domenica 29 novembre 2009

Consiglio-show. Meglio di Barbara D'Urso

Altro che Grande Fratello e Domenica 5. Il trash è molto più reale che reality. Quasi si potrebbe pensare di far pagare il biglietto all'entrata, così da risollevare le casse comunali e attirare un po' più di gente. Magari con i pop-corn come al cinema.
In realtà il clima si preannunciava già effervescente e così è bastato poco ad animare, si fa per dire, la seduta consiliare. Ad un certo punto mi è squillato il telefono e mi sono allontanata qualche minuto, lasciando i consiglieri nel bel mentre di una barbosissima discussione, e al mio ritorno si era già scatenato il marasma. Un putiferio di voci accese e insulti più o meno diretti. Tutti contro tutti. E gli argomenti più disparati, dalla Pro Mende ultima in classifica alla gestione del Parco Urbano. Ma cosa c'entra?, verrebbe da chiedersi, se l'ordine del giorno prevede sostanzialmente solo un punto, sebbene di una certa importanza, perchè relativo all'equilibrio di bilancio, uno degli atti politici per eccellenza, che esige tempi precisi ed esigerebbe altrettanta attenzione nell'essere trattato.
E invece c'entra. Perchè, quale che sia l'argomento sul tavolo, esiste un problema di fondo e non occorre essere Norberto Bobbio per capirlo: l'impossibilità di dialogare seriamente e costruttivamente, a tutto discapito degli elettori, che non hanno votato per assistere allo squallore che puntualmente va in scena. Da una parte c'è una minoranza agguerrita, come è prassi che sia quando si sta nelle fila di chi deve fare legittimamente opposizione, che chiede di essere tenuta in maggiore considerazione ed esige correttezza formale. Dall'altra c'è una maggioranza che di tale correttezza in più di una occasione si è dimostrata priva, e, pertanto, facilmente attaccabile, fin troppo facilmente. I consiglieri di minoranza ne fanno una questione di principio e di rispetto dei ruoli. I consiglieri di maggioranza la mettono sul piano dei contenuti, e vanno dritti per la loro strada. La maggioranza è troppo spesso silenziosa quando non dovrebbe. La minoranza è polemica anche a costo di girare a vuoto. Al suo interno si è creata una frattura e c'è stato un avvicendamento di capogruppo, è vero. Ma non si può dire che la maggioranza goda di ottima salute, se è vero che la compattezza non sempre si raggiunge e se, soprattutto, ci sono consiglieri che non hanno mai preso la parola. Il dubbio che non si abbia niente da dire è forte. Quello che ci sia un sostanziale disinteresse è più forte, e decisamente più grave. Soprattutto quando dall'altra parte c'è un eccesso di zelo. Si è creato un clima di reciproca mancanza di rispetto, di inutile innalzamento dei toni, di offese gratuite, che non giova al consiglio ma sopratutto alla città.

Causa beatificazione Mons. Franco, si intravede l'orizzonte

Tempo, denaro e attesa sono i binari su cui scorrono le vicende terrene che riguardano eventi celesti. Un complicato sistema di ricerche e indagini, supportato dalla volontà degli uomini di chiesa più che dalle preghiere dei devoti, si cela dietro le cause sui futuri beati e futuri santi. Il riconoscimento immediato di un miracolo per alcuni, mentre per altri occorre aspettare anni, se non secoli, dimostra l'importanza di avere "santi in paradiso", dato che siamo in tema. Ma tant'è. C'è un'intera comunità di fedeli che attendono pazientemente e speranzosamente che il loro "beato", titolo assegnato impropriamente ma in tutta buona fede, diventi tale anche per la chiesa.
Habemus Papam! verrebbe da dire. La trafila è ancora lunghetta, ma un nuovo e decisivo passo in avanti conforta tutti i luciesi che credono che il miracolo possa avvenire: la causa per la beatificazione di Mons. Antonio Franco, il cui corpo incorrotto è custodito e venerato nella Basilica Cattedrale, ha superato una importante prova. La Commissione dei Teologi, riunitasi a Roma, ha infatti espresso parere favorevole sulla “Positio Historica”, documento fondamentale per l’avanzamento del processo, in cui si testimoniano gli eventi eccezionali che costellano la vita di Mons. Franco, prelato della Prelatura Nullius di Santa Lucia del Mela morto in odore di santità il 2 settembre 1626. Senza l'esito positivo di questo passaggio, sarebbero stati vani gli sforzi profusi sino a questo momento per perorare la causa presso la Santa sede.
L’iter procedurale prevede adesso la stampa del parere espresso dalla Commissione e la successiva riunione dei cardinali, prevista per il prossimo gennaio. Il passo seguente è rappresentato dall’emissione della bolla papale con la quale vengono acclarate le “virtù eroiche” riconosciute a Mons. Franco, legate all’intensa attività evangelizzatrice e ad una vita di penitenza e preghiera spesa al servizio dei poveri, dei deboli, dei malati. Una fase ulteriore del processo riguarda l’approvazione del miracolo, già riconosciuto in sede diocesana, da parte della Sacra Congregazione per le cause dei Santi. Infine, superato anche quest’ultimo passo, si attende l’emissione del decreto di beatificazione e la successiva promulgazione.
Il processo è seguito da mons. Raffaele Insana e da un apposito comitato presieduto da Pasquale Calderone, ed è sostenuto finanziariamente da tutta la comunità. La fede popolare attorno alla figura del “Servo di Dio”, cresciuta nei secoli, ha infatti radici antichissime. La fama di santità che ne circonda la figura ha oltrepassato i confini luciesi e la causa di beatificazione è seguita con attenzione e attesa anche nei comuni limitrofi, territorio dell’antica prelatura, dove continua a crescere la comunità dei fedeli del "beato" Mons. Franco.

sabato 28 novembre 2009

Si apre oggi il gemellaggio con la Bulgaria

Prende il via oggi, con la cerimonia d'apertura alle 18.00 presso l'aula consiliare, il gemellaggio del comune luciese con la città bulgara di Plovdiv, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma “Europa per i Cittadini 200-2013”. La delegazione bulgara, presente con una trentina di membri, per una settimana visiterà il patrimonio storico-artistico di S. Lucia del Mela e dei centri vicini, in un tour che comprende Milazzo, Messina, Roccavaldina, Tindari, Taormina e L'Etna.
L’obiettivo dell’iniziativa, che coinvolge anche le realtà imprenditoriali locali e la scuola, è promuovere un sistema di scambi commerciali e culturali, in un clima di conoscenza reciproca e amicizia. Al valore del dialogo interculturale e agli sviluppi istituzionali derivanti dall’Agenda di Lisbona è dedicato il convegno in programma martedì, al quale prenderanno parte, insieme ai rappresentanti istituzionali dei due comuni gemellati, l’assessore provinciale alle politiche comunitarie Daniela Bruno e i professori universitari dell’ateneo peloritano Mario Bolognari, docente di antropologia culturale, e Giovanni Moschella, docente di diritto pubblico. Al termine, la Banda Musicale “Randisi” eseguirà gli inni nazionale ed europeo. Il programma prevede anche una manifestazione sportiva presso la palestra comunale.
A siglare l’iniziativa, ci sarà la cerimonia della firma dell’atto di gemellaggio fra le autorità dei due comuni.

venerdì 27 novembre 2009

Giunta comunale: il sindaco ridistribuisce le deleghe

Tempo di mutamenti all’interno della giunta comunale guidata dal sindaco Antonino Campo. A un anno e mezzo dall’insediamento, e due mesi dopo le dimissioni di Franco Interisano, che aveva ricoperto l’incarico di assessore alle attività commerciali e artigianali, al turismo, alla protezione civile e ai servizi cimiteriali, via libera all’annunciato rimescolamento delle deleghe.
“Il criterio seguito nella ridistribuzione degli incarichi è quello di assicurare una funzionalità sempre maggiore dei servizi” afferma il sindaco, che conferma la volontà di non nominare, per il momento, il sostituto di Interisano: “si tratta di una scelta politica legata alle circostanze”, dichiara Campo, che mantiene così al lavoro una squadra di quattro assessori, gli stessi venuti fuori dalla consultazione elettorale di giugno 2008.
Al vice sindaco Santo Vaccarino restano le politiche sociali, le politiche giovanili, la pubblica istruzione; si aggiunge la delega ai rapporti con il distretto socio-sanitario n. 27 e quella all’ambiente, tolta a Paolo Calderone. Calderone, in aggiunta a beni culturali, attività culturali, igiene e sanità, si occuperà anche di gestione del personale comunale, polizia municipale, artigianato, politiche agricole e forestali, precedentemente affidate a Santo Pandolfo. Annullata a Calderone la delega alle pari opportunità, che il sindaco si riserva insieme alle competenze riferite a ufficiale del governo, lavori pubblici, urbanistica, protezione civile, bilancio e programmazione.
Sparisce la delega alla comunicazione e alla trasparenza, di cui si occupava Calderone. A Pandolfo, insieme a sport e spettacolo, vanno turismo, gestione dei servizi manutentivi, arredo urbano e verde pubblico. A Salvatore Grillo, precedentemente incaricato delle competenze relative a viabilità, interventi di manutenzione del patrimonio, gestione risorse idriche, fognature, impianti di depurazione, confermate le risorse idriche insieme a pubblica illuminazione, gestione impianti tecnologici, beni demaniali e patrimoniali, polizia mortuaria e servizi cimiteriali, commercio, fiere e mercato.

giovedì 26 novembre 2009

La tragedia di Messina 2/ Solidarietà d'oltreoceano

Oltreoceano, le notizie che riguardano l'alluvione sono seguite con attenzione e sgomento: i fatti, le immagini, circolano con tutta la loro evidenza di dolore, morte e impotenza nelle case degli italiani emigrati all'estero. Ancora di più nelle famiglie dei siciliani e, soprattutto, in quelle famiglie che provengono dai villaggi colpiti. O che laggiù hanno lasciato qualcuno.

In Canada, la comunità messinese di Montreal è più che mai stretta attorno a chi assiste al dramma dei propri familiari sfollati o, nei casi peggiori, spazzati via dal fango. "Canada x Messina 2009" è il nome del progetto della comunità canadese per aiutare e sostenere le vittime del disastro, che chiedono di non essere abbandonate. Con il patrocinio dell'Associazione Messinese di Montréal, in collaborazione con la Federazione Siciliana del Québec e con la Confederazione Siciliani Nord America (CSNA), è stata organizzata una raccolta fondi da destinare alle comunità colpite tramite le organizzazioni presenti sul territorio. Alcuni membri del comitato di raccolta fondi saranno presenti a Messina, naturalmente a proprie spese, al momento della consegna della donazione per un progetto indicato dal comitato in favore delle comunità colpite. Un gesto con il quale la comunità di siciliani, e messinesi in particolare, emigrati all'estero vuole testimoniare la propria vicinanza a quanti sono sati colpiti e sostenerne la speranza.

La tragedia di Messina 1/ Il dolore e la vergogna

Questo non è un blog anonimo perché ha il mio nome e la mia faccia. Dietro non c’è una redazione, una squadra di persone che lavorano per il reperimento delle notizie, per la grafica, per l’aggiornamento costante che si richiederebbe a un mezzo agile e diretto come il web. E per questo la mia colpevole assenza da queste pagine ha causato un buco di oltre un mese, nel quale molte cose sono successe, delle quali avrei voluto scrivere per non lasciare che, come sempre avviene con i fatti non registrati, passassero senza traccia. Credo che la vera forza del giornalismo stia nel rendere visibile quello che altrimenti non lo sarebbe. Troppe storie non sarebbero narrate, conosciute, diffuse, troppi volti passerebbero anonimi o dimenticati o cancellati, semplicemente perché quello che non viene detto non esiste. Questa è la forza della parola. E questo è il motivo che mi spinge ad amare questo mestiere, anche se non lo esercito regolarmente, anche se il mio lavoro di ricercatrice mi ruba troppo tempo e troppa energia, anche se ho tanti vizi, difetti, passioni. Una volta, ai tempi beati della mia prima e perduta giovinezza in cui ero ancora una studentessa, un professore mi disse che scrivevo con il cuore, perché il tum tum tum di quest’organo che batte e scandisce l’esistenza era il ritmo che la mia scrittura seguiva. Ma il cuore è un regno inclemente, e meschino, che si fa rapire da grandi entusiasmi e altrettanto rapidamente si disillude. E la verità è che adesso che sono finalmente qui, di fronte a questo schermo, con una gamba ancora rotta, voglio riprendere a scrivere non da uno dei tanti argomenti di cui mi piacerebbe, e che pure hanno la loro importanza, ma di uno preciso, che appunto mi trafigge il cuore con sentimenti contrari e contraddittori. Ma poiché è la realtà ad essere contraddittoria e contraria, scriverò delle due facce di una tragedia che pesa vicina sui nostri ricordi.

Parlo naturalmente del disastro di Giampilieri, Altolia, Scaletta, Itala, Molino, Briga Superiore, avvenuto tra l’indifferenza generale della nazione. Come se nulla fosse accaduto in quel primo ottobre di fango assassino. Parlo del cinismo e del marciume di una classe politica che non si fa carico della tragedia. Composta da quegli stessi stronzi che senza vergogna sono così bravi a chiedere ed accumulare voti su voti salvo poi dimenticarsi dei cittadini quando non sono più elettori. Parlo dei media che non hanno saputo raccontare lo strazio di 37 morti e 1.600 sfollati. Da “Porta a porta” all’“Arena”, dove le regole dello spettacolo e dell’audience in un carosello di imprecisioni e polemiche rissose finiscono sempre per avere la meglio sull’informazione, da alcuni tg a un settimanale come “Gente” che dedica un reportage di quattro pagine all’Italia che frana escludendo dalle emergenze la Sicilia e Messina. Non una riga, non una foto per una tragedia che non interessa nessuno.

Ma c’è un lato umano, in questa vicenda fatta di disagio, paura, morte. È la parte silenziosa, che non fa scandalo, che non fa rumore e che quindi non riesce a conquistare spazio sufficiente nella spirale deviata dell’informazione ufficiale. Ha il volto di chi soffre, di chi ha perso tutto, di chi deve ricominciare. Dei morti. Degli sfollati. Ha anche il volto dei tanti volontari che non hanno smesso di prestare il proprio tempo, il proprio lavoro, la propria presenza sui luoghi del disastro. Tra cui, i volontari della nostra protezione civile, di cui dobbiamo essere fieri, perché rinunciando anche al tempo libero delle domeniche e alle comodità quotidiane, fronteggiando coraggiosamente il dolore e le macerie, hanno contribuito con il loro sostegno ad aiutare e soccorrere quelle popolazioni. E il nostro gruppo comunale, coordinato dal geom. Angelo Letizia, è stato premiato, insieme alle altre associazioni volontarie, nel corso dell’ultima edizione del concorso internazionale Colapesce durante una cerimonia tenutasi a Messina. E' solo un riconoscimento, ma è prima di tutto un simbolo. Anche nell'ovattata atmosfera delle cerimonie ufficiali possono talvolta aprirsi squarci su una realtà che troppe volte si vorrebbe occultata.

La tragedia di Messina 3/ La testimonianza


Diario di una studentessa fuorisede


Mia madre viene da Altolia, mio padre da Giampilieri. Tra i due paesi della provincia di Messina vi è sempre stata una rivalità e i miei genitori sono stati testimoni di questo al momento del loro fidanzamento. Quando ne parlavo ai miei amici e raccontavo la loro storia, precisavo sempre che se non sapevano dove si trovavano questi villaggi non era un problema, perchè erano così piccoli da essere conosciuti solo da chi aveva famiglia lì.

In quelle occasioni, mai avrei immaginato che la situazione potesse cambiare dopo giovedì 2 ottobre 2009.
Dopo la notte di giovedì, come ogni mattina, consulto i siti dei giornali italiani per vedere le ultime news. Non credevo ai mei occhi: quei due paesini sconosciuti erano adesso sulla prima pagina, perchè colpiti da una violenta alluvione.



Più leggevo, più mi rendevo conto della gravità della situazione: più di 230 millimetri di pioggia erano caduti. La pioggia si era fatta strada tra i torrenti, le montagne e le strade con una forza tremenda. Frane e smottamenti ne hanno seguito e hanno distrutto interi villaggi, soprattutto Scaletta Zanclea, Scaletta marina, Molino e i villaggi dei miei genitori, Altolia e Giampilieri. Il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza.


Il triste bilancio delle vittime continua a salire, man mano che i soccorritori lavorano nelle aree devastate. Guardando le foto dei villaggi, mi rendo conto che i luoghi in cui sono cresciuta hanno cambiato volto in un istante: sembra di rivedere dele immagini da post-terremoto. I vilaggi sono stati evacuati, perchè non c'è elettricità nè gas e si teme che altre frane possano aver luogo. Volontari e soldati, esercito e Protezione Civile stanno lavorando in condizioni difficilissime per venire in soccorso alle vittime del disastro: la loro presenza è molto apprezzata dalle persone coinvolte (come mia nonna, che è stata portata via da Altolia da un elicottero della Protezione Civile).


La mia famiglia è uscita illesa, a parte la paura e un po' di fango in casa. Ci possiamo considerare miracolati, perchè tante famiglie sono state toccate molto duramente dagli eventi. Al di là delle notizie riportate dai giornali, la realizzazione della gravità della situazione è venuta dall'esperienza dei miei genitori che si sono recati sui luoghi appena possibile. Mio padre è andato a Giampilieri e ha incontrato tante persone per strada, che piangevano per la perdita dei loro cari, per la distruzione della loro casa e delle memorie di una vita, per il loro negozio tirato su a forza di sacrifici e di difficoltà e adesso distrutto. La distruzione è dapperttutto nei villaggi: molto tempo e molti investimenti saranno necessari per riportare questi villaggi di nuovo alla vita. Ma al di là della ricostruzione materiale, la sfida più grande - come mi raccontava mio padre al ritorno da una delle sue visite a Giampilieri - è sostenere le persone che sono state colpite da questi eventi tragici e di accompagnarle, per ripartire di nuovo. tanti di loro stanno implorando di non essere abbandonati, dopo che le luci della ribalta caleranno sulla vicenda.


Di fronte a questo grido, non posso rimanere indifferente. Per questo, ci stiamo mobilitando con altri Siciliani di Montréal per dare un contributo e testimoniare il nostro sostegno a queste persone. Un contributo che vuole essere un seme di speranza di fronte a un dolore immenso. Una goccia: piccola, eppure così importante perchè, anche noi come chi soffre nelle vallate della Sicilia possiamo sentire ancora una volta di più, come ha detto Enzo Jannacci, <<una carezza del Nazareno, avremmo così tanto bisogno di una sua carezza>> Corriere della Sera, 6 febbraio 2009).


Sui luoghi dell'alluvione, quella carezza ha oggi tanti volti, come quelli dei tanti volontari venuti ad aiutare. Come quelli di un gruppo di amici venuti da Messina che aiutano il proprietario di un piccolo supermercato - scoraggiato, arrabbiato e stanco di dover ricominiìciare di nuovo - a spalare il faango dal suo negozio. Sono questi volti che desideriamo aiutare anche dal Canada.


Mariachiara Restuccia,
Candidata al PhD in Marketing, HEC Montréal
Montréal, 4 ottobre 2009
(foto scattata ad Altolia l'anno scorso)