lunedì 15 novembre 2010

Società Operaia, cambio al vertice e programmi sociali

Cambio al vertice della Società Operaia di mutuo soccorso “Medaglia d’Oro Stefano Cattafi”, con l’elezione di Giovanni Brunetta (nella foto) alla carica di presidente. Da sempre componente attivo del sodalizio intitolato all’eroe luciese, Brunetta prende il posto di Nino Macca, inaugurando con tanti progetti in cantiere il mandato biennale conferitogli dai soci.
«L’obiettivo che mi prefiggo è ridare centralità alla nostra istituzione all’interno della comunità, applicando in toto lo statuto e il regolamento interno, al fine di renderla strumento di solidarietà e di azione nel campo del volontariato e del no profit, com’è nella sua natura» afferma il neopresidente.
Fondata il 10 febbraio 1956 per iniziativa di un gruppo di luciesi guidati da Peppino Amante, che fu il suo primo presidente, la Società Operaia ha sempre rappresentato l’impegno offerto gratuitamente a chi si trova in situazioni di difficoltà e di bisogno. Recuperare il più autentico spirito di servizio, anche oggi che cambia la società e cambiano i casi in cui è necessario l’intervento a favore degli altri, è la missione che la Società Operaia continua a perseguire.
«Tra le prime iniziative ci sarà l’attivazione di convenzioni per gli anziani, ad esempio un servizio di trasporto gratuito per chi deve recarsi fuori dal paese – aggiunge Brunetta, che ha già chiesto la collaborazione degli enti locali e dei comuni cittadini –, intendiamo potenziare il gruppo dei soci, incrementando il numero delle donne e dei più giovani, coinvolgere la comunità e dare vita ad attività sociali e creative, come il cineforum».
Il direttivo dell’associazione, che conta circa 160 iscritti, è formato dal vicepresidente Fortunato Rizzo e dai consiglieri Filippo Calderone, Angelo Cirino, Giuseppe Nicuro, Santo Gitto. Atre cariche sono state assegnate a Carmelo Bella, Biagio Merulla, Biagio Cirino, Felice Trifirò.

domenica 14 novembre 2010

Area ad alto rischio e piano di risanamento: invertire la rotta per ottenere i finanziamenti

Programmare interventi che abbiano come priorità il rispetto dell’ambiente, individuare strategie di sviluppo che privilegino le risorse naturali, progettare in modo da prevenire l’inquinamento e i danni alla salute dell’uomo, correggendo e limitando gli effetti delle scelte sbagliate che hanno condizionato negativamente il territorio della valle del Mela e le aree limitrofe. Se ne è parlato nel corso di un incontro, promosso dal sindaco di Santa Lucia del Mela Nino Campo (nella foto), al quale hanno preso parte i rappresentanti istituzionali degli altri sei comuni, insieme a quello luciese, dichiarati “Area ad elevato rischio di crisi ambientale”: i sindaci Pippo Sciotto (Pace del Mela), Pitrone (San Pier Niceto), Campagna (Condrò), Matteo Sciotto (Gualtieri Sicaminò) e gli assessori Capone (Milazzo) e Paulesu (San Filippo del Mela). «L’obiettivo dell’incontro è quello di elaborare una strategia comune per il risanamento ambientale della valle del Mela» spiega il sindaco Campo, portavoce dell’area ad alto rischio presso l’assessorato regionale Territorio e Ambiente.

La finalità dell’adozione di una prospettiva comune è l’elaborazione di un piano di risanamento condiviso, che tenga conto delle specificità del territorio interessato e che privilegi gli interventi a favore dell’ambiente – come l’investimento nel fotovoltaico – piuttosto che la politica del mattone. «Considerate le molteplici criticità che caratterizzano il comprensorio si fa sempre più urgente la concretizzazione di un piano di risanamento ambientale e di rilancio dell’economia del territorio – afferma Campo –, i cittadini temono che svanisca l’occasione per risollevare le sorti dell’area ad alto rischio, sia sul piano della difesa della salute che dal punto di vista della sostenibilità ambientale».

Il prossimo passo sarà l’incontro tra Campo e il dirigente regionale on. Di Lorenzo, che, dopo una riunione preliminare alla presenza dell’on. Romano e dell’on. Di Mauro, ha sollecitato l’elaborazione di un piano di risanamento comune per il territorio della valle del Mela. I fondi destinati all’area ad alto rischio, da distribuire tra i comuni che ne fanno parte, corrispondono a 4 milioni di euro. Nel corso degli anni, attraverso l’azione di “agenda 21 locale”, la costituzione di un ufficio speciale e altre azioni istituzionali, ma soprattutto attraverso le iniziative delle associazioni ambientaliste e i movimenti d’opinione promossi dai cittadini, i problemi dell’area ad alto rischio sono stati innumerevoli volte posti sotto i riflettori. E i rappresentanti regionali sono stati interpellati a più riprese perché operassero concretamente a favore del risanamento: «Abbiamo individuato le proposte di intervento e le abbiamo sottoposte all’assessorato Territorio e Ambiente – aggiunge Campo, – adesso ci aspettiamo che la sinergia tra i comuni interessati, e tra questi e gli enti regionali, consenta di superare gli ostacoli alla realizzazione e all’attuazione definitiva del piano di risanamento».

mercoledì 3 novembre 2010

Effetti del maltempo: ordigno bellico scoperto in contrada Misericordia


Un ordigno bellico, risalente con tutta probabilità alla seconda guerra mondiale, è spuntato fuori dal terreno in seguito alla pioggia battente di questi giorni. E come se non bastassero i disagi dovuti a fango, macerie e detriti che si sono riversati a fiumi per le vie del paese, attimi di paura sono stati vissuti dai componenti della famiglia che, nel cortile di casa, a pochi passi dall’ingresso principale, ha “scoperto” l’ordigno. Si tratta di una spoletta, utilizzata come innesco di carico per bomba, che, se maneggiata da mani inesperte, può esplodere causando gravi conseguenze.
Ad allertare i carabinieri della locale stazione, intervenuti sul posto insieme agli artificieri della polizia di Messina, è stata una famiglia residente in contrada Misericordia. Una zona particolarmente colpita dal maltempo che sta flagellando la comunità, dove è stata necessaria l’azione della protezione civile e dove l’emergenza non è ancora del tutto rientrata. Proprio il fango, che ha invaso il cortile, ha permesso che l’ordigno fuoriuscisse dal terreno, evitando danni peggiori che sarebbero potuti avvenire durante i normali lavori di campagna che la popolazione residente nel quartiere compie abitualmente.
Non è la prima volta, comunque, che scoperte del genere vengono fatte in contrada Misericordia: un quartiere, lontano dal centro abitato, in cui negli anni si sono verificati simili rinvenimenti, a testimonianza della sua verosimile funzione di zona di sosta per la fanteria in tempo di guerra. Dopo l’intervento dei carabinieri, l’ordigno è stato prelevato e portato via dagli artificieri.

martedì 2 novembre 2010

Emergenza maltempo, il paese è in ginocchio

Fiumi di fango riversati nelle strade, intere contrade isolate, abitazioni civili, garage e depositi allagati: il primo bilancio della pioggia record di lunedì notte fotografa un paese in ginocchio e annuncia il rischio di frane nei prossimi giorni.
A fronte dello stato di emergenza generalizzata che non ha risparmiato nessun quartiere, si avvia la conta dei danni, che include il danneggiamento della rete elettrica e di quella idrica. Colpito pesantemente tutto il centro storico, isolate per ore le frazioni lontane dal centro abitato - da Bassovalle a Femminamorta, da Misericordia a Bellone -, danni lungo tutta la strada provinciale che conduce alla zona della Facciata e di via Nenni, in via Garibaldi, in via Serri.
Allertato sin dalle prime ore di oggi il gruppo comunale di protezione civile, che si è distribuito sul territorio e ha fronteggiato le innumerevoli segnalazioni pervenute a vigili del fuoco, vigili urbani, carabinieri e polizia.
“Non esiste un sistema di raccolta delle acque bianche” hanno dichiarato il sindaco Nino Campo e il dirigente dell’ufficio tecnico Mimmo Cirino per giustificare lo spaventoso torrente di acqua, fango e detriti che per ore ha attraversato le vie cittadine ingrossandosi a valle. Prima ancora di puntare l’attenzione sulla pulizia e la manutenzione, occorre dunque segnalare la mancanza di una rete destinata alla raccolta e allo smaltimento dell’acqua piovana: basterebbe un temporale meno violento di quello che ha funestato da ieri la costa tirrenica a scatenare l’emergenza che in queste ore ha bloccato il paese.
Sono partiti intanto i primissimi lavori per il ripristino della normalità, che si stimano intorno a 20 mila euro per i soli interventi più urgenti. “Degli 80 mila euro spesi per i danni dell’ondata di maltempo del 2008 - dichiara il sindaco - il contributo regionale è stato di appena 15 mila”. La situazione rimane critica, anche per lo stato di dissesto in cui versano le casse comunali.

Foto di Nicola Coco: 1) Auto danneggiata in via Facciata; 2) Contrada Timpanara, 3) Abitazione allagata a Femminamorta; 4) via Serri; 5) Contrada Bellone.

mercoledì 13 ottobre 2010

Dal consiglio comunale

Si è aperta con un atto di solidarietà nei confronti del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, l’ultima seduta del civico consesso che, all’unanimità dei presenti, ha fatto proprio il documento preparato e letto dal consigliere di maggioranza Rosario Torre sulla barbara uccisione del primo cittadino del comune salernitano.

A riscaldare gli animi e dividere i consiglieri è la proposta di salvaguardia degli equilibri di bilancio all’ordine del giorno, convalidata dal responsabile del servizio economico-finanziario Giuseppe Isaia e dal revisore dei conti Maria Briguglio. Il punto passa con i voti degli otto della maggioranza (Amalfi, Calderone, Coppolino, Impalà, Lombardo, Rappazzo, Schepisi, Torre), astenuta l’opposizione (Bella, Cannuni, Lipari, Manna), contrario il presidente Francesco Rizzo (nella foto), che si conferma sempre più su posizioni autonome, senza chiarire la propria linea politica neppure dietro le esplicite richieste di Impalà.
A monopolizzare il dibattito tra i consiglieri, ancora una volta, è il maxidebito derivante dalla sentenza sulla vicenda “Casa per tutti”, con una girandola di accuse verso l’atteggiamento della passata amministrazione, argomenti che fomentano spaccature interne alla stessa maggioranza. Sotto tiro finiscono anche l’operato del commissario ad acta e le misure intraprese dal sindaco per ripristinare il pareggio.

Approvata invece all’unanimità la proposta di variazione al bilancio di previsione presentata dal presidente del consiglio, che si impegna a destinare sei mesi della propria indennità di carica per il restauro dell’antica statua di Santa Lucia (nella foto) collocata nella chiesa di san Nicola.
L’importo, pari a 5.952,96 euro, servirà, per iniziativa di Rizzo, a finanziare i lavori di restauro finalizzati a riportare all’antico splendore il simulacro, che un tempo sfilava in processione per le vie del paese.

giovedì 7 ottobre 2010

Castello, un fulmine danneggia la torre triangolare. Urgente piano di recupero e valorizzazione

Il maltempo delle scorse settimane ha infierito sul monumento simbolo del paese, il Castello arabo-svevo-aragonese, che troneggia con le sue torri in cima al monte Mankarruna, a 387 metri d’altezza. E proprio una delle torri, quella triangolare, visibile dalla cinta muraria, è stata colpita da un fulmine, che ne ha danneggiato la struttura. Come rivelano i resti di pietra che la furia del temporale ha scaricato alla base della torre, ancora depositati sulla scalinata d’accesso (foto a sinistra).
A segnalare il danno, richiedendo l’intervento della sovrintendenza e della curia che ne è proprietaria, è il prof. Libero Rappazzo, capogruppo di maggioranza e cultore di storia patria, che auspica un ritorno del Castello al suo splendore originario: «Occorre intervenire con urgenza per il restauro di un monumento che è stato protagonista della storia millenaria della città, dove visse Federico II e dove riecheggiavano i versi della scuola poetica siciliana – afferma Rappazzo –, il Castello è stato oggetto nel tempo di ristrutturazioni che hanno snaturato le sue caratteristiche e per molti aspetti non è ancora valorizzato a sufficienza».
La prigione, in cui leggenda vuole che sia morto Pier delle Vigne, è ridotta alla funzione di deposito e non è attualmente visitabile. D’altra parte, non sono catalogati i preziosi volumi della biblioteca custodita nella torre cilindrica, dove si trovano incunaboli, cinquecentine e testi antichissimi, alcuni dei quali trafugati in tempi recenti con un grave danno all’inestimabile patrimonio librario. Come sostiene Rappazzo, è necessario anche il restauro delle mura perimetrali, ricoperte da colate di cemento, per il ripristino della originaria struttura in pietra, e interventi analoghi che restituiscano alla sua bellezza una delle mete preferite dai turisti che si recano in visita al paese. Anche per l’incremento di un flusso di turismo religioso favorito dal Santuario che si trova all’interno del Castello, in cui è collocata la statua marmorea della Madonna della Neve di Gagini. (foto a destra veduta del Castello)

domenica 3 ottobre 2010

"La Banda degli Onesti", ipse dixit

Forse ci sono troppi spifferi al palazzetto, forse era una serata troppo ventosa, ma il fatto è che mi sto riprendendo solo adesso dal ciclone Moggi, che ha compromesso la mia salute fisica: ma scherzi a parte, il ciclone c'è stato davvero, e non per il vento nè per il mio raffreddore, ma perchè effettivamente il passaggio del "Direttore" è stato al di là di ogni previsione un vero e proprio tornado. In senso letterale, soprattutto quando il pubblico si è catapultato dall'ultima fila degli spalti per foto e autografi con Big Luciano, a dimostrazione del fatto che il popolo bianconero presente, e vi assicuro che era numeroso, crede in "Farsopoli" più che in "Calciopoli". E crede che gli scudetti siano sempre ventinove.
Ma andiamo per ordine: la conferenza-dibattito di sabato scorso, preparata con grandi sforzi e grandi risultati dal club doc Juventus "Scirea", era stata preceduta da molte polemiche, neanche a dirlo, sulla scia di quanto avvenuto a livello nazionale dal 2006, perchè quella estate in cui scoppia lo scandalo del calcio italiano ha diviso l'opinione pubblica e scaldato gli animi tra gli stessi tifosi, schierati in almeno in tre fazioni. Quelli che si sono disaffezionati e allontanati dalla squadra del cuore, quelli che hanno continuato a sostenere la Vecchia Signora convinti però della colpevolezza di Luciano Moggi & co., quelli che ne difendono l'assoluta innocenza, sulla scorta di sospette incongruenze processuali. E poi ci sono gli adepti delle altre squadre, certo, che non perdono occasione per darla addosso alla Juventus. E c'è la stampa ("E' la stampa, bellezza!"), che si è coalizzata contro, inventando il termine Calciopoli e parlando addirittura di "Cupola".
Su tutto questo, il presidente Benedetto Merulla con il sostegno del direttivo e di tanti soci ha ideato l'incontro-dibattito che ha dato il titolo alla serata: “La Juventus di ieri, di oggi e di domani: Calciopoli, la storia falsa”, titolo di parte perchè l'obiettivo era dar voce ai protagonisti, Luciano Moggi, appunto, Gigi Moncalvo, Salvatore Cozzolino (nella foto da sinistra Cozzolino, me, Moncalvo, Moggi, Merulla). Tutti e tre in modi diversi coinvolti in prima persona. Assente, a causa delle condizioni meteo, Nicola Penta.
E questi sono i fatti: ingresso trionfale di Moggi, con Moncalvo e Cozzolino, di fronte al palazzetto gremito ed esultante e di fronte ad una corazzata di giornalisti (nella foto), armati di telecamere, microfoni e taccuini, che per dieci minuti buoni li hanno sequestrati (assediando soprattutto Moggi). Botta e risposta blindata Moncalvo-Moggi, che non si è concesso ad altre domande (nè mie, nè di altri giornalisti, nè del pubblico), ma che si è dato per un lungo quarto d'ora ai sostenitori, tra flash e autografi a più non posso. Quindici minuti che hanno lasciato felici i tifosi, un po' meno lo staff e il presidente Merulla, al quale, per la cronaca, è stato sottratto un prezioso volume con foto e firme degli ospiti del club. Infine, fuga verso l'aeroporto, dove il duo Moncalvo-Moggi era atteso dal mezzo aereo del Direttore per far ritorno in patria. I tempi in terra siciliana dovevano essere più lunghi, ma ancora una volta il meteo, a quanto hanno detto, è stato implacabile: occorreva rientrare per non trovare l'aeroporto torinese chiuso.
E così, calmate le acque, al tavolo verde siamo rimasti in quattro, il presidente del club luciese Benedetto Merulla, l'insostituibile segretaria e fac totum Maria Manna, Cozzolino ed io. Ma anche parte del pubblico si era dileguata dietro il ciclone Moggi. Tempi ristrettissimi quindi, tutte le scalette saltate, ma forse c'era da aspettarselo. Come la quiete dopo la tempesta. Tutti contenti, alla fine, anche perchè l'impegno organizzativo è stato notevole, premiato tra l'altro da un effetto scenografico spettacolare e una barriera di sicurezza impeccabile, che ha consentito di non avere incidenti di percorso, e soprattutto perchè - chiedetelo agli organizzatori - la verità è che non è semplice avere ospite un personaggio del calibro di Luciano Moggi, discusso e controverso, sotto i riflettori, ma pur sempre direttore generale per ben 12 anni, tutti di successi, della squadra più amata del calcio italiano. I numeri danno ragione al club Scirea, che ha fatto l'en plein di pubblico in sala e copertura mediatica dell'evento. Con buona pace di chi non avrebbe scommesso nulla sulla buona riuscita della serata e di chi quella serata neppure l'avrebbe voluta.
Il leit motiv è stato naturalmente quello indicato dal titolo: la tesi di farsopoli, che il gruppo juventinovero.com, di cui Cozzolino è uno splendido rappresentante, sostiene prove alla mano. Come le intercettazioni fatte ascoltare nel corso della serata. Da parte di Moggi (nella foto insieme a Merulla), commenti amari sulla pochezza strategica nella gestione del calcio italiano dal 2006 ad oggi, aneddoti ironici, accuse in direzione degli Elkann e di Montezemolo.
E quando passa fuori dal palazzetto dello sport la banda musicale, Gigi Moncalvo (è lui l'ipse dixit del titolo di questo post, non fatevi strane idee, lettori abituali di questo blog!), da istrionico giornalista qual è, coglie la palla al balzo per una battuta, strappando ancora una risata e un applauso al pubblico, e chiede se non sia per caso "la banda degli onesti venuta per Moggi". Perchè quell'onestà, e questo è il messaggio ultimo del dibattito, è da provare nei tribunali, non sui giornali.

Quando Santa Lucia scopriva...Saint Lucia


È salito improvvisamente alla ribalta internazionale il piccolo stato caraibico di Saint Lucia, paradiso naturale (e fiscale) da giorni sotto i riflettori per il giallo che coinvolge la famiglia del presidente della camera Fini sulla proprietà di una villa a Montecarlo. Le immagini dell’isola, che si trova nelle Antille, e quelle del suo ministro degli esteri Rudolph Francis, protagonista del “caso” tutto italiano a metà tra gossip e politica, hanno fatto il giro del mondo.
Proviamo ora a fare un piccolo salto nel tempo, ritrovandoci nel 1999: solo undici anni fa, apparentemente pochi, ma distanti anni luce dall’attuale politica-spettacolo e dal potere mediatico dell’informazione di oggi. Lontano da ogni clamore, nell’ultimo scorcio del secolo, in un clima di cordiale amicizia e buone intenzioni, il ministro degli esteri di Saint Lucia sbarcava in terra siciliana: George Odlum, che allora ricopriva quella carica, arrivava in visita ufficiale dall’isola caraibica e veniva festosamente accolto dai cittadini luciesi, per avviare un gemellaggio tra le due comunità, distanti ma con tanti punti in comune. A partire dal più evidente: anche Saint Lucia, come Santa Lucia del Mela, deve il suo nome al culto della martire siracusana, essendo stata scoperta dalle flotte di Isabella di Spagna il 13 dicembre, ricorrenza celebrata solennemente dai cittadini luciesi. Entrambi i popoli sono di religione cattolica, entrambi hanno subito dominazioni straniere che hanno influenzato la cultura locale con i loro costumi e le loro tradizioni. In più, entrambi vivono la stessa situazione economica di declino delle fonti tradizionali di reddito, legate all’artigianato e all’agricoltura. Erano infatti gli anni in cui si iniziava a parlare di globalizzazione e di risorse locali, e i due popoli gemellati ponevano le basi per aprire i confini geografici, incrementare gli scambi culturali, instaurare rapporti di collaborazione.
Sfogliando l’album dei ricordi, scopriamo che il gemellaggio era stato fortemente voluto dall’ambasciatore italiano all’ONU Francesco Paolo Fulci, diplomatico di origine luciese, che aveva sostenuto l’allora amministrazione Pandolfo nell’organizzazione di un progetto di amicizia e solidarietà, valori solennemente celebrati nel corso di quella visita e ribaditi dalla consegna simbolica delle chiavi della città al ministro di Saint Lucia. Per l’occasione, era stata inaugurata l’aula consiliare del palazzo socio-culturale, con taglio del nastro e consiglio comunale straordinario alla presenza di Odlum, del sindaco Santo Pandolfo, dell’assessore alla cultura Lidia Vella, del presidente del civico consesso Franco Interisano e dei consiglieri.
E se gli ideali di fratellanza e amicizia tra popoli, sanciti dalle firme apposte sulla pergamena-ricordo, non hanno mai perso attualità, con il passare degli anni un po’ di polvere si è depositata su quel gemellaggio, come avviene per tutti i ricordi belli destinati però a rimanere nei cassetti del tempo.
(nella foto da sinistra Fulci, Pandolfo, Odlum)