venerdì 10 luglio 2015

Giovane luciese muore mentre è diretto al concerto di Vasco

Una storia triste con un finale amaro. Una vita difficile spezzata tragicamente nel pieno della giovinezza. C’è ancora stupore e incredulità nella comunità luciese, dove la notizia della morte di Danilo Merulla è iniziata a circolare con insistenza sin dalla mattina di ieri, accolta con dolore infinito non appena l’identità del giovane ucciso da un’overdose, mentre tentava di raggiungere il concerto del suo idolo, è diventata certezza. Ad appena 28 anni, Danilo muore da solo, in un vicolo vicino al Policlinico di Messina. In tasca ha un biglietto non vidimato per il concerto di Vasco Rossi e accanto una siringa. Viene ritrovato così ieri mattina, riverso a terra, già senza vita da diverse ore.
Questo è il giorno del cordoglio, delle lacrime della famiglia e degli amici. Ma è anche il giorno della rabbia per una fine dolorosa, che poteva essere evitata, perché Danilo tentava in tutti i modi di emergere da un contesto di vita pieno di disagi, che sicuramente avevano contribuito a renderlo fragile e vulnerabile. Tanto che, già in passato, si era trovato al confine tra la vita e la morte, che questa volta non gli ha dato scampo. Nessuna parola è mai quella giusta per raccontare storie come queste, che colpiscono al cuore e fanno riflettere su come sia facile scivolare verso strade senza ritorno, lasciandosi vincere dalla debolezza e, forse, dal peso di una vita che ti schiaccia.
In paese tutti conoscevano il giovane e le sue tormentate vicende familiari, segnate dalla prematura morte del padre e dalle difficoltà quotidiane per tirare avanti, sostenute con sacrifici enormi da Danilo. Il ragazzo, che si sostentava con qualche lavoro precario, svolgendo attività legate all’informatica, era stato lentamente ma inesorabilmente risucchiato dal tunnel senza uscita della droga. Ed era inciampato forse per caso, forse per disperazione, forse per le amicizie sbagliate, o forse semplicemente per un beffardo scherzo del destino, in un percorso comune a chi perde tutti i punti di riferimento. 
Un percorso che, due anni fa, aveva spezzato la vita di un altro giovane, che Danilo conosceva, la cui fine ha lo stesso identico copione. E, purtroppo, la stessa solitudine, quella dei ragazzi che finiscono vittima di loro stessi, prima che delle dipendenze, nella vana illusione di colmare vuoti destinati a rimanere tali.