Riceviamo e pubblichiamo. Lettera dell’Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente (ALSA) in riferimento alla manifestazione No – Inceneritore del Mela.
Ebbene cari signori, ci ritroviamo qui a distanza di un anno (giorno più, giorno meno), da quando l’evento incendiario alla RAM del 27 Settembre 2014 ha scosso le nostre menti e le nostre coscienze, portandoci a riversarci per strada per gridare forte più sicurezza per la nostra incolumità e per quella dell’ambiente che ci circonda. Dopo un anno, cari signori, cosa è cambiato? Una domanda a cui non posso dare una risposta argomentata, se non che vi sono state molteplici promesse mai attuate, tanti slogan, tanti “è tutto a posto”, ma nulla di concreto. Quell’incidente non ha un colpevole, non ha un volto, nessuno ha pagato per quelle oscenità ambientali e minanti il turismo e, come siamo abituati da sempre d’altronde, dato che i valori erano e sono tutti sotto la soglia minima di legge, evidentemente abbiamo sognato di percepire un forte odore nauseabondo di composti petroliferi, con conseguenze ancora ignote ma purtroppo immaginabili.
A distanza di un anno, il ricordo non è svanito come è bene sottolineare e come qualcuno vorrebbe che fosse, ma se quella è una minaccia che spesso si fa nuovamente viva, con le famose “sfiaccolate” della Torcia RAM, una nuova minaccia per il nostro martoriato territorio è dietro la porta.
Stiamo parlando come è noto, del progetto depositato il 18 settembre presso il Comune di San Filippo del Mela, che avanza l’idea concreta (da noi sospettata da diversi mesi, e per questo oggetto di forti critiche) della costruzione di un mega inceneritore all’interno della centrale termoelettrica di Archi.
Vedo sulle nostre facce tanta paura, talvolta anche rassegnazione.
Ma perché? Da anni è sempre tutto a posto. Perché dovremmo preoccuparci insomma? Perché non fidarci del governo, che andando controcorrente con tutto e tutti, inserisce gli inceneritori di rifiuti come opere strategiche di interesse nazionale? Perché rifiutare i grandi profitti che porterà questa grande opera nel nostro territorio? Perché rifiutare così tanto benessere per noi, i nostri cari e i nostri figli? Perché rifiutare il lavoro che si genererà da questo impianto?
Beh, sì. Si genererà nuovo lavoro: ma per medici e … non voglio continuare.
Non voglio dilagare nel qualunquismo, cari signori, ma non possiamo nascondere la realtà dei fatti.
Da 60 anni, politici locali, ma soprattutto noi stessi ci siamo buttati una croce addosso in modo autolesionista, accettando qualcosa che spazza via la coesistenza di qualsiasi altra forma di sviluppo, che non sia quello industriale.
Da 60 anni, politici locali, ma soprattutto noi stessi ci siamo buttati una croce addosso in modo autolesionista, accettando qualcosa che spazza via la coesistenza di qualsiasi altra forma di sviluppo, che non sia quello industriale.
Evidentemente, lo sviluppo designato per i giovani della Valle del Mela, interessa solo a parole a chi di dovere. Promesse: finora abbiamo ricevuto solo promesse, che illudono tutti noi di un serio piano di svolta, ma che puntualmente pugnala ancora una volta le nostre coscienze alle spalle, in modo vigliacco e codardo.
Promesse per la sicurezza, promesse per l’ambiente, oltre ai fantomatici “E’ tutto a posto” da parte degli enti deputati al controllo della zona. Ma la percezione che la popolazione intera avverte, è ben altra.
È una percezione di paura, di chi al minimo problema di salute corre a svuotarsi dentro e fuori di controlli perché ha il terrore che gli accada ciò che è capitato al malcapitato tizio vicino di casa, o al familiare stesso. E noi, cari signori, a Santa Lucia del Mela ne siamo fortemente consapevoli: da anni possiamo constatare una crescita impressionante della morbosità tumorale, con esiti difficilmente a lieto fine. Questo problema probabilmente verrà meno: dal Ministero della Salute hanno deciso che è una cosa inutile controllarsi in presenza di un sospetto, quindi possiamo stare ancora una volta tranquilli che è tutto a posto. Com’è bello fidarsi di questa gente.
Come è bello fidarsi del governo regionale tra l’altro, che inizialmente si dichiara TOTALMENTE contro il Muos di Niscemi, le trivellazioni del mediterraneo, le discariche di scorie nucleari e gli inceneritori, salvo poi (tra rimpasti di giunta e sotterfugi vari), cambiare rotta accettando tutti questi scempi a favore di chi sta più in alto, sulle spalle di chi come noi spera ancora in delle istituzioni capaci di difendere a spada tratta i nostri territori da questi mostri economici. Istituzioni che, ricordiamolo, si presentano davanti i propri elettori presentando un programma. E qui la domanda sorge spontanea: come fanno ad essere così vigliacchi, deviando i propri “buoni propositi” in favore del signorotto di turno, che ha l’interesse e la possibilità di corrompere il controllore di turno?
Una domanda troppo spesso pronunciata e che pochissime volte ha ottenuto una risposta seria e credibile. A Santa Lucia del Mela, abbiamo avuto in passato per circa 6 anni un inceneritore di rifiuti, piazzato proprio poco sopra il castello. Non bruciava le 500.000 tonnellate di rifiuti annunciate dai progettisti di questo impianto mostruoso, ma molte meno. Eppure, cari signori, il suo effetto lo ha fatto. Contaminando inevitabilmente falde e matrici ambientali in genere. Figuriamoci quindi adesso, con un impianto la cui vita media normalmente è di circa 30 anni, che brucia 500.000 tonnellate annue pronte ad essere smaltite tra polmoni e intestino di tutti noi.
Un impianto che deve prevedere il deposito delle ceneri di scorie, circa il 30% del totale, che dev’essere smaltito in DISCARICA, e quindi quando ci dicono che ciò elimina il problema discariche, ci stanno dicendo delle grandissime bugie! Come si fa a dire delle assurdità di queste dimensioni?
Con l’incenerimento del rifiuto, mandi in combustione migliaia di tonnellate di rifiuti riducendoli in cenere, per circa il 30% del loro totale. E tutto il resto?
Se la chimica non è un’opinione e se Lavoisier non ha detto delle corbellerie, nell’ambiente “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto di trasforma”.
La prova del fatto che il resto di quel 30% va a finire sotto forma di micro e nanopolveri su ogni matrice ambientale (terra, ortaggi, alberi etc.) e soprattutto nei nostri polmoni (direttamente) e nel nostro intestino (indirettamente, ingerendo qualsiasi cosa). Il tutto con buona pace del cibo “Bio”.
Un impianto che, dicono, abbasserà di molto le emissioni inquinanti: ma forse non si rendono conto (o sottovalutano) gli effetti a LUNGO TERMINE dei PCB, FURANI, DIOSSINE, le quali agiscono sottotraccia per decine di anni prima di manifestare i propri danni causati. Inutile che dite che saranno inferiori ai limiti di legge: sempre diossine sono.
Il limite di legge potete anche aggiustarlo, la molecola quella è, e quella resta purtroppo.
E questo non lo diciamo noi: ci sono studi allarmanti, come quello dell'Arpa Veneto, che parlano chiaro, e che hanno spinto intere nazioni e l’Europa intera ad invertire la rotta. Mentre l’Italia prosegue imperterrita nel suo intento autolesionista.
E questo non lo diciamo noi: ci sono studi allarmanti, come quello dell'Arpa Veneto, che parlano chiaro, e che hanno spinto intere nazioni e l’Europa intera ad invertire la rotta. Mentre l’Italia prosegue imperterrita nel suo intento autolesionista.
Dal progetto inoltre, spunta una nuova criticità. Si legge infatti quanto segue: “Si fa inoltre presente che tale fascia costiera presenta caratteri paesaggistici ormai alterati dalla presenza della zona industriale gestita dal consorzio ASI di Messina… “. ORMAI????!!!
L’ennesima prova, cari signori, che siamo di fronte ad una presa per i fondelli senza fine. Piacere, ci chiamiamo A2A. Veniamo ad impiantarvi un bestione inquinante per chissà quanti anni, distruggiamo gli sforzi fatti per la raccolta differenziata e la vostra filiera agroalimentare di eccellenza (le due cose non dovrebbero coesistere assolutamente). Tanto ormai il territorio è compromesso: cosa sarà mai un inceneritore ad aggiungersi alla vostra situazione comprensoriale? Tanto c’è una raffineria, una acciaieria, ed altre piccole industrie. Briciole insomma!
Discorsi da chi, ovviamente non conosce i nostri problemi, i nostri territori, i drammi che viviamo in famiglia e in comunità, che meriterebbero ben altre riflessioni da chi di dovere: veniamo invece usurpati, maltrattati da multinazionali che partono da lontano (Estero o Nord Italia, poco importa), vengono a depositare degli eco-mostri e dopo di che aspettano seduti sulle loro poltrone (A DEBITA DISTANZA) i proventi sporchi di una nuova era di morte e distruzione di un territorio che è di per sé già esausto e disperato.
Stanno deviando ogni direttiva europea in materia di rifiuti, e per questo continueremo a pagare ingenti multe all’Europa,
dell’ordine di milioni di euro per OGNI discarica presente sul territorio nazionale. Chi paga queste multe.
Ovviamente tutti noi, quindi doppio, triplo danno.
Stanno cercando i migliori escamotage per permettere ai massoni dell’energia di rifocillarsi,costruendo quest’opera, più che altro una macchina economica.
dell’ordine di milioni di euro per OGNI discarica presente sul territorio nazionale. Chi paga queste multe.
Ovviamente tutti noi, quindi doppio, triplo danno.
Stanno cercando i migliori escamotage per permettere ai massoni dell’energia di rifocillarsi,costruendo quest’opera, più che altro una macchina economica.
Infine, in conclusione, un pensiero va ai lavoratori diretti e dell’indotto. Questo impianto dovrebbe partire nel 2019, e la seconda linea di produzione nel 2021. Ci rivolgiamo a voi, cari lavoratori, affinchè capiate i motivi per i quali ci stiamo battendo: gli stessi motivi che coinvolgono inevitabilmente anche voi e per i quali vorremmo che vi uniste ai nostri intenti. Abbiamo forti dubbi che l’azienda possa mantenere le promesse fatte: basta un colpo di spugna e tutto è andato in fumo, con buona pace vostra e dei sindacati firmatari. Non sarà un impianto eterno: prima o poi anche tale impianto sarà fuori mercato, e torneremo a parlare nuovamente del problema in maniera ancora più disperata, dopo aver sorbito anni e anni di stupri ambientali e sanitari.
Non possiamo girarci dall’altro lato di fronte all’ormai noto ricatto occupazionale simbolo di questa zona anomala: lavoro e salute devono coesistere, non essere oggetto di contrapposizione.
Sta a noi cercare di rivoluzionare lo stato delle cose. Dal basso, agendo in modo razionale ed equilibrato. Ma se veniamo isolati da chi ha tutto l’interesse che le cose continuino ad andare così, in modo cieco e per niente previgente, avremo grosse difficoltà.
ANCORA NULLA E’ DECISO: è stato presentato un progetto al quale entro il termine di 60 giorni bisogna presentare delle osservazioni che possano intralciare tale piano. La rassegnazione che vediamo sulle facce di tutti giornalmente è priva di ogni fondamento. Dobbiamo rassegnarci solo quando vedremo eretto l’inceneritore all’interno della centrale. Sino a quel momento, non c’è motivo di essere rassegnati: bisogna mettere tutto l’impegno possibile e immaginabile, istituzioni e società civile, affinché non ci siano rimpianti o rimorsi in futuro.
Il nostro è un appello: aprite le vostre menti!
Ancora una volta vi chiediamo di sviluppare per questa zona un serio piano di riconversione, che possa creare migliaia di posti di lavoro puliti, non a discapito di chi sta a guardare, per porre fine ad uno scempio sanitario che non ha tempo ormai.
Per questi motivi, ci rivolgiamo a voi. Uniti e convinti che il progetto di incenerire una risorsa come i rifiuti è scellerato e assurdamente controproducente a livelli economici, ambientali e sanitari!
Filippo Alibrando - Associazione Luciese per la Salute e l'Ambiente
Filippo Alibrando - Associazione Luciese per la Salute e l'Ambiente
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