giovedì 24 marzo 2016

Verso il 17 Aprile


Riceviamo e pubblichiamo:

COMUNICATO STAMPA di "Zero Waste Sicilia"

L’utilità del referendum

Mi sembra alquanto grave che la dirigenza del PD abbia proposto ai cittadini l’astensione al referendum antitrivelle del 17/04, definendolo “inutile”, posizione assolutamente analoga a quella del governo Berlusconi sui referendum sulla acqua pubblica del giugno 2011. Tralasciando il fatto che questa affermazione è in qualche modo irrispettosa della Corte di Cassazione che ne ha valutata la legittimità, ci sono aspetti – che non tratterò – di incostituzionalità se non addirittura di reato, di scarsa considerazione del parere dei cittadini e della democrazia diretta. Ma la cosa a mio parere più grave è che fa a pugni con la logica, ed esemplifica una degenerazione della politica odierna, che tratta i cittadini come incapaci di ragionamenti consequenziali ed autonomi.
Una prima questione. Se il PD ed il governo Renzi ritengono il referendum inutile, perché hanno deciso, spendendo 350 milioni in più, di indire il referendum il 17/04 invece che in un election day, insieme alle amministrative? Strana forzatura, che obiettivamente ostacola il raggiungimento del quorum. Ma se il referendum è inutile è, a lume di logica, anche irrilevante il suo risultato che non andrebbe temuto. Perché dunque spendere di più?
Seconda questione. Se il referendum è inutile lo è necessariamente anche la norma che si vuole abrogare. Ma se la norma, contenuta nell’art. 38 del decreto Sblocca Italia, è inutile perché il governo si premurò di farla approvare in tre giorni con la doppia fiducia alla Camera ed al Senato? Ci deve essere dell’altro, evidentemente, e per qualcuno, e tra questi il governo, questo art. 38 è invece estremamente utile.
Nel merito, si tratta di abrogare la possibilità per le compagnie petrolifere di rinnovare per sempre le concessioni per trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa. Ora si stima che tutti gli idrocarburi che si potrebbero raccattare in Italia, per terra e per mare, non sono più del 2-3% del fabbisogno nazionale. Per non parlare dei costi di estrazione, forse superiori al prezzo attuale del petrolio. Per non citare i danni al territorio ed al paesaggio ed i rischi di incidente. E senza rammentare gli impegni presi dall’Italia alla COP21, che presupporrebbero un abbattimento delle combustioni. È tutto ciò davvero così utile da dover nascondere la verità ai cittadini? La posta in gioco dunque è un’altra e molto alta.
Non si tratta di qualche barile di petrolio, ma della scelta “ideologica” di un modello di sviluppo e di accesso all’energia: è un atto di asservimento ad ENI ed ENEL, fra le poche grandi imprese italiane rimaste, così come l'art. 35 sblocca inceneritori è un atto di asservimento alle grosse multiutilities dei rifiuti (A2A, Hera, Iren, ecc.). Allora il significato del referendum va molto al di là del quesito stesso. Si tratta di rispondere a questa domanda: Di chi è l'Energia?. Che era come chiedere nel 2011: Di chi è l'Acqua? E oggi: Di chi è il Mare o il Territorio dove si vuole trivellare? Ovvero Di chi è l'Aria, vicino ai grossi impianti industriali? Dei cittadini che la vorrebbero respirare o della grossa industria impattante che la inquina?
Sulla Terra per produrre ricchezza e benessere c’è un solo modo: trasformare le limitate risorse naturali (Aria, Acqua, Terra e Fuoco, cioè l’Energia) in prodotti di comune utilità, mediante il Lavoro e la Conoscenza. L’Uguaglianza presupporrebbe che i cittadini abbiano accesso equo alle risorse naturali. La loro limitatezza ne presupporrebbe un utilizzo necessariamente sobrio. Le difficoltà di accesso locali presupporrebbero uno scambio solidale di risorse. Questa è la sola possibilità di sviluppo sostenibile. Invece, per perseguire l’attuale insostenibile modello di crescita illimitata, la scellerata politica italiana cerca di trasformare le risorse di tutti ed i Beni Comuni nel lucro di pochi potenti. Con l’aggravante, nel caso dell’Energia, che questo modello è basato sulle combustioni, che a loro volta producono scorie ed emissioni tossiche, nocive, inquinanti e, nel caso migliore, climalteranti.
Altro che inutilità del referendum, dunque. Votare il 17/04 significa riaffermare che la sovranità sulle scelte strategiche per il futuro nostro e dei nostri discendenti appartiene al Popolo e non alla speculazione di oligarchie internazionali.

Beniamino Ginatempo pres. Zero Waste Sicilia

Si scrive SI al referendum contro le trivellazioni
Si legge SI ad un modello democratico di accesso all’Energia


sabato 19 marzo 2016

Via crucis vivente, domani la terza edizione

Teatralità, devozione religiosa e tradizione sono gli elementi al centro dell’atteso appuntamento con la Via Crucis vivente, che prenderà il via domani alle 15.30 nel tratto di strada compreso tra il campo sportivo e il parco urbano luciese. Un tragitto animato dai figuranti che, con la regia di Nino Impalà, interpreteranno le scene più suggestive e dolenti della Passione di Cristo. 
L’iniziativa, arrivata alla terza edizione e patrocinata dal Comune, si avvale del supporto dell’associazione “Antiche Torri” e della partecipazione di grandi e piccoli, impegnati ad allestire con costumi, canti, musiche e recitazione il copione simbolico e storico del Calvario. La sacra rappresentazione, curata sul piano dei dialoghi e del testo dalla Parrocchia Sacro Cuore, culminerà con l’episodio della Crocifissione nello scenario naturale del parco urbano, meta finale della Via Crucis. 
La manifestazione, dal carattere itinerante, si è tenuta in passato in via Serri e in contrada Timpanara, ed è destinata a spostarsi in altri punti del paese anche nelle prossime edizioni, con l’obiettivo di animare e coinvolgere ogni anno luoghi diversi del territorio luciese. Con questo appuntamento, nella domenica che la Chiesa dedica alle Palme, si apre il calendario festivo della Pasqua a Santa Lucia del Mela, che proseguirà per tutta la Settimana Santa con i riti religiosi e gli eventi collegati, tra cui la processione delle otto “varette” che sfilerà per le vie cittadine Venerdì Santo.

giovedì 17 marzo 2016

Concretizzare azioni decisive contro l’inceneritore

COMUNICATO STAMPA

Il fronte contro l’inceneritore del Mela vanta ormai una “potenza di fuoco” non indifferente.
 Nei tre comuni in cui si è votato (San Filippo del Mela, Pace del Mela e Gualtieri Sicaminò) i NO all'inceneritore hanno raggiunto percentuali record: complessivamente 6450 NO, pari ad uno schiacciante 97,8% dei voti, con una differenza molto contenuta da comune a comune (dal 96% di San Filippo al 99% di Pace del Mela). E’ veramente molto difficile immaginare che se si fosse votato anche negli altri comuni del comprensorio i risultati avrebbero potuto differire in maniera sostanziale.
Domenica scorsa, quando ormai ci eravamo arresi all'evidenza che il maltempo avesse rovinato la manifestazione, ecco invece arrivare oltre 2000 temerari pronti a rischiare di ritrovarsi sotto un'acquazzone pur di manifestare contro l'inceneritore.
E’ ormai chiaro a tutti che questo temuto impianto ha incontrato la netta ostilità dell’opinione pubblica di tutta l’ampia zona che ne subirebbe gli effetti nefasti (secondo alcuni studi tali effetti ricadrebbero addirittura fino ad un raggio di 30 Km).
Fortunatamente (non era scontato), all’orientamento generale dei cittadini fa eco quello delle amministrazioni comunali, che finora hanno mostrato una indiscutibile sensibilità al problema dell’inceneritore.
Sensibilità ribadita nell’incontro di venerdì scorso al Teatro Trifiletti di Milazzo, organizzato dai presidenti dei consigli comunali del comprensorio, e con la presenza di vari sindaci alla manifestazione della scorsa domenica.

A questo punto, nella complessa partita contro l’inceneritore è necessario concretizzare azioni efficaci e potenzialmente decisive. E le occasioni in tal senso per le amministrazioni comunali non mancano di certo.

Già, perché forse ancora non tutti hanno chiaro che la realizzazione dell’impianto proposto da Edipower ha incontrato un grosso ostacolo: il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9.
Si tratta del più forte strumento di pianificazione territoriale, gerarchicamente superiore a qualsiasi altro strumento urbanistico. Neanche il cosiddetto “Sblocca Italia” o una decisione governativa potrebbero scavalcarlo.  L’incompatibilità del progetto Edipower con tale Piano, ribadita peraltro nei pareri negativi della Soprintendenza e del Ministero dei Beni Culturali, è palese. Infatti l’Art.55 del Piano dispone chiaramente il divieto alla realizzazione di nuovi impianti industriali presso la raffineria e la centrale elettrica della riviera di levante del Milazzese.
Il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali ha peraltro valore vincolante nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale cui è sottoposto il progetto Edipower.

Capitolo chiuso quindi? Non proprio, perché:

1)     L’azienda è determinata a perseguire il suo infausto progetto, infischiandosene sia della volontà popolare, sia delle deliberazioni contrarie di praticamente tutti i comuni da Messina a Furnari, sia di ogni proposta alternativa all’inceneritore che noi stessi abbiamo avanzato sulla riconversione della centrale. E tale determinazione si è concretizzata nel ricorso depositato da Edipower lo scorso 23 Febbraio al TAR del Lazio contro il parere del Ministero dei Beni Culturali.

2)     La volontà del Ministro dell’Ambiente Galletti e più in generale del Governo Renzi è indiscutibilmente orientata verso la realizzare di nuovi inceneritori “ad ogni costo”. Alla volontà pro-inceneritori del governo nazionale fa eco la ricattabilità del governo regionale, che si traduce sostanzialmente in una sudditanza obbligata in materia di rifiuti, vista la perenne cattiva gestione del problema da parte della Regione Siciliana, che “vanta” livelli di raccolta differenziata da terzo mondo. Sudditanza che di fatto mette “fuori gioco” il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, che pure è stato aggiornato con il necessario adeguamento lo scorso Gennaio e che di fatto non prevede la realizzazione di classici inceneritori in Sicilia, o almeno non nelle dimensioni previste dal Governo Renzi e dal progetto Edipower.

3)     Il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 è vigente in Regime di salvaguardia in quanto adottato con DDG n.8470 del 4.12.2009, ma non risulta ancora approvato in via definitiva. Pertanto sarebbero teoricamente possibili delle motivate modifiche nell’approvazione finale da parte dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali.

Non è difficile immaginare che delle pressioni volte a “rimuovere l’ostacolo” siano in atto. Pressioni che potrebbero essere volte proprio ad ottenere una modifica dell’art.55 del Piano Paesaggistico. E’ vero che una siffatta modifica dovrebbe essere motivata quanto meno da valide osservazioni inviate nei tre mesi successivi alla pubblicazione del Piano (avvenuta a cavallo tra il 2009 e il 2010), ma è anche vero che gli effetti di possibili (speriamo di no) “forti pressioni” dall’alto devono essere messi in conto.
E’ proprio su questi aspetti che si dovrebbe concentrare la “potenza di fuoco” delle nostre amministrazioni comunali: da un lato costituendosi in giudizio per avversare il ricorso di Edipower e dall’altro prendendo le difese dell’Art. 55 del Piano Paesaggistico dell’ambito 9.

Già con una lettera aperta dello scorso 22 Febbraio avevamo invitato le amministrazioni comunali ad inoltrare una formale richiesta all’Assessore regionale ai Beni Culturali Carlo Vermiglio per ottenere l’approvazione del Piano senza modifiche dell’Art.55, soprattutto per quel che riguarda le prescrizioni che vietano la realizzazione di nuovi impianti nell’area industriale del milazzese.
Sembrerebbe che i Sindaci dei sette comuni dell’AERCA abbiano colto l’invito, anche se la richiesta che avrebbero inviato all’assessore Vermiglio non è ancora stata resa pubblica nel dettaglio, ma appare necessario che anche le amministrazioni del comprensorio facciano altrettanto.

Nell’incontro di venerdì scorso al Teatro Trifiletti il vicepresidente del consiglio comunale di Merì, Marilisa Grillo, ha letto il testo della richiesta che la propria amministrazione ha inviato a Vermiglio, che riportiamo integralmente:

“Egregio dott. Carlo Vermiglio,

Il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 – Area della catena settentrionale (Monti Peloritani) è stato adottato con DDG n.8470 del 4.12.2009.
Il suddetto Piano ha acquisito enorme rilevanza nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “Impianto di valorizzazione energetica di CSS da realizzarsi nella Centrale Termoelettrica esistente di San Filippo del Mela (ME)”, la cui istanza è stata presentata da  Edipower SpA al Ministero dell’Ambiente il 22 settembre 2015.
Il progetto prevede la realizzazione di un gigantesco impianto di incenerimento, con capacità di 510.000 tonnellate l’anno di CSS (combustibile derivato da rifiuti), rischiando di inficiare ulteriormente l’incantevole paesaggio del golfo di Milazzo, nonché di aggravare i rischi sanitari per la popolazione del già martoriato comprensorio della Valle del Mela.

La Soprintendenza di Messina ed il Ministero per i Beni e le attività culturali hanno espresso parere negativo nei confronti del suddetto progetto rispettivamente il 5 Novembre ed il 2 Dicembre 2015.
Tali pareri si fondano sull’incompatibilità del progetto con il Piano Paesaggistico d’Ambito 9 ed in particolare con l’art. 55, il quale, in merito agli impianti industriali del milazzese, fissa concetti chiari e sacrosanti:

“Il paesaggio [del milazzese] … possiede valenze storiche, paesaggistiche, architettoniche ed ambientali notevolissime e storicamente vede una zona fra le migliori e le più ambite proprio nella riviera di levante, oggi sede di insediamenti industriali che confliggono fortemente con i valori e le valenze che i luoghi ancora possiedono, rispetto a cui soprattutto alcuni impianti industriali si configurano come detrattori paesaggistici tra l’altro lesivi di potenzialità economiche non indifferenti
[Tali impianti] hanno avuto gravi ricadute negative sia sullo sviluppo urbanistico e più in generale sul contesto territoriale delle aree limitrofe, soggette a grave degrado paesaggistico-ambientale…, sia sullo sviluppo economico, con ricadute negative per l’intera provincia.
[…]
In un’ottica di sviluppo sostenibile è necessario rimuovere gradualmente i fattori di degrado e recuperare e riconvertire l’area, favorendo attività produttive a basso impatto ambientale che garantiscano la conservazione e, soprattutto, la trasmissione alle generazioni future di un patrimonio culturale e paesaggistico irripetibile.
[…]
Gli impianti di produzione d’energia e di raffinazione rappresentano i due poli industriali a maggior incidenza sui fattori di degrado del Paesaggio Locale e costituiscono detrattori paesistici.[…] E’ necessario che vengano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre il carico inquinante e mitigare l’impatto visivo di tali impianti ed è vietato il potenziamento degli stessi e l’ampliamento delle aree interessate.
Deve essere prevista la graduale e progressiva eliminazione degli impianti anzidetti e una riconversione produttiva dell’area che non confligga con la sua naturale vocazione paesaggistica.”

Il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 è vigente in regime di adozione, ma, da quanto risulta, non ancora approvato.
Appare evidente come un’approvazione del Piano che confermi l’indirizzo sopra riportato per l’area industriale di Milazzo diviene di precipua importanza per salvaguardare sia la salute dei 150 mila cittadini che vivono nel comprensorio, sia il suo patrimonio culturale e paesaggistico, nonchè le importanti potenzialità economiche che da esso derivano.
Tale esigenza è dovuta anche al ricorso che Edipower S.p.A. ha depositato il 23 Febbraio c.a. al TAR del Lazio contro il parere, di natura vincolante, del Ministero per i Beni e le attività culturali.
Per i motivi sopra riportati si richiede l’approvazione del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 e soprattutto la conferma, senza sostanziali modifiche, dell’art. 55 ed in particolare degli indirizzi, delle direttive e delle prescrizioni della specifica 12D- Paesaggio della riviera di levante”.

Sulla scorta di questa esemplare iniziativa, auspichiamo che anche le altre amministrazioni si muovano in maniera analoga, facendo propria, qualora non lo avessero già fatto, una simile richiesta all’Assessore regionale dei beni culturali e dell'identità siciliana.
Auspichiamo inoltre le amministrazioni comunali a costituirsi in giudizio per avversare il ricorso presentata al Tar del Lazio da Edipower.


Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela

lunedì 14 marzo 2016

Migliaia di cuori contro gli inceneritori. Chi sono i veri Violenti?

COMUNICATO STAMPA


Donne, passeggini, papà coi ragazzini, adolescenti, nonne, preti e attivisti. Tutta l'umanità normale che ogni giorno popola città e paesini. È questa la forza del movimento contro gli inceneritori che anima la vita pubblica del comprensorio di Milazzo-Barcellona-Valle del Mela.

Questa massa di cuori e cervelli ha riempito ieri, domenica 13 marzo, le strade di Milazzo, testimoniando ancora una volta che la Sicilia è stufa di essere devastata, stuprata, colonizzata e impoverita.

Da tutta l'isola sono venuti. Da Niscemi, da Palermo, da Catania e pure da oltre lo stretto: da Reggio Calabria. Donne e uomini che da anni, ostinatamente, lottano in difesa della propria terra e, quindi, della vita. Contro il MUOS, le Trivelle, gli Elettrodotti TERNA, l'acqua privatizzata e le basi militari.

Ma per cosa? Per una Sicilia che sia madre per tutte e tutti. Perché la sua ricchezza non venga distrutta o regalata sempre ai soliti potenti avvoltoi e ai loro servitori che siedono a palazzo D'Orleans o a Palazzo Chigi. Perché, finalmente, si possa godere di uno sviluppo diffuso, decentrato, partecipato, libertario, con le persone e i territori al centro.

Le strade sono state riempite, nonostante il maltempo e nonostante i sabotatori. Nei giorni precedenti il corteo si andava bisbigliando di black block, di violenti che avrebbero invaso Milazzo. Persino le chiamate anonime a casa delle famiglie a raccontare questa malvagia bugia hanno fatto. Ieri però quel corteo ha mostrato che gli unici violenti sono Matteo Renzi e Rosario Crocetta e tutta la schiera di ministri, assessori e altri servitori delle lobby, che con la forza di un potere illegittimo, perchè contrario agli interessi collettivi, cercano di imporre inceneritori, trivelle e distruzioni di vario genere a territori ormai mobilitati.

Per questo è importantissimo giorno 17 aprile andare a votare al referendum abrogativo e segnare il SI al mare pulito per dire NO al petrolio e alla distruzione.

Sbarrare l'avanzata dei barbari in giacca e cravatta è il dovere di ognuno di noi, di ogni genitore, di ogni figlia, di ogni fratello, di ogni donna e uomo. Qui nella Valle del Mela ce lo ricordiamo a vicenda, oramai giorno dopo giorno, e continueremo a farlo fino alla vittoria!

Comitato No Inceneritore del Mela #FuoriDaiPolmoni

Futura Pace del Mela

Zero Waste del Mela

Alsa Lucese


Terramare Sicilia

sabato 12 marzo 2016

Nota firmata dai comitati e associazioni del Movimento No Inceneritore del Mela

COMUNICATO STAMPA

I sottoscritti firmatari hanno tenuto oggi, venerdì 11 marzo 2016, a Pace del Mela, Palazzo Lo Sciotto, una conferenza Stampa. L'incontro si è concentrato sugli obbiettivi tattici che il movimento contro l'Inceneritore del Mela e tutti gli Inceneritori dovrebbe assumere, anche in considerazione delle altre criticità ambientali, sanitarie, economiche e sociali che caratterizzano il comprensorio di Milazzo-Barcellona-Valle del Mela.

La lotta contro l'inceneritore del Mela ha negli ultimi mesi beneficiato del grande slancio impresso dalla partecipazione popolare di massa, registrata in tre comuni del comprensorio. I referendum comunali di Pace del Mela, San Filippo del Mela e Gualtieri Sicaminò, infatti, hanno confermato tutte le aspettative del Comitato Referendario Territoriale. Accanto alla prevalenza plebiscitaria del NO all'inceneritore, l'altro importante risultato raggiunto è la capillare campagna di informazione e sensibilizzazione che le consultazioni hanno innescato. Grazie ad essa le ragioni del NO, articolate sotto gli aspetti sanitari, ambientali, sociali ed economici sono ormai patrimonio diffuso anche di coloro non definibili “attivisti” o membri di associazioni specializzate.

Per queste ragioni il Comitato Referendario Territoriale, che è nato anche per la promozione dei referendum comunali nei comuni del comprensorio di Milazzo-Barcellona-Valle del Mela, esorta le amministrazioni dei comuni che non hanno ancora indetto consultazioni comunali a farlo tempestivamente (utilizzando magari la consultazione referendaria nazionale del prossimo 17 aprile con evidente risparmi di risorse economiche), riconoscendo ai propri cittadini il diritto di ratificare attraverso le urne la loro contrarietà alla costruzione dell'inceneritore del Mela.

In un panorama caratterizzato dalla spoliazione dei basilari diritti di partecipazione democratica e da una progressiva centralizzazione delle decisioni, capaci di influenzare pesantemente la vita delle comunità locali, lo strumento referendario rimane tra i pochi capaci di tutelare sovranità del legittimo portatore, il popolo, così come sancito dalla Costituzione delle Repubblica.

In questo quadro, di primaria importanza è la partecipazione al prossimo referendum nazionale abrogativo del 17 aprile. In quella data, in sostanza, siamo chiamati a decidere se il patrimonio territoriale d'Italia debba essere fonte di benessere diffuso o motivo di arricchimento per poche società petrolifere. I firmatari invitano senza riserva a votare SI, per liberare i nostri mari e territori dall'attività estrattiva di idrocarburi.

La mobilitazione popolare si esprime anche attraverso le manifestazioni di piazza. Pertanto i firmatari hanno indetto insieme alle altre componenti del territorio la manifestazione regionale contro gli inceneritori, prevista per la prossima domenica 13 marzo a Milazzo. È importante precisare che tale evento ha la paternità di tutto il movimento NO Inceneritore del Mela e non vi è alcuna primogenitura attribuibile a qualche componente in particolare. L'importanza che la lotta contro gli inceneritori assume per l'intera collettività del comprensorio impone che le grandi manifestazioni di massa siano indette e condotte da tutte le componenti associative e di movimento presenti sul territorio.

Le donne e gli uomini che vivono i territori hanno piena sovranità a decidere sul loro futuro e pertanto sono legittimati a respingere con forza i progetti di espropriazione e sfruttamento, come gli elettrodotti TERNA, la costruzione delle trivelle, alla privatizzazione dell'acqua, la costruzione del MUOS e di altri dispositivi militari invasivi.

Al fine dei dare concretezza alle enunciazioni qui sviluppate si rende necessario interpellare le istituzioni, dal loro livello locale a quello nazionale. Esse non possono rimanere sorde alla forza e alla cogenza del messaggio che proviene dal comprensorio di Milazzo-Barcellona-Valle del Mela, rese ancora più evidente dall'articolazione di richieste e rivendicazioni che segue.

Rivendicazioni di carattere Regionale e Nazionale

  1. Dichiarazione formare del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e del Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, del Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, del Commissario Straordinario della Provincia Regionale di Messina Filippo Romano, del Sindaco di San Filippo del Mela Pasquale Aliprandi che esprima la più ferma contrarietà all'installazione di impianti di incenerimento sul suolo siciliano e nazionale, quale modalità di smaltimento dei rifiuti. Sarà resa esplicita la richiesta di emettere parere negativo al progetto presentato da A2A spa per la riconversione della Centrale Termo Elettrica di Archi-San Filippo del Mela in mega-inceneritore.
  2. Adozione da parte dell'Assemblea Regionale Siciliana di una mozione che ratifichi la netta contrarietà all’installazione nel territorio siciliano di qualsiasi inceneritore di rifiuti o combustibili da esso derivati
  3. Adozione di tutti i provvedimenti legislativi e amministrativi necessari da parte dell'Assemblea Regionale Siciliana e del Governo Regionale per:

    1. L'elaborazione immediata di uno un Piano strategico per la gestione dei rifiuti nella regione Sicilia che individui entro il termine di sei mesi: (i) realizzazione nel territorio della regione Sicilia di impianti di compostaggio circa 800 mila tonnellate/anno; (ii) strategia specifica di incremento delle quote di raccolta differenziata fino al 65% dei totale dei rifiuti prodotti, quota minima indicata dalle vigenti normative europee;

    1. Il Riconoscimento del diritto delle popolazioni viventi nei territori interessati da progetti industriali o militari altamente invasivi come inceneritori, trivellazioni, impianti di raffinazione petrolifera e per le produzioni petrochimiche, stoccaggio di scorie nucleari, centrali a biomasse, parchi eolici o solari estensivi, MUOS, cave estrattive, basi militari e esercitazioni militari a essere interpellati sulla realizzazione o permanenza dei progetti stessi mediante referendum popolari, partecipando attivamente al processo decisionale sulla costruzione di tali progetti, capaci di introdurre modificazioni permanenti dell'assetto sociale ed economico del territorio, nonché determinare compromissione della salute pubblica dell'integrità ambientale.

  1. Approvazione immediata, e in via definitiva, del Piano Paesaggistico d’Ambito 9, mantenendo, senza modifiche, l’art. 55 (riguardante il paesaggio del milazzese e dintorni) ed in particolare gli indirizzi, le direttive e le prescrizioni della specifica “12D- Paesaggio della riviera di levante”

Rivendicazioni di carattere locale per il comprensorio di Milazzo-Valle del Mela

  1. Indizione da parte delle amministrazioni comunali del comprensorio della provincia tirrenica Messinese per un raggio di almeno 30 km dall'area industriale di Milazzo-Valle del Mela, inviata per conoscenza all'ANCI Sicilia, di referendum popolari nei comuni dell'area aventi oggetto il progetto di riconversione della Centrale Termoelettrica di Archi-San Filippo del Mela in mega-inceneritore;
  2. Avvio immediato della raccolta differenziata porta a porta nei comuni del comprensorio dove questa non sia ancora attiva e potenziamento in tutti gli altri per il raggiungimento della quota minima del 65% dei rifiuti prodotti, così come previsto dalle vigenti normative europee;
  3. Richiesta formale da parte dei sindaci del comprensorio di Milazzo-Barcellona-Valle del Mela all'indirizzo dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali per l’approvazione immediata e in via definitiva del Piano Paesaggistico d’Ambito 9,mantenendo, senza modifiche, l’art. 55 (riguardante il paesaggio del milazzese e dintorni) ed in particolare gli indirizzi, le direttive e le prescrizioni della specifica “12D- Paesaggio della riviera di levante”.
  4. Promozione di una protocollo tra EE. LL. e portatori di interessi collettivi per l'Individuazione e istituzione di un Nuovo Ente Istituzionale composto dagli EE. LL. del comprensorio di Milazzo-Valle del Mela, competente per la gestione del polo industriale di Milazzo-Valle del Mela e di tutte le attività connesse, quali: concessioni, autorizzazioni, revisioni, ammodernamenti, ampliamenti, modifiche e/o altre attività di tutti gli impianti industriali esistenti (RAM, centrale Edipower, Acciaierie, etc.);
  5. Elaborazione di un Piano straordinario per l’evacuazione delle civili popolazioni del comprensorio industriale tirrenico;
  6. Dismissione di tutti i serbatoi della RAM e della Centrale Edipower adiacenti alle civili abitazioni di Archi e Parco Nuovo;
  7. Elaborazione di Nuovo Piano di Sviluppo Socio/economico e occupazionale alternativo all’attuale polo industriale che preveda le seguenti azioni urgenti:
  1. Avvio entro dodici mesi di una generale bonifica sanitaria e ambientale, messa in sicurezza del territorio, con particolare attenzione al dissesto idro-geologico, alla rete viaria. Tali azioni devono mirare a una sostanziale diminuzione dell'impatto sanitario e ambientale;
  2. Potenziamento del sistema di controllo emissioni inquinanti sotto il diretto controllo degli EE.LL. del comprensorio;
  3. Avvio di uno screening di massa delle popolazioni residenti ed in particolare della popolazione giovanile di età compresa tra 10/20 anni e delle donne di età compresa tra 10/40 anni;
  4. Consolidamento del registro tumori territoriale, con risoluzione di qualsiasi conflitto d'interesse di cui siano oggetto quadri dirigenziali, di modo che si renda impossibile la detenzione di incarichi multipli che determinino la sovrapposizione di funzioni di controllo e di tutela degli interessi delle aziende proprietarie o gestrici degli impianti oggetto dei controlli;
  5. Analisi a campione dei terreni adiacenti agli impianti industriali;
  6. Istituzione in ogni comune dell’organo di controllo sulla gestione della Raccolta Differenziata composto da Comitati/movimenti dei cittadini cosi come previsto dall’art. 4 comma N della l.r. nr. 9/2010.
Nell’ottica di tali punti e per una migliore azione di tutela della salute, dell’ambiente gli stessi sottoscrittori hanno avviato la richiesta di un incontro con la Commissione d’indagine Ambientale della Valle del Mela nominata dall’Assemblea Regionale Siciliana.

Le Associazioni e i comitati firmatari

Alsa Santa Lucia del Mela
Arci Messina
Comitato No Inceneritore del Mela #fuoridaipolmoni
Futura Pace del Mela
Legambiente del Longano
Terramare Sicilia
Zero Waste Sicilia
Zero Waste Circolo del Mela

martedì 8 marzo 2016

Appello congiunto delle associazioni e dei movimenti della Sicilia per la manifestazione di domenica 13 marzo a Milazzo

COMUNICATO STAMPA

Il prossimo 13 marzo le donne e gli uomini del comprensorio del Mela e della Sicilia riempiranno le strade di Milazzo per testimoniare la ferma e comune opposizione all'inceneritore del Mela e a tutti gli inceneritori con un corteo regionale che raccoglierà un nutrito e variegato gruppo di associazioni e movimenti provenienti dalle province dell'Isola. Destinatari del comune sentire espresso dai manifestanti sono i Governi Renzi e Crocetta che invece di impegnarsi a promuovere un Piano Nazionale per la Riduzione, Riuso, Recupero e Riciclaggio dei materiali, si genuflettono ancora una volta alla lobby degli inceneritori, privilegiando i lucrosi affari di alcune multi-utility a discapito della salute delle persone, ma anche a danno dell’economia locale e delle finanze pubbliche. 

Il corteo, che avrà come parola d’ordine  “NO agli inceneritori, SI al recupero di materia e al lavoro pulito” è un altro importante  messaggio all'indirizzo delle istituzioni ma anche a tutti quei gruppi di potere politico e economico che sembrano sordi di fronte alla crescente netta opposizione sociale che da oltre un anno anima Milazzo e la Valle del Mela. Il decreto governativo Sblocca Italia, che promuove e finanzia la combustione dei rifiuti spacciandola come strada obbligata per chiudere le discariche viene avversato anche perché, interramento e incenerimento sono due facce della stessa medaglia. Incenerire non elimina le discariche né migliora le condizioni di salute pubblica e la salubrità dell’ambiente. Inoltre non risolve l' “emergenza rifiuti”, bensì rischia di trasformarla in emergenza sanitaria.

Incenerire aggrava gli oneri economici e sociali sostenuti dalla collettività, in almeno quattro modi: 1) attraverso il pagamento delle spese di conferimento dei rifiuti e trattamento delle ceneri risultanti, 2) attraverso il finanziamento degli accresciuti costi della spesa sanitaria causati dall'aumento o dall'insorgenza di determinate patologie, 3) attraverso il mancato guadagno a danno delle finanze pubbliche, determinato dalla perdita di preziosi materiali che dovrebbero invece essere recuperati, 4) attraverso la perdita delle migliaia di posti di lavoro che sarebbero generati da un funzionante comparto industriale specializzato nel recupero di materia. 

Lavorare senza distruggere e avvelenare è possibile. Un esempio su tutti sia la Provincia di Treviso, dove 50 comuni consorziati danno lavoro a più di 680  persone, raggiungono livelli di RD oltre l' 80% e appena 50 kg/ab./anno vengono conferiti in discarica.

La salute compromessa, la perdita di preziosi materiali, la distruzione di posti di lavoro che si consumano con la scelta di incenerire, e al contempo, l'esistenza di concrete alternative virtuose già praticate nelle zone d'Italia e d'Europa, sono gli elementi che fanno ormai parte di un sapere diffuso e comune acquisito anche grazie al lavoro costante nel territorio di comitati e associazioni. I risultati più importanti si sono manifestati in occasione dell'approvazione da parte di 19 consigli comunali del territorio di delibere di netta contrarietà al mega-inceneritore, dei referendum comunali del 31 gennaio e del 6 marzo 2016 e del partecipatissimo corteo dello scorso 27 settembre 2015. 

Le popolazioni esigono ormai chiaramente che il diritto di vivere in un ambiente salubre e di lavorare in attività non distruttive siano resi effettivi: a queste richieste le istituzioni locali e nazionali non possono più sottrarsi. 

Assieme ai movimenti fratelli che si oppongono agli elettrodotti TERNA, alla costruzione delle trivelle, alla privatizzazione dell'acqua, alla costruzione del MUOS e alla trasformazione della Sicilia in un avamposto militare, vogliamo fare fronte comune per liberare l'isola da quelle politiche e progetti che perpetuano la condizione di dipendenza, sfruttamento e sottosviluppo in cui versa. Ogni anno migliaia di Siciliani lasciano la loro terra, ogni anno altri si ammalano a causa di industrie mefitiche e moltissimi languono sfruttati o disoccupati. 

Adesso più che mai è il momento di fermare le devastazioni e iniziare le bonifiche. Solo questa strada può garantire che la ricchezza dei territori non venga distrutta ma tutelata e i suoi frutti distribuiti a tutti. È arrivato il momento di puntare su attività rispettose delle caratteristiche geografiche, culturali e paesaggistiche dei territori: lavorare senza distruggere e avvelenare è possibile!

Domenica 13 marzo sarà la giornata della protesta, dell’informazione e della proposta. Per questo il movimento NO Inceneritore chiama tutti i movimenti isolani e le realtà associative che credono sia giunta l'ora in cui i territori determinano il loro destino. Fermiamo la devastazione per una Sicilia libera e prospera!

Realtà regionali
Zero Waste Sicilia 
Arci Sicilia
Legambiente Siciliani
Rifiuti Zero Sicilia
Comitato No Muos Niscemi
CSOA Ex Carcere
U Liotru Catania
CSOA Angela C

Realtà Locali

Comitato No inceneritore del Mela
Legambiente del Longano 
Futura Pace del Mela
Zero Waste del Mela
Alsa Luciese
Terramare Sicilia
Collettivo Pinelli

lunedì 7 marzo 2016

Inceneritore? No, grazie!


Filippo Alibrando - Katia TrifiròAltro referendum, altro risultato, altro schiacciante esito contrario. 
È andato di scena ieri, Domenica 6 Marzo 2016, il referendum consultivo nel Comune di Pace del Mela riguardante la riconversione della CTE Edipower di San Filippo del Mela ad Inceneritore di rifiuti (CSS - Combustibile Solido Secondario). L’esito venuto fuori dalle quattro sezioni programmate ha visto una vittoria plebiscitaria del NO, che con 2901 voti si è attestata al 98,47%, contro gli appena 29 voti per il SI (0,98%). 
A recarsi alle urne, durante l’arco orario 8:00 – 22:00, sono stati ben 2946 cittadini su 5414 aventi diritto al voto, costituendo dunque una percentuale del 54,41%. Il dato quindi supera ampiamente il quorum del 50% fissato dal regolamento, rendendo quindi l’esito totalmente valido.
Le 2901 voci contrarie dei pacesi all’Inceneritore del Mela che si sono espressi ieri, vanno ad aggiungersi alle migliaia di voti dei cittadini dei Comuni di San Filippo del Mela e Gualtieri Sicaminò, nei quali il referendum si è svolto il 31 Gennaio 2016. 
Analizzando i dati delle tre consultazioni referendarie quindi, salta subito all’occhio la linea maggioritaria che, pesantemente, propende per il NO all’Inceneritore. Un dato che, già a ridosso della chiusura delle urne, è stato accolto come segnale positivo e incoraggiante dai cittadini impegnati in prima linea nella battaglia ambientalista che riguarda il futuro stesso di questa terra. 
«Il risultato di ieri va infatti inserito nel contesto della nostra amata e più volte vituperata Valle del Mela ove si è palesemente e fortunatamente risvegliata la coscienza popolare», scrive in un comunicato l’Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente, che rincara la dose sperando che anche gli altri comuni interessati si decidano finalmente «a far "tuonare" la voce del popolo»: «Ed adesso cari Renzi, Crocetta, Faraone, Lo Bello come la mettiamo???? Siete ancora così sicuri di voler propinare al nostro territorio questo ennesimo "regalo di morte"? Crediamo e speriamo che qualche dubbio inizi a sorgervi e siamo certi che qualche sedia incominci a traballare».
I 2.901 calci dati nella giornata di ieri dai cittadini di Pace del Mela all’Inceneritore proposto da A2A rafforzano la speranza che il popolo sovrano possa decidere sulle sorti del territorio e danno nuova linfa alla manifestazione regionale che, domenica prossima, è prevista a Milazzo a partire da Piazza San Papino alle ore 15.00, per dire ancora una volta un netto NO ad ogni progetto di incenerire i rifiuti. Un progetto scellerato, come stamattina ribadisce ancora una volta il Comitato NO Inceneritore del Mela, mettendo in rilievo il carattere affaristico dell’enorme macchina di morte che si prospetta in un’area geografica già dichiarata ad alto rischio di crisi ambientale ma priva, ad oggi, di qualunque piano di riqualificazione e bonifica.
In questa direzione, non si può ancora ignorare il valore del Referendum di ieri, «una massiccia dose di democrazia diretta» in cui urla l’insofferenza popolare per un modello industriale che  pretende di barattare il business dei rifiuti – a beneficio di pochi – con malattie e sottosviluppo. «Il valore di questo risultato va oltre lo stretto di Messina e diffonde il suo chiaro significato a tutti i territori a rischio devastazione: la sovranità su di essi appartiene alle persone che li attraversano e i progetti di espropriazione e sfruttamento vanno respinti con forza – afferma la nota del Comitato –. Finalmente la Valle del Mela non è più solo un ricettacolo di veleni e sporchi interessi, ma anche un luogo in cui le persone ascoltano la loro coscienza e sono pronte a lottare e difendere la vita, la terra e il futuro».
Uno degli aspetti più significativi di questa battaglia condotta dagli uomini è dalle donne della Valle del Mela è, non in ultima analisi, il potentissimo effetto domino innestato dal confronto, dal dialogo, dalla condivisione delle informazioni e dalla consapevolezza della lotta comune: un processo che smentisce quanti non hanno creduto nella campagna referendaria e nella capacità del popolo di autodeterminarsi attraverso la formazione di una coscienza critica, che si alimenta con la libertà di scelta, con la fiducia in un destino diverso, con l’idea che i cittadini, e non altri, siano i primi depositari di una forza politica che non ha bisogno di fasce e poltrone per affermarsi.  
Per questo anche il Blog del Mela, insieme a tutte le cittadine e i cittadini in prima linea in questa battaglia, dice con forza, ora più che mai, 
inceneritori #fuoridaipolmoni!

sabato 5 marzo 2016

Defibrillatore e contributi economici, le iniziative dell'assessore allo sport Santino Pandolfo

Il Palasport di Santa Lucia del Mela
Assessorato allo sport, un defibrillatore per la Palestra comunale XXV Aprile e contributi economici a favore delle società sportive. Sono queste le ultime iniziative lanciate dall'assessore al ramo, Santino Pandolfo, il quale ha promosso l'acquisto di un defibrillatore automatico esterno, a carico dell'ente comunale, per garantire sicurezza a chi pratica sport e sostenere le società presenti sul territorio. 
Il prossimo passo riguarda l’organizzazione di un corso di formazione, destinato alle società stesse per acquisire le nozioni necessarie all’utilizzo dell’apparecchiatura da parte di personale non sanitario e non medico. L’iniziativa risponde alla vigente legislazione in materia di prevenzione, che pone a carico delle società sportive l’impiego di strumenti come il defibrillatore, che può rappresentare in molti casi un vero e proprio salvavita, fondamentale sui luoghi in cui si tengono gli allenamenti e si disputano le partite. 
Ad utilizzare il Palasport sono attualmente sono la Pro Mende Calcio, la Futsal, la Polisportiva Santa Lucia del Mela, la Real Merì, la Real Meriven; ciascuna società dovrà partecipare al corso di formazione con almeno due rappresentanti, o far pervenire al Comune i documenti che attestino la relativa certificazione. Il defibrillatore, tramite MEPA, è stato acquistato presso la ditta Low Cost snc di Carpi, con una spesa di 1.494,50 euro.   
«La volontà dell’Amministrazione comunale è di venire incontro alle associazioni sportive locali, proprio per la funzione altamente sociale svolta in relazione ai valori trasmessi attraverso lo sport, soprattutto ai giovani», afferma l’assessore Pandolfo, che ha impegnato la propria indennità di carica per l'anno 2015, oltre che per altri scopi sociali, anche per aiutare economicamente le società sportive. (KT)