lunedì 26 aprile 2010

Consiglio comunale capitolo secondo. Cronaca di un dissidio annunciato

Ma cos'è stato a creare tanto scalpore e a scaldare gli animi (soprattutto alcuni)? Più che i punti all'ordine del giorno, il curioso e inedito assetto che gli equilibri consiliari stanno disegnando. A partire dalla rivendicazione di indipendenza partita dallo scranno presidenziale. E, cioè, la chiara assunzione di una posizione autonoma rispetto alla maggioranza, e divergente su alcuni aspetti dell’operato amministrativo, da parte del presidente del consiglio Francesco Rizzo. È questo il dato più interessante che emerge dall’ultima seduta del civico consesso, riunitosi lunedì 19, in cui Rizzo ha confermato la propria volontà di proseguire un percorso indipendente dalle scelte espresse dal gruppo di appartenenza: “Non voterò contro le decisioni della maggioranza, perché non è mia intenzione creare ostacoli e difficoltà, ma ho sempre espresso la mia diversità di vedute e su questo non tornerò indietro” ha dichiarato Rizzo, puntando sull‘imparzialità del suo ruolo istituzionale.
Pomo della discordia, ad apertura di seduta, la vicenda legata alle opere finanziabili all’interno del Prusst Valdemone, su cui Rizzo ha preso una posizione opposta rispetto a quella del sindaco Nino Campo. Su questa spaccatura hanno immediatamente puntato il dito i consiglieri Bella, Cannuni e Maimone, i quali hanno paventato una crisi politica del gruppo di Campo. Rizzo si è inoltre astenuto, per dubbi di natura tecnica, sul rendiconto di gestione esercizio finanziario 2009. Sul documento economico, approvato con gli otto voti dei consiglieri di maggioranza, si sono espressi con voto contrario Cannuni e Maimone, mentre si sono astenuti, oltre Rizzo, anche Bella, Lipari e Manna. Come dire, le divisioni interne sono evidenti ormai da tempo anche tra i consiglieri di minoranza.
Il non voto di Rizzo, che esprime un netto dissenso sulle scelte dell'amministrazione, è ancora più significativo perchè pesa su un capitolo chiave come quello finanziario, su cui si misura la solidità di un'allenza politica. Boccone ghiotto per la minoranza, che ne ha approfittato immediatamente per sfogare la propria verve polemica, e segnale forte per consiglieri e amministratori eletti da neppure due anni, che dovrebbero riflettere ed interrogarsi. Tanto più che da almeno quattro mesi si susseguono gossip di palazzo che non possono che destabilizzare la situazione politica in paese.
Una volta un uomo da me molto amato, e molto importante nella mia vita, mi ha regalato un bellissimo paio di stivali. Io gli ho scritto un messaggio con una metafora sul camminare insieme, percorrendo la stessa strada, sullo stesso marciapiede. Questa è un'immagine che mi piace, perchè qualsiasi progetto - un amore, un'idea politica, una società d'affari - prevede che chi lo condivide abbia lo stesso passo e guardi nella stessa direzione. Se infatti mentre si cammina insieme c'è qualcuno che cambia all'improvviso percorso, si infila in una via secondaria, prende un taxi, torna indietro, si ferma, o inizia a correre, la meta non si può più raggiungere insieme. E il progetto si sfalda. Allora bisogna fermarsi e capire cosa fare. Io personalmente, fuor di metafora, metterò da parte gli stivali per le prossime piogge, infilerò un paio di scarpe comode in valigia e partirò per Parigi, con un biglietto di sola andata, per dedicarmi in pace alla mia tesi di dottorato. Il tg1 sta trasmettendo, mentre scrivo, questa battuttaccia che Berlusconi ha fatto a proposito di Fini: per sposarsi bisogna essere in due, un divorzio si può fare anche da soli. Molto calzante, non trovate?

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