La consigliera comunale Maria Catena Mirabile, che ha rifiutato la nomina ad assessore |
Quello che era
vero ieri, potrebbe non esserlo domani. Nella vita, certo, che ci sorprende
con svolte impreviste; in amore, poiché il cuore ha più stanze di un casino,
come dice Garcia Marquez; in politica - con molta meno poesia -, dove gli
accordi, le promesse, le decisioni seguono il vento dell’opportunità, inseguono
le sirene del consenso e durano il tempo di un applauso.
Tutto
questo, è evidente, vale nella politica nazionale – rissosa, scadente, volgare –, piena di voltafaccia, inganni e bugie
sulla pelle del cittadino, manovrata da una classe di uomini e donne spesso senza
qualità, improvvisati, privi di cultura e competenze specifiche ma con le
amicizie giuste, il cognome giusto, il pacchetto di voti giusto (quelli che
sono stati votati, quantomeno; altri non sono neppure stati eletti eppure ci
governano). Scendendo man mano ai piani inferiori di questa pesante macchina burocratico-amministrativa, arriviamo ai Comuni, da quelli di
grandi estensioni e altrettanto grandi giri d’affari a quelli più piccoli, dove
tanta buona volontà consente di fronteggiare i soldi che non bastano nelle
casse pubbliche, i disagi quotidiani, i muri che si alzano.
I muri, tuttavia,
possono diventare barricate e spaccare dall’interno gli stessi gruppi che arrivano
ad amministrare, ma anche quelli antagonisti, dividere e interrompere i
progetti condivisi. Sì, perché quello che era vero ieri, potrebbe non esserlo
domani. E così è accaduto, sotto i nostri occhi di cittadini, al gruppo “Liberi
e Protagonisti”, attraversato da crepe destinate a minare la solidità di un
gruppo premiato nel 2013 da una pioggia di preferenze. E così, accade che la Giunta comunale perde un
pezzo, e chi era vicesindaco ieri adesso è fuori dai giochi. Ma accade
anche, come già avvenuto nella prima amministrazione, che la maggioranza
consiliare si spacchi, e che si alzi la protesta di chi pretende il rispetto
dei patti.
A
stimolare queste riflessioni, il fatto che, confermando tutti i pronostici, alla fine è arrivato il rifiuto di Maria
Catena Mirabile, attualmente consigliera comunale prima degli eletti nella
lista “Liberi e Protagonisti”, di entrare in Giunta al posto di Angelo Letizia.
Come forse si aspettavano i suoi stessi compagni di viaggio, proprio stamattina,
con una nota inviata al sindaco Nino Campo, Mirabile ha formalmente rinunciato
alla nomina di assessore, decidendo quindi di restare in Consiglio e rifiutando
le deleghe dell’ex assessore Angelo Letizia, estromesso dalla Giunta
contestualmente alla nomina della consigliera (entrambi gli atti, che spettano
al sindaco e a lui solo, datano 19 febbraio). Mirabile dunque resta in
Consiglio, sì, ma a quali condizioni?
A
motivare il rifiuto della nomina assessoriale da parte di Mirabile, il fatto
che la chiamata in Giunta «appare inequivocabilmente una sorta di “contentino” per mantenere gli equilibri politici»,
come lei stessa scrive, e conferma «la volontà di venir meno agli impegni
assunti pubblicamente» subito dopo le elezioni del 2013, durante l’insediamento
del Consiglio comunale. In quella occasione, come vi abbiamo raccontato, alla
consigliera era stata promessa la presidenza del Consiglio, andata ad Emanuele
Impalà, che dopo due anni e mezzo avrebbe dovuto dimettersi per cederle la
poltrona. L’accordo, finora disatteso, rischia adesso di causare una frattura
nel gruppo “Liberi e Protagonisti”, che non si è ancora espresso con una
dichiarazione ufficiale.
Durante
la prossima seduta di Consiglio, infatti, Mirabile ha intenzione di chiedere
espressamente le dimissioni di Impalà
dal ruolo di presidente e, se questo non avverrà, non esclude un’uscita
dalla maggioranza. D’altra parte, Emanuele Impalà si mantiene cauto sulle
scelte future, affermando di dover rispondere non solo all’impegno assunto con Mirabile
ma anche alla volontà dell’intero gruppo, che potrebbe compattarsi per isolare
Mirabile oppure spaccarsi, com’è più probabile. Tanto più che la poltrona di
assessore fa gola anche a molti degli attuali consiglieri, sia ai più giovani,
sia a quelli di lungo corso, sebbene nessuno, in questa prima parte del secondo
mandato Campo, si sia distinto più di altri per particolari meriti politici,
tanto da poter dire «Tocca a me!», come forse i più “navigati”, per “diritto di
anzianità” (ma ha senso?) avrebbero voglia di fare.
Ma
la ricerca del quarto assessore, sia
che avvenga all’interno del gruppo sia che avvenga all’esterno, non è
imminente, secondo quanto dichiara Nino Campo, che a questo punto avrà al suo
fianco solo Elisabetta Lombardo, Rosario Torre e Santino Pandolfo. Una richiesta
di chiarezza, intanto, arriva dal gruppo antagonista, “La Città che Vorrei”,
che aspetta il prossimo Consiglio comunale per pronunciarsi sulle vicende di
questi giorni con un comunicato ufficiale. Tutto questo, mentre vecchie conoscenze della politica luciese
scalpitano e tentano di cercare un nuovo posto al sole, forse dimenticando i
continui cambi di casacca, sotto le bandiere del partito che tira di più. (KT)