giovedì 28 giugno 2012

Calcio a 5: successo per il torneo estivo

FILIPPO ALIBRANDO - Grande entusiasmo e partecipazione per il Torneo estivo in corso in queste settimane allo Stadio comunale “Gaetano Scirea”.
Si tratta del “Primo torneo calcio a 5”, organizzato dal settore giovanile della Promende, squadra di calcio dilettantistico molto ben conosciuta nell’hinterland mamertino.

Il torneo è stato rivolto ai ragazzi classe '96, '97 e '98, con la presenza di massimo un fuori quota classe '95, ed è stato organizzato in ogni minimo dettaglio dagli allievi della scuola calcio, a termine della brillante stagione trascorsa, con il patrocinio e l’appoggio della società, che ha messo a disposizione l’impianto e la presenza degli arbitri, costituiti dai dirigenti stessi.
La competizione, come dichiarano i partecipanti, è stata promossa per arricchire il bagaglio delle esperienze calcistiche, oltre che per costituire un’occasione da sfruttare per stare in compagnia e divertirsi insieme.
Le squadre partecipanti al torneo sono state le seguenti:
* Edil Manna – Allenatore Saverio Messina;
* Ferall – Allenatore Giuseppe Rappazzo;
* Splentiti – Allenatore Davide Perrone;
* Ghianciulu – Allenatore Giuseppe Impalà;
* Mister Satan – Allenatore Fabio Giunta.
Dopo le varie fasi del torneo, ha vinto la squadra di mister Saverio Messina, allenatore della Edil Manna. I complimenti alla squadra, da parte degli organizzatori, vanno fatti per aver mantenuto sempre il clima di gioia e sportività in ogni fase del torneo, che è stato emblema di correttezza.

Tuttavia, questa non è l’unica delle iniziative promosse dalla Promende per la collettività giovanile: da sempre è stata attiva in questo ambito.

Nonostante questo, è doveroso fare un plauso alla società, per la stagione trascorsa e da poco conclusasi, che ha visto la Prima Squadra perdere il treno promozione per un soffio, arrivando in finale playoff non riuscendo purtroppo a centrare l’obiettivo.
Analogo risultato è stato ottenuto invece dagli allievi provinciali della Promende, che sono arrivati secondi nella loro categoria, a pari punti e a pari scontri diretti con la prima, ma che per la differenza reti non sono riusciti ad accedere alla fase finale della competizione provinciale.
Resta solo un po’ l’amaro in bocca per non aver centrato gli obiettivi principali, certamente,  ma alla squadra, non si può recriminare nulla, in quanto l’impegno e lo spirito di sacrificio non sono mai mancati durante la stagione passata, elementi fondamentali che hanno permesso alla compagine di mister Granata di poter ottenere ogni domenica gli spalti affollati, per poter seguire la squadra cittadina!

I "Luoghi del Cuore" luciesi. Insieme a sostegno dell'arte

DIEGO MASTROENI - Il FAI (Fondo Ambiente Italiano), in collaborazione con Intesa San Paolo, promuove per la sesta volta il Censimento nazionale chiamato “I Luoghi del Cuore”, per valorizzare e difendere il patrimonio culturale italiano.
Il progetto “I Luoghi del Cuore” nasce per sensibilizzare concretamente la popolazione italiana e, da quest’anno, anche estera sul valore del patrimonio artistico, naturalistico e monumentale italiano e sull’importanza di salvaguardarlo da un decadimento sempre più evidente; per aderire al progetto basta semplicemente registrarsi al sito de “I Luoghi del Cuore” e segnalare il monumento che, appunto, vi sta più a cuore!
La sesta edizione de “I Luoghi del Cuore” si è aperta il 23 maggio 2012 e si chiuderà il 31 ottobre 2012.

Ed è per questo che io, insieme ad altri due nostri concittadini luciesi, Rosario Torre e Filippo De Mariano, accogliendo l’iniziativa del FAI, abbiamo deciso di sensibilizzare i luciesi affinché vari monumenti di Santa Lucia del Mela diventino Luoghi del Cuore, in particolare il Castello Arabo-Svevo-Aragonese e la Chiesa dell’Annunziata, perché questo paese merita davvero una maggiore valorizzazione prima del completo decadimento…
Per la raccolta di segnalazioni per “I Luoghi del Cuore Luciesi” è stato anche creato un gruppo su Facebook, chiamato “Vota I Luoghi del Cuore di Santa Lucia del Mela (ME)” ove potete richiedere l’iscrizione e scaricare una “Guida” in pdf che spiega dettagliatamente come votare i nostri Luoghi del Cuore.
Per info: il link del sito dei Luoghi del Cuore del FAI è: www.iluoghidelcuore.it/
Il link del gruppo Facebook per I Luoghi del Cuore Luciesi è: www.facebook.com/groups/163044960492700/

Una delegazione del FAI in visita al patrimonio storico-artistico luciese

L'arte di Antonio Giunta. Quando "volere è potere"

"Dedico le mie opere a tutti coloro che per un motivo o per l'altro hanno dovuto emigrare e lasciare la loro terra natia, con la speranza che questi possano a loro volta trasmettere il fascino di questa terra e sentirsi fieri di essere siciliani."
(A. Giunta)

ANTONELLA ALIBRANDO - Antonio Giunta, un giovane luciese che da sempre avverte dentro di sé la passione nell’esprimere emozioni su tela, a mescolare armonie di colori passando dalla realtà degli scorci luciesi all’immaginazione per rappresentare eventi storici, richiamando sempre reali “passaggi” siciliani che riesce a cogliere passando per l’appunto da uno scorcio naturalistico ad un dettaglio.

I suoi quadri sono sostanzialmente fatti di materiali inariditi quali tele, colori e pennelli ma Antonio riesce a dar loro un’anima attraverso l’accurata precisione che usa nelle raffigurazioni dei particolari del soggetto, la vivacità dei colori che riflettono la realtà rappresentata ed evidenziano l’animo sensibile dell’artista. Esegue i suoi lavori usando varie tecniche e passando dalla china all’olio su tela, dall’acquerello alle tegole, dal compensato al legno. Nonostante i suoi soggetti preferiti siano i paesaggi, spesso fra le sue opere troviamo composizioni floreali, frutta, animali, ed anche scenari storici, come nel caso di un quadro dedicato alla rivoluzione francese.
I suoi primi passi nel mondo dell’arte partono nella prima infanzia e, pur essendo autodidatta, il suo talento e la sua sensibilità l’hanno portato a viaggiare attraverso l'arte stessa riscoprendo luoghi della sua terra, particolari scorci luciesi che poi con il suo entusiasmo e la sua passione ha trasferito amorevolmente sulla tela.

Negli anni ha continuato a dipingere di getto, e da circa cinque anni espone le sue opere in mostre nel comprensorio luciese, riscuotendo consensi e suscitando forti emozioni in chi le ammira.
Nel 2011 i suoi lavori hanno oltrepassato le frontiere sicule, e infatti Antonio Giunta ha esposto le sue tele alla Fiera internazionale del turismo di Rimini, e, l’anno successivo, ad una mostra dell’Accademia Italiana Militare della Marina di Livorno.
Al momento sta preparando alcuni lavori per la sua nuova mostra, ma al momento non ci è concesso sapere quando si terrà.
Ecco, a seguire, alcuni commenti tra quelli che hanno lasciato i visitatori delle sue mostre:

“Il gioco delle luci e delle ombre, la profondità degli oggetti e la scelta dei colori ci fanno toccare con mano i soggetti rappresentati, testimoni dell’amore dell’autore per la propria terra di apparenza, che fanno sorgere ricordi assopiti col passare degli anni.”

“Resto incantata dalla luce che i tuoi quadri emanano. I colori freschi sono mescolati armonicamente tra di loro, in simbiosi con il tuo animo sensibile. Il tratto è sicuro e dimostra grande capacità di osservazione. Bellissima la proiezione delle tue emozioni nei dipinti floreali. Grazie per avermi regalato momenti magici pieni di sentimenti preziosi.”
“Mostra bellissima, non conosco molto questa terra, ma i tuoi quadri me la mostrano in tutto il suo splendore.”
“La creatività è vivere due volte, e l’artista vive in sé e nelle sue opere.”
La sua carriera artistica è stata interrotta da lunghi periodi di vuoto, dovuti a eventi negativi che con enorme sofferenza l’hanno allontanato dalla sua grande passione. Ma. nonostante le difficoltà fisiche causetegli dalla distrofia muscolare, ha sempre continuato a coltivare l'arte, che gli procura grandi soddisfazioni.
Una delle opere che ricorda con più affetto è il quadro del servo di Dio Mons. Antonio Franco (Prelato luciese particolarmente venerato dai luciesi), da lui donato alla Parrocchia SS. Annunziata, attualmente custodito nella chiesetta rupestre di S.Maria Bambina.
Nella sua collezione spiccano due capezzali raffiguranti due diverse fasi della crocifissione: “Cristo agonizzante” e “Cristo spirato”, ovviamente raffigurati secondo il suo punto di vista, che esalta la sofferenza di Gesù. La scelta di raffigurare queste due immagini nasce dalla necessità di rappresentare il passaggio dalla vita alla morte, e diversamente dalle altre raffigurazioni sacre in queste viene esaltato il dolore umano di Cristo nel momento del trapasso passando dal volto sofferente al volto sereno della morte.
"Cristo agonizzante" (A. Giunta, 2011)
"Cristo spirato" (A. Giunta, 2011)

Tradizioni da riscoprire: la nascita di San Giovanni e la festa nell'ex feudo

La statua si San Giovanni in processione
ANTONELLA ALIBRANDO - Nella frazione di San Giovanni (ex feudo Barone Pancaldo) domenica scorsa è stata celebrata la festa della Natività del Battista, che è l’unico Santo ad essere commemorato dalla Chiesa Cattolica due volte l’anno: il 24 giugno per la nascita e il 29 agosto per la sua ascesa ai cieli.

Il motivo per cui gli viene attribuita questa notevole importanza è chiaro guardando il simbolico simulacro che ricorda un momento della vita del Battista, quando Gesù si recò da lui al fiume Giordano per essere battezzato San Giovanni indicandolo disse al popolo: “Ecce Agnus Dei”, ad indicare che esso era il figlio di Dio, mite come un agnello, mandato sulla terra da Dio Padre per salvarci.
Geograficamente la borgata è ubicata sulle sponde del torrente Floripotema più vicina al centro urbano di S. Filippo del Mela che a quello luciese, motivo per cui la processione con la statua del Santo che parte dalla chiesetta patronale, ancor’oggi di proprietà degli eredi delle nobili famiglie luciesi che si sono tramandate il feudo,  si snoda per le vie del centro filippese fino a giungere davanti alla Chiesa Madre, dove il simulacro raffigurante San Giovanni riceve un omaggio floreale da parte della comunità parrocchiale e, dopo una benedizione, la processione riprende il suo cammino per tornare al borgo.
Questo è uno degli eventi che, insieme col tradizionale presepe vivente, permette alla graziosa borgata di rivivere e costituisce un motivo di unione fra la gente del borgo ed i visitatori che approfittano di queste occasioni per visitare oltre alla chiesetta patronale dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo ed a San Giovanni Battista, l’ex dispensa e l’atrio del palazzo nobiliare, che originariamente era della famiglia Pancando e nei secoli successivi venne gestito da altri nobili casati luciesi, quali i Crisafi, i Bonanno, i Ranieri ed i Galluppi, e dove attualmente si possono anche trovare gli alberi genealogici delle famiglie che da generazioni popolano quella contrada.


Il cortile interno del palazzo nobiliare

venerdì 1 giugno 2012

Occhio alla spesa! Cronache consiliari.

Ultimo consiglio comunale: i vigili urbani sbagliano e noi paghiamo. I debiti si accumulano. E se telefonando...

Non si placa il clima rissoso che si respira in consiglio comunale, dove la minoranza, divisa ma agguerrita, mette più volte sotto accusa l’operato dell’amministrazione comunale e attacca duramente i banchi della maggioranza. Questo il quadro dell’ultima seduta, durante la quale gli undici consiglieri presenti hanno discusso lungamente otto dei nove punti in programma, rimandando ad una prossima convocazione il regolamento che disciplina la cosiddetta “Imu”.
All’ordine del giorno, il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario per il 2011, presentato con un avanzo d’amministrazione di 28.435,40 euro. Sulla delibera, approvata con i soli voti della maggioranza (astenuti Cannuni e Bella, contrari Marcaione e Maimone), molte le criticità evidenziate. Tra queste, come ha denunciato Cannuni, alcuni passaggi poco chiari sulla tassa rifiuti e, ancora una volta, la scandalosa spesa alla voce telefonia, “lievitata” ad oltre 44 mila euro.
Dito puntato anche contro alcuni «vizi di procedura giuridica», riscontrati dai consiglieri di minoranza in merito alla notifica di allegati relativamente ad un rilievo della Corte dei Conti sulla spesa del personale (punto sul quale Bella ha votato con la maggioranza).
Altro tasto dolente, la questione dei debiti fuori bilancio: tre quelli presentati e riconosciuti dal consiglio, oggetto di un aspro dibattito in aula. Uno di questi – quasi 1.800 euro – deriva da una sentenza del Giudice di Pace che riconosce l’illegittimità di un verbale di contravvenzione della Polizia Municipale, accogliendo un ricorso che ne chiede l’annullamento. Mentre un altro debito si riferisce alla fornitura di materiali informatici (2 mila euro circa), in dotazione al servizio urbanistico-tecnico: segno, secondo Marcaione, Cannuni e Maimone, di un problema di gestione dell’attività degli uffici e, in definitiva, della «cattiva amministrazione che sta dietro ai debiti fuori bilancio».
Dai banchi della minoranza, dunque, levata di scudi contro l’indiscriminato ricorso a questo strumento, che finisce per danneggiare le casse comunali. Anche per tale ragione, è stata proposta da Cannuni l’istituzione di un ufficio legale, che permetta di tutelare l’ente e, soprattutto, di abbattere la spesa pubblica. Infine, riconfermata l’aliquota Irpef per l’anno in corso.

domenica 26 febbraio 2012

"Nati per leggere": amare i libri imparando da piccoli

Piccoli lettori crescono. Anche quest’anno è partita l’iniziativa “Nati per leggere”, con l’obiettivo avvicinare i bambini al piacere della lettura, migliorando le capacità relazionali e cognitive e imparando sin dalla più tenera età ad amare i libri. In programma tre mesi di incontri presso la biblioteca comunale, all’insegna della lettura e della fantasia.
Grazie all’impegno di tanti volontari, infatti, sino a maggio è previsto un incontro a settimana, con letture ad alta voce e numerosi laboratori: dalle favole alla scoperta di musica e parole. Ad essere coinvolti, gli alunni della scuola materna e primaria, ai quali è stato regalato un segnalibro con il calendario delle iniziative.
«Quello con “Nati per leggere” è ormai un appuntamento atteso dai bambini e dalle famiglie, che sempre più numerose rispondono a questa iniziativa, cogliendone la valenza educativa e formativa che essa racchiude – spiega la promotrice, Elisabetta Lombardo. – Un successo che ci spinge ad andare avanti e che trasforma la biblioteca in luogo di incontro e di crescita per i più piccoli». Ad animare gli incontri ci saranno anche Rosalba Gitto, Maria Catena Giunta e i volontari dell’associazione “Ne combiniamo di tutti i colori”.
Nell’ambito del progetto, a maggio prenderà il via la terza edizione del “Dono del libro”, riservato ai bambini nati nel 2011. È previsto inoltre un incontro formativo per i genitori, per sensibilizzarli alle finalità dell’iniziativa e all’importanza della lettura ad alta voce in età prescolare.
Il progetto luciese si associa alle altre attività promosse su tutto il territorio nazionale che, con “Nati per leggere”, coinvolgono da più di dieci anni bambini e adulti in un comune percorso emotivo fondato sulla condivisione della lettura. A sostenere l’iniziativa sono l’Associazione culturale pediatri, l’Associazione italiana biblioteche e il Centro per la salute del bambino onlus.




mercoledì 1 febbraio 2012

Ospedale Psichiatrico Giudiziario, verso la chiusura


Il direttore dell'Opg "V. Madia" di Barcellona, dott. Rosania,
e il presidente della onlus di psichiatria "Stupenda-mente", dott. Alessandra 

“La follia in carcere”, tra le emergenze negli Ospedali psichiatrici giudiziari, denunciate da un’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta, e le prospettive aperte dall’emendamento, già approvato al Senato, che ne fissa entro il 31 marzo 2013 la chiusura definitiva. Da queste premesse, alla luce delle reazioni suscitate dal provvedimento legislativo – che sarà in discussione alla Camera a febbraio –, ha preso le mosse il convegno organizzato dall’associazione “Stupenda-mente”, onlus per lo studio, la ricerca e la divulgazione del sapere psichiatrico, e dalla Direzione dell’Opg “V. Madia” di Barcellona. E proprio qui, nella sala teatro, ha avuto luogo l’incontro a più voci, rivolto agli specialisti del settore con l’obiettivo di confrontarsi e avviare una riflessione sui possibili scenari che il superamento di queste strutture comporta.

Il provvedimento di chiusura degli Opg, infatti, riaccende l’attenzione sul futuro del malato mentale autore di reato, prevedendo l’affidamento ai servizi del territorio per i pazienti giudicati socialmente non pericolosi, e la creazione di strutture alternative per gli altri soggetti. La responsabilità di questa riorganizzazione viene affidata alle singole Regioni, che saranno chiamate a coniugare il superamento degli Opg con le realtà locali, tra problematiche specifiche e risorse disponibili. Molti i timori e le perplessità, anche da parte di chi ha sempre difeso questa «una battaglia di civiltà», come l’ha definita l’on. Ignazio Marino (Pd) che ha guidato la Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale. Il rischio maggiore è che vengano semplicemente creati degli Opg più piccoli, all’interno dei quali verrebbero mantenute le stesse modalità di mancanza di cura e, sovente, di maltrattamento la cui individuazione ha generato il percorso riformista in discussione.

Inoltre l’emendamento, approvato nell’ambito del decreto-legge sul sovraffollamento delle carceri, si aggiunge ad un quadro legislativo caratterizzato dalla non attuazione di norme vigenti, da proposte di legge mai arrivate in aula, ma soprattutto, per quello che riguarda la Sicilia, dal mancato recepimento del decreto della Presidenza del consiglio dei ministri del 1-4-2008. Decreto nel quale si stabilisce, tra l’altro, il passaggio di gestione degli Opg dal ministero della Giustizia a quello della Sanità, in attesa della complessiva riforma parlamentare della psichiatria giudiziaria.

Al centro degli interventi e del dibattito, dunque, le problematiche dei malati psichiatrici ricoverati all’interno degli Opg e la realtà – spesso volutamente ignorata – di questi luoghi, pensando ai nuovi contesti gestionali che dovranno essere concepiti, in grado di garantire in ogni momento alla persona malata tutti i diritti costituzionalmente tutelati. Sovraffollamento, penuria di risorse finanziarie e di personale sono ad oggi i limiti strutturali della struttura penitenziaria barcellonese, mali endemici ricordati anche dal primo presidente della Corte d’appello nel recente intervento sullo stato del Distretto peloritano, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Per un superamento degli Opg, inoltre, si batte il comitato promotore della campagna “Stop Opg”, sceso in campo con la proposta di soluzioni alternative che valutino i bisogni individuali degli internati.

Sulla configurazione storica degli Opg, istituzioni carcerarie il più delle volte impreparate a fornire percorsi individualizzati di reintegrazione sociale ai ricoverati, si è soffermato il direttore della struttura barcellonese, dott. Nunziante Rosania, aprendo i lavori all’insegna della necessità di «pensare a sistemi organizzativi diversi e integrare nuove politiche di gestione». Il disagio del paziente psichiatrico, vittima di pregiudizi sociali, di una rappresentazione mediatica distorta e del degrado al quale è relegato dalla mancanza di sostegni economico-sanitari adeguati, è stato analizzato dal dott. Marcello Alessandra, psichiatra presso l’Asp di Palermo e presidente di “Stupenda-mente”. «L’Opg è un sistema da rivedere, – ha detto Alessandra –, se si chiude dobbiamo pensare all’alternativa: occorre garantire una struttura sanitaria idonea a gestire il paziente psichiatrico», nel rispetto della sua dignità e del suo diritto alla cura.

Avere chiara la meta, sapendo cosa avverrà entro marzo 2013, è la priorità a cui pensare secondo il sindaco, dott. Candeloro Nania, che nel suo intervento ha sollecitato «un contributo di idee da spedire al ministro per partecipare al futuro di questa legge». In termini progettuali, il sindaco ha proposto la vecchia colonia di Acquaficara come luogo per ospitare una nuova struttura, in base alle esigenze del territorio e previa ristrutturazione dei locali, che si trovano di fatto, al momento, in stato di abbandono.

L’urgenza di una nuova modalità di approccio, chiedendosi perché, nonostante tutto, l’Opg sia sopravvissuto sino ad oggi, è stata sottolineata sia sul versante scientifico, dal prof. Zoccali (psichiatra Università di Messina), sia dagli operatori del volontariato: «La condizione disumana negli Opg, con le gravi carenze strutturali e igienico-sanitarie, era nota prima che intervenisse la Commissione d’inchiesta – ha detto il responsabile per la Sicilia della Conferenza nazionale volontariato giustizia, Artale, – ma il problema di questo disegno riformista è a monte, nella mancanza di fondi: l’azione della società civile è fondamentale, ma non può sopperire ai doveri e agli impegni delle istituzioni».

L’impatto economico è una delle criticità evidenziate anche dal dott. Lucania (Dipartimento salute mentale Calabria), intervenuto con una messa a fuoco di luci e ombre del testo di legge, che ha come principale merito quello di comportare un «cambiamento culturale copernicano», nel passaggio di presa in carico degli internati dalle attuali strutture carcerarie all’esclusiva gestione sanitaria del disagio prevista all’interno – con attività perimetrale di vigilanza e sicurezza esterna –. Tuttavia, come evidenziato dal dott. Gennaro, proveniente dall’esperienza del Dipartimento salute mentale dell’Asp di Messina, il rischio è che si crei un business legato proprio alle strutture residenziali: «Non si deve porre l’attenzione solo sui luoghi – ha detto il medico –, bisogna potenziare i servizi e pensare innanzitutto alle esigenze dei malati», privilegiando l’aspetto riabilitativo a fronte di una doppia, ambigua gestione (penitenziaria e sanitaria).

Tra gli altri intervenuti, anche Ciraolo (Dsm Asp Messina), Gionfriddo (psichiatra cc Siracusa) e, nel corso del pomeriggio, Chimenz, Marguglio e Rosania, con relazioni scientifiche sugli aspetti relativi al paziente psichiatrico, nell’ottica delle nuove cure e del rispetto della dignità dei malati.



Don Pippo Insana
L’insostenibile realtà degli Opg finalmente all’attenzione dell’opinione pubblica: ad esprimere soddisfazione per l’attività svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, che ha prodotto un video choc sul grave disagio degli internati e una dura relazione sulle condizioni di vita in queste strutture, è padre Pippo Insana, cappellano dell’Opg e presidente dell’associazione di volontariato “Casa di solidarietà e accoglienza”. Anche da don Insana, tuttavia, giungono dubbi e perplessità rispetto all’emendamento: «Il superamento dell’Opg non deve avvenire necessariamente portando tutti i ricoverati in strutture sanitarie – si legge in documento distribuito ad inizio convegno – , partendo dal principio che bisogna creare per ciascuna persona sottoposta a misura di sicurezza un progetto riabilitativo individualizzato, crediamo che molti ricoverati possano tornare in famiglia», con il supporto del Dipartimento di salute mentale e altri interventi specifici, «che altri possano usufruire di “gruppo appartamento” e residenze psichiatriche realmente riabilitative, che solo per i casi di ricoverati gravemente ammalti siano necessarie strutture sanitarie protette e custodiali». Ad essere coinvolti nel processo di recupero sarebbero pertanto anche le famiglie, la società civile e i servizi sanitari. Ma don Insana tocca anche un altro nervo scoperto, ovvero la questione della “non imputabilità”, per la quale urge una modifica del codice penale, offrendo alla persona inferma di mente il diritto di scontare la pena in un reparto idoneo, salvaguardandola dalle proroghe all’infinito della misura di sicurezza. L’appello è rivolto agli organi competenti, alle istituzioni e alla società civile, invitati, con “Stop Opg”, alla «campagna di civiltà per l’abolizione definitiva dell’Opg, ridando dignità, libertà, giustizia alle 1.500 persone attualmente ristrette, monitorando il percorso di superamento, impedendo la nascita di servizi illegali e inefficienti».

Coniugi Manna, sessant'anni d'amore


Sessant’anni (insieme) e non sentirli. In un’epoca in cui le relazioni corrono su internet e l’amore si consuma sempre più in fretta, celebrare l’anniversario di un matrimonio da record non è un evento che capita tutti i giorni. Lo sanno bene i coniugi Manna, uniti come il primo giorno a capo della loro numerosa famiglia. Un colpo di fulmine e la classica “fuitina”, giorni duri di sacrifici, tra il lavoro in campagna e ben otto figli – alcuni dei quali scomparsi prematuramente –, la condivisione dei piccoli rituali di serenità domestica. Sfogliando l’album dei ricordi, quella di Santo e Concetta è una storia di altri tempi, fondata però su un valore intramontabile: il rispetto reciproco. Unico segreto, dicono entrambi, per stare insieme tutta la vita.