Ritorna in possesso del Comune luciese il complesso monumentale dell’ex Chiesa di San Michele Arcangelo, la storica struttura di origine quattrocentesca di cui restano oggi solo l’Arco di accesso al sagrato e polverose rovine, dopo innumerevoli crolli e furti di preziosi elementi architettonici. Si è sciolto, infatti, il nodo della proprietà del bene, che sin dagli anni ’50 del secolo scorso era stato concesso in affitto ad un privato da parte del vecchio ECA (Ente Comunale di Assistenza) e poi direttamente dal Comune di Santa Lucia del Mela, che aveva assorbito l’Ente. La vicenda negli anni si è trascinata anche in sede giudiziaria, con una condanna pecuniaria subita dal Comune nel 2010 per lavori di manutenzione straordinaria e pulitura svolti 23 anni prima all’interno della struttura, su cui di fatto l’unico a poter vantare diritti era l’affittuario.
Nel corso del giudizio possessorio sono stati acquisiti agli atti i documenti relativi alla quantificazione dei danni subiti da quest’ultimo, stimati in poco più di 20 milioni delle vecchie lire; importo che tuttavia non è mai stato mai risarcito dal Comune, così come gli interessi maturati. Gli eredi del privato che ha usufruito del bene hanno infine manifestato l’intenzione di rinunciare volontariamente al rapporto di affitto, dietro risarcimento di 4 mila euro e con la rinuncia ad altre somme per interessi.
L’ultimo atto di questa transazione, gestita dal sindaco Nino Campo e dall’assessore ai Beni Culturali Rosario Torre, è stato adesso formalizzato con il reintegro del pieno possesso del complesso monumentale nel patrimonio immobiliare comunale. Il restauro e la messa in sicurezza della Chiesa e dell’Arco di San Michele Arcangelo, già inseriti nell’ultimo piano triennale delle opere pubbliche, sono stati proposti per l’inserimento nel cosiddetto “Patto per la Sicilia” al fine di ottenere un finanziamento. L’immobile, come rilevato nel sopralluogo effettuato a maggio dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Messina, è in pessimo stato e attualmente inaccessibile, in quanto invaso da vegetazione spontanea.
Ma l’aspetto più grave è il crollo di parti strutturali avvenuto nella scorsa primavera in corrispondenza dell’altare maggiore, cui si sommano le condizioni precarie di conservazione dell’Arco, che mettono a rischio sia i resti dell’edificio che la pubblica incolumità. Al sicuro, per fortuna, le opere d’arte custodite all’interno della Chiesa, risparmiate dal degrado e dai crolli grazie al trasferimento negli anni ’30 della scultura del “San Michele Arcangelo” nei locali del Castello, e di preziose tele del XVII e XVIII secolo nella Chiesa del Sacro Cuore. Insieme alla Chiesa di San Michele Arcangelo, oggi ridotta a poco più di un rudere, sono scomparsi anche l’Ospedale dei Preti e la “Ruota degli esposti”, così come il secentesco Monte di Pietà.
L'EX CHIESA DI S. MICHELE ARCANGELO
I CROLLI (APRILE 2016)
L'ARCO DI S. MICHELE ARCANGELO
Testo: Katia Trifirò
Foto: Santo Arizzi