PRETESTUOSI GLI ARGOMENTI RAM PER EVITARE INVESTIMENTI A TUTELA SALUTE
E TERRITORIO
COMUNICATO STAMPA
Il principale timore della RAM
continua ad essere quello di dover abbassare “troppo” le emissioni. Le
emissioni di sostanze pericolose per la salute non sono mai “troppo” basse: è
ragionevole pretendere che siano il più basse possibile per salvaguardare la
salute di lavoratori e cittadini. Come evidenziamo da mesi, esistono le
tecnologie per ridurre drasticamente le attuali emissioni della Raffineria,
come si evince nelle “BAT Conclusions” pubblicate dalla Comunità Europea.
L’idea che il Ministero
dell’Ambiente possa imporre, recependo le indicazioni dei Comuni, prescrizioni
“inapplicabili” non sta né in cielo, né in terra: è competenza del Ministero
dell’Ambiente e di ISPRA (che è il suo braccio tecnico) stabilire quali
prescrizioni sono applicabili o meno, non del Ministero dello Sviluppo
Economico. Se il Ministero dell’Ambiente e ISPRA avessero ritenuto alcune
indicazioni dei Comuni inapplicabili, non le avrebbero inserite tra le
prescrizioni dell’AIA. Quindi questa argomentazione della RAM è priva di
fondamento.
Priva di fondamento è anche
l’argomentazione secondo cui con le nuove prescrizioni la RAM rischierebbe la chiusura.
Il Ministero dello Sviluppo economico, nella propria nota, ha chiarito che la
Raffineria di Milazzo è uno stabilimento strategico. E uno stabilimento
strategico, per definizione, non può chiudere. Quand’anche il Gestore si
rifiutasse di ottemperare alle nuove prescrizioni dell’AIA, lo Stato non
permetterà la chiusura dello Stabilimento, così come avvenuto con l’ILVA di
Taranto: male che vada verrebbe nominato un Commissario ad Acta per gestire
l’adeguamento dello Stabilimento alle nuove prescrizioni.
La riduzione del 50% delle
emissioni rispetto ai limiti di legge è stato raccomandato già nel 2009
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per industrie della Valle del Mela,
in considerazione delle molteplici fonti emissive presenti, potenzialmente
pericolose per la salute: quindi i Comuni su questo non hanno detto nulla di
nuovo, anzi sono in grave ritardo.
I Sindaci sono massime autorità sanitarie
locali e pertanto spetta a loro e solo a loro esprimere prescrizioni più
restrittive dei limiti di legge nazionali (quelli si datati) per tutelare la
salute, allorquando il contesto locale lo richieda. Se non lo facessero si
dovrebbero assumere la responsabilità di non aver preso tutte le misure necessarie
per tutelare la salute dei cittadini: misure in questo caso dettate dalle ormai
numerose evidenze medico-scientifiche e di monitoraggio ambientale che indicano
che nella Valle del Mela c’è un preoccupante livello di inquinamento che mette
a rischio la salute dei cittadini.
E' pretestuoso anche pretendere
di aspettare i risultati di un nuovo studio sanitario: gli studi e le evidenze
già oggi disponibili sono copiosi e aggiornati fino al 2016. Il regime
autorizzativo della RAM risale al 2011, quindi nulla è cambiato dal 2011 ad
oggi nel suo profilo emissivo. Né si può pretendere di rimandare l’applicazione
delle prescrizioni espresse per tutelare la salute pubblica: perdere ancora
tempo significherebbe esporre ancora ed in maniera ingiustificata i cittadini a
rischi per la salute.
I
lavoratori della RAM e i cittadini della Valle del Mela devono lottare fianco a
fianco per pretendere investimenti necessari per mantenere gli attuali livelli
occupazionali ed evitare di avvelenare il territorio circostante. Anzi, i
lavori di ambientalizzazione richiederebbero un sostanziale dei posti di
lavoro, indispensabili per apportare gli ammodernamenti impiantistici richiesti
dalle prescrizioni. Capiamo che la proprietà dovrebbe privarsi di un porzione
dei profitti, ma siamo convinti che la tutela della sicurezza dei lavoratori e
della salute di tutti sia meritevole di investimenti. D’altro canto un’azienda
che produce circa mezzo miliardo di utile all’anno, può sostenere un piano di
investimenti in ambientalizzazione opportunamente articolato.