giovedì 12 marzo 2009

Festa della Donna, non solo mimose

Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, le operaie dell'industria tessile americana "Cotton" scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché, l'8 marzo, il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia. Questo triste accadimento ha dato il via, negli anni immediatamente successivi, ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica. Successivamente, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative che vedevano come protagonistele rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell'8 marzo assunse un'importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto. E oggi?


Sebbene il cammino verso la conquista della parità dei diritti, che non significa femminismo ma rispetto della specificità della condizione dell'essere donna, nell'ambito della società, della cultura, della famiglia e del lavoro, sia ancora lungo, la ricorrenza dell'8 marzo appare sempre meno come l'occasione per una riflessione profonda sui problemi che pesano ancora sulla condizione della donna, trasformata com'è in festa commerciale attesa con ansia da fiorai e ristoratori che ne traggono innegabile vantaggio. Ma anche dalla grande maggioranza delle donne che approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche e concedersi una serata diversa, magari all'insegna della "trasgressione" - le virgolette sono d'obbligo! -, che spesso può assumere la forma di uno spettacolo di spogliarello maschile, riproponendo per una volta i ruoli invertiti: quasi che per celebrare la festa della donna ci si debba comportare come gli uomini, trasformando, a parti invertite, appunto, il tirste clichè della donna-oggetto nell'altrettanto deprimente stereotipo dell'uomo-oggetto.

Non solo con il tempo il vero significato della festa della donna è andato perdendosi, ma le donne sembrano sempre più sprecare un'occasione che potrebbe servire invece a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle lotte per la conquista della parità e per la difesa dei diritti acquisiti, sulle ingiustizie, le violenze, le discriminazioni subite spesso in silenzio e nella più completa solitudine, sul coraggio, la fatica, la forza, la sensibilità con cui ogni giorno si affronta la vita. Un'occasizone che potrebbe servire alle donne stesse a prendere coscienza dei propri diritti e del proprio ruolo in una società che tende a costringere la donna a "maschilizzarsi" nei comportamenti per ricoprire ruoli di potere che prima le erano negati, a dover necessariamente scegliere tra il legittimo desiderio di famiglia e maternità e le altrettanto legittime aspirazioni professionali, ad essere la vittima indifesa di violenze e orrori fuori e dentro casa che la cronaca ci racconta a ritmi sempre più spaventosamente vertiginosi, a subire quotidianamente la mortificazione e l'umiliazione di vedersi trasformata dai mass media in oggetto per il piacere maschile: accendete la tv e crederete che vi basti avere un paio di tette rifatte per ottenere successo, corteggiare il deficiente di turno sul trono della De Filippi per diventare famose, zampettare sul bancone di Striscia per sposare un calciatore e aver trovato lo scopo delle vostre vite! E magari, guarda un po', a furia di esibire tette e culi e nascondere ben bene il cervello si apriranno magicamente anche le porte della Politica!



Il cammino è ancora lungo, dicevamo, e la riflessione sulle Pari Opportunità implica ripensare a fondo non solo il rapporto uomo-donna ma anche acquisire coscienza di sè stesse, alla luce magari della legislazione vigente e delle battaglie che storicamente le donne hanno dovuto sostenere per conquistare diritti fondamentali come il voto, diritti che oggi appaiono scontati ma che invece rappresentano il risultato raggiunto dopo anni, talvolta secoli, di rivendicazioni. E se, come dice un vecchi adagio, le donne devono fare ogni cosa due volte meglio di un uomo per essere considerate brave la metà, pari opportunità non significa riproposizione di schemi contrapposti uomo/donna o il risveglio di un femminismo di ritorno, bensì riflessione sui risultati raggiunti fin qui e sui passi ancora da compiere. A partire dalla necessità di acquisire tale consapevolezza, l'amministrazione comunale ha promosso, in occasione della festa della donna, l'interessantissimo convegno sul tema "Pari Opportunità come Politiche di Sviluppo", che ha ottenuto una grande, e attenta, partecipazione. Al tavolo dei relatori si sono succedute, coordinate dalla consigliera comunale, dr.ssa Giuseppina Merulla, la prof. Antonella Cocchiara, docente di storia delle istituzioni politiche, la dr.ssa Mariella Crisafulli, segretaria provinciale Cisl, l’avvocato Adele Martinez, vice sindaco del comune di Torregrotta, la prof. Maria Concetta Picciolo, docente di economia aziendale e presidente dell’associazione culturale “Il Risveglio” di Milazzo. Il convegno è stato organizzato nell'ambito dell'Assessorato alle Pari Opportunità guidato dal dr. Paolo Calderone, che rappresenta una innovazione al passo con i tempi - in linea con l'orientamento dell'Unione Europea e del governo nazionale - introdotta dal sindaco Nino Campo.


Alla riuscita della serata hanno contribuito non solo la qualità e l'estrema attualità degli interventi, ma anche le performances di frammenti di piecès teatrali dirette da Ercole Campanella nelle vesti di regista, che hanno divertito, commosso, emozionato il pubblico, ma soprattutto lo hanno fatto riflettere mettendolo davanti alla crudezza e alla brutalità del racconto di una violenza carnale - "Stupro" di Franca Rame, interpretato da Franca Rugolo -, alla tenerezza e alla forza della maternità incarnata dalla grande figura di "Filumena Marturano", straordinaria protagonista del teatro di Eduardo De Filippo, evocata da Monica Bonanno in due monologhi, e agli ironici e paradossali pensieri a voce alta di una giovane donna che sta per diventare madre - "Gli Spermatozoi" della giovane autrice Lucia Musto, monologo recitato da Veronica Ilacqua -.

Turismo religioso tra cultura, arte, fede e tradizioni


Puntare al turismo religioso come percorso di un'offerta turistica nella provincia di Messina. Amministratori locali, rappresentanti delle Pro Loco, operatori turistici ne hanno discusso nel corso di una tavola rotonda che si è tenuta a Forza D'Agrò in occasione della presentazione dei “Percorsi del Sacro”. Una iniziativa che ha raccolto consensi e disponibilità nei vari centri coinvolti: Santa Lucia del Mela, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Ficarra, Forza d’Agrò, Francavilla Sicilia, Frazzanò, Mandanici, San Marco d’Alunzio, San Salvatore di Fitalia potrebbero essere già alcune delle tappe che costituiscono meta di itinerari religiosi e culturali, nei quali operatori economici e Pro Loco hanno manifestato l'interesse ad avere un ruolo per lo sviluppo del progetto.
La tavola rotonda di Forza D'Agrò è stata organizzata nell'ambito di “Itinera Sicilia 2009”, una convention di due giorni interamente dedicata alla cultura del turismo religioso. "Un primo importante passo che potrebbe portare presto anche ad un Salone o ad una fiera del turismo religioso in Sicilia" afferma Michele La Rosa, giornalista ed ideatore dell’evento. La manifestazione è stata ospitata all’interno dell’ex Convento Agostiniano con il patrocinio della Provincia Regionale di Messina ed organizzata dall’associazione La Via Dei Greci.
"Abbiamo un patrimonio storico-architettonico importante e prezioso, anche e soprattutto nei piccoli centri, che va rivalutato anche attraverso una diversa cultura di ciò che possediamo nel nostro territorio" ha detto Mario D’Agostino, assessore provinciale alle politiche culturali. Sulla necessità di fare sistema e puntare ad una adeguata formazione, al fine di creare servizi efficienti e creare una offerta turistica integrativa, che può essere costituita anche dal ricco patrimonio architettonico religioso che caratterizza la Sicilia si è soffermato invece Franz Cannizzo, esperto di marketing territoriale e direttore di Nuova Impresa-ConfCommercio di Catania. E relativamente alla formazione di esperti, sono già pronti presso l'Università di Messina master specifici sul turismo religioso, come ha riferito la docente Fulvia Toscano.
Per Franco Interisano, assessore al Turismo del Comune di Santa Lucia del Mela, intervenuto alla tavola rotonda insieme alla dr.ssa Rosalba Gitto, ci sono tutti i presupposti per avviare l’iniziativa e puntare a questa forma di turismo in grado di far scoprire, tra fede e cultura, tanti piccoli comuni ricchi di storia e arte, come ha sottolineato anche Franco Squillaci, presidente del Consorzio Turistico Valle Alcantara, che ha ribadito la necessità di puntare anche a rivalutare e promuovere al meglio tutte quelle feste patronali e riti religiosi che ricchi di storia, folklore, tradizioni rappresentano un valore aggiunto al territorio e sono in grado di attrarre flussi di visitatori e turisti.
"Quando si parla di turismo religioso bisogna tener conto del fatto che siamo di fronte ad un fenomeno mondiale in continua crescita, che muove più di 300 milioni di persone l’anno, con un giro di affari di oltre 18 miliardi, di cui almeno 5 generati solo dall’Italia" ha detto Interisano. "E’ un settore in espansione che solo negli ultimi due anni ha fatto registrare nel nostro Paese un vero e proprio record, superando l’annata del Giubileo. Per comprendere le dimensioni del turismo religioso oggi, basti pensare che il salone fieristico internazionale BIT di Milano quest’anno gli ha dedicato una apposita sezione, e che a San Giovanni Rotondo, non a caso, è nata la Borsa Internazionale del Turismo Religioso e delle Aree Protette, promotrice della Fiera del Turismo Religioso. I dati del turismo religioso in Italia testimoniano il potenziale del bene religioso come risorsa per lo sviluppo sostenibile del territorio".
L’attenzione ai santuari e ai luoghi di culto costituisce una valida occasione di interesse per le opere d’arte in essi presenti e rappresenta anche la possibilità di conoscenza del territorio all’interno del quale essi insistono, diventando la destinazione di un turismo colto e di qualità. È un tipo di turismo che muove i viaggiatori alla scoperta dei tanti santuari, monasteri, eremi e luoghi sacri disseminati nel nostro paese. Viaggiatori che non sono solo pellegrini e “turisti della fede”, spinti da motivazioni religiose, ma anche turisti interessati ad un genere di vacanza culturale, nei luoghi dell’arte e della storia. Il turismo religioso infatti ha come principale motivazione la visita nei luoghi religiosi constatando non solo l'essenza religiosa del luogo, ma anche la bellezza artistica e culturale.
Anzi, bisogna sfatare il pregiudizio che il turismo religioso sia rivolto ad un segmento di mercato dove la terza età impera, perché una voce particolare in questi movimenti è quella dei giovani, che sempre più leggono e si informano e scelgono, per le loro vacanze, di soggiornare in monasteri, eremi, case d´accoglienza e di visitare musei, santuari, conventi. Il turismo religioso diventa così una grande opportunità di crescita sociale ed economica per il territorio, un’opportunità che consente di valorizzare il patrimonio storico-artistico e le tradizioni del passato, ovvero l’immenso patrimonio immateriale di usanze, riti, cultura che costituisce l’anima più autentica di una comunità e una importante fonte di attrazione turistica durante tutto l’arco dell’anno, particolarmente nella nostra regione, ricca di luoghi sacri che sono al tempo stesso artisticamente e culturalmente significativi.

Nella foto, da sinistra: Michele La Rosa, Fulvia Toscano, Franz Cannizzo, Mario d’Agostino, Franco Interisano, Rosalba Gitto.

mercoledì 11 marzo 2009

Santa Lucia del Mela tra i "Borghi Autentici d'Italia"

Proporre un modello innovativo di offerta turistica, basato sulla valorizzazione del borgo e della sua comunità, che consenta una crescita economica e sociale sostenibile, migliorando e conservando le risorse allo scopo di lasciarle alle future generazioni. Con questo obiettivo il comune luciese entra a far parte dell’associazione “Borghi Autentici d’Italia”, che con il progetto “Comunità Ospitale” si rivolge ai piccoli comuni che, partendo dal patrimonio disponibile sul territorio, organizzano un sistema di ospitalità moderno e di qualità, ma attento al carattere identitario locale. Promotore dell’iniziativa, approvata in consiglio comunale, è l’assessore al Turismo Franco Interisano: “L’obiettivo è incentivare un modello turistico in cui cittadini, operatori economici e amministratori pubblici lavorino insieme per creare un programma di attività di partecipazione degli ospiti nella vita comunità, alla scoperta della cultura, delle tradizioni e degli stili di vita presenti sul territorio” spiega l’assessore. “La vacanza diventa così l’occasione per valorizzare il paese, attraverso la ristrutturazione del patrimonio edilizio tradizionale, effettuata con criteri di bio edilizia, creando una rete diffusa di residenze supportata da un Centro di Accoglienza Turistico. Si crea inoltre una rete di collaborazione tra gli operatori economici, che mettono insieme le risorse per offrire un servizio turistico di qualità, e si organizzano attività e manifestazioni per coinvolgere gli ospiti”. A tal fine è prevista la nascita del club “Forme e Sapori Autentici” fra i produttori, per consentire la scoperta e la vendita dei prodotti di qualità dell’enogastronomia e dell’artigianato tipico non solo durante il periodo di soggiorno ma anche durante tutto l’arco dell’anno.

venerdì 6 marzo 2009

"Pari Opportunità", per la festa della Donna un convegno sulle politiche di sviluppo declinate al femminile

Promuovere il principio delle Pari Opportunità nell’ambito del nostro territorio, in linea con l’orientamento dell’Unione europea e del governo nazionale, guardando anche agli sforzi compiuti a livello regionale e provinciale, sebbene gli obiettivi da raggiungere siano ancora lontani. Con questo spirito, nell’imminenza della festa della donna, si terrà domani, sabato, alle 17.30, presso il palazzo socio-culturale, il primo convegno sul tema “Pari Opportunità come politiche di sviluppo”, patrocinato dalla Regione, dalla Provincia, dall’Università di Messina e dal sindacato Cisl di Messina. “L’iniziativa è stata voluta in particolare dall’assessorato alle Pari Opportunità, guidato dal dott. Paolo Calderone, che rappresenta una novità assoluta introdotta dall’attuale amministrazione” dice la dr.ssa Giuseppina Merulla, consigliera comunale, che coordinerà i lavori del convegno. “La mia recente partecipazione al corso Donne, Politica e Istituzioni, organizzato in quasi tutti gli atenei italiani, mi ha fatto scoprire che c’è una grande sensibilità attorno a questi temi, ma i passi da compiere sono ancora molti, specialmente se pensiamo alla percentuale delle donne che lavorano in Italia, percentuale che scende drasticamente nelle regioni meridionali”. Dalla storia di una legislazione fraintesa e disattesa fino all’imprenditoria femminile, interverranno la prof. Antonella Cocchiara, docente di storia delle istituzioni politiche, la dr.ssa Mariella Crisafulli, segretaria provinciale Cisl, l’avvocato Adele Martinez, vice sindaco del comune di Torregrotta, la prof. Maria Concetta Picciolo, docente di economia aziendale e presidente dell’associazione culturale “Il Risveglio” di Milazzo.

martedì 24 febbraio 2009

In memoria di Sergio Burrascano



Solo un pensiero, abbassando la voce, per chi da sabato notte non c'è più. Una notizia giunta come fulmine a ciel sereno per la tragica fatalità che ha spezzato la vita di Sergio Burrascano, l'amico di tutti, 56 anni e tre figli, morto in seguito ad un incidente sulla provinciale che collega San Filippo del Mela al centro luciese, mentre viaggiava sul suo maxiscooter tornando verso casa, nello stesso tratto di strada in cui, appena un anno fa, aveva subito un altro gravissimo incidente, dal quale si era salvato per miracolo e dal quale si era faticosamente ripreso, quasi del tutto.


Per uno strano e beffardo gioco delle coincidenze, il destino lo attendeva proprio in quella curva, nel buio della notte tra sabato e domenica. Stavolta non ce l’ha fatta, perdendo la vita nello stesso giorno in cui, nove anni fa, moriva il padre. Inspiegabili intrecci del fato che gli amici, stretti attorno al dolore dei familiari, stentano ancora ad accettare.


L'impatto, per cause ancora da accertare, avvenuto tra la Suzuky "Burgman" condotta da Sergio Burrascano e la Toyota "Yaris" condotta da F.A., 20 anni, di Milazzo, è stato fatale. Il giovane a bordo dell'auto, rimasto illeso, ha riportato un forte stato di choc. E' stato ascoltato domenica mattina dai militari dell'arma per cercare ulteriori elementi utili per ricostruire l'incidente. L'automobile è stata sottoposta a sequestro. Per Sergio Burrascano a nulla sono valse le cure dei sanitari prestate al pronto soccorso dell'ospedale di Milazzo, dove è morto qualche ora dopo l'arrivo. E' stato lo stesso conducente della "Yaris" a far scattare l'allarme e a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine e del 118.


Per tutta la domenica, sotto una pioggia incessante, i tanti amici di Sergio hanno circondato con il loro affetto la moglie Pina e i figli Alessandra, Tino e Michele, storditi dal dolore per la perdita di un padre che ricordano come esemplare, che dedicava tutta la vita alla famiglia. Il dolore, la commozione e lo sconcerto per l'assurdo intreccio del fato che ha condotto alla tragedia sono anche sui volti degli amici. Come Giuseppe Mandanici, che ha trascorso con Sergio, amico di una vita, le ultime ore prima del tragico incidente. Una sera tranquilla, serena, a Palermo, dove si erano recati per veder giocare la Juventus e dove avevano cenato, passeggiato e chiacchierato per le vie del centro, prima di riprendere l'auto per tornare verso casa: “Sergio era un grande esperto di calcio e un grandissimo tifoso della Juve, che seguiva ovunque in trasferta, partecipando a tutte le finali di Coppa dei Campioni. Sabato sera eravamo insieme a Palermo proprio per assistere alla partita della sua squadra del cuore. Rientrando l’ho pregato di lasciarsi riaccompagnare a casa, perché stava iniziando a piovere e non volevo che percorresse l’ultimo tratto di strada con lo scooter. Quando sono arrivato a casa e mi è arrivata la terribile notizia, non riuscivo a crederci”. La passione per il calcio lo aveva portato a fondare in paese, con un gruppo di amici, il club bianconero “Gaetano Scirea” e ad occuparsi della squadra locale, la “Pro Mende”, ai tempi in cui militava in “eccellenza”. “Era un uomo pieno di interessi, amava leggere e amava la musica” ricorda commosso Franco Mendolia. “Gli piaceva parlare con la gente, aveva un carattere esuberante e aperto". Un altro dei suoi amici più stretti, Angelo Siracusa, parla di quanto amasse il suo lavoro di capotreno, che nell’ultimo anno, dopo l’incidente, aveva lasciato, a malincuore, per ricoprire un altro incarico in ufficio. Una vita condivisa con la moglie Pina e i tre figli, di cui era orgoglioso. Ai familiari, anche da questo blog, un pensiero carico d'affetto.

mercoledì 18 febbraio 2009

Consiglio comunale, domani la seduta

Nove i punti all’ordine del giorno che il consiglio comunale, presieduto da Francesco Rizzo, affronterà domani, alle 18.00, nella prima seduta del nuovo anno. Tra le tante questioni all’attenzione dei consiglieri il piano delle alienazioni di beni immobili di proprietà comunale per il triennio 2009-2011, in base all’ex art. 58 L. 133/2008, e l’approvazione del regolamento definizione agevolata per le unità immobiliari non dichiarate in catasto, per le quali esistono situazioni non più coerenti con i classamenti catastali. Tra i punti da trattare anche l’integrazione del regolamento del gruppo comunale di protezione civile, l’abrogazione di norme precedenti del regolamento comunale per l’erogazione di contributi per la pratica sportiva e, su proposta dell’assessore al turismo Franco Interisano, l’adesione all’associazione “Borghi autentici d’Italia”. Il civico consesso si confronterà inoltre sul riconoscimento di un debito fuori bilancio, in merito alla sentenza n.495/2006 del Tribunale di Barcellona P.G., e sull’approvazione della programmazione annuale 2009 delle collaborazioni esterne delle consulenze e degli incarichi di studio e di ricerca. L’ultimo punto all’ordine del giorno prevede la risposta ad interpellanze.

lunedì 9 febbraio 2009

Inchiesta "Pozzo", le reazioni del sindaco Campo e del PD cittadino

"Non siamo terra di mafia". E' questo il messaggio che l'amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco, geom. Antonino Campo, affida ad un comunicato stampa in seguito ai fatti di cronaca relativi all’“Operazione Pozzo”, che, lo ricordiamo, denuncia la pesante ipotesi di una connivenza fra politica luciese e mafia. Un capitolo particolare dell’inchiesta antimafia che ha decapitato il braccio operativo della malavita organizzata della Cosca dei Barcellonesi, con le sue articolazioni territoriali, riguarda infatti gli intrecci tra politica e mafia che vedono indagati, con l’ipotesi di concorso in associazione mafiosa, l’ex sindaco di Santa Lucia del Mela Santo Pandolfo insieme a funzionari comunali. Un caso che ha scosso il paese, provocando immediatamente la spaccatura nell'opinione pubblica tra colpevolisti e innocentisti, sul quale è arrivata la reazione del sindaco Campo, che ha espresso, anche a nome dell’amministrazione da lui rappresentata, indignazione “per i commenti riportati dagli organi di stampa che coinvolgono, su fatti ancora da provare, un amministratore di indubbia moralità, una intera amministrazione ed il relativo elettorato composto da persone oneste, delegittimando una intera comunità che non è terra di mafia né tanto meno di mafiosi”. A tal proposito, il sindaco Campo precisa che “l’indagine è in corso ed è, pertanto, arbitrario, in questo momento, fare delle affermazioni sull’ esistenza di rapporti fra mafia e politica a Santa Lucia del Mela”. “A nessuno è consentito presumere responsabilità che l’autorità giudiziaria, del cui operato l’amministrazione comunale è assolutamente rispettosa e fiduciosa, non ha ancora accertato nè provato. Come Sindaco ritengo, però, doveroso difendere la legittimità degli atti posti in essere sia dalla precedente amministrazione rappresentata dal Sindaco dott. Santo Pandolfo della quale il sottoscritto faceva parte sia dall’attuale amministrazione rappresentata dal sottoscritto”. Sugli stessi toni il documento diffuso dalla sede cittadina del Partito Democratico, del quale l’ex sindaco Pandolfo fa parte:“Non è questo il paese dei patti scellerati con la mafia – si legge nella dichiarazione firmata, tra gli altri, dai deputati regionali Panarello e Rinaldi –, all’unanimità abbiamo ricusato quanto potrebbe apparire dalle cronache e dagli accostamenti apparsi sulla stampa di questi ultimi giorni. Noi abbiamo sostenuto Pandolfo perché convinti, come lui asseriva, che il cittadino deve ottenere ciò che gli spetta come diritto e non come favore personale di chi lo amministra. Per questo e per quanto lo conosciamo ci è impossibile credere che lui abbia potuto dar corso ed accettato qualsiasi “voto di scambio” e tanto meno lo vediamo accostabile ai boss di cosa nostra”. Il documento prosegue con una dichiarazione di fiducia nei confronti della magistratura:“Primi fra tutti plaudiamo al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura e riteniamo che, prima del relativo verdetto, nessuno possa indicare Santa Lucia del Mela come luogo ove avvengono intrecci politico mafiosi e quant’altro”.

venerdì 6 febbraio 2009

Politica e giustizia, dibattito aperto

Dopo una prolungata assenza da questo blog, dovuta agli impegni della vita reale che mio malgrado mi hanno sottratta all'impegno virtuale con i visitatori di queste pagine - pagine che sono dei cittadini, ribadisco, in quanto io mi limito ad offrire la piattaforma per un serivizio -, sono stata colpita dall'alto numero di commenti sulle sorti del nostro paese nei giorni cruciali che ci hanno visti, notizia dopo notizia, protagonisti involontari di un'attenzione mediatica di cui avremmo volentieri fatto a meno. Non passa giorno, da sabato scorso, che non si parli della cosiddetta operazione "pozzo" e delle indagini - i fatti sono noti - che riguardano l'ex sindaco Pandolfo e altri luciesi componenti della commissione edilizia nel periodo in cui misfatti e nefandezze in odor di mafia sarebbero avvenuti. Premetto che non ho seguito la vicenda dal punto di vista giornalistico perchè non mi occupo di cronaca giudiziaria, come del resto non mi occupo di cronaca nera - e anzi approfitto di questa precisazione per ricordare che il mio lavoro di giornalista che svolgo nelle vesti di corrispondente si associa a quello di ricercatrice universitaria, che mi impegna quasi quotidianamente alla facoltà di Lettere e Filosofia di Messina, motivo per il quale non posso essere sempre fisicamente presente su questo blog; d'altronde, la vitalità del blog si rileva dall'alto numero dei commenti e dei visitatori, confermando la funzione che esso doveva avere nelle mie intenzioni quando è stato creato: stimolare il dibattito e il confronto tra le idee. Una comunità di cittadini che dialogano sui problemi e fanno proposte, osservano la realtà con occhio critico e si pongono costruttivamente in un atteggiamento positivo verso la crescita civile è il presupposto perchè si possa parlare di cittadinanza attiva e non di sudditanza informe, il presupposto per essere partecipi, con le proprie idee e il ruolo che si è scelto, alla vita di una città: quando ciò non avviene, è un'opportunità che si perde, ecco perchè mi amareggia leggere commenti pieni di insulti quando questo spazio - che è di tutti, dei cittadini - non viene utilizzato in modo proficuo. Premesso che quindi, il mio intervento in questa sede, più volte sollecitato, non può essere di carattere giornalistico perchè non sarebbe deontologico riportare fatti che non ho seguito copiandoli dai giornali giacchè non sono in possesso dei materiali originali dell'inchiesta, e perchè non voglio entrare come giornalista in merito ad una vicenda giudiziaria che è all'attenzione delle sedi competenti, intervengo come privata e libera cittadina per dire che mi sento profondamente ferita dal constatare che questa vicenda sta facendo emergere l'assoluta assenza del senso di comunità: penso infatti che non stiamo assistendo alla sconfitta di un politico, o di una classe politica, ma di un intero paese. E questo non solo perchè accusati di infiltrazioni mafiose nella politica luciese, ma anche, e soprattutto, perchè mi sembra inamissibile che qualcuno, oggi, per come stanno andando le cose, possa gioire della sorte che ci ha colpiti. Qui non si tratta di dividerci in pro-Pandolfo o contro-Pandolfo, ma di assistere con l'anima a lutto alla veglia funebre di un paese, sbattuto violentemente sotto i riflettori che ci illuminano non d'immenso ma di vergogna. Non sappiamo quale sarà il corso della giustizia in merito alla vicenda, ma sappiamo di essere additati, e di poter essere, il paese in cui la mafia controlla la politica: e vi sembra poco? Come può qualcuno gioire della mala sorte che ci tocca, come possiamo non sentirci tutti, indipendentemente dal colore politico o dal voto espresso alle elezioni, intimamente scossi e addolorati? In un momento in cui il dibattito sulla giustizia in Italia mette a confronto colpevolisti e innocentisti, giustizialisti e garantisti, il commento che mi sento di fare sulla situazione che S. Lucia del Mela, noi, cittadini, stiamo vivendo è di natura sociologica e mediologica:

- Assenza del senso di Comunità;

- Gogna mediatica.

Scavando più a fondo, mi sorprendono e mi amareggiano, ma soprattutto mi inorridiscono, mi sconvolgono e mi fanno paura le reazioni di chi in queste ore esulta. Che crediamo o no nella giustizia, le indagini faranno il loro corso, dureranno forse anni, porteranno o meno alla verità, ma resta la pesantissima eredità di questi giorni durante i quali assistiamo a notizie spesso trapelate o distorte, ai gossip, ai pettegolezzi pruriginosi e alla curiosità morbosa di chi sfoglia il giornale per scoprire chi è stavolta il mostro.