Poche ma fondamentali regole, nessun allarmismo. È questo il messaggio lanciato agli allevatori della Valle del Mela, dove si è verificato il primo caso in Sicilia di “West Nile Disease”, malattia infettiva virale che ha causato la morte di un cavallo. L’agente patogeno, che può essere trasmesso all’uomo dalla puntura di zanzara, colpisce infatti cavalli e volatili; in particolare, sarebbero proprio gli uccelli migratori responsabili della diffusione del virus, che ha origine in Africa.
L’episodio, accertato dai medici veterinari dell’ASP di Messina, è avvenuto alcuni giorni fa nelle campagne di Femminamorta, piccola frazione estesa su un territorio che interessa l’area del Mela, Milazzo e Barcellona. L’allerta riguarda dunque diversi centri, sui quali si aspetta in tempi rapidi un intervento mirato da parte dei veterinari del servizio locale, sul piano della sorveglianza sanitaria e delle vaccinazioni agli animali.
L’occasione per discutere del virus, trasmesso dalle comuni zanzare, è stata offerta dalla tradizionale manifestazione equestre organizzata ogni anno dall’associazione scientifico-culturale “La Giara”. In questo contesto il dott. Francesco Trifiletti, medico infettivologo dell’ospedale di Barcellona, ha tenuto oggi pomeriggio un incontro informativo su cause, effetti, prevenzione di quella comunemente nota come “Febbre del Nilo”.
La malattia, all’attenzione recente delle cronache per gli ultimi casi avvenuti in Sardegna, è spesso asintomatica ma può manifestarsi con una sindrome simil-influenzale: febbre, malessere generalizzato, mal di testa, dolori muscolari. In pochissimi casi, specialmente nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche, quali meningite o encefalite. Secondo le statistiche presentate dal dott. Trifiletti, la percentuale di mortalità sarebbe una su mille.
Buon senso e prevenzione, come sempre, sono le parole d’ordine per evitare il contagio: «Non sappiamo ancora quali misure verranno adottate sul nostro territorio – ha detto Trifiletti –, ma, per ciò che riguarda la salute dell’uomo, la regola principale che ciascuno può applicare è cercare di evitare le punture di zanzara, che sono il vettore della malattia». E dunque, coprirsi con pantaloni lunghi e maniche lunghe, specialmente se si va in campagna; utilizzare zanzariere e prodotti repellenti; evitare l’acqua stagnante, come quella dei sottovasi, dove le zanzare possono proliferare. Ma anche evitare il contatto con gli animali morti nelle zone a rischio.
«Non bisogna lasciarsi prendere da paure ingiustificate, come è avvenuto due anni fa con l’influenza H1N1 – sottolinea il medico –. Tuttavia è importante sorvegliare attentamente i propri animali, uccelli e cavalli. La vaccinazione contro la “Febbre del Nilo” è ancora facoltativa e a pagamento; in attesa che parta una eventuale campagna, bisogna allertare i veterinari se si verificano sintomi sospetti». Sui cavalli il virus può provocare paralisi, debolezza e stordimento. Esami specifici possono verificare la positività dell’animale alla malattia.
Sensibilizzare, proteggere e prevenire sono, al momento, l’unica terapia: «Ci attiveremo per informare i cittadini e gli allevatori su quali comportamenti tenere, in concerto con il servizio veterinario – ha concluso il sindaco di Santa Lucia del Mela, geom. Antonino Campo –, sostenendo una campagna di vaccinazione e impegnandoci per una maggiore sorveglianza». Gli effetti della “West Nile Disease” incidono infatti non solo sulla salute, ma anche sull’economia, come avvenuto negli Stati Uniti, dove l’epidemia esplosa nel 1999 ha messo in ginocchio il settore equino. In Italia, nell’agosto 2008 si è registrata per la prima volta la presenza del virus in alcune province dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, tutte in prossimità del fiume Po e del suo delta. Dopo che sono stati colpiti complessivamente una settantina di cavalli e sei esseri umani, la “Febbre del Nilo” è stata dichiarata endemica anche nel nostro paese.
L’episodio, accertato dai medici veterinari dell’ASP di Messina, è avvenuto alcuni giorni fa nelle campagne di Femminamorta, piccola frazione estesa su un territorio che interessa l’area del Mela, Milazzo e Barcellona. L’allerta riguarda dunque diversi centri, sui quali si aspetta in tempi rapidi un intervento mirato da parte dei veterinari del servizio locale, sul piano della sorveglianza sanitaria e delle vaccinazioni agli animali.
L’occasione per discutere del virus, trasmesso dalle comuni zanzare, è stata offerta dalla tradizionale manifestazione equestre organizzata ogni anno dall’associazione scientifico-culturale “La Giara”. In questo contesto il dott. Francesco Trifiletti, medico infettivologo dell’ospedale di Barcellona, ha tenuto oggi pomeriggio un incontro informativo su cause, effetti, prevenzione di quella comunemente nota come “Febbre del Nilo”.
La malattia, all’attenzione recente delle cronache per gli ultimi casi avvenuti in Sardegna, è spesso asintomatica ma può manifestarsi con una sindrome simil-influenzale: febbre, malessere generalizzato, mal di testa, dolori muscolari. In pochissimi casi, specialmente nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche, quali meningite o encefalite. Secondo le statistiche presentate dal dott. Trifiletti, la percentuale di mortalità sarebbe una su mille.
Buon senso e prevenzione, come sempre, sono le parole d’ordine per evitare il contagio: «Non sappiamo ancora quali misure verranno adottate sul nostro territorio – ha detto Trifiletti –, ma, per ciò che riguarda la salute dell’uomo, la regola principale che ciascuno può applicare è cercare di evitare le punture di zanzara, che sono il vettore della malattia». E dunque, coprirsi con pantaloni lunghi e maniche lunghe, specialmente se si va in campagna; utilizzare zanzariere e prodotti repellenti; evitare l’acqua stagnante, come quella dei sottovasi, dove le zanzare possono proliferare. Ma anche evitare il contatto con gli animali morti nelle zone a rischio.
«Non bisogna lasciarsi prendere da paure ingiustificate, come è avvenuto due anni fa con l’influenza H1N1 – sottolinea il medico –. Tuttavia è importante sorvegliare attentamente i propri animali, uccelli e cavalli. La vaccinazione contro la “Febbre del Nilo” è ancora facoltativa e a pagamento; in attesa che parta una eventuale campagna, bisogna allertare i veterinari se si verificano sintomi sospetti». Sui cavalli il virus può provocare paralisi, debolezza e stordimento. Esami specifici possono verificare la positività dell’animale alla malattia.
Sensibilizzare, proteggere e prevenire sono, al momento, l’unica terapia: «Ci attiveremo per informare i cittadini e gli allevatori su quali comportamenti tenere, in concerto con il servizio veterinario – ha concluso il sindaco di Santa Lucia del Mela, geom. Antonino Campo –, sostenendo una campagna di vaccinazione e impegnandoci per una maggiore sorveglianza». Gli effetti della “West Nile Disease” incidono infatti non solo sulla salute, ma anche sull’economia, come avvenuto negli Stati Uniti, dove l’epidemia esplosa nel 1999 ha messo in ginocchio il settore equino. In Italia, nell’agosto 2008 si è registrata per la prima volta la presenza del virus in alcune province dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, tutte in prossimità del fiume Po e del suo delta. Dopo che sono stati colpiti complessivamente una settantina di cavalli e sei esseri umani, la “Febbre del Nilo” è stata dichiarata endemica anche nel nostro paese.