venerdì 13 novembre 2015

Referendum No Css, le posizioni del sindaco Campo e dell'Alsa

No Css: prosegue la battaglia contro l'inceneritore,
mentre l'amministrazione comunale fa un passo indietro sul referendum



REFERENDUM, IL NO DELL'AMMINISTRAZIONE LUCIESE.
Questione ambientale, il sindaco Nino Campo interviene per chiarire le motivazioni del suo dietrofront al referendum No inceneritore. La marcia indietro dell’amministrazione comunale ha colto di sorpresa il movimento ambientalista locale, e schiera su posizioni divergenti la politica cittadina e l’Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente, che prosegue invece la battaglia di informazione e mobilitazione sulla proposta referendaria. 
«Non siamo contrari all’espressione della volontà popolare, ma ai metodi», esordisce Campo rivendicando le azioni amministrative intraprese negli ultimi anni in tema di tutela e risanamento. In particolare, il sindaco si sofferma sui limiti di un referendum che definisce «ingannevole» per il quesito che pone e per il rischio di strumentalizzazione dei risultati, specialmente nel caso di una bassa affluenza. «Sotto l’aspetto burocratico, il referendum annullerebbe di fatto i precedenti atti approvati dagli organi comunali» aggiunge Campo ricordando la netta contrarietà al CSS deliberata sia in Consiglio che in Giunta.
«Riteniamo di aver dato un indirizzo chiaro alla nostra politica ambientale e su questo non torniamo indietro», afferma ancora il sindaco, «il nostro obiettivo è proseguire con azioni forti supportate da dati scientifici: per questo abbiamo proposto ai Comuni del comprensorio di affidarci ad un team di esperti e abbiamo dato mandato al nostro ufficio tecnico per le rilevazioni degli agenti inquinanti nel territorio». 
Dura, tuttavia, la replica dell’Alsa, affidata ad un comunicato stampa: «Restiamo fermi sull’idea che un secco NO di migliaia di cittadini della Valle del Mela abbia molto più peso delle delibere dei consigli comunali che, ricordiamo, sono un’espressione di volontà, considerando che l’unico parere autorevole in questo procedimento è quello del Comune di San Filippo del Mela. La volontà dei cittadini, espressa attraverso il referendum, assumerebbe un peso politico non indifferente, che andrebbe direttamente a pesare sulla scrivania del Presidente Crocetta o ancora meglio del Presidente Renzi, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali alle quali non possiamo restare indifferenti». «Non possiamo quindi che farci forti e speranzosi dell’espressione di “riserva” che questi comuni rinunciatari hanno sottolineato», si legge ancora nel documento, «esortandoli a riaprire il tavolo delle trattative in modo tempestivo con il resto degli amministratori locali per risolvere le controversie legate al caso e tornare sui propri passi, dando quindi prova di credibilità a fronte degli impegni inizialmente assunti».
Da parte propria, Campo ribadisce di aver sollecitato per primo, insieme all’assessore all’Ambiente Rosario Torre, la costituzione di un fronte comune nel comprensorio per scongiurare la realizzazione del paventato inceneritore, e ricorda gli appelli agli organi competenti per una rete di monitoraggio efficiente e adeguata alle esigenze del territorio, ma anche gli esposti alla Procura per le fiammate anomale e gli odori molesti provenienti dalla Raffineria di Milazzo e, sempre su questo tema, la richiesta (poi rigettata dal Ministero per “incompetenza” territoriale) a rivedere l’autorizzazione integrata ambientale della Ram. «Tengo a precisare – conclude il sindaco – di non aver chiesto mai alle industrie posti di lavoro e sponsorizzazioni, perché sottolineo che una vita umana non si possa barattare con nessun posto di lavoro».

Referendum No Css, l'Alsa difende la consultazione popolare


ALSA, CONTINUA LA BATTAGLIA PER IL REFERENDUM.
 «L’Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente non nasconde di aver avvertito un sentimento di sorpresa alla notizia della revoca del Referendum Consultivo nei comuni di Santa Lucia del Mela, Condrò e San Pier Niceto. Alla luce di quanto stabilito qualche settimana prima di quest’ultimo annuncio, quando sei sindaci della zona mamertina si erano riuniti per coordinarsi sull’istituzione di tale referendum, pensavamo di aver raggiunto uno step fondamentale nel percorso lungo e tortuoso a cui inizialmente facevamo riferimento», scrivono gli ambientalisti luciesi. «Le motivazioni a supporto della tesi dei comuni rinunciatari sono assolutamente credibili e giustificabili nell’ottica di un atto politico ben programmato e funzionale alle esigenze del territorio. Nel documento inviato ai portatori di interesse infatti, si sottolinea come l’ambiguità del quesito referendario proposto dal Comune di San Filippo del Mela e la questione relativa al quorum imposto possa supporre un rischio non indifferente all’esito dello stesso Referendum. Su questo non possiamo che concordare, forti del fatto che in un quesito referendario per l’occasione, non si possono omettere le parole di “incenerimento” o “coincenerimento”, a favore della dizione ad hoc “valorizzazione energetica”, molto fuorviante e lontanissima da ciò che è la realtà dei fatti».
Per l'Associazione, il referendum rappresenta tuttavia «un’occasione da non perdere affinché i comuni del comprensorio possano collegarsi in una rete che li porti dritti verso un comune obiettivo, in modo organico e non individuale. Il referendum potrebbe essere l’occasione affinché la popolazione venga a conoscenza del grosso rischio che corre questa nostra zona martoriata, attraverso una capillare campagna informativa che questa associazione ha già iniziato, con risultati lusinghieri, in tempi non sospetti, organizzando incontri e tavoli informativi in ogni contrada del comune di Santa Lucia del Mela, consapevoli che l’esito della lotta passa attraverso le parole “consapevolezza” e “informazione”». 
«Vi è una mera ragione politica dietro il sostegno al referendum - si legge ancora nel comunicato stampa -. Diversi consigli comunali si sono già espressi sul tema votando la netta contrarierà al CSS nella CTE Edipower. Di questo non possiamo che essere felici e soddisfatti. Avremmo auspicato la successiva emanazione delle delibere di Giunta e soprattutto delle Ordinanze Sindacali sulla scia di alcuni comuni virtuosi, quale quello di Civitavecchia, che ha emesso il divieto di trasporto, lavorazione e incenerimento del CSS e derivati su tutto il territorio comunale. Sul punto si attendono delle risposte adeguatamente esaurienti».
È una lotta da combattere sino all’ultimo minuto, conclude l'Alsa, «in un percorso in cui non si può prescindere dalla presenza di uno o l’altro soggetto protagonista. Bisogna sempre far riferimento alla data del 27 Settembre 2015, quando 3000 persone sfilarono per le vie di Archi a far sentire la propria voce. In testa al corteo, vi erano alcuni sindaci del Comprensorio, a supporto dei propri concittadini. Vorremmo che questo supporto si concretizzasse in un vero e proprio fronte dei sindaci, comune e indissolubile, di fronte a cavilli e vizi maliziosamente presenti negli atti. La velocità d’azione dipende forse anche dalla determinazione: ci aspettiamo quindi una risposta all’altezza dell’importanza della questione. Come ben noto, questa Associazione, che si caratterizza per essere totalmente apolitica e apartitica, rimane disponibile ad attuare forme di collaborazione condivise con chiunque (amministrazioni, associazioni, singoli cittadini) abbia realmente a cuore il problema ambientale e nello specifico i danni alla salute derivanti dalla riconversione a CSS degli impianti della CTE».