lunedì 13 aprile 2009

In diretta dalle zone terremotate: la drammatica esperienza dei volontari dell'A.P.C.A.R.S







Il cielo pumbleo getta una strana luce sui cumuli di ciottoli e macerie che occupano le strade, sulle crepe che corrono lungo i muri rivelando interni polverosi e oggetti di uso comune diventati reliquie della quotidianità perduta, su interi edifici rasi al suolo.

Tra questi, l'ospedale, costruito di recente e con presunti "criteri antisismici" e la casa dello studente, che si è sfarinata fino all'ultimo mattone.
E se L'Aquila è una città in ginocchio, i tantissimi altri piccoli centri colpiti dal sisma sono quasi del tutto cancellati: città fantasma.
E' in uno di questi paesi che si sono recati lunedì scorso, immediatamente dopo il terremoto, gli undici volontari dell'Apcars (Associazione di Protezione Civile, Ambientale, Ricerca e Soccorso), onlus che ha sede a San Filippo del Mela e che raccoglie iscritti da tutto il comprensorio.
Il gruppo di volontari, che farà ritorno domani, è stato a Tornimparte, piccolo centro a otto kilometri da L’Aquila, trasformato in tendopoli dopo che i ventisei interminabili secondi della scossa ne hanno sfigurato l'aspetto, gettando in un inferno di distruzione e morte gli abitanti.
E' in queste condizioni estreme, a contatto con persone traumatizzate dalla paura, dal dolore, dalla perdita che si sono trovati ad operare i volontari dell'Apcars.
Compito principale, occuparsi delle operazioni di logistica da campo, dal montaggio delle tende che accolgono la popolazione allo smistamento dei viveri.
“Il momento più difficile è stato l’arrivo, siamo partiti da zero per offrire soccorso e riparo agli abitanti che avevano perso tutto” è la testimonianza del più giovane dei volontari, Damiano Garrapa (nella foto), 21 anni, partito da Santa Lucia del Mela con il gruppo dell'Apcars.
“Le scosse che si susseguono notte e giorno fanno ancora paura e non sarà facile tornare ad una situazione di normalità in tempi brevi”. La vita nelle tendopoli, per i sopravvisuti, è resa più dura dai disagi: la normalità delle tante piccole cose alle quali non badiamo nella realtà di ogni giorno, come farsi una doccia, diventa impossibile. Damiano ricorda il freddo.
Non ci sono coperte a sufficienza, la notte è gelida.
A peggiorare la situazione, il maltempo che si è abbattuto come una piaga sull'Abruzzo in queste ore, con la pioggia e il vento che rendono interminabile il trascorrere della notte, con l'acqua piovana che si infiltra nelle tende e il fango e le temperature sotto lo zero.
I campi, con le brandine che non bastano mai per tutti e la mensa gestita dai volontari con l’aiuto dei civili, sono il segno più evidente delle condizioni che rimarranno precarie ancora a lungo. Ma sono anche il simbolo del fondamentale apporto dei volontari della Protezione civile che da tutta Italia continuano a mobilitarsi e ad arrivare nelle città colpite. “In questo momento in Abruzzo ci sono più di duecento volontari siciliani, che tengono alto il nome della regione nella corsa agli aiuti” dice Damiano.
Non c'è gruppo di Protezione civile che non abbia risposto all'appello, partecipando alla gara di solidarietà che coinvolge tantissimi altri centri della provincia per dare un contributo ai terremotati.
A Santa Lucia del Mela è già partita la raccolta di beni di prima necessità coordinata dal gruppo comunale di Protezione civile, che ha offerto la disponibilità di una ventina di volontari pronti a partire.
Il resto del gruppo, partito con il presidente dell’Apcars Angelo Garrapa, è formato da Andrea Mandanici, Mario Foti, Giovanni Torre, Alfredo Zozza, Giovanni Pizzi, Dennis Miceli, Antonio Tricomi e due donne, Salvina Ciano e Carmela Panassiti (nella foto).

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