISPRA avessero ritenuto alcune indicazioni dei Comuni inapplicabili, non le avrebbero inserite tra le prescrizioni dell’AIA. Quindi questa argomentazione della RAM è priva di fondamento.

Priva di fondamento è anche l’argomentazione secondo cui con le nuove prescrizioni la RAM rischierebbe la chiusura. Il Ministero dello Sviluppo economico, nella propria nota, ha chiarito che la Raffineria di Milazzo è uno stabilimento strategico. E uno stabilimento strategico, per definizione, non può chiudere. Quand’anche il Gestore si rifiutasse di ottemperare alle nuove prescrizioni dell’AIA, lo Stato non permetterà la chiusura dello Stabilimento, così come avvenuto con l’ILVA di Taranto: male che vada verrebbe nominato un Commissario ad Acta per gestire l’adeguamento dello Stabilimento alle nuove prescrizioni.  

La riduzione del 50% delle emissioni rispetto ai limiti di legge è stato raccomandato già nel 2009 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per industrie della Valle del Mela, in considerazione delle molteplici fonti emissive presenti, potenzialmente pericolose per la salute: quindi i Comuni su questo non hanno detto nulla di nuovo, anzi sono in grave ritardo.

 I Sindaci sono massime autorità sanitarie locali e pertanto spetta a loro e solo a loro esprimere prescrizioni più restrittive dei limiti di legge nazionali (quelli si datati) per tutelare la salute, allorquando il contesto locale lo richieda. Se non lo facessero si dovrebbero assumere la responsabilità di non aver preso tutte le misure necessarie per tutelare la salute dei cittadini: misure in questo caso dettate dalle ormai numerose evidenze medico-scientifiche e di monitoraggio ambientale che indicano che nella Valle del Mela c’è un preoccupante livello di inquinamento che mette a rischio la salute dei cittadini.

E' pretestuoso anche pretendere di aspettare i risultati di un nuovo studio sanitario: gli studi e le evidenze già oggi disponibili sono copiosi e aggiornati fino al 2016. Il regime autorizzativo della RAM risale al 2011, quindi nulla è cambiato dal 2011 ad oggi nel suo profilo emissivo. Né si può pretendere di rimandare l’applicazione delle prescrizioni espresse per tutelare la salute pubblica: perdere ancora tempo significherebbe esporre ancora ed in maniera ingiustificata i cittadini a rischi per la salute.

I lavoratori della RAM e i cittadini della Valle del Mela devono lottare fianco a fianco per pretendere investimenti necessari per mantenere gli attuali livelli occupazionali ed evitare di avvelenare il territorio circostante. Anzi, i lavori di ambientalizzazione richiederebbero un sostanziale dei posti di lavoro, indispensabili per apportare gli ammodernamenti impiantistici richiesti dalle prescrizioni. Capiamo che la proprietà dovrebbe privarsi di un porzione dei profitti, ma siamo convinti che la tutela della sicurezza dei lavoratori e della salute di tutti sia meritevole di investimenti. D’altro canto un’azienda che produce circa mezzo miliardo di utile all’anno, può sostenere un piano di investimenti in ambientalizzazione opportunamente articolato.





lunedì 5 marzo 2018

Anche Santa Lucia del Mela si risveglia a 5 stelle

A Santa Lucia del Mela il Movimento 5 Stelle vola oltre il 50 per cento, facendo il pieno di voti tra Camera e Senato. È questo il dato più rilevante emerso dalle urne, in linea con la tendenza nazionale che segna un profondo cambiamento nello scenario politico italiano. Segue la coalizione del centro destra, ferma sotto il 30 per cento e trainata dai voti espressi per Forza Italia. Si ridimensiona intorno ad un complessivo 16 per cento la coalizione di centro sinistra, in cui la quota più significativa delle preferenze spetta al Partito Democratico, che da Nord a Sud resta il vero sconfitto di questa tornata elettorale. Meno del 3 per cento a Liberi e Uguali, mentre con una manciata di voti non raggiungono dimensioni rilevanti neppure a Santa Lucia del Mela tutti gli altri piccoli partiti in corsa. Ottimo il dato relativo all'affluenza, che supera complessivamente il 67 per cento.


SENATO







Elettori: 3.466 | Votanti: 2.314 (66,76%) Schede non valide: 269 (di cui bianche: 67) Schede contestate: 0 



 CAMERA






Elettori: 3.767 | Votanti: 2.532 (67,21%) Schede non valide: 251 (di cui bianche: 73) Schede contestate: 0 



Fonte Ministero dell'Interno

venerdì 2 marzo 2018

Comunicato stampa - Inceneritore del Mela: l’assordante silenzio dei principali candidati del Centrodestra

La scorsa settimana abbiamo inviato due quesiti sull’inceneritore del Mela ai candidati locali per le elezioni politiche di Domenica prossima. Il termine è scaduto martedì 27, anche se qualche ritardatario ha risposto anche il giorno successivo.
I quesiti non erano volti solo a far esprimere una generica posizione sull’inceneritore, bensì a far assumere un concreto impegno per cercare di scongiurare l’autorizzazione dell’inceneritore, tramite pressioni sul governo attuale o futuro.
Nel complesso hanno risposto la maggioranza dei candidati interpellati. Questi ultimi andranno senz’altro richiamati al rispetto della parola data a partire dal 5 Marzo, ma intanto risalta il pesante silenzio dei principali candidati del Centrodestra: Nino Germanà (in “pole position” nel listino di Forza Italia alla Camera), Maria Tindara Gullo (candidata alla Camera per l’uninominale) e Urania Papatheu (candidata al Senato per l’uninominale), che non hanno risposto ai quesiti, sebbene più volte sollecitati.
Quali sono i motivi di questo silenzio? Forse a loro non interessa scongiurare l’inceneritore? Non interessa difendere il territorio che vorrebbero rappresentare?
O forse temono di non poter mantenere un simile impegno? Forse sanno che un eventuale governo di centrodestra da loro sostenuto sarebbe propenso a concedere l’autorizzazione ad A2A?
Bisogna dire che altri candidati di Centrodestra hanno invece mostrato vivo interesse sulla questione e hanno preso un chiaro impegno a battersi contro ogni possibile autorizzazione all’inceneritore, qualora eletti. Tuttavia tali candidati (Elisabetta Formica di Forza Italia, Giuseppe Sottile di Fratelli d’Italia e Marina Trimarchi della Lega) si trovano al secondo o terzo posto nelle rispettive liste, e quindi la loro elezione è molto più incerta o improbabile rispetto a quella di Germanà, Gullo e Papatheu.
Insomma c’è il rischio concreto che in un’eventuale maggioranza di centrodestra nessun parlamentare vorrà (o potrà) battersi per scongiurare  l’inceneritore.
Se a questo aggiungiamo il fatto che il Presidente Musumeci da più di due mesi scivola sulla richiesta di incontro dei Sindaci della Valle del Mela, vengono avvalorati i sospetti che nella cabina di regia del centrodestra siciliano o nazionale ci sia qualche pezzo grosso che, a dispetto dei vari proclami, l’inceneritore del Mela lo voglia eccome.
I sindaci della Valle del Mela avrebbero semplicemente voluto coinvolgere Musumeci nell’interlocuzione con il Governo Gentiloni. Musumeci ha infatti chiesto ed ottenuto da Gentiloni i poteri speciali per la gestione dei rifiuti, ma a quanto pare non ha speso una parola sulla questione dell’inceneritore del Mela. Insomma, è come se la cosa non gli riguardasse: eppure i voti dalla Valle del Mela li ha presi eccome.
Negli altri schieramenti hanno invece risposto positivamente ai nostri quesiti la gran parte dei candidati interpellati del M5S e di LeU, nonchè i candidati PD alla Camera Pietro Navarra e Giuseppe Laccoto.
A questi ultimi in particolare abbiamo chiesto di avviare un’interlocuzione con l’attuale governo affinchè bocci l’inceneritore (il governo Gentiloni sarà infatti ancora in carica per almeno un mese dopo le elezioni, e non è escluso che la questione verrà trattata a Marzo). Quindi a partire dal 5 Marzo pretenderemo da Navarra e Laccoto, specie se saranno eletti, il rispetto del loro impegno.
Comitato dei cittadini contro l'inceneritore del Mela