Oltre trenta cittadini si trovano fuori dalle loro case, costretti a lasciare tutto e a chiedere ospitalità a parenti e amici. E mentre il paese è devastato dallo straripamento dei torrenti, da frane e smottamenti, che hanno danneggiato tutta la viabilità provinciale e comunale, causato allagamenti nelle abitazioni e colpito l’agricoltura e le attività produttive, cresce l’indignazione e si moltiplicano gli appelli. «La situazione di Santa Lucia del Mela è stata sottovalutata, nonostante l’assoluta gravità – afferma con amarezza il sindaco Nino Campo, – finché non ci scappa il morto siamo lasciati a noi stessi in piena emergenza». «Possiamo definirci abbandonati da tutti, dalla protezione civile nazionale, regionale e provinciale, privi anche della giusta attenzione da parte dei media», aggiunge il coordinatore del gruppo comunale di protezione civile, geom. Angelo Letizia. Ad oggi l’emergenza che ha colpito tutto il territorio, dal centro alle periferie, è stata affrontata dai volontari di protezione civile locale senza alcun supporto esterno e lontano da clamori giornalistici – come si legge in un comunicato, diramato stamane dalla centrale operativa istituita presso il comando dei vigili urbani. Gli ultimi interventi hanno riguardato la contrada di Femminamorta, dove oggi sono state liberate le ultime famiglie isolate. Ma anche per i residenti di questa zona si sta valutando l’emissione di una ordinanza di sgombero, che dovrebbe riguardare altri venti abitanti. In ogni caso, si sta procedendo a realizzare una pista rotabile nel torrente Mela, per consentire l’accesso e liberare le strade dal fango e dai detriti. Ancora critica la situazione in montagna, dove risultano isolati due abitanti di contrada San Biagio, già identificati e raggiunti da familiari. Per quanto riguarda il centro abitato, ancora interrotta la normale viabilità. A fronte di numerose richieste di intervento, che continuano a pervenire, sono attive su tutto il territorio le squadre di emergenza della protezione civile comunale, con il personale dell’ufficio tecnico e gli operatori di numerose ditte locali, impegnati a intervenire con mezzi ed attrezzature. Il prossimo passo sarà la conta dei danni economici subiti da tutte le attività commerciali, agricole e artigianali, che risultano gravemente compromesse.