martedì 11 settembre 2007

Per non dimenticare.

4 Agosto, 2006. New York. Cammino a piedi per le sorprendenti vie di Manhattan. Spazi e altezze ai quali i miei occhi non sono abituati. La vita mi scorre frenetica accanto, in una giostra impazzita di colori, facce, odori. La città pulsa, vibra, senza stop, senza soste, tra le automobili che scorrono sul Brooklyn Bridge, la linea azzurra della Sky line e le finestre infinite degli immensi grattacieli. New York, la città che non dorme mai.

All'improvviso, un vuoto, un buco, una voragine. Proprio lì, nel cuore pulsante della città, uno dei pochi posti al mondo dove sei autorizzato a pensare che niente si fermi mai, dove è inconcepibile trovarsi di fronte un intervallo vuoto di incalcolabili dimensioni, una ferita aperta nella fitta architettura metropolitana della city. E solo allora capisci veramente, o hai l'impressione di capire, quello che può aver significato il crollo delle Twin Towers. Lì, dove sorgevano le torri più alte di NY, resta una voragine che diresti senza fondo, e anche il cielo sopra di te sembra opprimerti, talmente vasta è l'area che si è aperta tra i grattacieli. Ti sembra di esserci già stato, non una ma molte volte, tanto le immagini televisive ti fanno sembrare familiari quei luoghi. Ma ciò che non è familiare è la sensazione che si prova. Solo stando lì, fermo, in mezzo a quel vuoto, perso in quel silenzio di macerie, realizzi, per un attimo, la reale portata della tragedia. Le parole vengono meno. Non si può che osservare in silenzio. Senza fiato.



Molti i fiumi di parole che verranno spesi oggi, tante le commemorazioni, grande l'attenzione di tutti mezzi stampa, tra sincera commozione e il rischio, sempre presente in queste occasioni, di scivolare nella retorica, nel girotondo delle accuse, nelle insidie dei giochi politici .

Dalle pagine di questo blog sento il dovere di dedicare il mio ricordo e un pensiero alle vittime dell'attentato che l'11 settembre del 2001 colpì al cuore l'America scoprendola vulnerabile e lasciandoci spettatori increduli di immagini televisive che sembravano fantascienza ma che si sono rivelate più vere di ogni immaginabile realtà.

Sono passati sei anni e nulla è come prima nè potrà mai più esserlo. Ma oltre gli echi del tam tam mediatico, oltre le decisioni prese nei centri di potere, oltre le conseguenze che hanno aperto scenari imprevedibili restano i tanti volti sconosciuti delle vittime, alcuni ancora sommersi dalle macerie del World Trade Center che li hanno seppelliti per sempre. Si ricostruirà su quei resti, il tempo continuerà a scorrere indifferente sulle pareti dell'Empire State Building, a far brillare le luci ai quattro angoli di Times Square e quell'immensa voragine che stravolge il cuore pulsante della città finirà per rimpicciolirsi e scomparire. Si parlerà ancora per molto tempo della politica di Bush, della guerra in Iraq, di Bin Laden e dei fondamentalisti islamici. A cercare colpevoli, ad individuare nemici.


Ma a loro, alle infinite vittime, innocenti e sconosciute, provocate dall'attentato e dalle guerre che ne sono conseguite, alle vittime di cui è scomodo parlare, va da questo blog un pensiero e un ricordo.

domenica 9 settembre 2007

8 settembre, Festa in onore di Santa Maria Bambina.


Con la festa in onore di Santa Maria Bambina si concludono i tradizionali riti religiosi e civili che durante l’estate trasformano la nostra città in meta di turisti, fedeli e luciesi emigrati all’estero. Al culto mariano, in particolare, sono dedicati gli eventi principali, che coinvolgono l’intera comunità e animano i quartieri. Sabato è stata la volta di contrada S. Maria, dove sono giunti al culmine i festeggiamenti dedicati alla natività della Madonna. Addobbata e illuminata a festa l’antica chiesa che sorge sulla sponda destra del Floripotamo, dove è stata ritrovata una preziosa tavola della Natività della Vergine attribuita alla scuola di Polidoro da Caravaggio (1587). L’importanza del piccolo tempio nella storia luciese è testimoniata dal fatto che già agli inizi del 1300, al pari delle più importanti chiese urbane (la Cattedrale e S. Nicola), ha dovuto versare anch’esso ai collettori pontifici la sua quota di Decime. Per le vie della contrada, come ogni anno affollata di gente, ha sfilato in solenne processione il simulacro di Maria Bambina, ricoperto di monili d’oro offerti dai fedeli come ex voto. La comunità si è preparata all’evento religioso, organizzato dalla parrocchia S. Maria Annunziata, con la tradizionale “Novena” e il solenne Triduo. Il concerto della banda musicale Randisi, diretta dal maestro Giuseppe D’Amico, e gli attesi fuochi d’artificio hanno concluso i festeggiamenti.

Casse vuote alla Casa di riposo Luigi Calderonio. Stipendi bloccati e rischio chiusura.


Da anni rappresenta una istituzione storica, che ha saputo rispondere alle trasformazioni sociali degli antichi "ospizi", dove si viveva tristemente e in solitudine attendendo la fine, in accoglienti case di riposo, dove trascorrere serenamente alcuni anni di vita, assistiti da personale qualificato, allietati da gruppi di volontari, trattati come persone e non come numeri.

Ma adesso l'Istituto per anziani Luigi Calderonio rischia la chiusura. Con conseguenze drammatiche per i 31 anziani ospiti della struttura e per i 9 dipendenti, che non percepiscono lo stipendio dal mese di marzo e temono di perdere definitivamente il posto di lavoro.

Questa la drammatica situazione denunciata da Sebastiano Trifirò, portiere e centralinista dell’Istituto, portavoce di una situazione che sta esasperando tutti gli impiegati. “Siamo in attesa dell’applicazione della legge regionale sul riordino degli enti socio-assistenziali e nel frattempo la regione non copre più l’ottanta per cento degli stipendi. Di fronte a questo problema il consiglio d’amministrazione è impotente, le rette degli assistiti bastano appena a coprire le spese, nonostante tutti i 31 posti letto disponibili siano occupati”.

Gli assistiti provengono in gran parte da altri comuni. A peggiorare la situazione si aggiunge un ritardo nel pagamento di alcune rette che, per i meno abbienti, dovrebbero essere sostenute in parte proprio dai comuni di appartenenza. “Per quasi tutti i nove dipendenti lo stipendio dell’Istituto è l’unica entrata economica. Tra di noi ci sono degli iscritti ai sindacati, ma non siamo riusciti ad arrivare a nessuna soluzione. Non possiamo nemmeno protestare con uno sciopero, perchè il nostro lavoro ci impone una vicinanza e una sorveglianza costante agli anziani che si trovano qui” dice Trifirò.

I debiti si sono accumulati nei confronti dei fornitori e della cooperativa Genesi che collabora con l’Istituto. Questa la situazione nonostante la struttura lavori a pieno regime, con una media di assistiti molto più alta rispetto agli anni passati.

“Non è un problema di gestione ma di mancanza strutturale di fondi” afferma Francesco Mangano, Presidente del consiglio d’amministrazione dell’Istituto. “Siamo obbligati per legge a mantenere degli standard di qualità professionale e la nostra struttura, paragonata a tante altre presenti in Sicilia, è una delle più moderne, dotate di comfort e perfettamente in regola con tutte le norme previste”. Mangano sottolinea in particolare la qualità del vitto e del trattamento socio-sanitario riservato agli anziani ospitati dall’Istituto. “Sono orgoglioso della gestione, che posso definire oculata, senza sperperi. Le difficoltà sono altre: innanzitutto affrontare le spese fisse, tra cui gli stipendi, in attesa degli oltre 140.000 euro di cui gli enti ci sono debitori”.

I Comuni dovrebbero infatti sostenere il peso della retta mensile per quegli anziani in condizioni economiche svantaggiate mentre si aspetta dalla Regione l’applicazione della legge sul riordino degli enti socio-assistenziali.

Per uscire dallo stallo, il cda dell’Istituto, presieduto da Mangano, sta cercando soluzioni in più di una direzione. “Stiamo tentando l’applicazione di protocolli d’intesa con l’amministrazione comunale per alcuni servizi, in modo da contenere le spese, stiamo intaccando il patrimonio dell’Istituto, stiamo cercando di mettere in pratica idee innovative”. Tra queste, spiega Mangano, “la diversificazione delle attività: per esempio aprire l’Istituto all’accoglienza dei diversamente abili, dei minori degli ex orfanotrofi, con la collaborazione di enti credibili, istituzionali, e il coinvolgimento del territorio”.

Il comprensorio luciese è infatti coinvolto nelle sorti dell’Istituto, perchè il funzionamento della casa di riposo, recentemente ristrutturata e riportata nella sede storica di via Garibaldi, garantisce un indotto economico su tutto il territorio. “L’Istituto, che è uno dei fiori all’occhiello del settore, è pronto a prendere in considerazione tutte le proposte che possano contribuire a superare questa crisi” aggiunge Mangano. “Ma è importante che la cittadinanza sappia in che situazione ci troviamo, e che il cda sta facendo il possibile per trovare la strada giusta da percorrere. Per sensibilizzare ai problemi dell’Istituto e all’importanza della figura dell’anziani nella nostra società avevamo pensato anche ad un concorso che coinvolgesse la scuola e quindi le famiglie. Inoltre abbiamo creato una stanza da mettere a disposizione della cittadinanza, per attività indipendenti dall’Istituto, come segno di apertura e diponibilità totale. Ma fino a questo momento è stata utilizzata solo dal gruppo di luciesi che fanno volontariato per gli assistiti all’interno dell’Istituto”.

lunedì 3 settembre 2007

All'estero, ma nella "rete" di S. Lucia.

Due, forse tre generazioni. Uno spazio di decenni, un vuoto da colmare, un mondo da conquistare, costruire, inventare. L'identità, il profumo della terra e la forza delle radici come tesoro da custodire, troppo grande per una valigia. Quella valigia con cui tanti luciesi hanno lasciato questa terra per emigrare altrove: il Canada, le Americhe, l'Europa. Sparsi per il mondo ma per sempre legati ai luoghi che li hanno visti nascere, diventare uomini e infine partire.
Il web, azzerando le distanze, riporta tanti di loro a S. Lucia: santaluciadelmela.net, e ora anche questo blog, sono diventati una risorsa per riportare qui, con le immagini, le parole, la memoria, tutti coloro che sono partiti ma mantengono vivo il legame con la Sicilia e con Santa Lucia.
Penso all’Associazione Messinese di Montreal, fondata in Canada da un un gruppo di emigranti, che ha già compiuto 25 anni, raggruppa quattrocento persone ed è un punto di riferimento per le famiglie provenienti dalla città e dalla provincia di Messina. Ma anche a tutti gli altri, sparsi per il mondo, che hanno saputo essere simbolo di continuità con il passato per le seconde generazioni, quelle nate e vissute fuori.
I singoli, le famiglie, i gruppi di luciesi che si sono trasferiti per lavoro ma che sentono ancora un forte senso di appartenenza alla loro terra. Formando una catena di persone e di idee, di nobili amicizie, di solidarietà e di rispetto delle tradizioni. Con forza, tenacia e spirito unitario, tramandando alle generazioni i valori più importanti, come il legame con la patria d’origine e il rispetto verso il paese ospitante.

Punto di riferimento di tutti loro è un luciese doc, l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, che sostiene attraverso le sue iniziative (come la promozione dei Messinesi di Montreal) il ruolo attivo svolto dai luciesi e dai messinesi in seno alle comunità estere, che unisce le famiglie e avvicina i giovani agli anziani.
A tutti loro va il mio saluto e l'augurio che questo spazio in rete diventi occasione di incontro, per mantenere vivo il legame affettivo che unisce attraverso le generazioni in nome della forza dell'identità come risorsa per affermare se stessi, dentro e fuori i confini.

sabato 1 settembre 2007

2 settembre. Si rinnovano i festeggiamenti a Mons. Antonio Franco, in attesa della beatificazione.

Valorizzare una tradizione lunga quattro secoli e riscoprire antiche tracce di storia luciese. Questi i fili conduttori dei festeggiamenti dedicati a Mons. Antonio Franco, il Pastore della Prelatura Nullius di Santa Lucia del Mela morto il 2 settembre 1626 “in odore di santità”. Nato a Napoli, dopo aver ricoperto vari incarichi anche in Spagna, tra cui quello di Cappellano Reale, trascorse gli ultimi nove anni di vita a S. Lucia, dove morì, dedicandosi ai sofferenti, ai poveri, al bene della comunità. Le testimonianze raccolte e i documenti attestano numerose grazie compiute dal “Servo di Dio” anche in vita, con le “virtù eroiche” che hanno spinto l’inizio di una causa di beatificazione. Il suo corpo incorrotto, conservato nella Cattedrale, è meta continua di tanti fedeli che già lo chiamano “beato”, anche se la causa è ancora in corso. Il nome di Antonio Franco, considerata dai luciesi una sorta di protettore, ha infatti raggiunto e superato i confini della Sicilia. Per ricordarlo, sono state organizzate giornate di preghiere e commemorazioni.
Due le novità di quest’anno. Innanzitutto il pellegrinaggio penitenziale che è partito stamattina all’alba da Piazza Duomo con destinazione Contrada San Giuseppe. Qui, come rivelano i resti archeologici recuperati, intorno al 1450 esistevano una chiesa e un convento di grande importanza per tutta la provincia, custoditi da numerosi eremiti che scelsero proprio quelle valli come luogo di rifugio e preghiera. Nel 600’ la chiesa era visitata con frequenza da mons. Antonio Franco, che qui si recava per chiedere grazie in favore del popolo luciese. La chiesa, di cui rimangono solo poche tracce, ospitava l’immagine della Madonna della Neve, custodita oggi all’interno del Santuario. Questo testimonia l’importanza di tutta la contrada nei secoli passati e la necessità di una ricostruzione storica accurata.
L’altra novità riguarda la scoperta di un manoscritto, recuperato in questi giorni in una casa privata e appartenuto ad un abate, in cui si spiega l’origine della profonda devozione a mons. Franco da parte della Banda musicale luciese. I suoi componenti, nei primi anni del ‘900, offrirono un giro votivo per le vie della città, dopo aver ricevuto una grazia. Nelle pagine del manoscritto potremo presto scoprire di che grazia si è trattato. Il voto si rinnova anche quest’anno proprio il 2 settembre, con la tradizionale processione penitenziale accompagnata dalla banda, che omaggia lungo il percorso i defunti passando per il cimitero.
“I festeggiamenti di quest’anno arrivano in un momento particolare della causa di beatificazione iniziata anni fa”, spiega mons. Raffaele Insana, parroco della Cattedrale. “Finalmente siamo in attesa che venga stampata la positio, frutto dell’analisi accurata di tutti i documenti che esistono sulla vita e le opere di Antonio Franco. Il passo successivo sarà l’approvazione da parte della commissione storica delle virtù eroiche riconosciute”.

Intervista ad Anna Tatangelo, in concerto a S. Lucia...dopo una settimana di attesa: scoprite il perchè!

Giubbottino di pelle nera, jeans aderenti, t-shirt rossa che le lascia scoperto un piccolo tatuaggio su un fianco. Così si è presentata Anna Tatangelo, 20 anni, ai fans che la aspettavano dopo una settimana di attesa. Si, perchè il concerto che la cantante romana ha tenuto il 10 agosto era in realtà previsto esattamente una settimana prima. Ma era saltato, diventando un piccolo giallo: giorno 3 doveva essere l’ospite d’onore della serata. Doveva esibirsi in piazza davanti al pubblico delle grandi occasioni. I flash erano già pronti ad immortalarla e tutta l’attenzione era puntata sul palcoscenico. Ma su quel palcoscenico Anna Tatangelo non è mai salita. Protetta dalle guardie del corpo, è scivolata via da dietro le quinte sulla stessa mercedes nera con cui è arrivata. Lasciando i suoi fans delusi per la lunga attesa e un po’ perplessi per l’improvvisa “fuga”. Nessun mistero, però: Anna ha dovuto rinunciare al suo concerto a causa di un malore.
Già prima del suo arrivo, intorno alle 22.15, la Tatangelo lamentava fitte dolorose allo stomaco. All’amministrazione comunale che l’ha accolta ha chiesto subito un lettino per stendersi e un bagno, dove è rimasta a lungo tra la preoccupazione dello staff e l’impazienza dei fans. L’orchestra “Insieme”, che presentava la serata di musica nel corso della quale era prevista l’esibizione della cantante, temporeggiava cercando di intrattenere il pubblico. Ma mentre sul palco cresceva l’attesa, dietro le quinte le condizioni della cantante peggioravano, tanto da richiedere l’intervento del medico di guardia. Che non è bastato, però, a consentire alla Tatangelo di esibirsi. Anzi, preoccupata per i picchi di pressione alta e in lacrime per i forti dolori, la cantante ha chiesto di essere trasportata al più vicino ospedale.
E così, dispiaciuta per non essere riuscita neppure a salutare il pubblico accorso da tutta la provincia, è uscita da una porta secondaria sostenuta dalle guardie del corpo. E se i più maliziosi pensavano già ad un malessere dovuto ad una presunta gravidanza, la Tatangelo, prima di salire sull’auto che l’aspettava ha precisato: “Non sono incinta!”.
Tangibile la delusione tra il pubblico, che rumoreggiando e brontolando ha lasciato la piazza. Inutile dire che tra la gente era possibile sentire le ipotesi più svariate: chi sosteneva che la Tatangelo non ci fosse mai stata, a chi pensava ad un mancato accordo con l’amministrazione...e via discorrendo.
Tra vari gruppetti di curiosi, la mercedes ha lasciato il paese diretta all’ospedale di Milazzo. Qui, la cantante ha ricevuto le prime cure del Pronto Soccorso, dove è arrivata intorno alle 23.40. Anche nei pressi dell’ospedale non sono mancati i curiosi, che speravano magari di chiederle un autografo all’uscita. La Tatangelo, colpita da una colica addominale, ha chiesto la visita del medico chirurgo reperibile, il quale le ha consigliato il ricovero. Ma lei lo ha rifiutato, lasciando il Pronto Soccorso due ore dopo.
Ma il suo manager ha precisato che l’appuntamento era solo rimandato: la cantante, nota alle cronache rosa per il suo flirt con Gigi D’Alessio, secondo indiscrezioni ha infatti rinunciato alla vacanza organizzata a Malta il 10 agosto con il suo Gigi. Proprio in quella data è tornata a S. Lucia, per regalare ai fans il premio di un’attesa durata una settimana. Arrivando con il suo jet privato, naturalmente: la coppia ha programmato quest’estate concerti quasi in contemporanea e sempre nelle stesse zone: D’Alessio si è esibito a Capo D’Orlando nel periodo in cui lei era attesa a S. Lucia. Stesso jet, dunque, che li porta dalla villa romana in cui vivono in giro per l’Italia e non solo.
Ma Anna di Gigi D’Alessio non vuole proprio parlare: prima dell’intervista il manager mi ha precisato: “parliamo solo di lavoro. Niente vita privata”. E leggete come ha reagito, infatti, quando le ho nominato Gigi...
Ci siamo incontrate prima del concerto, in una sala del chiostro del Sacro Cuore diventato per l’occasione un backstage assediato dai fans e dai curiosi, armati di macchina fotografica e telefonini. Lei è arrivata un po’ in ritardo ma si è concessa gentilmente agli autografi e agli scatti (e anche alla mia intervista). Subito dopo è salita sul palcoscenico. Erano le 22.50. Ha cantato 40 minuti, come da contratto (38 minuti per l’esattezza, dice qualcuno!). Per prima cosa si è scusata per il mancato concerto della settimana precedente (“non siamo macchine, per fortuna”). Poi ha iniziato a coinvolgere il pubblico con i suoi successi. Da Ragazza di periferia, Quando due si lasciano, a Doppiamente fragili, fino al più recente Colpo di fulmine. Nelle prime file il pubblico più giovane, quelle teenager che la seguono, conoscono a menadito i testi e cantano con lei. Anna ha anche interpretato una canzone di Battisti, in omaggio a Mogol, E penso a te, e Tu si ‘na cosa grande per ricordare il grande Modugno. Ha letto gli striscioni preparati per lei e ha raccontato qualche episodio della sua carriera tra un pezzo ed un altro. Ha salutato il pubblico con Essere una donna, prima di ringraziare il pubblico ed uscire dal palco lasciando un saluto molto particolare: “Viva l’amore!”. Subito dopo è scappata sulla mercedes nera che l’attendeva, come sempre protetta dai bodyguards. E il pubblico, forse un po’ meno numeroso di una settimana prima, ma ugualmente entusiasta, si è pian piano dileguato...




Katia: Da “ragazza di periferia” a idolo delle teenager. Quali sono ora i tuoi prossimi progetti?
Anna
: Innanzitutto occuparmi della promozione del nuovo disco. A settembre uscirà il nuovo singolo, Averti qui. Poi continuerò con i concerti e a ottobre sarò in tourneè in Australia, Stati Uniti e Canada.
K: Cosa ha significato professionalmente l’incontro con Gigi D’Alessio?
A
: E’ una battuta?
K: Non è una battuta. Te lo chiedo perchè i duetti con lui sono stati una parte importante della tua carriera.
A
: Beh, professionalmente l’incontro con un grande artista come Gigi ha avuto molta importanza perchè mi ha aiutata a crescere, avevo 15 anni e da lui ho imparato molto. Ma ho imparato anche da tutti gli artisti con cui ho collaborato, di Mogol per esempio ho un grande ricordo.
K: Qual è stato l’anno di svolta della tua carriera?
A: Diciamo che non c’è stato un vero e proprio anno di svolta, tutti sono stati periodi importanti, in particolare le varie edizioni di Sanremo a cui ho partecipato, ogni esperienza fatta mi ha aiutata a sentirmi più sicura e a maturare.
K: Il momento più difficile?
A
: Sicuramente gli inizi, quando ancora fatichi ad affermarti e nessuno crede ancora in te. Io poi ho iniziato a cantare da giovanissima e il successo l’ho conquistato a poco a poco, con grinta e determinazione.
K: Che rapporto hai col tuo pubblico?
A: Basta guardare il pubblico che aspetta l’inizio del concerto: è un rapporto bellissimo, loro mi caricano e mi regalano emozioni, come io cerco di regalarle a mia volta. È uno scambio, una magia che si costruisce ogni volta e che è una vera gratificazione al nostro lavoro.
K: C’è una canzone a cui ti senti più legata?
A
: Nessuna in particolare, ma sono legata a tutte perchè tutte raccontano un pezzo di vita e in ogni canzone ci sono io, c’è racchiuso un mondo, un momento della mia esistenza.

venerdì 31 agosto 2007

Benvenuti nel blog di Katia Trifirò



Che cos’è questo blog. È uno spazio dove discutere, incontrarsi, confrontarsi. Accomunati dall’appartenenza ad una città “speciale”: speciale perchè possiede una ricchezza non comune, che a volte sottovalutiamo ma che l’ha resa un tempo una delle residenze preferite di Federico II di Svevia. Il patrimonio artistico, le bellezze naturali, una lunga e importante tradizione storica, la posizione geografica invidiabile fanno di Santa Lucia del Mela un piccolo scrigno prezioso da scoprire e valorizzare. Investendo sulle risorse esistenti e sul capitale umano per affrontare le tante questioni irrisolte che hanno portato la nostra comunità a perdere quel prestigio che aveva conquistato nel comprensorio.
Forse si potrebbe partire proprio da qui: trasformare la percezione negativa dell’immagine di S. Lucia, all’esterno ma anche all’interno, lavorando sulla comunicazione e sulla trasparenza del rapporto tra cittadini e amministratori. Largo a forze nuove, energie giovani, cervelli pensanti, menti creative, progetti concreti, idee realizzabili. È ora di intervenire seriamente piuttosto che limitarsi ad osservare le storture del sistema come pretesto per non muovere un dito, pensando invece a ciò che può funzionare, a ciò che esiste e si può valorizzare, a ciò che non esiste ancora ma si può costruire. Politiche sociali e giovanili mi sembrano essere tra le priorità, ma il vero asso nella manica è puntare sul turismo, inserendoci nei circuiti che consentirebbero di valorizzare l'immenso patrimonio di cui disponiamo.
È una sfida e un impegno, che ci coinvolge ad ogni livello: singoli cittadini e amministratori, in particolare in un momento delicato come questo in cui si sta per concludere il secondo mandato del sindaco Pandolfo e manca meno di un anno al rinnovamento della classe politica dirigente luciese.
Proprio partendo dalle idee, ecco questo blog: un piccolo spazio aperto, fruibile dai cittadini ma anche da tutti quelli che vogliono lasciare un’opinione, condividere un’idea, proporre un progetto, pur non essendo luciesi. Sarà un contenitore, uno spazio informativo, ma anche un laboratorio di idee. Una sfida, nella convinzione che comunicare e confrontarsi è il primo passo per una cittadinanza attiva, per la promozione del benessere comune e della crescita civile.

Ringraziamenti. Grazie a Franco Prestigiacomo, webmaster appassionato della rete che ha reso possibile la realizzazione di questo blog.