Un esempio di barriere architettoniche ancora presenti |
Abbattimento delle barriere architettoniche, arriva l’appello di due fratelli disabili per sensibilizzare istituzioni e cittadini sul tema dell’adeguamento degli edifici, in applicazione delle normative vigenti ma, soprattutto, in nome di un elementare principio di civiltà. «Nel 2017 non è possibile rimanere esclusi perché i servizi non sono accessibili» affermano Antonio e Maurizio, costretti da anni su una sedia a rotelle. Sebbene i due fratelli siano parte attiva della comunità, gli ostacoli architettonici ancora presenti in paese rendono difficile, e a volte impossibile, condurre una vita normale: «Negli uffici del palazzo comunale di Piazza Duomo si entra solo con le scale. E con le scale si arriva dentro il palazzo ex carcere di Piazza Milite Ignoto, che è usato per tantissimi eventi e incontri, organizzati anche dal Comune stesso, ai quali noi non possiamo partecipare. Il nostro appello è rivolto principalmente ai Servizi sociali comunali, perché le barriere architettoniche sono anche barriere culturali, che escludono e mortificano. Chiediamo semplicemente il rispetto dei nostri diritti».
I problemi, per chi a Santa Lucia del Mela si muove in carrozzina, si presentano anche in altri casi: «Ci sono negozi nei quali non possiamo entrare e servizi dei quali non possiamo usufruire – continuano Antonio e Maurizio. – Ci piacerebbe che l’Amministrazione comunale sollecitasse gli operatori commerciali, le aziende e gli esercenti che ancora non l’hanno fatto ad adeguarsi alle norme di legge». Un intervento strutturale, in questo senso, è necessario principalmente per i locali commerciali preesistenti alla normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche, per i quali, promette l’assessore ai Servizi sociali Elisabetta Lombardo, «il Comune si farà promotore per la richiesta di accessibilità».
Per quanto riguarda i due palazzi pubblici, l’adeguamento della sede municipale di Piazza Duomo è previsto nel progetto di riqualificazione del quartiere Karapè, rientrato tra le opere finanziabili nell’ambito del “Patto per il Sud” e in attesa del bando di gara. Più problematica, afferma Lombardo, la risoluzione per l’accesso alle sale dell’ex carcere borbonico, data la storicità dell’edificio e i vincoli imposti. La sede, finanziata con fondi comunali e regionali nell’ambito del POR Sicilia 2000-2006, è stata consegnata alla comunità nel 2009 senza il criterio dell’accessibilità. «L’Amministrazione si impegna a scegliere altri luoghi per le proprie attività future – sostiene l’assessore. – Se ci verrà richiesta, come avvenuto in questi anni, da cittadini e associazioni, daremo il nostro patrocinio ricordando però quali sono i suoi limiti di accessibilità». Katia Trifirò