martedì 30 novembre 2010

Saperi & Sapori nella terza edizione del "Festival del Mamertino Doc"

L’arte della buona tavola e il patrimonio culturale dei luoghi esaltati in un percorso eno-gastronomico e turistico: nasce così il “Festival del Mamertino doc”, giunto ormai alla terza edizione, che ha coinvolto esperti, operatori economici e tanti cittadini in una due giorni dedicata ai sapori della cucina tradizionale e alla scoperta dei vini doc del territorio.
L’evento è stato organizzato dall’associazione “Strada del Vino” della Provincia di Messina con il patrocinio del Comune e degli assessorati provinciale e regionale all’agricoltura.
In programma una degustazione (nelle foto) riservata a sommelier, giornalisti, produttori, presso la sala convegni di piazza Milite Ignoto, durante la quale Biagio Cacciola ha curato la presentazione delle oltre 15 tipologie di vino Mamertino. Presenti, insieme al sindaco Nino Campo e all’assessore provinciale Maria Rosaria Cusumano, gli esperti dell’Associazione Italiana Sommelier e le aziende produttrici, che tramandano una antica tradizione familiare coniugandola con l’innovazione per garantire standard elevati di qualità. La necessità di promuovere il settore, sostenendo le piccole imprese, è emersa da più parti, per valorizzare sul mercato nazionale il patrimonio mediterraneo di sapori e cultura che i vini doc rappresentano.
Il Mamertino, il Faro e la Malvasia delle Lipari sono stati protagonisti del Festival, che nella seconda parte ha previsto la visita ai tesori storico-artistici del paese, la visita alle cantine, la degustazione presso gli stand allestiti nella splendida cornice del Chiostro del Convento del Sacro Cuore, dove il pubblico numeroso ha potuto apprezzare i vini accompagnati dai prodotti della gastronomia locale.










Per le foto: si ringrazia Franco Prestigiacomo

mercoledì 24 novembre 2010

Cerimonia per l'intitolazione dello Stadio Comunale "G.Scirea", la moglie del grande campione ospite del club bianconero



Giornata di festa per i tifosi juventini del club doc "Gaetano Scirea", che hanno vissuto ieri la realizzazione di un progetto sostenuto da anni con fervore, entusiamo e grande affetto nei confronti di quello che rimane nei cuori bianconeri simbolo di un modo di interpretare il calcio che non c'è più: il ricordo di un campione dello sport, di un campione della vita, di un uomo che ha fatto della lealtà, dell'attaccamento alla maglia, dell'onestà intellettuale gli emblemi della propria statura morale dentro e fuori il campo di calcio.
Gaetano Scirea, a cui è dedicato il club juventino fondato nel 1984, è per i sostenitori della "vecchia signora" tutto questo e ancora di più: «un modello da trasmettere alle giovani generazioni, per i quali lo sport è palestra di vita», come dichiara il presidente del club luciese Benedetto Merulla. Questa è la motivazione che ha spinto i soci a richiedere più volte, nel corso del tempo, l'intitolazione di una via, o di una piazza, al grande campione, apprezzato non solo dagli juventini ma da chi crede nello sport vissuto con impegno, serietà, senso di responsabilità al di là dei colori e delle bandiere. Ottenere l'intitolazione dello stadio comunale, struttura dalla forte valenza simbolica, assume dunque un significato speciale, particolarmente in una realtà dove lo sport ha una forte funzione sociale radicata nella tradizione calcistica e non solo.
Proprio lo sport, come la scuola, è infatti il luogo dove i più giovani imparano a confrontarsi con l'altro, a mettersi in gioco, a crescere. E se investire nella formazione e nell'educazione dei più piccoli significa investire nel futuro, proporre modelli positivi è sempre più la missione della società, come afferma Mariella Scirea: «Mio marito era prima di tutto un uomo dotato di umiltà, virtù che si è smarrita in un mondo del calcio fatto di business e meno di veri valori sportivi». La moglie del campione, scomparso tragicamente nel 1989, lo ricorda con commozione sottolineandone la correttezza e il rispetto per l'avversario. A Gaetano Scirea spetta infatti il record, oggi inimmaginabile, di non essere mai stato espulso dal campo di gioco.
La signora Scirea, insieme al delegato nazionale degli Juventus Club Doc d'Italia Ezio Morina e al delegato regionale Lillo Rizza, è stata ospite di una cerimonia alla quale hanno preso parte gli alunni dell'Istituto Comprensivo luciese, i rappresentanti dell'Inter Club "Facchetti" presieduto da Pippo Ruggeri, la Società Operaia "Medaglia d'oro Stefano Cattafi" e tanti cittadini.
Dopo il rituale della scopertura della targa, all'ingresso dello stadio comunale, la cerimonia è proseguita presso l'aula consiliare, dove Mariella Scirea ha ricevuto omaggi floreali e targhe ricordo da parte dell'amministrazione comunale, dell'Inter Club, della Pro Mende Calcio, dello Juventus Club luciese e di quelli presenti: Partanna, Castelvetrano, Brolo.
Presenti rappresentanti del tifo bianconero provenienti da diversi centri della provincia e da Catania, insieme al gruppo di soci luciesi che, come sempre, ha dato un contributo fondamentale al buon esito della manifestazione.
Chiuso il cerchio delle polemiche politiche, è tempo di guardare al futuro: interventi nella struttura, come il campo in erba sintetica, sono stati promessi dall'assessore allo sport Santino Pandolfo, mentre il sindaco Nino Campo ha invitato a guardare a Gaetano Scirea "sportivamente", nel senso di testimone di valori che prescindono dall'appartenenza alla propria squadra del cuore.
L'auspicio è che accendere i riflettori sullo stadio comunale contribuisca a mantenere, e incentivare, la sua corretta gestione e manutenzione, perchè, se ci sono zone abbandonate all'incuria - come ha denunciato il consigliere di minoranza Tonino Maimone esibendo in consiglio comunale degli scatti fotografici - si tratta di una delle strutture più grandi e più belle della provincia e non solo, come ha affermato il consigliere Carmelo Bella, da sempre vicino alla società calcistica luciese Pro Mende che vanta una storia datata 1930.
Per le foto: si ringrazia Roberto La Spina & Maria Manna

Territorio e sviluppo sostenibile: a Milazzo convegno Rotary sull'Area Marina Protetta del Capo


Valorizzare le risorse naturali per investire sullo sviluppo sostenibile del territorio e migliorare la qualità della vita, proponendo un modello socio-economico rispettoso dell'ambiente e del diritto alla salute a al benessere dei cittadini.

Di questi temi, da anni al centro di un dibattito che coinvolge le istituzioni, la cittadinanza e il mondo associazionistico, si parlerà nel corso di un convegno organizzato dal Rotary Club di Milazzo, Distretto 2110 Sicilia e Malta, con il patrocinio della Provincia Regionale di Messina e del Comune di Milazzo.

Il convegno, dal titolo "Area marina protetta di capo Milazzo per uno sviluppo sostenibile del territorio", al quale interverranno esperti e rappresentanti istituzionali, si terrà sabato 27 novembre alle ore 9 presso l'Auditorium del Duomo Antico del Castello di Milazzo.
«L'iniziativa si inserisce nelle attività sociali che il nostro Club programma per favorire l'interesse collettivo attorno alle criticità e alle opportunità del nostro territorio – afferma il presidente della sezione mamertina del Rotary, dott. Concetto Li Mura –, focalizzare l'attenzione sull’Area Marina Protetta di Capo Milazzo comporta l'individuazione di quelle strategie di sviluppo che consentano il rilancio economico e turistico del territorio, nel rispetto della qualità della vita e dell'ambiente».
Il convegno si avvale della collaborazione dell'Università di Catania, dell'I.S.P.R.A., della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Trapani, del Ministero dell'Ambiente, della Regione Siciliana.
Nutrito e altamente qualificato il parterre dei relatori: dopo i saluti del sindaco di Milazzo Carmelo Pino e del presidente della Provincia Giovanni Ricevuto, interverranno il presidente del Rotary Club Milazzo Li Mura e il segretario, ing. Sergio Castellaneta. A seguire, la prof.ssa Antonietta Rosso e la dott.ssa Rossana Sanfilippo (Università di Catania), il dott. Gianfranco Scotti (Presidente comitato A.M.P. Capo Milazzo), il dott. Franco Andaloro (Dip. Uso sostenibile delle Risorse – I.S.P.R.A.), il dott. Sebastiano Tusa (Soprintendente BBCCA di Trapani), il dott. geol. Stefano Donati (Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del Mare), il dott. Vincenzo Incontro (Direttore della A.M.P. del Plemmirio), Maurizio Capone (Assessore all'Ambiente del Comune di Milazzo), Pietro Petrella (Assessore all'Ambiente della Prov. Regionale).

Arte, cultura e buona tavola: al via il III Festival del "Mamertino doc"


La Storia

Si chiama Mamertino ed è uno dei più antichi della storia: nel suo curriculum può sfoggiare anche la denominazione di "Vino dell'Imperatore", perchè tra i preferiti da Giulio Cesare che lo offrì nel 46 a.C. per brindare al suo Terzo Consolato. Vino vetusto di onori, prezioso e blasonato, conosciuto sin dai tempi dei Romani, è citato da illustri fonti letterarie. Già nel 289 a.c. i Mamertini piantarono nel territorio di Milazzo e nel circondario "una pregevole vite per la produzione di un pregevole vino", e cioè proprio il Mamertino. Giudicato dai sommeliers "vino caldo, generoso e confortevole", lo ritroviamo non solo nel "De Bello Gallico" ma anche in Strabone, grande geografo romano, che classificò il Mamertino fra i migliori vini dell'epoca, e in Plinio, il quale lo pone al quarto posto in classifica tra 195 vini, ed ancora in Marziale che scriveva "…date al Mamertino il nome che volete, magari quello dei vini più celebri".
Questa è la carta d'identità del vino Mamertino Doc, riconoscimento tributato nel 2004 per siglare con un marchio di qualità una produzione pregevole che si localizza sul versante tirrenico della provincia di Messina. Zona geografica in cui si intrecciano tre percorsi, quelli della "Strada del Vino": dai Peloritani ai Nebrodi, nell'incontro tra due mari, è stata individuata una rotta produttiva e culturale protetta e tutelata, che mescola le splendide architetture dei centri urbani e le suggestioni dei paesaggi naturali con i sapori e i profumi tipici dei luoghi.
Ed ecco quali sono gli itinerari percorribili e suggeriti dalla "Strada del Vino" di Messina:
- Il primo attraversa i luoghi della Denominazione di Origine Controllata Faro, prodotta nelle colline sovrastanti lo stretto di Messina ed avente origini antichissime risalenti all'età micenea;
- Il secondo promuove i luoghi della Denominazione di Origine Controllata Mamertino, intorno a Milazzo, e nel circondario dei comuni di Santa Lucia del Mela e di Merì;
- Il terzo è dedicato alle Eolie, le sette isole sorelle poste di fronte alla costa nord orientale della Sicilia, dove si produce un vino celebre: la Denominazione di Origine Controllata Malvasia delle Lipari (1973), considerata il prodotto principe dell'agricoltura eoliana. Anche questo vino, introdotto nell'isola dai greci intorno al 588 a. C. (il suo nome deriva quasi sicuramente dalla città greca Monenvasìa, della regione Morea, oggi Pelloponneso), è uno dei più antichi di Sicilia.



Il Festival

Per celebrare il vino Mamertino doc e le sue combinazioni con i sapori caratteristici del territorio si svolgerà a Santa Lucia del Mela il 27 e il 28 Novembre 2010 il "Festival del vino Mamertino doc e dei prodotti di qualità", evento giunto ormai alla terza edizione organizzato dal Comune di Santa Lucia del Mela in partenariato con l’Associazione "Strada e Rotte del Vino della Provincia di Messina". Il programma prevede due appuntamenti: il primo è una serata riservata a sommeliers, operatori economici e giornalisti, che si terrà sabato presso il Chiostro del Convento del Sacro Cuore, a partire dalle ore 19,00. In questa occasione, i produttori presenteranno ai partecipanti i vini “Mamertino”, offerti in degustazione assieme ai prodotti tipici. Domenica sarà invece la giornata dedicata all'apertura al pubblico, con una serie di appuntamenti gastronomici e culturali. Nel corso della mattinata, a partire dalle ore 10,30, in programma visite guidate al patrimonio storico-architettonico luciese ed alle cantine del Mamertino DOC. Per il pranzo, sarà possibile assaggiare piatti tipici e Mamertino presso i ristoranti della zona convenzionati con la manifestazione. Nel pomeriggio, dalle ore 15.30, nel Chiostro del Convento del Sacro Cuore, si troveranno stands espositivi e si terranno degustazioni di vini DOC Mamertino, Faro, Malvasia delle Lipari ed IGT Salina, e di prodotti tipici ed artigianali. Su prenotazione, degustazioni guidate in abbinamento a prodotti tipici e tradizionali.

lunedì 22 novembre 2010

Consiglio comunale sull'intitolazione dello stadio: come allo stadio.

Incredibile, ma vero.
Premetto che i consiglieri di minoranza hanno ragione, anzi hanno più che ragione: quello dell'amministrazione in tutta questa vicenda è stato proprio un bel pasticcio. Ma andiamo con ordine: le locandine che annunziano l'intitolazione dello stadio a Scirea, in programma domani, sono state affisse prima che ci fosse l'apposita deliberazione di giunta. La quale, d'altra parte, è arrivata in corrispondenza, più che sospetta, con la richiesta di un consiglio comunale urgente da parte del gruppo "Un paese per vivere meglio". Con un ancora più sospetto rapido passaggio dell'ufficio tecnico. Per non parlare di altre mancanze burocratiche che rendono scorretto tutto l'iter amministrativo seguito. Queste, in sintesi, le motivazioni dei consiglieri di minoranza che hanno aperto stasera il dibattito. D'altra parte, perchè sprecare denaro pubblico (specialmente con questi chiari di luna...) per una seduta urgente su un tema che poteva essere oggetto di interrogazione in una seduta ordinaria? Quando su temi molto più urgenti (e con ricadute fondamentali sulla vita del paese) nessuno ha avvertito l'urgenza di un consiglio comunale urgente? L'obiezione, sollevata da Emanuele Impalà, insieme ad altre osservazioni sull'opportunità del consiglio e sulla toponomastica, ha scatenato un putiferio, che è costato al consigliere di maggioranza persino l'epiteto di "ottuso". Ma tant'è, chi fa politica deve aspettarsi di tutto. Il cuore della questione, comunque, è che secondo la minoranza sarebbe stato il caso di interpellare il popolo sovrano, specialmente nelle sue espressioni associazionistiche, prima di intitolare lo stadio a chicchessia. Senza nulla togliere a Scirea, pace all'anima sua, e al club juventus che è stato da più parti lodato. Insomma, una questione di principio. Che per la maggioranza non è tale: dopo essere stato preso di mira per le sue parole, il capogruppo Libero Rappazzo ha abbandonato furiosamente l'aula con i suoi. Nota a margine: quanto all'aspetto economico, è vero che tutti i consiglieri hanno rinunciato al gettone di presenza. Ma i costi della registrazione dove li mettiamo?


Ma questo è il bar dello sport!
"Il mondo deve sapere"è il titolo di un film molto bello di qualche anno fa sul tema dei giovani precari nel mondo del lavoro e se mi viene in mente adesso è perchè, appena uscita dal consiglio comunale di poc'anzi, non trovo nessuna formula più efficace per dire che il paese deve sapere. Cosa deve sapere? Ma quanto è precario l'equilibrio politico su cui si reggono le sciagurate sorti della nostra comunità, quanto è triste e deprimente il teatrino politico a cui siamo costretti ad assistere, quanto è difficile e quasi impossibile il confronto politico. E se politico significa di interesse pubblico (almeno secondo il significato originario del termine) allora dobbiamo ammettere che nessun altro tema risulta così coinvolgente quanto lo sport. In altre parole: magari i consiglieri comunali si infervorassero come poco fa per gli argomenti di vero interesse per il paese. Magari ci fossero non dico proteste e cortei, ma almeno iniziative concrete e quotidiane per tentare di migliorare la qualità della vita, fare denuncia e dibattito costruttivo. E che nessuno chiami democrazia l'insulto a cui purtroppo siamo stati abituati, l'abbandono dell'aula, l'interruzione molesta di chi sta parlando da parte di chi è di idee diverse. Venuto meno il numero legale con l'uscita di massa della maggioranza la seduta è stata sospesa ma la discussione è continuata, senza alcun valore legale e, ritengo, neanche politico. Una discussione da bar dello sport, appunto. Ma allora, perchè non andare al bar?

Un'occasione mancata
Lo sport e il sesso sono quello con cui i mass media soddisfano gli istinti della nazione. Il caso Ruby insegna. Gli antichi romani - quanto la sapevano lunga! - utilizzavano i gladiatori, i leoni e il sangue per ammansire dentro il circo gli appetiti del popolo e distrarli dalle magagne della politica, che sono vecchie come l'uomo. La tv catapulta dentro casa Avetrana, il grande fratello, le donne di Berlusconi. Nessuno si scandalizza se Pompei crolla ma la squadra del cuore non si tocca. S. Lucia del Mela è sull'orlo del baratro ma quando si parla della vicenda "Casa per tutti" l'aula è così vuota che parte l'eco, mentre sullo stadio comunale si mobilitano gli animi. Ma siccome lo sport ha una funzione sociale importantissima, meno male che sia così, specialmente in una realtà come la nostra, dove l'associazionismo è il cuore pulsante, garantisce socializzazione e aggregazione, e tante volte sostituisce le istituzioni. Del resto, siamo un paese con una tradizione calcistica di vecchia data, che ha formato intere generazioni e ha trasmesso valori che non si apprendono se non sul "campo". E così, una volta tanto che l'aula consiliare era piena, si poteva dare prova di quel rispetto per l'altro, di quella pacatezza del dibattito, di quella correttezza di comportamenti che legittimamente ci si aspetterebbe dai consiglieri eletti dal popolo sovrano che si riuniscono per rappresentare gli elettori. E invece, nulla di tutto ciò, per non dire esattamente il contrario. Ancora una volta, un'occasione sprecata.

Non travisiamo!
Ma si chiederà chi fa politica in questo paese perchè c'è questa disaffezione dalla politica? Per esempio, come mai l'aula consiliare è puntualmente disertata, tranne me. E credete, ci sono moltissimi altri posti in cui vorrei stare, dove mi divertirei, senza sentire freddo e annoiarmi tutto il tempo. E se non sono perfettamente asettica e impeccabile, scusatemi, ma non lo voglio neppure essere perchè la perfezione è inquietante, mi fa anche leggermente orrore e non è di questo mondo, e che cavolo! Certo che alcuni interventi mi affascinano davvero, perchè c'è qualcuno dotato di arte oratoria e anche di grande competenza amministrativa, ammettiamolo. E lo dico con grande ammirazione pensando che, se rinasco, mi iscrivo a giurisprudenza e faccio la giornalista a tempo pieno. Per il momento, prima di diventare precaria anche io, continuo a fare la ricercatrice a lettere e a scrivere sui giornali perchè mi piace. Ma almeno lo faccio con responsabilità, in buona fede e con impegno, e non so se tutti quelli che fanno politica in questo paese possano dire altrettanto per quello che li compete. Non mi interessa il potere e non voglio diventare ricca, ma soprattutto sono stufa di chi infila coltelli tra le scapole altrui.

Detto questo...
Detto questo, so già che non piacerà a nessuno. Ma tant'è: questa non è una testata giornalistica, è un blog. Non devo rispondere a logiche di mercato, non ci sono editori. C'è uno spazio libero, irriducibilmente libero. Come chi ne è l'autrice. E non mi sembra poco, di questi tempi.

domenica 21 novembre 2010

Intitolazione stadio comunale: opinione pubblica divisa sul nome di Scirea


Intitolare lo stadio comunale alla memoria del grande campione del calcio italiano Gaetano Scirea, emblema di sportività e lealtà negli anni della militanza bianconera. La proposta, accolta dall’amministrazione comunale, è partita dal Club Doc Juventus luciese, anch’esso dedicato al calciatore tragicamente scomparso il 3 settembre 1989.
La cerimonia di intitolazione è in programma martedì alle ore 12 alla presenza di Mariella Scirea, che in ricordo del marito si dedica al mondo bianconero nelle vesti di presidente onorario degli Juventus club doc italiani.
«Il desiderio di intitolare lo stadio a Scirea nasce dalla consapevolezza che occorre trasmettere alle nuove generazioni i veri valori dello sport, che uomini come lui ci hanno lasciato – afferma il presidente del club bianconero luciese Benedetto Merulla, – Gaetano infatti non è stato solo un campione dello sport, ma soprattutto un campione della vita, rappresenta un modo di guardare ai giovani come risorsa e opportunità, ha saputo lottare e fare competizione ma sempre all’insegna del rispetto dell’avversario». Da queste motivazioni ha preso forma l’idea, da tempo in cantiere, di una richiesta formale all’amministrazione comunale perché appoggiasse il progetto di intitolare la struttura ad un testimone dello sport vissuto come serietà, impegno, responsabilità.
Il nome di Scirea, tuttavia, divide in questi giorni l’opinione pubblica mentre l’intitolazione dello stadio comunale è al centro di un dibattito politico. Il civico consesso si riunirà infatti domani pomeriggio in seduta urgente per volontà dei consiglieri aderenti al gruppo di minoranza “Un paese per vivere meglio”: «Non abbiamo niente in contrario alla proposta del club Juventus – precisa il capogruppo Mario Manna, – quello che contestiamo è il metodo con cui l’amministrazione ha agito senza interpellare la società civile e le associazioni che la rappresentano, non solo quelle sportive ma la comunità nel suo insieme, con cui non è stata aperta nessuna discussione, considerando per di più il valore simbolico dello stadio, specialmente in una realtà come la nostra che ha alle spalle una lunga tradizione calcistica».

lunedì 15 novembre 2010

Società Operaia, cambio al vertice e programmi sociali

Cambio al vertice della Società Operaia di mutuo soccorso “Medaglia d’Oro Stefano Cattafi”, con l’elezione di Giovanni Brunetta (nella foto) alla carica di presidente. Da sempre componente attivo del sodalizio intitolato all’eroe luciese, Brunetta prende il posto di Nino Macca, inaugurando con tanti progetti in cantiere il mandato biennale conferitogli dai soci.
«L’obiettivo che mi prefiggo è ridare centralità alla nostra istituzione all’interno della comunità, applicando in toto lo statuto e il regolamento interno, al fine di renderla strumento di solidarietà e di azione nel campo del volontariato e del no profit, com’è nella sua natura» afferma il neopresidente.
Fondata il 10 febbraio 1956 per iniziativa di un gruppo di luciesi guidati da Peppino Amante, che fu il suo primo presidente, la Società Operaia ha sempre rappresentato l’impegno offerto gratuitamente a chi si trova in situazioni di difficoltà e di bisogno. Recuperare il più autentico spirito di servizio, anche oggi che cambia la società e cambiano i casi in cui è necessario l’intervento a favore degli altri, è la missione che la Società Operaia continua a perseguire.
«Tra le prime iniziative ci sarà l’attivazione di convenzioni per gli anziani, ad esempio un servizio di trasporto gratuito per chi deve recarsi fuori dal paese – aggiunge Brunetta, che ha già chiesto la collaborazione degli enti locali e dei comuni cittadini –, intendiamo potenziare il gruppo dei soci, incrementando il numero delle donne e dei più giovani, coinvolgere la comunità e dare vita ad attività sociali e creative, come il cineforum».
Il direttivo dell’associazione, che conta circa 160 iscritti, è formato dal vicepresidente Fortunato Rizzo e dai consiglieri Filippo Calderone, Angelo Cirino, Giuseppe Nicuro, Santo Gitto. Atre cariche sono state assegnate a Carmelo Bella, Biagio Merulla, Biagio Cirino, Felice Trifirò.

domenica 14 novembre 2010

Area ad alto rischio e piano di risanamento: invertire la rotta per ottenere i finanziamenti

Programmare interventi che abbiano come priorità il rispetto dell’ambiente, individuare strategie di sviluppo che privilegino le risorse naturali, progettare in modo da prevenire l’inquinamento e i danni alla salute dell’uomo, correggendo e limitando gli effetti delle scelte sbagliate che hanno condizionato negativamente il territorio della valle del Mela e le aree limitrofe. Se ne è parlato nel corso di un incontro, promosso dal sindaco di Santa Lucia del Mela Nino Campo (nella foto), al quale hanno preso parte i rappresentanti istituzionali degli altri sei comuni, insieme a quello luciese, dichiarati “Area ad elevato rischio di crisi ambientale”: i sindaci Pippo Sciotto (Pace del Mela), Pitrone (San Pier Niceto), Campagna (Condrò), Matteo Sciotto (Gualtieri Sicaminò) e gli assessori Capone (Milazzo) e Paulesu (San Filippo del Mela). «L’obiettivo dell’incontro è quello di elaborare una strategia comune per il risanamento ambientale della valle del Mela» spiega il sindaco Campo, portavoce dell’area ad alto rischio presso l’assessorato regionale Territorio e Ambiente.

La finalità dell’adozione di una prospettiva comune è l’elaborazione di un piano di risanamento condiviso, che tenga conto delle specificità del territorio interessato e che privilegi gli interventi a favore dell’ambiente – come l’investimento nel fotovoltaico – piuttosto che la politica del mattone. «Considerate le molteplici criticità che caratterizzano il comprensorio si fa sempre più urgente la concretizzazione di un piano di risanamento ambientale e di rilancio dell’economia del territorio – afferma Campo –, i cittadini temono che svanisca l’occasione per risollevare le sorti dell’area ad alto rischio, sia sul piano della difesa della salute che dal punto di vista della sostenibilità ambientale».

Il prossimo passo sarà l’incontro tra Campo e il dirigente regionale on. Di Lorenzo, che, dopo una riunione preliminare alla presenza dell’on. Romano e dell’on. Di Mauro, ha sollecitato l’elaborazione di un piano di risanamento comune per il territorio della valle del Mela. I fondi destinati all’area ad alto rischio, da distribuire tra i comuni che ne fanno parte, corrispondono a 4 milioni di euro. Nel corso degli anni, attraverso l’azione di “agenda 21 locale”, la costituzione di un ufficio speciale e altre azioni istituzionali, ma soprattutto attraverso le iniziative delle associazioni ambientaliste e i movimenti d’opinione promossi dai cittadini, i problemi dell’area ad alto rischio sono stati innumerevoli volte posti sotto i riflettori. E i rappresentanti regionali sono stati interpellati a più riprese perché operassero concretamente a favore del risanamento: «Abbiamo individuato le proposte di intervento e le abbiamo sottoposte all’assessorato Territorio e Ambiente – aggiunge Campo, – adesso ci aspettiamo che la sinergia tra i comuni interessati, e tra questi e gli enti regionali, consenta di superare gli ostacoli alla realizzazione e all’attuazione definitiva del piano di risanamento».

mercoledì 3 novembre 2010

Effetti del maltempo: ordigno bellico scoperto in contrada Misericordia


Un ordigno bellico, risalente con tutta probabilità alla seconda guerra mondiale, è spuntato fuori dal terreno in seguito alla pioggia battente di questi giorni. E come se non bastassero i disagi dovuti a fango, macerie e detriti che si sono riversati a fiumi per le vie del paese, attimi di paura sono stati vissuti dai componenti della famiglia che, nel cortile di casa, a pochi passi dall’ingresso principale, ha “scoperto” l’ordigno. Si tratta di una spoletta, utilizzata come innesco di carico per bomba, che, se maneggiata da mani inesperte, può esplodere causando gravi conseguenze.
Ad allertare i carabinieri della locale stazione, intervenuti sul posto insieme agli artificieri della polizia di Messina, è stata una famiglia residente in contrada Misericordia. Una zona particolarmente colpita dal maltempo che sta flagellando la comunità, dove è stata necessaria l’azione della protezione civile e dove l’emergenza non è ancora del tutto rientrata. Proprio il fango, che ha invaso il cortile, ha permesso che l’ordigno fuoriuscisse dal terreno, evitando danni peggiori che sarebbero potuti avvenire durante i normali lavori di campagna che la popolazione residente nel quartiere compie abitualmente.
Non è la prima volta, comunque, che scoperte del genere vengono fatte in contrada Misericordia: un quartiere, lontano dal centro abitato, in cui negli anni si sono verificati simili rinvenimenti, a testimonianza della sua verosimile funzione di zona di sosta per la fanteria in tempo di guerra. Dopo l’intervento dei carabinieri, l’ordigno è stato prelevato e portato via dagli artificieri.

martedì 2 novembre 2010

Emergenza maltempo, il paese è in ginocchio

Fiumi di fango riversati nelle strade, intere contrade isolate, abitazioni civili, garage e depositi allagati: il primo bilancio della pioggia record di lunedì notte fotografa un paese in ginocchio e annuncia il rischio di frane nei prossimi giorni.
A fronte dello stato di emergenza generalizzata che non ha risparmiato nessun quartiere, si avvia la conta dei danni, che include il danneggiamento della rete elettrica e di quella idrica. Colpito pesantemente tutto il centro storico, isolate per ore le frazioni lontane dal centro abitato - da Bassovalle a Femminamorta, da Misericordia a Bellone -, danni lungo tutta la strada provinciale che conduce alla zona della Facciata e di via Nenni, in via Garibaldi, in via Serri.
Allertato sin dalle prime ore di oggi il gruppo comunale di protezione civile, che si è distribuito sul territorio e ha fronteggiato le innumerevoli segnalazioni pervenute a vigili del fuoco, vigili urbani, carabinieri e polizia.
“Non esiste un sistema di raccolta delle acque bianche” hanno dichiarato il sindaco Nino Campo e il dirigente dell’ufficio tecnico Mimmo Cirino per giustificare lo spaventoso torrente di acqua, fango e detriti che per ore ha attraversato le vie cittadine ingrossandosi a valle. Prima ancora di puntare l’attenzione sulla pulizia e la manutenzione, occorre dunque segnalare la mancanza di una rete destinata alla raccolta e allo smaltimento dell’acqua piovana: basterebbe un temporale meno violento di quello che ha funestato da ieri la costa tirrenica a scatenare l’emergenza che in queste ore ha bloccato il paese.
Sono partiti intanto i primissimi lavori per il ripristino della normalità, che si stimano intorno a 20 mila euro per i soli interventi più urgenti. “Degli 80 mila euro spesi per i danni dell’ondata di maltempo del 2008 - dichiara il sindaco - il contributo regionale è stato di appena 15 mila”. La situazione rimane critica, anche per lo stato di dissesto in cui versano le casse comunali.

Foto di Nicola Coco: 1) Auto danneggiata in via Facciata; 2) Contrada Timpanara, 3) Abitazione allagata a Femminamorta; 4) via Serri; 5) Contrada Bellone.