Un gruppo di escursionisti |
Katia Trifirò - Canyon, grotte, sorgenti e cascate, oasi naturali che ospitano specie faunistiche e floristiche in via d’estinzione. Tracce di insediamenti umani primordiali e di flussi più recenti, come testimoniano le “neviere”, dalle quali si ricavavano neve e ghiaccio per la conservazione degli alimenti, i numerosi mulini ad acqua, i resti di alcune calcare, antiche fornaci per la produzione della calce.
Sono, questi, solo alcuni degli aspetti dell’immenso e affascinante patrimonio storico-naturalistico del territorio luciese, tra i più estesi della provincia. Per assaporarne le bellezze paesaggistiche e le aree incontaminate, nasce l’iniziativa “Alla scoperta di Rocca Timogna”, che ha già coinvolto una trentina di escursionisti nella prima passeggiata tra i sentieri peloritani. Un percorso, adatto anche ai più piccoli e a coloro che non praticano abitualmente attività sportiva, che consente di osservare da vicino una delle vette più suggestive dei monti luciesi.
Un'immagine di Rocca Timogna |
La cima di Rocca Timogna, infatti, all’altezza di 1.127 metri, rappresenta un punto panoramico dal quale è possibile ammirare le valli dei torrenti Mela e Longano, un tratto della piana di Milazzo, nonché diverse vette dei peloritani centro-settentrionali. Altra sua particolarità è la caratteristica fisionomia, che ricorda quella di un primate, mentre, dal punto di vista geologico, è costituita da arenarie e conglomerati del Flysch di Capo d’Orlando. Insieme al sito di “Postoleone”, è parte del Demanio Mela, gestito dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia, che si estende tra i bacini idrografici dei torrenti Idria, Longano e Mela.
Entro il 29 agosto è possibile prenotarsi per la prossima escursione, in programma domenica 1 settembre, a cura dell’associazione scientifico-culturale “La Giara”, con la guida di esperti come Nicola Amico e Rosario Torre, che ha dedicato uno studio accademico al territorio di Milazzo e valle del Mela. «A testimonianza del fatto che il territorio montano di Santa Lucia del Mela è stato abitato in passato, rimangono numerosi elementi culturali che necessiterebbero l’inserimento nel Piano Paesaggistico Regionale per la salvaguardia, conservazione e valorizzazione», spiega Torre. «Probabilmente l’istituzione dell’auspicato Parco dei Monti Peloritani, visto nell’ottica della nuova concezione della “conservazione produttiva della natura” e con l’annullamento di qualsiasi costo di gestione a livello dirigenziale dello stesso Ente da costituire, potrebbe rappresentare un ulteriore motivo per il rilancio del ricchissimo patrimonio naturalistico e storico-culturale tuttora presente».
Un convegno scientifico sul tema “I Monti Peloritani: un Parco Naturale da conoscere, tutelare e valorizzare”, ha contribuito, alcuni anni fa, a riaccendere i riflettori sulle potenzialità del territorio. L’anno scorso, inoltre, il congresso nazionale della Società Geologica Italiana ha coinvolto per la prima volta i monti luciesi, con l’organizzazione di un percorso escursionistico da parte degli studiosi. Accanto alle aree di interesse comunitario e alle aree demaniali forestali, esistono qui aree ancora da tutelare poiché ancora poco conosciute e valorizzate. Tra queste, appunto, spicca Rocca Timogna, sulle cui origini toponomastiche ci sono suggestive ipotesi. Secondo alcuni deriverebbe dal greco “Themonia” o “Thimonia”, che significa “cumulo”, “mucchio”, “massa”, etimologia che si adatta alla geomorfologia dei luoghi; un’altra ipotesi potrebbe essere il termine greco “Témenos” o Témeneos”, che significa “tempio”, “santuario”, “bosco” “luogo sacro”, tutte parole associabili ad una possibile frequentazione del sito in epoca antica.