Ricevo, e pubblico volentieri, una lettera firmata da parte di una ragazza, sul cui nome intendo mantenere il riserbo, che mi scrive "sia per la tua professione sia perché S. Lucia del Mela è il tuo paese natio". "Desideravo che tu in qualità di cittadina e di giornalista ponessi la tua attenzione sul tragico avvenimento avvenuto il 3 Aprile proprio nel tuo paese ma come in tanti altri luoghi del mondo avviene. Un dolce ragazza si è tolta la vita e mi sento di dire che a rubarle la gioia di vivere è stata la grande ignoranza che l’ha circondata". Tra le tante frasi che mi hanno colpito, l'autrice della lettera scrive che "questa persona avrebbe solo desiderato una parola dolce che le facesse pensare che noi siamo soprattutto cio’ che siamo in grado di dare e di provare e non ciò che appariamo". E ancora, "come possono oggi le persone del paese non provare alcun rimorso", "... ma noi giovani dove siamo???", "Perché quella mattina, passando da quella strada e vedendo Caterina seduta su quel muretto, a nessuno è venuto in mente di fermarsi, di dire anche solo una parola?".
Chi mi ha scritto, e ne sono felice, perchè mi consente di aprire una finestra su un tema così delicato per il quale tutte le parole che possiamo cercare rischiano di non essere adeguate, l'ha fatto con dolore, con rabbia, ma anche con una profonda consapevolezza e una grande maturità. "E’ proprio vero si puo’ anche morire di ignoranza!!!". Frasi pesanti come macigni, scagliati nell'indifferenza del silenzio, quel silenzio colpevole che bussa alle coscienze di tutti noi. Perchè non è in gioco solo la vita di una giovane donna, ma il gesto compiuto riguarda tutti, è una domanda disperata, un atto d'accusa, che chiede all'intera comunità di fermarsi a riflettere.
"Ti prego di’ qualcosa almeno tu. Aveva la nostra età. Non si può tacere di fronte all’ignoranza".
Chi mi ha scritto, e ne sono felice, perchè mi consente di aprire una finestra su un tema così delicato per il quale tutte le parole che possiamo cercare rischiano di non essere adeguate, l'ha fatto con dolore, con rabbia, ma anche con una profonda consapevolezza e una grande maturità. "E’ proprio vero si puo’ anche morire di ignoranza!!!". Frasi pesanti come macigni, scagliati nell'indifferenza del silenzio, quel silenzio colpevole che bussa alle coscienze di tutti noi. Perchè non è in gioco solo la vita di una giovane donna, ma il gesto compiuto riguarda tutti, è una domanda disperata, un atto d'accusa, che chiede all'intera comunità di fermarsi a riflettere.
"Ti prego di’ qualcosa almeno tu. Aveva la nostra età. Non si può tacere di fronte all’ignoranza".
Ecco la lettera, che pubblico integralmente:
"A tutti noi giovani e a Caterina.
Capita a tutti almeno una volta nella vita di sentirsi sconfitti, derisi, delusi, di pensare che proprio questa vita non sia più tale o addirittura di non riuscire più a pensare che in qualche modo questa vita ci appartenga ...... ed in effetti è un po' cosi. Ho sempre pensato che che siamo noi ad appartenergli.
Ma quando questo accade, e lo voglio dire urlando, chiediamo aiuto, senza alcun timore senza vergogna, finchè ci resta quel briciolo di volontà sufficiente a fare sentire anche solo una lacrima cadere. Urliamo se ci sentiamo diversi, urliamolo al mondo. Urliamo se ci sentiamo finiti. Forse non tutti, ma sono certa che qualcuno sentirà, sono certa che solo l'ignoranza non ha orecchi.e fortunatamente in questo mondo esiste anche chi guarda oltre e sente forte e chiaro. Non temiamo le nostre famiglie, perchè queste, per quanto alle volte difficile sia, sono il nostro seme.
E a noi tutti voglio dire : proviamo a sentire il silenzio di chi circonda, alle volte è davvero assordante! Voglio dire non stupiamoci delle diversità, non deridiamo chi chiaramente manifesta disagi, chi alle volte può sembrare lontano mille anni luce dal nostro essere. Proviamo ad ascoltarlo, proviamo a stimolarlo, proviamo a capirlo. Non incoraggiamo l'ignoranza, non alimentiamo la povertà d'animo e di cultura di chi non ha i mezzi per comprendere, per andare oltre .....Oltre ai nostri occhi che alle volte non sanno reggere gli sguardi troppo pieni di tutto ma vuoti di ciò che vorremmo. Non permettiamo di pensare che per questa vita non valga la pena continuare. Non permettiamo che i nostri giudizi spazzino via la dignità degli altri. Sembra quasi un lavoro, un incarico, ma vi prego di credere che alle volte basta davvero molto poco. Chiediamo aiuto anche per questo, anche quando non riusciamo a darlo. Non spezziamo questa catena."
Capita a tutti almeno una volta nella vita di sentirsi sconfitti, derisi, delusi, di pensare che proprio questa vita non sia più tale o addirittura di non riuscire più a pensare che in qualche modo questa vita ci appartenga ...... ed in effetti è un po' cosi. Ho sempre pensato che che siamo noi ad appartenergli.
Ma quando questo accade, e lo voglio dire urlando, chiediamo aiuto, senza alcun timore senza vergogna, finchè ci resta quel briciolo di volontà sufficiente a fare sentire anche solo una lacrima cadere. Urliamo se ci sentiamo diversi, urliamolo al mondo. Urliamo se ci sentiamo finiti. Forse non tutti, ma sono certa che qualcuno sentirà, sono certa che solo l'ignoranza non ha orecchi.e fortunatamente in questo mondo esiste anche chi guarda oltre e sente forte e chiaro. Non temiamo le nostre famiglie, perchè queste, per quanto alle volte difficile sia, sono il nostro seme.
E a noi tutti voglio dire : proviamo a sentire il silenzio di chi circonda, alle volte è davvero assordante! Voglio dire non stupiamoci delle diversità, non deridiamo chi chiaramente manifesta disagi, chi alle volte può sembrare lontano mille anni luce dal nostro essere. Proviamo ad ascoltarlo, proviamo a stimolarlo, proviamo a capirlo. Non incoraggiamo l'ignoranza, non alimentiamo la povertà d'animo e di cultura di chi non ha i mezzi per comprendere, per andare oltre .....Oltre ai nostri occhi che alle volte non sanno reggere gli sguardi troppo pieni di tutto ma vuoti di ciò che vorremmo. Non permettiamo di pensare che per questa vita non valga la pena continuare. Non permettiamo che i nostri giudizi spazzino via la dignità degli altri. Sembra quasi un lavoro, un incarico, ma vi prego di credere che alle volte basta davvero molto poco. Chiediamo aiuto anche per questo, anche quando non riusciamo a darlo. Non spezziamo questa catena."
(Lettera firmata)
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