domenica 28 febbraio 2010

Consiglio comunale, martedì la seduta

Sarà comunicata nel corso del prossimo consiglio comunale, convocato martedì 2 marzo alle 18, la delibera disposta dal commissario ad acta, il viceprefetto dr.ssa Laganà, in merito all'esecuzione dell'ordinanza del TAR concernente il ricorso proposto dai proprietari terrieri illegittimamente espropriati contro il Comune di Santa Lucia del Mela, per l’esecuzione del giudicato nascente dalla sentenza del 2003 emessa dalla Corte d’Appello di Catania.
Si torna a parlare inoltre di area artigianale, con il punto concernente la nomina dei componenti della commissione per la cessione delle aree comprese nel piano degli insediamenti produttivi. A proposito di ciò, i consiglieri dovranno approvare anche la variante PIP in contrada Baiamonte.
Come avvenuto in altri consigli comunali, all'attenzione dell'aula ci sarà il riconoscimento dell’acqua quale bene comune dell’umanità e del servizio idrico privo di rilevanza economica, insieme alla proposta di adesione al coordinamento nazionale degli enti locali per l’acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico.

Terra! Terra!

Sembra finalmente giunta ad una prima svolta la vicenda giudiziaria della cooperativa “casa per tutti”, la sin troppo nota storia trentennale di espropri illegittimi che grava con un superdebito di oltre duemilioni e mezzo di euro sulle casse comunali. Con una deliberazione, che sarà comunicata nel corso del prossimo consiglio comunale, il commissario ad acta, il viceprefetto Maria Rosaria Laganà, ha disposto l’esecuzione ordinaria della sentenza del Tar del settembre scorso concernente il ricorso contro il comune, da parte dei proprietari espropriati, per l’esecuzione del giudicato nascente dalla sentenza emessa nel 2003 dalla Corte d’Appello di Catania. Ai creditori, secondo quanto disposto dal commissario, sarà così liquidato un acconto di 600 mila euro, in attesa che venga definito l’esatto ammontare del debito gravante sul Comune e che vengano individuate le risorse necessarie ad appianarlo.
Per far fronte alla sentenza, il comune aveva bandito a ottobre un’asta pubblica per la vendita dei beni patrimoniali, andata deserta, e destinato al pagamento del debito l’avanzo d’amministrazione del 2008. Le ulteriori risorse necessarie a far quadrare i conti saranno reperite con le somme attualmente disponibili in cassa e attraverso l’accensione di un mutuo, una volta approvato il bilancio di previsione e il consuntivo. Ma non è escluso che venga riproposta una nuova procedura per la vendita dei beni.
Sulla necessità, condivisa da più parti, che la vicenda si concluda senza approdare al dissesto finanziario, si sono espressi il capogruppo di minoranza Mario Manna e il consigliere Carmelo Bella: “Abbiamo più volte sollecitato l’intervento del prefetto affinché si eviti la dichiarazione di dissesto, che comprometterebbe tutta la comunità luciese”, ha detto Manna, “da parte della minoranza c’è la volontà di collaborare perché questa vicenda, che rimbalza da un’amministrazione ad un’altra senza essere affrontata, venga finalmente risolta, salvaguardando tutti i cittadini”.

Casa di riposo Calderonio, festa di solidarietà

Un gesto di solidarietà a favore degli anziani più deboli e bisognosi di cure, assistenza e, soprattutto, affetto: suona come un messaggio al quale non siamo più abituati la generosità di un anonimo donatore che ha fatto pervenire alla casa di riposo per anziani “Istituto Canonico Luigi Calderonio” un’offerta con la quale è stato organizzato un pranzo per gli ospiti della struttura. “Attraverso questi gesti gli anziani ritrovano la serenità e l’amore di cui hanno bisogno”, ha detto il presidente dell’istituto Francesco Mangano ringraziando l’autore della donazione, che chiede di non essere riconosciuto ma di essere ricordato come devoto di mons. Antonio Franco.
Gli ospiti della casa di riposo sono stati così i protagonisti di una festa organizzata dal consiglio d’amministrazione, il personale dipendente e il gruppo di volontariato che opera all’interno della struttura. Un momento di gioia ma anche un’occasione per riflettere sull’importante ruolo giocato dall’istituto nel comprensorio, che lavora a pieno regime nonostante le difficoltà degli ultimi anni.
Come altre Ipab siciliane, anche l’istituto Calderonio, diretto da Rosaria Tarallo, ha dovuto affrontare una pesante crisi: tagli ai finanziamenti regionali, mancanza strutturale di fondi, blocchi agli stipendi. Tuttavia, il rischio chiusura per il momento sembra superato, anche grazie ad un protocollo d’intesa stilato con il Comune. “È necessario ricordare alla comunità che questo istituto rappresenta una risorsa per il territorio e un luogo di cura e affetto per gli anziani soli”, dicono i dipendenti, che, nonostante i problemi, hanno continuato a svolgere il loro delicato, e vitale, ruolo al servizio della struttura.

sabato 27 febbraio 2010

Europa e dintorni


E' quasi un mese che non ci vediamo. Nel frattempo, sono tornata ben salda sulle mie gambe e ho accolto con molto entusiasmo l'invito da parte del comune rumeno di Aninoasa, dove mi sono recata per seguire un nuovo progetto di scambio che ha coinvolto, questa volta, tre comuni della fascia ionica: Alì e Alì Terme, che hanno firmato un accordo di programma con Aninoasa, e Itala, che ha avviato la procedura per la realizzazione di un progetto di gemellaggio con Uricani.

Orizzonti innevati, castelli medievali e monasteri immersi nella sacralità di maestose catene montane, la Transilvania ci ha accolto rivelandoci la sorprendente ricchezza di un patrimonio culturale antichissimo, fatto di miti e leggende e denso di storia, mostrandoci il volto meno conosciuto del popolo rumeno: una civiltà che all'arte e alle tradizioni unisce la bellezza di una natura selvaggia e incontaminata, che d'estate esplode rigogliosa e d'inverno si copre di bianco acquistando il fascino suggestivo di una cornice favolosa. Ancora una volta, come già nel corso del mio viaggio in Ungheria, ho scoperto e apprezzato l'eccezionale senso di ospitalità e la grande dignità dei popoli dell'est, accomunati, nonostante le ferite loro inferte dalla storia recente, dalla medesima voglia di ricominciare, dal bisogno di costruire e dall'impegno a gettare basi solide per affrontare le difficili sfide della crescita economica e del raggiungimento di un grado di benessere equamente distribuito tra la popolazione. Le vistose contraddizioni di un sistema sociale che costringe all'emigrazione una percentuale elevatissima della comunità rumena costituiscono solo una delle conseguenze di un contesto politico che fatica a liberarsi dai segni dolorosi di una delle dittature più dure che l'Europa abbia conosciuto. D'altra parte, scommettere su un rilancio territoriale che passi dalle strutture comunitarie sembra essere una delle strategie per valorizzare le risorse ed offire un'opportunità alla popolazione, guardando in particolare ai giovani.

In questa direzione si inquadrano gli obiettivi dell'accordo di programma firmato con i comuni siciliani, che consistono nella promozione di un programma di interscambio culturale finalizzato a favorire la conoscenza reciproca ed accelerare i processi di integrazione, migliorando la comprensione delle rispettive realtà sociali ed economiche. L’accordo è stato preceduto dagli adempimenti preliminari alla realizzazione di un gemellaggio tra i comuni coinvolti, che si impegnano ad allestire un programma di attività comuni diventando partner privilegiati per l’organizzazione di progetti volti ad impiegare fondi provenienti dalla Comunità Europea per il raggiungimento degli obiettivi individuati e soprattutto per accrescere il know-how necessario ad affrontare le complesse dinamiche della globalizzazione e dell’integrazione della popolazione rumena presente in Italia, che rappresenta una preziosa risorsa soprattutto in termini d’impiego nei servizi dedicati all’assistenza domiciliare della popolazione anziana e diversamente abile.

L’accordo è stato firmato nel corso di una cerimonia tenutasi presso la sede municipale della città di Aninoasa, che ha ospitato le delegazioni dei tre comuni ionici guidate dai rispettivi sindaci: Carmelo Satta (Alì), Lorenzo Grasso (Alì Terme) e Antonio Miceli (Itala), i quali hanno incontrato le amministrazioni di altre città rumene interessate a far parte del progetto. La seconda fase, in programma a giugno, prevede l’arrivo in Italia di una delegazione rumena, che sarà accolta nella città di Alì, e il possibile coinvolgimento del comune di Santa Lucia del Mela, che ha già partecipato ai progetti di gemellaggio con Ungheria e Bulgaria.

Dove eravamo rimasti?

Ebbene sì, è vero, lo ammetto. A volte perdo l’entusiasmo. Quantunque io ami il mio lavoro, non posso fare a meno di avvertire la stanchezza. Talvolta, almeno. Scrivo da quasi dieci anni, da quattro sono iscritta all’ordine dei giornalisti. Non soffro la fatica, sopporto bene i ritmi intensi, posso perdere anche tante ore di sonno e continuare a lavorare. Sono combattiva, non mi arrendo e non mi spavento di nulla. Viaggio. Faccio tante cose. Forse se facessi solo la giornalista sarei una bravissima giornalista. Ma la mia natura è eclettica e seguo con la stessa passione attività diversissime. Che mi consentono di sopravvivere nella giungla asfissiante del precariato districandomi con un certo successo tra le liane dei contratti e dei rapporti di lavoro a tempo e soddisfano la mia voglia di imparare. Il mio desiderio di crescere, sebbene a ventisei anni io mi senta già piuttosto vecchia. Le mie spalle sono robuste, ma oppresse. Chi pensa che il giornalismo sia un mestiere affascinante si sbaglia. L’amarezza di solito non mi appartiene, sono una persona estremamente, troppo sensibile, ma nel lavoro devo armarmi sino ai denti a costo di sembrare dura e aggressiva – ma, giuro, non lo sono. E non basta. Però sono, sempre, buona, onesta, corretta. E soprattutto libera. Non è facile, ma è così che cerco di fare il mio mestiere. Il destino di chi svolge qualunque ruolo che abbia, in qualche modo, a che vedere con la sfera pubblica è quello di essere attaccato, crocifisso, squartato. È fatale. Scrivo perché mi piace e non potrei fare altrimenti. Non ho mai smesso di credere che confrontarsi è il primo passo per smuovere anche un minimo cambiamento culturale. Credo nella capacità di fare comunità e agire. Ma a volte, consentitemi di sentirmi stanca. Di sentirmi come se fossi in una sala anatomica dove le mie parole sono soppesate, una per una, dove io stessa sono analizzata al microscopio. Detto questo, aggiorniamo il blog.

Altolia, una giornata con la Protezione Civile

Quando le cose funzionano in Italia, deve per forza intervenire qualcosa che ne rompa il magico equilibrio. Il velo dello scandalo si è appiccicato senza possibilità di redenzione alcuna ad un ente che aveva tenuta alta la bandiera dell’efficienza e della solidarietà tutte italiane nel mondo. Ma l’ombra minacciosa della corruzione e del sospetto si è aggrovigliata attorno ai personaggi e alle vicende inceppando la macchina, perfetta, della Protezione Civile Nazionale.
Il fango che è calato ad ondate, tra le reazioni di legittimo sdegno e di altrettanto legittime incredulità e rabbia e vergogna, non arriva però a sporcare il lavoro onesto dei tanti volontari che dedicano tempo ed energia nell’impegno costante a favore della gente colpita dai drammi delle catastrofi naturali.
Ho avuto il piacere di seguire il nostro gruppo comunale di volontari di protezione civile ad Altolia, dove, sin dalla prima emergenza, è stato presente senza badare alle domeniche e ai giorni di festa. Ed è stato proprio di domenica che un gruppo di volontari, con il coordinatore Angelo Letizia, è tornato sui luoghi dell’alluvione per far sentire la propria presenza alla gente anche adesso che il livello d’allerta è calato. Potrei dire, come è usuale in questi casi, anche adesso che l’attenzione dei mass media è calata. Peccato che i riflettori mediatici non abbiano mai illuminato abbastanza i coni d’ombra di una tragedia che è sin troppo facile dichiarare annunciata. Come se il fatto che le colpe fossero dell’uomo, e non della natura, giustifichi la generale indifferenza su una tragedia che lascerà ancora lunghi e pesantissimi strascichi.
C’è il sole, ma non si può non pensare alla pioggia. È fine gennaio ed è inaspettatamente tiepido il clima. Ma dentro i volti che incontriamo per le vie, come piove. Piove piove piove. Dove l’acqua è passata, l’aria è ancora umida. Si respira l’odore del fango che ha sventrato le case. Il silenzio e la desolazione abitano un territorio che dignitosamente resiste, tra le macerie che ricordano come un monito i morti e la vita quotidiana che non c’è più e le montagne impassibili che hanno tradito la popolazione partorendo dal proprio ventre il fango assassino.
Le parole in questi casi si sprecano. Quanta retorica, vuota e pomposa. E le passerelle dei politici, e le foto con l’occhio lucido e il sorriso benevolente. Ciò che visto io, invece, è stata la fatica e l’operatività dei volontari luciesi, che armati di tutti gli strumenti necessari, hanno voluto dare il proprio contributo con un gesto tangibile di solidarietà, ripulendo l’area in cui sarà realizzato un campo di calcio a cinque per gli abitanti della comunità. Per dire che la vita continua, che i ragazzi hanno bisogno di giocare, che lo sport è un modo sano per fare squadra e provare ad andare avanti.
Per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo, è stata donata la somma di quattromila euro – raccolta nel corso dell’iniziativa natalizia di beneficenza – a favore della parrocchia di padre Orazio Siani, che coordinerà la realizzazione dell’impianto sportivo. Il campo sorgerà a S. Caterina e sarà intitolato a Bartolo (Luccio) Sciliberto, appassionato di calcio e vittima dell’alluvione del 1° ottobre, grazie alla donazione della sezione siciliana della Lega Nazionale Dilettanti, le società dell’isola, il consiglio direttivo, l’Associazione italiana allenatori, la presidenza ed il personale del Comitato regionale.
“È un modo per far sentire ancora la nostra presenza alla popolazione di Altolia”, ha commentato Angelo Letizia, “questa struttura, dedicata ai ragazzi ai quali non rimane più nulla, è un segno di speranza e di gioia”.

Risparmiare con il sole: "1000 Tetti fotovoltaici"

È stato presentato presso il palazzo socioculturale, alla presenza del sindaco Campo e di altri amministratori, il progetto nazionale “1.000 Tetti Fotovoltaici”, che coinvolge i quindici comuni aderenti al Consorzio Tirreno Ecosviluppo 2000 per promuovere il consumo di energia pulita e a basso costo. L’obiettivo è consentire ai nuclei familiari residenti nel territorio interessato di installare un impianto fotovoltaico nella propria abitazione, abbattendo i costi di impianto e i consumi energetici e salvaguardando l’ambiente.
Il progetto è stato illustrato da Andrea Corcontento, vicepresidente del Consorzio nazionale Abn, che promuove e finanzia il progetto su scala nazionale impegnandosi nel settore delle energie rinnovabili e offrendo ai nuclei familiari di beneficiare di energia elettrica fotovoltaica con un netto risparmio sui costi dei consumi. Complice l’elevato irraggiamento solare per grande parte dell’anno, tipico del nostro territorio, sul tetto di casa potrebbe essere impiantata, con costi irrisori, una vera e propria mini-centrale di energia elettrica, in grado di produrre circa 4.500 kwh annui: ben oltre il fabbisogno di una famiglia media di 4 persone. Aderendo all’iniziativa si potrà così pressoché azzerare l’importo delle bollette elettriche, producendo energia pulita e favorendo lo sviluppo ecosostenibile.
Installare un impianto simile costerebbe ad un privato cittadino circa 18 mila euro; partecipando al progetto si sostiene invece una spesa di accesso limitata (poco più di 600 euro, che si recuperano in un anno) e si annullano i costi dei consumi elettrici per 20 anni, durante i quali il consorzio Abn si occuperà della installazione e della manutenzione dell’impianto, che sarà assicurato da eventuali furti ma anche da danni derivanti da agenti atmosferici o dalla normale usura. Al termine dei vent’anni, tramite una cifra simbolica di 100 euro, la proprietà dell’impianto passerà all’utente. In caso si preferisca “rottamarlo”, invece, sarà lo stesso consorzio che si incaricherà dell’eventuale smaltimento dell’impianto stesso.
Si attendono dunque i bandi per dare il via alla selezione dei beneficiari dell’impianto fotovoltaico domestico, come chiarito da Corcontento, su sollecitazione dei tanti amministratori presenti all’incontro e palesemente interessati all’iniziativa. Adesso la palla passa quindi ai Comuni, perché si concretizzi un’opportunità inedita e certamente interessante per uno sviluppo innovativo delle risorse ambientali del territorio tirrenico messinese.

Imprenditoria e lavoro: come valorizzare giovani e risorse

Valorizzare la cultura d’impresa puntando sulle risorse locali e sul ruolo dei giovani e delle donne: con questo obiettivo si è tenuto il tavolo tecnico organizzato dall’amministrazione comunale con il contributo di esperti del mondo del lavoro che hanno illustrato i bandi regionali P.O. FESR Sicilia 2007/2013 relativi agli aiuti alle imprese artigiane e alle imprese giovanili e femminili.
All’incontro informativo, moderato dalla consigliera comunale Giuseppina Merulla, hanno preso parte l’assessore alle politiche giovanili Santi Vaccarino, l’assessore all’artigianato Paolo Calderone, la segretaria provinciale Cisl Messina Mariella Crisafulli e i consulenti d’impresa Sergio Amato e Carmelo Imbesi.
Argomento centrale è stato lo sviluppo dell’economia locale, guardando all’innovazione ma senza dimenticare la tipicità di un artigianato tradizionale che costituisce l’anima della piccola imprenditoria. A partire da questo tema il tavolo, finalizzato ad illustrare i bandi pubblicati il 31 dicembre, ha consentito il confronto e lo scambio di idee tra il pubblico e gli esperti, che hanno fornito le informazioni relative alle misure di finanziamento e sottolineato l’importanza di presentare progetti d’impresa che siano validi e in grado di stare sul mercato: “Non è un problema di strumenti ma di idee”, hanno detto i consulenti rilevando da una parte la funzione delle istituzioni nell’incoraggiare e diffondere le informazioni e dall’altra la capacità di “diventare imprenditori di se stessi e cogliere le sfide offerte dal territorio”.
“Le agevolazioni per le imprese femminili arrivano dopo un’attesa di anni”, ha detto Mariella Crisafulli, “le politiche sulle pari opportunità consentono di valorizzare le differenze, individuare nuovi strumenti e promuovere un modo nuovo di guardare al mondo del lavoro”. Da qui l’importanza di seminari tecnici formativi, come rivela l’esperienza con l’associazione dei giovani della Cisl che la dr.ssa Crisafulli ha analizzato insieme ai presenti.