domenica 16 gennaio 2011

Il Papa riconosce le "virtù eroiche" di mons. Franco: mai così vicina la beatificazione


La notizia ha fatto il giro del mondo: il 1° maggio Papa Wojtyla salirà il primo gradino degli altari, ricevendo il titolo di "Beato". Contestualmente, tra gli altri decreti papali è stato firmato quallo che riconosce le "virtù eroiche" di mons. Antonio Franco (nel dipinto), prelato di origine napoletana morto in odore di santità il 2 settembre 1626 il cui corpo incorrotto è custodito e venerato nella Basilica Cattedrale. Un passo fondamentale, che ha fatto esultare il popolo dei fedeli, per l’avanzamento della causa di beatificazione e canonizzazione, tentata immediatamente dopo la morte di mons. Franco e per ben sette volte nel corso del tempo, incontrando ostacoli di varia natura, legati soprattutto alla difficoltà di ricostruire documentalmente alcuni periodi della sua vita.
Grande risalto è stato dato dalla stampa cattolica italiana e dalle testate locali: la "Gazzetta del Sud" di ieri ha dedicato al profilo di mons. Franco, firmato da me, le pagine nazionali del "Primo Piano" (foto in basso, clicca per ingrandire). Adesso occorrerrà attendere il pronunciamento da parte della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi su una guarigione miracolosa, già riconosciuta in sede diocesana. Superato anche quest’ultimo passo, i fedeli potrebbero finalmente ottenere l’emissione del decreto di beatificazione e la successiva promulgazione, che darà i crismi dell’ufficialità al titolo di “Beato” che mons. Franco ha acquisito presso il popolo in virtù di una fervente e antichissima devozione.
Le fasi precedenti del processo, per il quale è stata istituita una apposita commissione, presieduta da Pasquale Calderone e seguita da mons. Raffele Insana, hanno riguardato la pubblicazione della cosiddetta “Positio Historica”, un documento di 348 pagine sulla vita, le virtù, la fama di santità del “Servo di Dio”, che ha ricevuto il parere favorevole della Commissione dei Teologi e del Collegio Cardinalizio.
Il buon esito del processo di beatificazione è atteso con trepidazione anche nei comuni limitrofi a quello luciese, territorio dell’antica Prelatura Nullius in cui mons. Franco fu prelato ordinario negli ultimi nove anni di vita. La fede popolare attorno alla sua figura è lunga quattro secoli, la fama di santità che ne circonda la figura ha oltrepassato in qualche caso i confini nazionali e le testimonianze di grazie ricevute per sua intercessione sono innumerevoli. Le fonti documentali-storiche e le biografie lo descrivono con tutti i crismi di una “santità eccellente”, legata all’intensa attività evangelizzatrice e ad una vita di penitenza e preghiera spesa al servizio dei poveri, dei deboli, dei malati.
Il processo di beatificazione, oltre alla Prelatura di Santa Lucia del Mela, coinvolge l’Arcidiocesi di Napoli, che gli diede i natali, la Diocesi di Aversa, nella quale fu beneficiato, l’Arcidiocesi di Madrid, dove fu Cappellano reale, e infine la Diocesi di Roma, dove visse per un anno da chierico e da Prelato eletto.