E adesso che la Cassazione si è pronunciata, stabilendo che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la consultazione popolare, i cittadini hanno la certezza di potersi esprimere su un tema fondamentale per il futuro del Paese: spacciata come forma di energia sicura, economica e all'avanguardia, quella nucleare è solo l'ennesima trappola tesa ai danni del popolo italiano, che viene tenuto all'oscuro dei gravissimi rischi per la salute umana e per l'ambiente che la costruzione di nuove centrali nucleari comporta. Dall'esperienza non si impara mai, come Chernobyl ieri e, oggi, Fukushima dimostrano, se è vero che, mentre i grandi mezzi di informazione non parlano delle malattie mortali causate dalle radiazioni, che contaminano pericolosamente l'ecosistema planetario, si continuano a ipotizzare nuovi investimenti sul nucleare.
Nonostante il popolo italiano abbia espresso chiaramente il proprio NO nel 1987, il nostro governo, manifestando disprezzo e noncuranza verso i cittadini che dovrebbe proteggere e tutelare, attacca la democrazia e pensa esclusivamente ai propri interessi economici, spingendo il Paese sempre più sul fondo del baratro e mettendo le mani sull'unico strumento che ciascuno di noi ha per esprimere la propria opinione: il voto.
Negare alla gente la possibilità di votare significa agire come una dittatura, non pubblicizzare il Referendum significa offendere l'intelligenza degli individui, ingannare l'opinione pubblica con la malafede significa cancellare anni di conquiste combattute con il sangue. La mancanza di comunicazione e informazione sul Referendum nella televisione di regime, la formula del voto (dire "sì" per dire "no"), l'invito ad andare a mare invece che alle urne, il tentativo di manomettere i quesiti e il Referendum stesso, perchè non si raggiunga il quorum dei votanti, sono solo alcuni segnali di una cattiva gestione della cosa pubblica, a cui il Paese ha iniziato a reagire con il voto amministrativo di Napoli e Milano. Il governo fondato sulla minaccia, sull'insulto, sulla menzogna, sulla clientela, su nani e ballerine, che soffoca i giovani meritevoli, offende le donne, esalta la paura degli stranieri, favorisce le differenze sociali ed economiche, ghettizza le diversità, impedisce una giustizia uguale per tutti, penalizza il sud, è lo stesso che crede che il popolo italiano sia solo una massa manovrabile e senza capacità di scegliere, pensare, decidere: anche per questo, andare a votare il 12 e il 13 giugno è importante per riappropriarsi del diritto di voto, quello che ci fa cittadini e non sudditi.
Anche per questo, dopo la nascita del comitato locale per "L'acqua bene comune", a difesa dell'acqua pubblica, bene di tutti, in vista della vicina consultazione referendaria alcuni volontari hanno dato vita al gruppo di informazione e dibattito "Sì contro il nucleare", per attirare l'attenzione sulla necessità di votare contro un tipo di energia che danneggia da tutti i punti di vista i paesi che la producono. Il comitato , uno dei pochissimi sorti in provincia, ha iniziato domenica scorsa una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, tramite l'organizzazione di stands e la distribuzione di materiale informativo. L'obiettivo del comitato, apolitico e senza fini di lucro - perchè questa è una battaglia che non ha colori di partito, ma è di tutti -, è, come si legge nell'atto costitutivo, quello di far conoscere agli abitanti della Valle del Mela "l'importanza di recarsi alle urne il 12 e il 13 giugno e di votare sì per respingere il ritorno al nucleare e per cancellarlo definitivamente dai programmi energetici nazionali". "Nessuno può garantire la sicurezza di una centrale nucleare", dicono i volontari, "soprattutto in un Paese a forte rischio sismico come quello in cui viviamo". Nel corso del primo incontro pubblico, che si è tenuto presso l'aula consiliare del comune luciese, al centro della discussione ci sono stati infatti i dati allarmanti che, spesso, i grandi media minimizzano in modo irresponsabile, come la catastrofe del Giappone dimostra: "Si continua a parlare di nucleare sicuro, vogliono farci credere che è conveniente, ma l'unica cosa sicura sono i rischi".
Il quesito sulla scheda rossa "ACQUA PUBBLICA" (1)
"Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?"
La normativa stabilisce che la gestione del servizio idrico venga affidata a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese. La preferenza dei SI consente di IMPEDIRE la PRIVATIZZAZIONE dell'ACQUA pubblica, tenendo lontani i privati dalla gestione pubblica del servizio idrico.
Il quesito sulla scheda gialla "ACQUA PUBBLICA" (2)
"Volete voi che sia abrogato - Art. 154, comma 1 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito?"
La parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Chi vota SI vuole EVITARE i profitti sull'ACQUA pubblica.
Il quesito sulla scheda grigia "ENERGIA NUCLEARE"
"Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?"
Votare SI per IMPEDIRE il ritorno dell’ENERGIA NUCLEARE in Italia, bloccando di fatto la realizzazione di nuovi impianti sull’intero territorio nazionale.
Il quesito sulla scheda verde "LEGITTIMO IMPEDIMENTO"
"Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante «disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?"
Si tocca il tema della giustizia, esprimendosi sull’abrogazione di una delle leggi ad personam. Il SI è favorevole all'ELIMINAZIONE della legge sul legittimo impedimento, che vorrebbe la gestione personalistica della giustizia: i comuni cittadini da una parte e il Presidente del Consiglio e i Ministri dall'altra, protetti e impuniti.