lunedì 1 febbraio 2016

Valle del Mela: la quiete dopo la tempesta. E adesso?

F. Alibrando - La Valle del Mela ha trascorso ultimamente giorni di acque agitate, giorni di trepidante attesa in riferimento al Referendum Consultivo svoltosi ieri, 31 Gennaio 2016. Un referendum passato alle cronache come controverso, da alcuni definito addirittura “inutile” per chissà quali ragioni, da altri definito “rischioso” probabilmente per le stesse motivazioni. Ebbene, ieri i cittadini di due Comuni della Valle del Mela (San Filippo del Mela e Gualtieri Sicaminò) hanno avuto l’importantissima possibilità di recarsi alle urne per dichiarare il proprio volere sulla faccenda Inceneritore (o “Termovalorizzatore” che dir si voglia per i fan delle mezze misure, a cui piace chiamare le cose con un eufemismo o un vezzeggiativo). Le votazioni si sono svolte regolarmente in 7 sezioni a San Filippo del Mela e in 2 sezioni a Gualtieri Sicaminò, per un totale di circa 8000 persone chiamate al dovere del voto. Tra i due Comuni bisognava fare una distinzione: a San Filippo del Mela era previsto il quorum del 50% mentre a Gualtieri Sicaminò non è stato specificato. 

Il risultato? Da definire molto interessante nel merito, dei numeri ma soprattutto guardando alle percentuali di affluenza. A Gualtieri Sicaminò si è raggiunti l’affluenza del 64% pur senza quorum, con una vittoria schiacciante del NO che si è assestata al 98,7% contro l’appena 1,3% per il SI all’Inceneritore. 

Numeri diversi invece a San Filippo del Mela: affluenza del 43% alle urne (2732 votanti su un totale di 6363 degli aventi diritto), per un’analoga netta vittoria del NO con 2609 voti contro gli appena 104 per il SI all’Inceneritore. Questi i dati, che però aprono le porte a molteplici commenti di cittadini sui social, articoli sulla stampa, comunicati da parte delle associazioni ambientaliste. Ognuno esprime il proprio parere sulla questione, toccando punti di vista spesso diametralmente opposti gli uni agli altri. Molti vogliono riflettere sulla percentuale di affluenza alle urne di San Filippo del Mela, il Comune in cui dovrebbe ricadere l’Inceneritore e che (pur non superando il quorum) ha registrato una valanga di NO alla riconversione. 
Nel merito, il referendum indetto per ieri era di tipo consultivo: significa che la gente è invitata al voto col mero intento di capire l’indirizzo ideologico verso una determinata problematica di interesse collettivo. Per i referendum consultivi, solitamente, non viene quasi mai previsto un quorum da superare. Resta, questo ultimo aspetto, un punto a discrezione dell’Ente che lo indice, che può metterlo così come può ometterlo.
Essendo di tipo consultivo quindi, qualsiasi esito finale avrà una sua valenza. Concetto che, ad onor del vero, ieri è stato appoggiato anche dall’ Assessore Gabriele Saporita e dal Sindaco Aliprandi. E la gente cosa ne pensa? 
La popolazione, stando a ciò che trapela dai social è spaccata in due tronconi: da una lato c’è chi ha votato secondo coscienza per il Si o No, che critica fortemente la controparte che invece non si è mossa da casa per recarsi a votare. C’è chi è deluso, chi arrabbiato. Ma l’evidenza più netta che traspare è l’ennesima mancanza di una generale presa di coscienza che, seppur influenzata da diversi fattori, marca il lascito dietro. Ed è qui che si gioca la partita delle riflessioni più disparate.
Saverio Italiano, capogruppo di maggioranza al consiglio comunale di S. Filippo del Mela, in una intervista ha affermato: <<E’ un dato che si legge da solo: la partecipazione non è stata significativa, ma la maggioranza silenziosa è evidente che propenda per il Si. Hanno perso i cittadini, perché hanno perso l’occasione di esprimersi su una questione così rilevante>>
Questa opinione ha lasciato molto perplessi gli attivisti del fronte del NO, come il movimento “No Inceneritore del Mela” o “ZeroWaste Sicilia”, che hanno motivo di pensarla esattamente al contrario.




L’esito quasi plebiscitario del NO sul SI, nonostante non si sia raggiunto il quorum, la dice lunga sull’indirizzo che gente abbia sulla problematica.
Analizzando i numeri, sono mancati circa 450 voti per il raggiungimento del 50% + 1 previsto. Considerando i residenti filippesi all’estero, chi invece è domiciliato altrove per ragioni di studio o lavoro, si vede benissimo come il dato sia assolutamente verosimile alla realtà, vista tra l’altro l’abissale distanza tra la percentuale a favore e quella contro. Inoltre ricordano come l’attuale sindaco sia stato eletto con 2400 voti, mentre il NO (a San Filippo del Mela) ieri ha vinto con ben 2609 voti. 
Sul fronte del NO, anche l’Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente (attiva fattivamente per tutta la durata della campagna referendaria) si è espressa stamane con un comunicato sulla propria pagina Facebook. Dal esso si legge: << Trattavasi di un referendum consultivo, come tale di mero indirizzo ed espressivo della volontà popolare, dove il raggiungimento o meno del quorum non significava assolutamente nulla. È stata data dunque una prima mazzata (non solo simbolica) enorme all'inceneritore: adesso aiutateci a continuare a demolirlo>>. 


Nel rispetto assoluto di ogni opinione, però, bisogna adesso mettere da parte il “ciò che poteva essere” e concentrarsi sul “ciò che è”. E soprattutto, cari cittadini della Valle del Mela, bisogna parlare del “cosa può significare” questo risultato in vista del futuro che, di certo, tutto sarà men che tranquillo ed ameno. 
Per il raggiungimento di uno scopo ben preciso, condiviso da tutti i portatori di interesse affinché esso diventi realtà, bisogna perseguire strade che siano funzionali all’esito della vicenda. La giornata di ieri è stata qualcosa di stupendo: non perché la gente sia andata a divertirsi, ma ancora meglio! 
La popolazione ha vissuto ieri una giornata di massima democrazia, nella quale è il popolo a scegliere il proprio destino nell’assoluta coscienza del caso, libera di poter esprimere il proprio orientamento mettendo il tutto nero su bianco. Se si considera il 96% di NO di San Filippo del Mela, unitamente al 98,7% del NO a Gualtieri Sicaminò (quindi in ottica comprensoriale), si capisce benissimo cosa comporti l’indizione di un referendum. 
Cosa accadrebbe se i risultati di queste due comunità fossero corollati da molteplici ulteriori roboanti voti contrari all’Inceneritore, per la totalità dei comuni del Comprensorio? L’esito vedrebbe migliaia di voti opporsi al volere del Governo Nazionale e Regionale, che appoggiano caldamente l’azione di A2A in questo territorio così pesantemente compromesso. La questione adesso non può più essere ristretta all’ambito territoriale, bensì si proietta su un livello nazionale.
Col getto della maschera da parte del Governo Renzi, l’Italia si accinge a promuovere la costruzione di 8 Inceneritori di rifiuti in Italia (2 di questi solo in Sicilia), in nome di un’emergenza rifiuti semplicemente voluta per l’arricchimento dei pochi in favore dei molti, e per le quali tutti noi paghiamo ogni anno fior di milioni di euro in sanzioni economiche, per la mancata messa a norma delle discariche e di tutta la procedura malata di gestione dei rifiuti. 
L’importanza del referendum, come altre volte spiegato, ricopre numerosi aspetti: esso può sancire un bagaglio determinante di voci contrarie allo scellerato piano, ma bisogna vederlo anche come una grandissima occasione per la popolazione della Valle del Mela per potersi sensibilizzare sul tema della gestione corretta dei rifiuti. La lotta contro il mostro chiamato Inceneritore ha speranza di essere vinta solo ed esclusivamente passando dall’informazione e dal buonsenso: non si può prendere una decisione determinante per il futuro se non prima si è adeguatamente informati sui fatti. Questa lotta dev’essere presa come un’occasione per non commettere gli errori del passato in tema di rifiuti, bensì una presa di coscienza reale sui comportamenti virtuosi da sostenere, redditizi sul piano occupazionale, economico, ambientale e sanitario, come ampiamente comprovato da studi ed esempi vari. 
È questo l’ennesimo appello che alcune associazioni locali, ma anche regionali e nazionali (come il premio Nobel per l’Ambiente Rossano Ercolini), rivolgono agli amministratori del Comprensorio.

La volontà popolare è da secoli il principio essenziale di quella dolcissima parola chiamata “democrazia”: se ancora è presente al giorno d’oggi dopo migliaia di anni, significa che è espressione di purezza e giustizia. Non esistono strade giuste e strade sbagliate per arrivare al traguardo: ogni percorso porterà i suoi benefici. L’intento di rendere questa terra nuovamente splendente, guardando al futuro senza girare il capo verso dietro, deve essere una priorità per ogni singolo cittadino della Valle del Mela. Ciò va fatto per i nostri figli, per l’ambiente e la salute, in virtù del diritto alla vita sancito dalla Costituzione ma troppe volte calpestato sotto i piedi vili delle multinazionali avide di profitto che, in questo territorio, hanno contribuito a bloccare una genesi naturale di bellezza e, generalmente, di sviluppo