venerdì 8 gennaio 2010

A proposito di Natale

Primo post dell'anno. Finalmente tutta questa baraonda festiva è terminata - non so voi, ma personalmente il clima natalizio mi fa diventare malinconica -, sono scaduti i termini per i buoni propositi (io non ne faccio più da anni), e i resti del panettone ammuffiscono nell'armadio. Prima di lasciarci del tutto alle spalle Natale e dintorni, vorrei però passare in rassegna gli eventi organizzati nel nostro paese.

LA RISCOSSA DELLA SOCIETA' CIVILE
Cominciamo da quello che mi è piaciuto: lo spirito organizzativo, la creatività e l'impegno dei tantissimi volontari che hanno reso possibile la realizzazione del Presepe vivente al Parco urbano. A parte qualche trascurabile dettaglio, sicuramente migliorabile nelle prossime edizioni, mi sento di dare un giudizio più che positivo a questa grande manifestazione popolare che ha coinvolto tantissimi cittadini, i quali hanno costruito le botteghe, le hanno attrezzate con cura e precisione, hanno fatto i figuranti dedicando il proprio tempo ad un evento che ha attirato tantissime persone, anche da fuori, e ha fatto vivere alla cominità lo spirito autentico del Natale, quello che i bambini forse non conoscono ma che profuma di fuoco, di notte, di note perdute, di sacro. Finalmente una vigilia di Natale animata, con la partecipazione di tantissime persone e la prova che gli spazi - in questo caso la cornice naturale del parco urbano - possono essere utilizzati nel migliore dei modi, basta avere le idee - e, naturalmente, la voglia di realizzarle. Di grande impatto anche la processione dell'Epifania, con i personaggi a cavallo (ma perchè le capanne sono state abbandonate per tutta la giornata? Chi ha visitato il presepe il 6 gennaio, deve aver pensato ad una fuga dei pastorelli...ma ripeto, si tratta di particolari assolutamente correggibili). Oltre all'evento, davvero azzeccato, dovrebbe far riflettere la mobilitazione di interi gruppi di cittadini e l'attivismo delle associazioni. Credo che sia questo il dato importante emerso dal bilancio delle manifestazioni natalizie, che rivela come la comunità luciese non sia affatto passiva e rassegnata all'immobilismo, ma anzi tutto il contrario, pronta a organizzarsi e a realizzare grandi progetti.

TRA SPETTACOLO E SOLIDARIETA'
Come quello allestito dalla Protezione civile, di cui il nostro paese deve essere orgoglioso. Impegnati costantemente sul territorio, sempre in prima linea, i volontari del gruppo comunale di protezione civile luciese hanno ancora una volta dato prova della compattezza del gruppo e della capacità organizzativa, realizzando una serata di intrattenimento e solidarietà che ha consentito di accumulare una bella somma da donare alle popolazioni del messinese colpita dal nubifragio.
Sul piano della solidarietà, sono da ricordare i momenti festivi che si sono tenuti nella casa di riposo Calderonio con il contributo del consiglio d'amministrazione, degli operatori e di tantissimi volontari. Un'occasione per aprire gli occhi sul lavoro quotidiano che, tra mille difficoltà economiche, viene svolto amorevolmente al servizio di persone anziane, spesso sole, che se abbandonate a se stesse muoiono ogni giorno spegnendosi lentamente.

Fondamentale la presenza e il contributo, tra le realtà che funzionano, della banda Randisi, composta da musicisti di talento egregiamente diretti dal maestro Giuseppe D'Amico, in grado di dare vita a raffinati eventi musicali.

Infine, a chiudere l'anno, il primo veglione in piazza: finalmente anche a Santa Lucia, dopo essere diventato quasi una tradizione nei centri limitrofi. Indipendentemente dal successo o meno della serata - sul quale non mi esprimo giacchè non c'ero - credo che sia sicuramente una nota positiva di contro alla solita apatia del qui-non-si-fa-mai-nulla.

IL PRESEPE ALIMENTARE
Consentitemi, a proposito di quello che non mi è piaciuto, di puntare il dito contro l'usanza pagana di gozzovigliare allegramente nel presepe. Un conto è far rivivere le tradizioni, un altro cucinare e consumare in un luogo che merita più rispetto e più disciplina fosse anche solo per il fatto di raffigurare un fatto sacro, il mistero della Natività: avvenuto, ricordo, al freddo e al gelo, tra povera gente, nel silenzio. L'atmosfera magica e sognante che ogni presepe dovrebbe ispirare viene ovviamente annullata se non curanti della grotta di Betlemme ci si preoccupa di non perdere la fila per la propria razione. E mi riferisco in particolare alla processione che viene fatta nel centro storico: non credo che il passaggio di torme di affamati - che vengono solo per mangiare e non per apprezzare un bel niente del nostro paese! - in atteggiamento tutt'altro che pio dietro l'immagine di Gesù Bambino serva alla valorizzazione di questa splendida parte del paese, nè possa giovare alla memoria storica o al mantenimento delle tradizioni. Basterebbe organizzare uno stand in uno spazio neutro, appena fuori dall'area della rappresentazione, stabilendo possibilmente un prezzo simbolico, che sarebbe più corretto nei confronti di chi prepara e serve le pietanze, servirebbe forse a placare la ressa, consentirebbe di preservare la bellezza e il senso di povertà e umiltà che il presepe, ogni presepe, ispira.

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