Una
festa solenne animata da centinaia di fedeli e dal recupero delle tradizioni
popolari. È stato il giorno della partecipazione il 13 dicembre dei luciesi,
che hanno celebrato la Santa Patrona Lucia rinnovando un antichissimo culto religioso
e collettivo. Una radice importante della storia cittadina è connessa alla
figura della martire siracusana, venerata in tutto il mondo cristiano e in diversi
paesi delle diocesi siciliane; a lei il Gran Conte Ruggero I d’Altavilla dedicò
un tempio votivo dopo aver sconfitto gli Arabi nelle terre milazzesi. Era il
1094 e, su quelle fondamenta, sarebbe sorta la Basilica Concattedrale Santa
Maria Assunta, che è stata al centro delle celebrazioni dedicate a Santa Lucia,
ricordata nel giorno del martirio e della morte, avvenuta nel 304 a Siracusa
sotto la persecuzione di Diocleziano. Dopo la solenne Messa pontificale,
presieduta dall'Arcivescovo mons. Calogero La Piana, ha preso il via la
processione dell’antico simulacro ligneo che la raffigura, condotto a spalla da
decine di luciesi in un lunghissimo ed emozionante corteo. Alla conclusione del
programma religioso, curato dal vicario foraneo don Paolo Impalà, con la partecipazione
di numerosi parroci del vicariato, i festeggiamenti sono proseguiti nel cuore
del centro storico. Qui la suggestiva piazza dominata dalla Concattedrale e dal
Palazzo arcivescovile ha ospitato, per
tutta la sera, una sagra di piatti
tipici della tradizione, accompagnati dalle musiche del gruppo etno-folk “La
Coppola nera”. La Vara di Santa Lucia, in tempi recenti restaurata e riportata
all’antico splendore, è stata meta di pellegrinaggio sino a ieri nella
Concattedrale, dove sono custoditi anche una preziosa statua marmorea del
Laurana che la raffigura, una reliquia e altri simboli, come la sua immagine
dipinta sullo stemma del Comune, a testimoniare il profondo legame che unisce
il paese alla Patrona.