giovedì 4 agosto 2016

Un libro del fratello di Padre Giovanni Parisi spiega le origini di Diana Facellina

di Franco Biviano - Ritengo di non esagerare se affermo che quasi tutti i cittadini residenti nella Valle del Mela conoscono, direttamente  o  per sentito dire, almeno uno dei tre volumi che il noto studioso Padre Giovanni Parisi ha dedicato, fra il 1973 e il 1982, alla storia dei comuni di Santa Lucia, San Filippo e Pace.
 La tesi di fondo della trilogia, come si sa, è che il nostro comprensorio era la sede, nell’antichità, di tre importantissime strutture: il tempio di Artemide (o Diana Facellina), l’Artemisio, che ne costituiva una dipendenza, e il Nauloco che ne era lo sbocco commerciale. Sì, commerciale, perché il «tempio» dedicato alla «dea della caccia» non era solo un luogo di pratiche religiose, ma un centro direzionale delle attività metallurgiche che si svolgevano nel territorio. Attività metallurgiche? Proprio così. È risaputo, infatti, che i monti Peloritani erano famosi in passato per lo sfruttamento intenso del loro sottosuolo, dal quale venivano estratti minerali di vario genere
Quello che pochi sanno è che la trilogia sulla Valle del Mela (soprattutto la parte relativa a Santa Lucia) Padre Giovanni la scrisse con la collaborazione del fratello Giuseppe, che risiedeva a Roma. Oggi, a distanza di tredici anni dalla morte, avvenuta nel 2003, vedono la luce gli appunti manoscritti in cui Giuseppe Parisi ha spiegato dettagliatamente la metodologia storica e la ricerca filologica che, attraverso una realistica reinterpretazione dei miti classici (dalla guerra di Troia, alla fuga di Enea, alla vicenda di Oreste) lo hanno portato a localizzare proprio nel nostro territorio la produzione delle «vacche splendenti» del dio Sole, le quali – come sostiene lo studioso con idonea documentazione - non erano altro che colate metalliche aventi la forma di pelle bovina distesa. 
La pubblicazione, edita dall’Associazione “Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis” e curata in maniera encomiabile da Alessandro Barilà, funzionario a riposo del Ministero della Pubblica Istruzione, non prende in esame soltanto il ristretto ambito del nostro territorio, ma  allarga lo sguardo all’intera area del Mediterraneo, assumendo la portata di un testo esaustivo e fondamentale per la conoscenza delle «migrazioni» da un popolo all’altro delle tecniche industriali e, al tempo stesso, dei valori morali del mondo antico. 
Il nucleo centrale del libro è costituito dalla riflessione sui valori spirituali dell’antica Roma, talmente precorritori sotto molti aspetti dei principi del Cristianesimo, che Parisi non ha dubbi a vedere in tutto ciò un preciso disegno divino  che da sempre ha assegnato a quella città sulle rive del Tevere il compito di essere centro e fulcro della nuova religione, base per la sua diffusione nel mondo intero.
Giovedì 4 agosto il volume sarà presentato al pubblico dal dott. Barilà e dal sottoscritto nei locali del Centro Ganime (ex scuole elementari) di Giammoro, in via Saini.