Padre Pippo Insana al termine della cerimonia alla chiesa Annunziata |
È un atto d’amicizia e gratitudine la festa organizzata in onore di padre Pippo Insana dalla comunità cresciuta negli anni ’70 attorno al battagliero prete, che è tornato a Santa Lucia del Mela per celebrare con una messa i 50 anni di sacerdozio in quella che fu la sua prima parrocchia: la chiesa dell’Annunziata, con il suo popoloso quartiere, dove per un decennio padre Pippo, come tutti lo chiamano, ha lasciato un segno indelebile su un’intera generazione. «Erano gli anni in cui si cominciavano a vivere le folate di rinnovamento dovute al Concilio Vaticano II» hanno ricordato i giovani di allora, divenuti adulti, genitori e nonni senza mai dimenticare la lezione di quel giovane parroco «per molti versi considerato scomodo». Il servizio agli anziani e agli ammalati, il sostegno concreto a chi aveva bisogno, la solidarietà verso gli emarginati, ma anche la formazione di un consiglio pastorale, le attività di animazione e i dibattiti sul Vangelo e sulla società sono alcune delle tappe del percorso vissuto con la comunità luciese da padre Pippo, che durante l’omelia ha ricordato con commozione quei primi dieci anni, facendo riferimento al modello di “Chiesa in uscita” sognato da Papa Francesco. Al termine della messa, concelebrata insieme a don Paolo Impalà, in tanti hanno condiviso ricordi e testimonianze sull’impegno e il fervore delle esperienze trascorse, con un pensiero a quanti non ci sono più. Formatosi al Seminario vescovile di Santa Lucia, consacrato sacerdote l’8 agosto 1967 da mons. Francesco Fasola, padre Pippo Insana ha mantenuto negli anni un legame forte con la cittadina luciese, anche al termine dell’intensa esperienza da parroco al servizio della comunità, prima di intraprendere le sue personali lotte a fianco degli ultimi. Il suo cinquantesimo anniversario sacerdotale è stato ricordato nel maggio scorso anche alla Basilica Concattedrale, altro luogo importante del suo cammino, in occasione della cerimonia per il 400° anniversario dell’ingresso del Beato nell’antica Prelatura Nullius.
(Katia Trifirò)