Lo ha detto in un'intervista rilasciata al portale "SiciliaInformazioni" il presidente della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti: "In caso di sisma la Sicilia orientale rischia 50 mila morti". Nel 1984 disse che se si fosse verificato un terremoto distruttivo nella Sicilia orientale, sarebbero morte almeno 50 mila persone. Oggi, venticinque anni dopo quella profezia, e a pochi giorni dal terribile sisma che ha sconvolto l'Abruzzo, l'ex ministro della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti, rilancia l'allarme. In Sicilia niente è cambiato da allora.
Ecco una parte dell'intervista:
Ecco una parte dell'intervista:
[...] Nel 1984 lei fece una terribile profezia: un terremoto come quello del 1693 in Sicilia orientale oggi farebbe almeno 50 mila morti. Ricorda?
Certo che lo ricordo, perché la Sicilia orientale è soggetta a terremoti magari distanziati nel tempo, ma molto forti.
Sono passati 25 anni da allora…
Sono passati 25 anni da allora…
Si sono passati 25 anni e per fortuna non è successo niente, nel senso che il terremoto non c’è stato, ma sono passati 25 anni e il rischio che possa accadere è ovviamente aumentato…
Quindi conferma quel dato?
Purtroppo sì, lo devo confermare. Perché in questi 25 anni passati non mi risulta che sia stato fatto qualcosa per attenuare questo rischio. E la Sicilia orientale in Italia è come la California per gli Stati Uniti. Lì si aspetta il Big One, il grande terremoto, e qui da noi il Big One atteso è quello della Sicilia orientale…
Lei allora con quelle dichiarazioni creò un caso, fece scandalo che un ministro dicesse quelle cose. Come vennero accolte nell’ambiente politico?
Beh, spesso con ironia… quando mi vedevano facevano le corna, gli scongiuri… ma io rispondevo che il terremoto non si batte con le corna, ma con la prevenzione.
Presidente Zamberletti, dicevamo della prevenzione. Se ne parla da decenni, ormai dovrebbero averlo capito anche i sassi che questa è l’unica via per mitigare i rischi, giusto?
Presidente Zamberletti, dicevamo della prevenzione. Se ne parla da decenni, ormai dovrebbero averlo capito anche i sassi che questa è l’unica via per mitigare i rischi, giusto?
Giusto, giustissimo, ma purtroppo nel nostro Paese non c’è questa cultura. Passata l’emozione se ne scorderanno tutti… E non è solo colpa dei politici, è che spesso sono anche i cittadini a non volerne sapere.
Pensa che andrà così anche stavolta?
Pensa che andrà così anche stavolta?
Temo di sì, ma spero di no… dobbiamo riuscire a tenere alta la sensibilità dei cittadini anche se non sarà facile. A volte alla scarsa attenzione dei cittadini si sovrappongono interessi di gruppi e lobby…
Per esempio?
Per esempio?
Per esempio nel caso dell’istituzione di un fascicolo obbligatorio che segua la vita del fabbricato, e nel quale siano contenute tutte le informazioni sulla costruzione, i materiali usati, le tecniche applicate, ecc. Un documento che sarebbe utilissimo anche per individuare eventuali responsabilità in caso di problemi. Ma purtroppo non si riesce a far passare anche per le pressioni della lobby delle grandi proprietà edilizie… Ma soprattutto dovrebbero essere i cittadini a pretendere certe garanzie, come le pretendono sul materiale dei pavimenti o sul colore delle pareti. I cittadini dovrebbero capire che la prevenzione salva le loro vite, e che il libretto non è un fastidio burocratico, ma una garanzia sulla loro vita. [...]
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