La Valle del Mela, negli ultimi anni, ha visto aumentare in maniera esponenziale il grado di consapevolezza generale sulla realtà che giornalmente ogni cittadino vive. Inutile fare cronistorie sugli eventi scatenanti che potrebbero risultare noiose, ma tant’è. Il ruolo delle associazioni è stato di vitale importanza: quello di informare in maniera trasparente, di sensibilizzare l’opinione pubblica, mettendola al corrente delle quotidiane tristi novità che attanagliano questo territorio.
La nostra associazione Alsa, nonostante ancora la “tenera” età, ha dato il suo contributo. Tra un convegno e l’altro, una manifestazione ed un corteo, una trasferta a fianco dei movimenti regionali che condividono le nostre stesse lotte (l’ultimo in ordine temporale, Armicci), ha cercato stavolta di mirare a qualcosa di diverso, di nuovo.
Manca ormai poco alla tanto attesa rappresentazione teatrale dal titolo “Contrada Acquaviola n.1”, interpretata sapientemente da Simone Corso ed Antonio Alveario, con la regia di Roberto Bonaventura, che andrà in scena stasera alle 21 presso l’Aula Consiliare di Via Pietro Nenni. L’ingresso in sala è totalmente gratuito, grazie al contributo offerto dagli sponsor dell’evento ed all’autotassazione dei membri di Alsa.
L’obiettivo è sempre lo stesso: arrivare alle coscienze e smuoverle, stavolta tramite le emozioni suscitate dalla poesia e dalla bellezza di uno spettacolo puro, nato da una vera e propria urgenza civile. In scena c’è infatti il dialogo tra un padre e un figlio che affrontano i grandi temi della morte, della malattia e della partenza definitiva da un luogo che ha legato i propri destini alla presenza delle industrie sorte laddove fiorivano i gelsomini.
Una situazione reale, civile, per niente astratta: una realtà che la gente di questo territorio ha vissuto per troppo tempo e che, purtroppo, vive ancora. Una realtà che, se si allargano le maglie dell’analisi, vede attorno a sé la terra bruciata di un’economia disastrata, di un sistema sanitario smantellato da una politica miope ed irresponsabile, da un’opera neo-colonialista che favorisce il grosso industriale e non le piccole realtà locali, provocando il profondo e netto distacco tra la base popolare e la cosiddetta “cosa pubblica”. Una terra che un tempo pullulava di vitalità, che era simbolo di fermento culturale ed artigianale, sembra essere caduta nel sonno. Ma, purtroppo, sono soprattutto le coscienze ad essere sopite, sotto scacco di un sistema fallimentare che nel giro di diversi decenni ha portato questo angolo di paradiso a diventare, per molti, una trappola da cui difficilmente uscire sani.
L’illusoria pedina di scambio del “posto di lavoro”, offerta dalla potente multinazionale di turno, non ha portato nulla se non tristi delusioni ed innalzamenti del carico inquinante, con ovvie conseguenze sul bilancio sanitario della Valle. Bilancio sanitario che, a sua volta, non riesce nemmeno ad essere assorbito in quanto le strutture risultano essere sottodimensionate o addirittura inesistenti, alimentando quell'odioso e drammatico fenomeno dei “viaggi della speranza” che, noi abitanti del meridione d’Italia, conosciamo sin troppo bene. Che vantaggi ha la comunità della Valle del Mela, nel subire questo scempio vistoso? Che benefici ha portato, tutto ciò, nel corso dei decenni?
Oggi, 22 Aprile, è la giornata mondiale della Terra. Una giornata per ricordare a tutti, soprattutto a noi stessi, che la terra che calpestiamo non ci appartiene, né apparteneva a chi ci ha preceduti. Questa terra ci è data in “gentile concessione” ed è nostro dovere difenderla, rispettarla per ciò che è, per le stupende biodiversità che presenta, non distruggerla come abbiamo fatto sinora nel corso dei secoli. L’uomo ha il grosso compito di comprendere, adesso, questo passo fondamentale per potersi garantire un futuro quanto più stabile e certo, per non cadere nel baratro che purtroppo, di questo passo, non può di certo evitare.
La rappresentazione teatrale che andrà in scena è un mix di elementi che riportano lo spettatore nella realtà che lo circonda. Nuda da qualsiasi preconcetto ideologico, mette in scena ciò che centinaia di famiglie del posto hanno vissuto, vivono e, purtroppo, vivranno, fin quando le cose non cambieranno rendendo questa Valle l’angolo di paradiso che merita di essere per natura.
Questa è una terra su cui sono state commesse barbarie ambientali indicibili, ma ancora si persevera nell’errore volendo seguire la strada dell’industrializzazione e non quella delle bonifiche e del risanamento ambientale. Noi crediamo in uno sviluppo alternativo, sostenibile e compatibile con un futuro di salute e ambiente sano, lontano dai veleni delle ciminiere o dall’olezzo della spazzatura, vista appositamente solo ed esclusivamente come un problema (in fase emergenziale) e mai come una risorsa da cui trarre beneficio. E, soprattutto, lontano dalla puzza del denaro sporco che circola attorno a questi grossi affari, che prostrano (incolpevolmente ed inconsapevolmente) il popolo allo strapotere economico di pochi.
Filippo Alibrando – Ass. Luciese per la Salute e l’Ambiente