Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato.
Questi mesi rappresentano tempi di tensioni nella zona industriale mamertina. Qualcuno potrebbe esclamare "strano!", ma se la tensione avvertita dalla popolazione della Valle del Mela è ormai all’ordine del giorno, in questi ultimi periodi non può che essere maggiorata dalle pesanti voci che si rincorrono in zona.
Ma andiamo per ordine. La storia inizia il 19 Luglio 2015, quando gli effetti della riattivazione dell’impianto FCC della Raffineria di Milazzo hanno riportato alla memoria della popolazione della Valle del Mela i fantasmi dell’incendio avvenuto il 27 Settembre dell’anno passato. Non che la gravità del fatto sia analoga, sia chiaro, ma quell’evento ha lasciato impresso nelle menti della gente un ricordo difficile da dimenticare: una notte di terrore, di gente che fuggiva come palline impazzite all’interno di un flipper, senza alcun piano di emergenza degno di questo nome che, un apparato istituzionale serio dovrebbe prevedere. Ma questo è il passato, concentriamoci sul presente.
Torniamo quindi ai giorni immediatamente successivi al 19 Luglio 2015. I comitati e le associazioni iniziano a farsi risentire contro la nuova minaccia per l’ambiente e per la salute generale, e puntualmente arrivano le rassicurazioni dell’azienda: è tutto sotto controllo. Nulla da dire, per carità. Loro sicuramente ne capiscono più di chiunque altro. Le istituzioni, dal canto loro, invitano l’Arpa a fare le loro rilevazioni: immediatamente l’apparato si attiva e vengono fatte rilevazioni, sopralluoghi interni all’industria. Ma ciò che lascia in aria è il “dopo”: si odono solo indiscrezioni che, affermano, pare che sia tutto nella norma e quindi i valori limite non sono stati superati. Da estranei nel settore non possiamo che fidarci evidentemente: ma crediamo che un minimo di dubbio ci sia tra la gente. La domanda è questa: “abbiamo avuto le allucinazioni olfattive nel sentire l’odore forte di gas e di benzina, e nel vedere una fiamma della torcia così alta… oppure i parametri di legge sono tanto alti da permettere tali sforamenti per giorni e giorni?!
Una domanda alla quale una risposta ci dovrebbe essere, ma che evidentemente stenta ad arrivare.
Per dare questa risposta quindi, viene inviata una lettera del senatore Bruno Mancuso, membro della 13esima commissione Ambiente del Senato, direttamente al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, invitando quest’ultimo a predisporre una ispezione presso la Zona Industriale mamertina al fine di rilevare le criticità che scuotono la sensibilità e la tranquillità della gente della Valle del Mela. Questa ispezione, logicamente, non riguarda solo la Ram. Bensì anche la fabbrica ex Sacelit e la presenza di eternit, l’insediamento dell’elettrodotto Terna e di altri stabilimenti industriali, e la bonifica del sito SIN, finanziata dal Ministero ma mai attivata dalla Regione siciliana, e sul quale si potrebbe discutere per giorni senza mai fermarsi.
Ottima iniziativa, se si riuscisse a mettere da parte gli scetticismi del caso. Se analizziamo il termine “ispezione”, andando a cercarlo sul dizionario, troviamo la seguente spiegazione: “In genere, osservazione, attento esame di qualche cosa, a scopo di controllo o anche per ricavarne elementi di giudizio”. Quello che insospettisce un po’ tutti, è lo scopo di controllo che può avere una ispezione ministeriale annunciata con circa un mese di anticipo dall’organo controllore al soggetto da controllare. Scusate la forzatura, ma è come se un ladro dicesse alla sua vittima, “tra 3 giorni vengo a rubare a casa tua”.
L’Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente quindi, si sente in dovere di criticare fortemente questo modo di fare perpetrato anche in passato, con “ispezioni” (se così possono essere denominate) annunciate con largo anticipo per chissà quale arcano motivo. Se tutto è sempre nella norma, perché annunciare un controllo imminente? Perché dare spazio ad alito di dubbio, quando basterebbe seguire la logica del caso? Una domanda alla quale pochi potrebbero dare una risposta, ma sarebbe necessaria al fine di capire quale meccanismo ci sia dietro tale modo di fare, ben poco trasparente, fortemente sospettabile di inciucio, e possibile occasione per (come si dice in Sicilia) "cassariare" soldi pubblici.
A parte questo, tuttavia l’ALSA si aspetta veramente tanto da questo incontro che prevede delle ispezioni tecniche, ma anche audizioni. Quest’ultime vedranno protagonisti i sindaci del comprensorio milazzese, l’Assessore Croce, il Prefetto di Messina e gli organi della Raffineria.
Auspichiamo dunque che venga fatto un buon lavoro, una volta per tutte, affinchè si possa mettere la parola fine alla situazione critica della Valle del Mela. Una situazione che, continuando di questo passo va sempre peggiorando, con un innalzamento della morbosità tumorale che si nota a vista d’occhio anche senza la necessità di chissà quale studio epidemiologico, il che ancor prima di preoccupare, rattrista fortemente tutti noi.
Associazione Luciese per la Salute e l'Ambiente - 12/09/2015
Associazione Luciese per la Salute e l'Ambiente - 12/09/2015