Continua ad essere un argomento che scotta quello della spazzatura, sul quale gravano lunghi strascichi di polemiche e disagi legati all’esperienza fallimentare dell’Ato Me2 e, al tempo stesso, le aspettative legittime di maggiore efficienza e trasparenza richieste alla ditta che si è aggiudicata il bando pubblico per il servizio rifiuti, la Dusty srl. I nuovi meccanismi di raccolta e smaltimento sono stati presentati alla cittadinanza nel corso di un consiglio comunale aperto, promosso dall’assessore all’ambiente Vaccarino con l’obiettivo di informare la comunità ed accogliere eventuali proposte. Ad aver risposto all’appello, rivolto anche alle associazioni di categoria e ai comuni del comprensorio, Egidio Maio (Comitato contro il caro-bollette di S. Filippo del Mela), e i presidenti dei consigli comunali di Saponara e di Venetico, Giovanna Battaglia e Antonino La Guidara.
«Il servizio offerto dalla Dusty comprende la raccolta differenziata e indifferenziata e la pulizia del territorio» ha detto il progettista e responsabile dell’area tecnica, ing. Barresi, evidenziando la situazione di emergenza e la necessità di abituare i cittadini a collaborare per puntare ad una percentuale alta di differenziata. Strategia, questa, che consentirebbe anche di abbattere i costi, uno dei punti dolenti rilevati dai consiglieri Cannuni, Bella, Impalà, Rappazzo. Barresi non ha nascosto, inoltre, che «non è garantita la pulizia ottimale delle strade», ragion per cui si sta valutando «un servizio di spazzamento che dia priorità agli spazi di maggiore transito», a discapito, quindi, dei tratti meno centrali.
E se il servizio privilegia un approccio ambientale sostenibile, prevedendo ad esempio punti di raccolta di pile e farmaci, ma anche l’istituzione di un numero verde per lo smaltimento di rifiuti ingombranti (che consenta di recuperare il rifiuto direttamente al domicilio dell’utente, evitando così l’abbandono in discarica), sotto altri aspetti la reazione del consiglio alle proposte della Dusty è stata di cautela e scetticismo. In particolare, un nodo critico riguarda l’area di lavoro degli operatori. È stato infatti richiesto, per una questione di efficienza del servizio, che questi ultimi possano espletare le funzioni di raccolta e pulizia nei propri comuni di appartenenza, e cioè sul territorio che conoscono meglio.
Auspicando che le amministrazioni comunali e i consigli possano esercitare una regia diretta sulla gestione dei rifiuti, affinché i cittadini possano pagare in base a quanto effettivamente producono, l’assessore Vaccarino ha ribadito che «negli ultimi due anni S. Lucia si è riappropriata di un servizio»: il comune luciese è stato infatti il primo del comprensorio a riscuotere in proprio la tariffa rifiuti (TIA) e questo ha permesso di recuperare il 70% delle somme, di pagare il servizio alla nuova ditta e di non lasciare gli operatori senza stipendio. Ma anche la richiesta crescente di compostiere domestiche (quelle distribuite alle famiglie luciesi sono un centinaio) è secondo Vaccarino «un segno di civiltà», che fa ben sperare nella possibilità di considerare il rifiuto una risorsa, tentando di risolvere l’impasse causata da una politica scellerata, per la quale alla crescita esponenziale di bollette esose non è affatto corrisposta alcuna qualità dei servizi erogati.